Objet du Conseil n. 991 du 3 novembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 991/XVI - Interpellanza: "Stanziamento nella prossima programmazione triennale di bilancio delle risorse necessarie al completamento dei lotti inerenti alla Nuova Università Valdostana".
Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 43 dell'ordine del giorno. I punti n. 40, 41 e 42 saranno recuperati domani mattina. Questa interpellanza al punto n. 43 sarà anche l'ultima per la giornata di oggi. Per l'illustrazione il consigliere Aggravi a cui passo la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Non è la prima iniziativa relativa al cantiere della nuova università e, se vogliamo, la prima domanda dell'interpellanza ricorre da più volte, però è necessaria per fare il punto della situazione. Una domanda in cui si chiede se sia intenzione del Governo regionale garantire, nell'ambito della prossima programmazione triennale di bilancio, uno stanziamento sufficiente a completare gli ulteriori lotti del cantiere. Perché chiediamo questo? Perché sappiamo benissimo e conosciamo, anche a fronte del sopralluogo che è stato fatto tempo fa sul cantiere, che siamo, o meglio, dovremmo essere in procinto di vedere il primo lotto; non so quando, però diciamo che il primo lotto si dovrebbe completare.
Un lotto che, come tutti ben sanno, ha nel corpo principale l'ex palazzina Zerboglio e poi le due storiche, quindi la palazzina Giordana e la Beltricco, però è un lotto che nel complesso sappiamo già che non sarà soddisfacente per quelle che sono le necessità non soltanto legate al futuro dell'università, ma già a quella di oggi. A fronte di questo sappiamo anche che ci sono da sempre comunque, e un po' il bilancio lo conosciamo, delle problematiche legate anche a quelli che sono gli investimenti, quindi alle risorse da reperire per gli investimenti. E a fronte di questo sappiamo che i lotti successivi, in particolare quello che consentirebbe di avere dei locali sufficienti per rispondere alle necessità dell'università, perché se vogliamo la parte di studentato può anche venire meno visto l'effetto che....
Ma mi risponde l'assessore all'università?
Presidente - L'assessore Marzi.
Aggravi (LEGA VDA) - Quindi la necessità di capire quali possono essere le risorse in campo perché, come dicevo, lo studentato può anche venire meno, se vogliamo, ma altre palazzine no, perché sono comunque indispensabili per le attività.
A fronte di questo si chiede con la seconda domanda, che è un po' il cuore dell'interpellanza, se allo stato attuale delle cose sia perseguibile la possibilità di addivenire a una differente modalità di reperimento di risorse utili al completamento del progetto complessivo dell'opera, o anche comunque parziale, ma nelle sue parti più core, attraverso la definizione di accordi, ad esempio, di natura pubblico-privato. Ovvero, è possibile a oggi, allo stato attuale, se non si trovano le risorse, ovviamente non necessariamente nell'immediato ma per la futura programmazione, per il completamento anche degli altri lotti pensare a integrare le risorse necessarie di provenienza regionale con delle fattispecie che consentirebbero non soltanto il reperimento di risorse ma anche, come dimostrato da alcuni esempi, da alcune altre realtà, un approccio più veloce nella realizzazione delle strutture? Questo è il dilemma che pongo all'assessore Marzi.
Presidente - Per la risposta l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Il collega Aggravi non ha assolutamente fallato nel porre la questione su chi avrebbe dovuto essere il soggetto di riferimento nel dare la risposta. È giustamente una tematica che spetta alla programmazione in merito all'istruzione e all'aspetto universitario, però come è giusto che capiti, soprattutto in una Giunta, è anche corretto, a intervallo, come si ritiene più opportuno, in base alle domande che vengono poste, visto che poi tanto si amministra in continuità non soltanto da un punto di vista temporale, ma anche in termini amministrativi, che in alcune circostanze, in base alle domande che vengono poste, in questo caso soprattutto a matrice finanziaria, si collabori ancora di più tanto per essere chiari. Siccome, sia rispetto alla tematica posta in essere sulla scuola polmone che su questa che riguarda il nuovo polo universitario, l'assessorato e il sottoscritto e l'assessorato del collega Caveri sono costretti - per fortuna - a dover collaborare quotidianamente, è anche giusto che ciò venga fatto "scambiandosi" le risposte alle iniziative.
Il progetto definitivo del nuovo polo universitario regionale della Valle d'Aosta prevede che la realizzazione del nuovo campus universitario sia suddivisa in quattro lotti, ciascuno con una specifica destinazione e autonomia funzionale. Come da lei richiamato, il progetto prevede il recupero dei fabbricati presenti, la palazzina Beltricco e la palazzina Giordana, mentre per le palazzine Zerboglio e Urli sono stati mantenuti gli allineamenti esistenti, prevedendone però un completo rifacimento.
Il recente sopralluogo in loco è servito a meglio comprendere il valore dell'opera e a rendere più evidente come il risultato finale sarà destinato a cambiare il volto del capoluogo regionale, aprendo delle vaste aree alla cittadinanza e collegando il centro storico con il quartiere Cogne e il resto della città. Un intervento, quindi, di grande trasformazione del centro cittadino su un'area in grado di influenzare positivamente l'intero ambito urbano a ovest della città stessa, caratterizzato da qualità urbana e da luogo di conoscenze e di formazione integrato nel tessuto socioeconomico della città e di volano per un suo futuro sviluppo.
Il primo lotto, ormai in fase di completamento e la cui consegna è prevista per il prossimo anno, ha visto la completa ricostruzione della palazzina Zerboglio destinata ad attività didattica e risulta essere interamente finanziato. Ricordo infatti, come già dichiarato in aula, che in sede di assestamento di bilancio, quindi con la legge 15 e la legge 22, si sono individuate risorse pari a circa 1,5 milioni di euro utili a finanziare l'ultima perizia di variante e i lavori complementari, per portare a compimento questo primo lotto e rendere operativa e funzionale la nuova Università.
Per gli ulteriori tre lotti è prevista una spesa complessiva pari a circa 81 milioni di euro, che non risultano essere attualmente finanziati sul bilancio regionale. Il secondo lotto prevede le seguenti opere: il recupero funzionale della palazzina Beltricco, da destinare a sede di tutti gli uffici amministrativi dell'università, il recupero funzionale della palazzina Giordana da destinare a sacrario militare, biblioteche universitarie e spazi a disposizione per studenti e docenti, il completamento dell'autorimessa interrata.
In particolare le due storiche palazzine da recuperare, Beltricco e Giordana, risultano essere classificate quali edifici monumento, la prima, e documento, la seconda, e pertanto rivestono un importante ponte di collegamento tra l'innovazione delle nuove aree edificate e la storia del sedime sul quale si è sviluppata la nuova università. Tale lotto comporta un costo complessivo stimato pari ad euro 35 milioni 600 mila.
Il terzo lotto prevede la ricostruzione dell'ex caserma Urli di fronte all'attuale nuova sede didattica, ex palazzina Zerboglio, nonché la sistemazione delle aree esterne e ha un costo stimato pari a circa 23 milioni di euro.
Il quarto ed ultimo lotto prevede la realizzazione di uno studentato nella caserma Beltricco, la più storica dei corpi presenti, sita al lato nord del campus universitario, sempre per una spesa di circa 23 milioni di euro.
Io mi soffermerei sul secondo lotto, che è quello che oggettivamente risulta comprendere le opere necessarie a una piena e completa funzionalità dell'intero campus universitario. È pertanto volontà di questa Amministrazione reperire le risorse necessarie per poter avviare il completamento anche di questo secondo lotto di interventi e perciò la realizzazione degli interventi sulle caserme Beltricco e Giordana: già segnalati nel DEFR 2021-2023 tra gli obiettivi della società SIV, saranno indicate tra le priorità della proposta di DEFR 2022-2024.
Per risultare conseguente all'analisi e non cadere in mere enunciazioni di intenti, una valutazione coerente - come tra l'altro richiamato dall'intento della sua iniziativa - va quindi inserita all'interno della nota rigidità dell'attuale quadro economico delle finanze regionali. Un quadro aggravato dalla pandemia, che ha vincolato in modo rilevante le attività e la programmazione finanziaria della nostra Regione, che non consente di prevedere alcuno stanziamento immediato di risorse proprie, e ciò rimarrà nel prossimo triennio. In tale contesto, a tutti noi ben noto, crediamo che la strada da perseguire sia quella di esplorare modalità alternative di finanziamento per il reperimento dei fondi necessari, come lei indica nella sua iniziativa. Anche gli accordi tra pubblico e privato, come da lei richiamato, nella fattispecie si possono assolutamente auspicare, nonostante la natura e la destinazione pubblica dell'opera. Stiamo al contempo valutando come via possibile quella del ricorso al debito, ritenendola quale ipotesi più realistica da valutare e percorrere.
Il fatto che gli interventi siano ben individuati su opere che ora sono a tutti gli effetti di proprietà regionale - ricordo a tal riguardo che la definitiva cessione delle aree e degli immobili è avvenuta in data 28 aprile 2021, quindi prima queste valutazioni non potevano essere fatte - e con tempi di realizzazione programmabili, consente di esplorare e approfondire anche in corso d'anno modalità alternative di finanziamento, come l'eventuale attivazione di finanziamenti dedicati. A ciò si aggiungono gli spazi sulla posizione debitoria dell'ente, apertisi con il prestito obbligazionario estinto nell'anno corrente. In tale ottica stiamo lavorando ai dovuti e non semplici approfondimenti propedeutici a tale eventualità.
Naturalmente quello che è fondamentale individuare non è tanto la possibilità da parte di un ente di indebitarsi o di scegliere via alternative come quella del PPP, di iniziativa nel caso specifico pubblica, ma soprattutto la possibilità di aprire delle posizioni debitorie, in particolare per un ente che, ringraziando l'opera di tutti, compresa questa consiliatura, vede le casse della Regione autonoma Valle d'Aosta essere in un equilibrio positivo, soprattutto di parte corrente e soprattutto una stabilità in termini di fondo cassa. Questi dati però - come lei sa benissimo - sono dei dati assolutamente positivi in termini di finanza pubblica, e quindi di solidità dei conti regionali, ma sicuramente obbligano a fare delle valutazioni, soprattutto con il decreto legislativo 118 del 2011, rispetto alla possibilità di indebitarsi o meno. Perché lei sa benissimo che con un margine corrente positivo, e quindi anche con un fondo cassa più che cospicuo superiore ai 500 milioni di euro, non è che la prima cosa che ti viene data è la possibilità di indebitarsi se tu non sei in grado di dimostrare al soggetto con il quale ti indebiti un assoluto e rigoroso rispetto dei cronoprogrammi di spesa. Sicuramente esistono delle strade oggi che nel passato non sempre erano aperte e sicuramente con il 118 del 2011 i criteri di riferimento per intervenire in tal senso sono - aggiungo: per fortuna - cambiati, ma nel cambiare danno anche la possibilità di fare una serie di valutazioni molto concrete che, nel caso specifico, da un punto di vista finanziario indubbiamente devono riguardare il secondo lotto e certamente, come tra l'altro richiamato anche nel corso di questi mesi nel rispondere ad altri tipi di iniziative da parte, ad esempio, del collega Caveri, alcune strade vanno anche valutate rispetto all'opportunità sul terzo e il quarto lotto, con la possibilità di intervenire e mantenere lo stesso tipo di progettazione. Tuttavia quello su cui dovremmo concentrarci come consiliatura e come Governo, quindi come Consiglio, è su un intervento e delle decisioni abbastanza serrate sul secondo lotto, soprattutto visto che - incrociando le dita - stiamo cercando di rispettare i tempi rispetto alla conclusione del primo.
Presidente - Per replica il consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Assessore, faccio solo una precisazione. Io chiedevo chi mi avrebbe risposto, perché all'ordine del giorno l'iniziativa è inserita... Lo dico perché abbiamo cambiato l'ordine del giorno per fare efficienza, quindi volevo capire chi mi avrebbe risposto, perché altrimenti l'ordine del giorno è con beneficio di inventario, però ne va anche un po' del rispetto di chi è da questa parte qua e deve capire con chi ha a che fare. Per me, che voi vi parliate è una cosa molto positiva e ne sono contento, qui era semplicemente un discorso per capire - mi fido di lei, visto che dite che vi siete parlati, però al di là di questo io volevo capire chi mi avrebbe risposto.
Apprendo con interesse quello che lei mi dice e, tralasciando quello che troveremo scritto sul DEFR e di cui avremo modo di parlare, io mi auguro che al di là del secondo lotto, e vorrei su questo sottolineare, si pensi anche al terzo lotto perché, detto fra noi, lo abbiamo già capito, lo abbiamo visto, non basta il secondo lotto; mi perdoni, ma questo è abbastanza un dato di fatto.
Dall'altro lato il ricorso al debito va sempre ben valutato, soprattutto considerando anche quella che è stata la storia del primo lotto. Lei ha detto giustamente che l'opera è individuata, però, vedendo tutte le varianti che il primo lotto, che forse ha avuto anche un approccio sperimentale vista la costruzione, speriamo e teniamo conto di non incorrere poi nello stesso problema, perché altrimenti possiamo fare debito, possiamo ripagarlo, ma poi alla fine, se rischiamo di incorrere in tutta una serie di problematiche di impedimento, ed è per quello che citavo anche non soltanto il PPP come possibilità utile per trovare le risorse, ma anche per una garanzia di maggior resa, perché lo sappiamo spesso e volentieri, anzi, nella pratica l'approccio privato è più fattivo e più efficiente di quello pubblico. Quindi, stiamo attenti e comunque sì valuti bene, ma sicuramente poi questo è un passaggio che avrà degli approfondimenti da fare nelle deputate sedi.
A questo punto aspetteremmo di vedere cosa ci sarà scritto nel DEFR, cosa ci troveremo nel bilancio e soprattutto speriamo che quanto prima si possa avere contezza delle valutazioni e delle esplorazioni che state conducendo e che condurrete per andare a trovare non soltanto, ripeto, le risorse, ma anche una strada che possa dare una università e una concretezza a quello che è il progetto almeno nella sua maggior parte.
Presidente - Con questo si concludono i lavori di oggi del Consiglio regionale. Domani mattina riprenderemo dal punto n. 41 all'ordine del giorno. Buona serata.
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La seduta termina ore 19:59.