Objet du Conseil n. 990 du 3 novembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 990/XVI - Interpellanza: "Coinvolgimento del tavolo permanente per il confronto partenariale nel percorso di definizione del quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030".
Bertin (Presidente) - Punto n. 40 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Con questa interpellanza ritorniamo sul quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030 che abbiamo approvato in quest'aula, nel Consiglio di inizio ottobre. La Giunta regionale, all'inizio del 2021 con la delibera 98 dell'8 febbraio, ha costituito il tavolo permanente per il confronto partenariale per la politica regionale di sviluppo 2021-2027 e ha ampliato la platea dei soggetti coinvolti, decidendo di estenderla anche ai rappresentanti del tessuto socioeconomico e ai referenti in tema ambientale. Successivamente è stato diramato un invito a tutti i componenti del tavolo, che sono stati chiamati a contribuire in modo attivo alla definizione dei documenti programmatici, in particolare al quadro strategico che ho citato e ai programmi operativi regionali. In particolare, è stato inviato un questionario a cui vari componenti del tavolo hanno risposto tra il 2 e il 19 aprile 2021, ma sono stati anche inviati, oltre al questionario, dei contributi, dei documenti più articolati. Ne cito uno soltanto per fare un esempio, un documento che ho avuto modo di vedere, quello della Pastorale sociale del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato della nostra diocesi. Lo cito perché mi è sembrato un documento molto interessante, visto che propone anche delle soluzioni operative, concrete e significative.
Abbiamo poi appreso il 7 ottobre, cioè il giorno successivo all'approvazione del quadro strategico, di cui è stata data comunicazione sugli organi di stampa e di informazione, che il tavolo permanente tra aprile e ottobre, cioè da quando ha partecipato alla compilazione del questionario all'approvazione poi del quadro stesso, non è stato contattato in maniera diretta, nonostante ci fossero state anche delle richieste, da parte di alcuni componenti, per conoscere l'esito di quel questionario e dei contributi che erano stati inviati, anche semplicemente attraverso una sintesi delle risultanze di quella consultazione. Questo anche perché nel protocollo di intesa con il tavolo del partenariato istituzionale sono chiaramente specificati i compiti di tale tavolo, ma anche gli impegni, sia del tavolo sia della Regione. All'articolo 5.1, infatti, si dice che "il partenariato si impegna a garantire una partecipazione continua, qualificata e capace di individuare i più idonei rappresentanti per ciascun ambito di discussione, deve contribuire all'elaborazione di documenti, presentare anche in forma scritta proposte e note esplicative circa la propria posizione, diffondere tra i propri rappresentanti le opportunità e i risultati provenienti dalla politica di sviluppo"; semplicemente per citare alcuni degli impegni. E la Regione in questo protocollo si impegna "a prendere in attenta considerazione le proposte e le indicazioni ricevute, a fornire al partenariato le informazioni inerenti l'agenda e l'oggetto delle attività partenariali, in tempo utile per permettere l'espressione di pareri e suggerimenti motivati. Si impegna inoltre a fornire al partenariato un'informazione esauriente sull'avanzamento degli interventi e sui risultati progressivamente raggiunti e a garantire l'informazione pubblica delle relazioni partenariali".
Questo protocollo d'intesa prevede quindi tutta questa serie di impegni che però, allo stato dei fatti, non hanno avuto un adeguato rispetto, visto che non c'è stata nessuna convocazione del tavolo prima dell'approvazione del quadro strategico, nemmeno una restituzione scritta, una comunicazione su questi contributi. Siamo arrivati così all'approvazione del Consiglio del 6 ottobre scorso. Abbiamo poi appreso recentemente che venerdì, dopodomani, nell'ambito dell'evento #VdA2030, in cui verrà lanciato il patto per una Valle d'Aosta sostenibile al 2030, si presenterà al tavolo proprio il quadro strategico regionale, un mese dopo però l'approvazione in Consiglio.
Alla luce di queste valutazioni e di queste considerazioni, vogliamo sapere per quale motivo non ci sia stata alcuna forma di restituzione del lavoro svolto, né attraverso un incontro al termine del percorso di redazione del quadro strategico, né semplicemente attraverso l'invio di un documento di sintesi, non tanto dei contributi che poteva essere più complesso perché erano articolati, ma anche solo sul questionario, una cosa che normalmente si fa almeno per quello che riguarda i dati di quanti hanno partecipato, in che percentuale, che tipo di risposte sono state date ecc.
In seconda battuta, se l'istituzione di questo tavolo sia avvenuta semplicemente perché prevista dalle norme europee, quindi sia considerata una formalità, o se invece si ritengano utili la partecipazione e i contributi dei soggetti operanti nel territorio valdostano che sono parte di questo tavolo.
Presidente - Risponde l'assessore Caveri.
Caveri (VdA Unie) - Va detto in premessa che il principio di partenariato è un principio cardine, non stucchevole ma obbligatorio, dell'attuazione di fondi europei che, come ribadito nel considerando 14 del regolamento 1060/2021 del Parlamento europeo e quello del Consiglio del 24 giugno 2021, recante le disposizioni che sono applicabili a tutti i fondi comunitari, si basa - cito fra virgolette - "su un approccio di governance a più livelli e assicura il coinvolgimento delle autorità regionali, locali cittadine e di altre autorità pubbliche della società civile, delle parti economiche e, se del caso, delle organizzazioni di ricerca e delle università". Lo stesso regolamento precisa che il codice europeo di condotta in materia di partenariato, cioè un codice che risale al 2014, si applica anche nel nuovo periodo di programmazione. Esiste una logica quasi ossessiva e abbastanza diversa dalla concezione democratica che si può vivere talvolta in Italia, quindi chi deve occuparsi di fondi comunitari deve sapere che questo è un obbligo.
Come avevo già detto in occasione dell'approvazione del quadro strategico, questo cammino è cominciato nel marzo del 2019, ci sono stati cinque tavoli regionali di confronto partenariale articolari per obiettivi di policy europea, che sono: una Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini. A seguito dei profondi mutamenti dello scenario economico e sociale causati dall'emergenza Covid, a decorrere dalla seconda metà del 2020, si è dovuti tornare indietro con una nuova rilevazione e con un'analisi nuova dei fabbisogni del territorio, in considerazione del fatto che il motore primo del processo di definizione della programmazione per il nuovo periodo finanziario è, come dicevo, da individuarsi nell'ascolto e che conseguentemente la consultazione e il coinvolgimento delle parti interessate è imprescindibile per l'adozione di una strategia efficace. La Giunta regionale l'8 febbraio 2021 ha istituito - lei lo sa bene perché era in Giunta - il tavolo permanente per il confronto partenariale sulla politica regionale di sviluppo 2021-2027. La medesima deliberazione ha tracciato il percorso entro il quale si è sviluppata la definizione del quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030.
Proprio nel rispetto delle diverse tappe tracciate, ci sono state tre consultazioni, on-line visto il periodo, che lei ha in parte ricordato. Una è la richiesta ai componenti del tavolo permanente di compilare una o più schede di rilevazione, per capire i fabbisogni emergenti nel territorio. Si è poi aperto un questionario partecipato a tutti i cittadini e cittadine che volessero farlo, sempre on-line, e infine uno spazio che ha avuto successo, cioè "Scrivi con noi la strategia regionale 2030", con i giovani in collaborazione con l'università. Proprio la consultazione della società civile, l'ho detto parecchie volte, ha consentito di registrare un'ottima risposta del territorio: abbiamo avuto 1220 contributi, quindi era interessante avere questa restituzione. Nel maggio abbiamo incontrato i presidenti, i sindaci di ciascuna Unité des Communes e anche il Sindaco di Aosta, per capire bene come mettere assieme i pezzi.
Mi stupisce che chi lei rappresenta, non so bene chi, non abbia ricevuto in data 2 aprile 2021 un testo che è la prima bozza del documento strategico quale restituzione del risultato dei lavori preparatori; ripeto, il 2 aprile è stato inviato questo documento a tutti quelli che hanno partecipato. La restituzione conclusiva, che è frutto di un lavoro serio e complesso con un panel di esperti che ci supportano, è sempre stata fissata nel periodo autunnale. Sarei lieto che lei potesse partecipare venerdì a questo evento pubblico, per condividere i contributi pervenuti dalle consultazioni di cui è stata fatta una sintesi in vista dell'elaborazione definitiva del quadro strategico, che in realtà non si poteva fare prima per la semplice ragione che in questi mesi noi abbiamo avuto finalmente e definitivamente da parte della Commissione europea tutti quegli elementi di indirizzo necessari, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista politico, che ci consentono oggi una redistribuzione dei fondi a seconda dei desiderata che vengono dalla società.
Venerdì ci saranno tutti i componenti del tavolo permanente e la società civile, essendo ancora in un periodo nel quale non possiamo muoverci liberamente, potrà seguire i lavori in streaming. Questo evento darà conto, da una parte, dello stato di avanzamento verso la conclusione del periodo di programmazione precedente, poi naturalmente vedremo l'esito delle consultazioni, con un'analisi statistica puntuale dei dati raccolti a cura del capo dell'osservatorio economico sociale regionale, e anche con la trattazione degli esperti, in particolare gli esperti del Nuval, vedremo quali sono gli elementi che sono emersi.
Questa logica della strategia regionale di sviluppo sostenibile è evidentemente un punto di arrivo, ma anche di partenza, nella quale i cosiddetti stakeholder e i decisori, verranno coinvolti. Questa che discuteremo è la strategia Valle d'Aosta sostenibile, che in qualche maniera mette assieme in un unico documento tutti quegli elementi che tengono conto degli obiettivi che l'Unione europea si è fissata; non a caso proporremo questo patto per una Valle d'Aosta sostenibile 2030, che serve in qualche maniera come elemento di collante.
Nella seconda domanda c'è una parte che suona un po' acida, ma questo non mi stupisce: lei in qualche maniera dice che questa è stata una mera formalità. Questo è un po' offensivo nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato attorno a questo documento, non solo l'intero dipartimento che si è dato da fare moltissimo, ma anche tutti quegli esperti che, tra l'altro, sono veramente espressione pluralista di diversi modi di vedere le cose. Questo coinvolgimento del partenariato - mi sento di ripeterlo, non vale solo per il periodo di programmazione 2014-2020, ma anche negli anni in cui io me ne occupai - è un fatto vero, è un fatto di cui ho perfetta consapevolezza dell'importanza e della valenza del metodo di condivisione, con questo partenariato socioeconomico, ambientale, istituzionale, perché è del tutto evidente che in un periodo di vacche magre, come quello che noi stiamo vivendo, l'insieme di centinaia di milioni di euro cui forse si sommeranno, quando avremo degli elementi più chiari, anche i denari di fonte comunitaria del piano di resilienza, ebbene io credo che questi soldi mai come in questo momento debbano essere preziosi.
Non a caso, nel corso della discussione di venerdì, non solo ci sarà un esame del lavoro che si è svolto fino a oggi, ma si darà anche contezza delle delicatezze di fronte alle quali ci troviamo, cioè noi dovremo avere e dimostrare anche la famosa capacità di spesa, dovremo essere capaci a proporre nelle linee direttrici offerte dall'Unione europea dei progetti che siano validi e che in qualche maniera incidano in profondità nei bisogni della nostra comunità. Naturalmente questo non si potrebbe fare se non in una logica di attento ascolto di tutta la società valdostana e, ripeto, in particolare, avendo vissuto personalmente l'incontro con i sindaci e l'incontro con i presidenti delle Unité des Communes, è stato un momento molto stimolante, una sorta di carta geografica dei bisogni, che non sempre sono in corrispondenza con l'ottenimento di risposte da parte dei fondi comunitari, ma in larga parte questo ci ha consentito di poter avere una visione più chiara e più netta di tutte le necessità che sono state elencate, molte delle quali - come ho detto, non tutte - potranno essere soddisfatte nel nuovo periodo di programmazione 2021-2027.
Presidente - Per la replica la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Grazie, Assessore, per la risposta. Lei ha citato la data del 2 aprile della prima restituzione del documento strategico con la bozza. È ovvio che questa documentazione è stata recepita, è stata ricevuta, ma in buona sostanza i contributi che sono arrivati, a parte il questionario sul quale non c'è stata nessuna restituzione, - ed è qualche cosa di immediato, per un questionario di quel tipo, dare contezza almeno della partecipazione e su alcune domande, a mio avviso, era semplice farlo, lo fanno tutti i sondaggi on-line, non è una cosa complicata - ma sono arrivati dei contributi anche nel periodo successivo. Su questo, per quello che riguarda le amministrazioni, sappiamo che al mese di maggio c'è stato questo incontro con i sindaci, però appunto si è privilegiato, diciamo così, o si è deciso di avviare l'interlocuzione solo con le amministrazioni. Io mi riferivo in modo particolare a quelle che sono le risposte e i contributi sia di singoli cittadini, che è difficile raggiungere, ma soprattutto delle associazioni, che avevano anche chiesto di poter avere un riscontro benevolo di quelli che erano stati i loro contributi.
In ogni caso, leggendo la bozza del quadro che era stata allegata alla delibera di febbraio, e poi leggendo il quadro strategico definitivo che invece abbiamo approvato, le differenze sono queste: rispetto alla bozza di febbraio, nella prima parte c'è un'analisi del nucleo di valutazione più approfondita e con dei riferimenti più precisi alla strategia europea. Nella seconda parte, però, in sostanza si riprende quel documento dell'8 febbraio senza particolari aggiunte e soprattutto non si dice mai, non emerge che in questa seconda versione si sia tenuto conto delle consultazioni di cui abbiamo parlato, cioè i questionari per il tavolo e per i cittadini.
Lei ci ha detto che nell'incontro di venerdì verrà fatta questa restituzione, è importante che ci sia, anche se la ritengo tardiva, perché sarebbe normale che una restituzione si facesse prima dell'approvazione di un documento definitivo.
Lei ha letto poi una acidità nella seconda domanda. Più che una acidità è una preoccupazione, relativa al fatto che ci sia spesso la richiesta di partecipazione attiva, e la risposta dei cittadini c'è, ma rimane lettera morta: lei ci ha parlato di 1220 contributi, quindi vuol dire che la popolazione è interessata a partecipare ai processi, anche ai processi di costruzione delle strategie e ai processi decisionali. Però quello che più interessa a chi partecipa a questi organismi, come quello del tavolo, è avere dei riscontri sulle ricadute delle azioni. L'impressione è che tutto ciò che è stato messo in piedi abbia avuto come obiettivo di rivolgersi di più alle amministrazioni locali per invogliarle a fare meglio, piuttosto che ad avere dei riscontri sulla ricaduta delle azioni.
Di conseguenza, considerato che questo non è l'unico tavolo o comunque l'unico documento per cui si richiede la partecipazione dei cittadini e l'invio di osservazioni, di considerazioni, l'auspicio è che ci sia in maniera più precisa e più attenta una valutazione e una valorizzazione dei contributi che vengono dalla popolazione, che può farlo in forma associata o in forma singola, ma che deve essere messa anche al corrente di ciò che tutti inviano come loro contributo.