Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 988 du 3 novembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 988/XVI - Interpellanza: "Soluzione delle problematiche inerenti l'accesso degli studenti senza obbligo di Green Pass ai locali che somministrano alimenti".

Bertin (Presidente) - Punto n. 38 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.

Foudraz (LEGA VDA) - L'interpellanza proposta in aula oggi, sollecitata da numerosi genitori e studenti, tratta il tema dei numerosi ragazzi che frequentano le scuole medie superiori di primo e secondo grado che, sprovvisti di certificazione verde, il cosiddetto green pass, devono affrontare la problematica della consumazione dei pasti all'aperto nella brevissima pausa pranzo tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane. La problematica si accentua maggiormente in questo periodo, in quanto stiamo andando verso la stagione più fredda dell'anno.

Richiamata la legge n. 133 del 24 settembre 2021, conversione in legge con modificazioni del decreto legge n. 111 del 6 agosto 2021, recante "Misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti" che all'articolo 9ter, "Impiego delle certificazioni verdi Covid-19 in ambito scolastico e universitario", dispone che dal primo settembre 2021 e fino, per ora, al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché gli studenti universitari, devono possedere e sono tenuti a esibire la certificazione verde Covid-19 di cui all'articolo 9 comma 2.

Considerato che tale obbligo non vale per gli studenti frequentanti gli altri ordini e gradi di scuola, i quali possono accedere ai locali scolastici senza green pass, ma rispettando alcune regole quali l'indossare la mascherina e il distanziamento.

Rilevato che la nostra regione rientra nelle seguenti fasce climatiche: clima alpino, nelle zone in quota, con temperature invernali che scendono anche a meno 20 gradi sino alla quota dei 2000 metri sul livello del mare; clima continentale nel fondovalle, con temperature comunque invernali che scendono spesso sotto gli zero gradi centigradi.

Considerato che stiamo andando verso la stagione invernale e quindi diventa praticamente impossibile consumare pasti all'aperto, per gli studenti che frequentano soprattutto le scuole superiori di primo e secondo grado, e che per varie motivazioni non sono in possesso della certificazione verde, anche perché non obbligatoria per accedere ai locali scolastici, ma purtroppo obbligatoria per l'accesso ai locali che somministrano alimenti e bevande.

Rilevato altresì che numerosi sono gli istituti scolastici che almeno bisettimanalmente richiedono il rientro in classe nelle ore pomeridiane, con una breve pausa tra il termine delle lezioni mattutine e quelle pomeridiane, e che un numero importante di studenti non riesce a fare rientro a casa, per ragioni legate alle distanze chilometriche, per poter consumare un pasto al caldo.

Per queste ragioni si interpella l'Assessore competente, per conoscere se sia a conoscenza della problematica su esposta e quali possano essere le intenzioni per addivenire a una possibile soluzione nell'interesse degli studenti valdostani.

Presidente - Risponde l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Premetto di essere convinto che le persone si debbano vaccinare - ma questo è un mio pensiero personale - a maggior ragione quelli che in questo momento sono più minacciati che sono i giovani, che fino adesso erano abbastanza tranquilli e oggi lo sono meno. Devo dire di non avere avuto notizie in merito, ma di avere scoperto questa criticità sulla base della sua iniziativa. Non lo sapevo e quindi, ripeto, questa questione della consumazione dei pasti nei locali pubblici per gli oltre dodicenni non mi era nota e, peraltro, credo che qualunque cittadino, anche minorenne, sappia che fino al 31 dicembre per accedere ai bar, ristoranti, pub, occorre possedere il green pass.

Io immagino che, anche se la certificazione verde Covid-19 non serve per entrare a scuola, chi abbia deciso sua sponte o su scelta dei genitori di non vaccinarsi, si sia organizzato per la pausa pranzo, così come per gli altri momenti extrascolastici: chi non ha il green pass non può andare al cinema, non può entrare nei locali pubblici, non puoi accedere agli eventi, ai musei, alle strutture sportive.

Se esiste una possibilità alternativa per evitare che chi non è vaccinato o non ha fatto il tampone possa in qualche maniera avere difficoltà di consumare il proprio pasto. Qualora lo si richiedesse, io penso che una delle poche possibilità per trovare una soluzione, ma questo rientra nell'alveo delle decisioni che possono assumere nella logica dell'autonomia scolastica i dirigenti scolastici, è ipotizzare una soluzione simile a quella che venne adottata lo scorso anno da alcune scuole superiori. Quando la nostra regione era in fascia arancione/rossa, con gli esercizi di ristorazione, cioè bar, ristoranti e pizzerie chiuse al pubblico, alcune scuole secondarie nell'ambito - lo ripeto - della loro autonomia e in base al loro contesto, quindi non tutte le scuole superiori hanno un rientro pomeridiano, ce ne sono alcune che lo hanno ma non tutte, decisero di organizzare i rientri pomeridiani in presenza anche in periodo invernale e in questo caso, tenendo conto delle esigenze soprattutto delle famiglie, perché comunque parliamo per quel che ho capito di ragazzi che in generale sono minorenni, permisero ai ragazzi di consumare i pasti nei locali della scuola. Questo avvenne in diversi istituti scolastici della Valle d'Aosta e, quindi, se ci sarà questa richiesta, ripeto, io non ho avuto nessuna segnalazione di questo genere, e le posso assicurare che genitori e allievi scrivono spessissimo al mio indirizzo di posta elettronica, credo che questa potrebbe essere, a fronte evidentemente di richieste congrue e di un certo numero, una soluzione ragionevole.

Premetto di essere convinto che le persone si debbano vaccinare - ma questo è un mio pensiero personale - a maggior ragione quelli che in questo momento sono più minacciati che sono i giovani, che fino adesso erano abbastanza tranquilli e oggi lo sono meno. Devo dire di non avere avuto notizie in merito, ma di avere scoperto questa criticità sulla base della sua iniziativa. Non lo sapevo e quindi, ripeto, questa questione della consumazione dei pasti nei locali pubblici per gli oltre dodicenni non mi era nota e, peraltro, credo che qualunque cittadino, anche minorenne, sappia che fino al 31 dicembre per accedere ai bar, ristoranti, pub, occorre possedere il green pass.

Io immagino che, anche se la certificazione verde Covid-19 non serve per entrare a scuola, chi abbia deciso sua sponte o su scelta dei genitori di non vaccinarsi, si sia organizzato per la pausa pranzo, così come per gli altri momenti extrascolastici: chi non ha il green pass non può andare al cinema, non può entrare nei locali pubblici, non puoi accedere agli eventi, ai musei, alle strutture sportive.

Se esiste una possibilità alternativa per evitare che chi non è vaccinato o non ha fatto il tampone possa in qualche maniera avere difficoltà di consumare il proprio pasto. Qualora lo si richiedesse, io penso che una delle poche possibilità per trovare una soluzione, ma questo rientra nell'alveo delle decisioni che possono assumere nella logica dell'autonomia scolastica i dirigenti scolastici, è ipotizzare una soluzione simile a quella che venne adottata lo scorso anno da alcune scuole superiori. Quando la nostra regione era in fascia arancione/rossa, con gli esercizi di ristorazione, cioè bar, ristoranti e pizzerie chiuse al pubblico, alcune scuole secondarie nell'ambito - lo ripeto - della loro autonomia e in base al loro contesto, quindi non tutte le scuole superiori hanno un rientro pomeridiano, ce ne sono alcune che lo hanno ma non tutte, decisero di organizzare i rientri pomeridiani in presenza anche in periodo invernale e in questo caso, tenendo conto delle esigenze soprattutto delle famiglie, perché comunque parliamo per quel che ho capito di ragazzi che in generale sono minorenni, permisero ai ragazzi di consumare i pasti nei locali della scuola. Questo avvenne in diversi istituti scolastici della Valle d'Aosta e, quindi, se ci sarà questa richiesta, ripeto, io non ho avuto nessuna segnalazione di questo genere, e le posso assicurare che genitori e allievi scrivono spessissimo al mio indirizzo di posta elettronica, credo che questa potrebbe essere, a fronte evidentemente di richieste congrue e di un certo numero, una soluzione ragionevole.

Presidente - Per la replica consigliera Foudraz, ne ha facoltà.

Foudraz (LEGA VDA) - Grazie, assessore Caveri, per la sua risposta. Sappiamo tutti dai suoi twitter che lei è per il vaccino, non aveva bisogno di precisarlo in aula! Comunque, la ringrazio della risposta che mi ha fornito, perché l'ipotesi da lei proposta penso che possa andare proprio nella giusta direzione: poi sarà nell'autonomia delle varie istituzioni scolastiche, però era proprio quello il punto dove volevo arrivare con quest'iniziativa.

Qualora non fosse possibile addivenire a una soluzione del genere per quest'anno scolastico, anche se mi auguro che non sia così, mi permetterei solo magari di consigliare, nei rapporti tra Stato e Regioni, la possibilità di valutare eventuali protocolli diversificati per le regioni. Essendo l'Italia un Paese che si sviluppa su latitudini molto differenti dal nord al sud, magari farsi portavoce nelle conferenze Stato-Regioni di queste problematiche, per poter magari attuare dei protocolli diversificati e con soluzioni parametrate alle realtà diverse.