Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 984 du 3 novembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 984/XVI - Interpellanza: "Azioni conseguenti all'episodio di presunta violenza su minore realizzatosi nella zona fra Piazza Manzetti e Via Carrel ad Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 34 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Con questa iniziativa ritorniamo su un tema che ci aveva già visto protagonisti all'interno di quest'aula, un'iniziativa a prima firma della collega Foudraz, rispettivamente alla sicurezza della nostra regione e, nello specifico, del nostro capoluogo di regione e nello specifico, ancora di più, rispetto a un triangolo, quello posto fra i giardini Emilio Lussu, quelli prospicienti le scuole superiori, la stazione degli autobus e la stazione dei treni di Aosta, un triangolo che ormai è diventato purtroppo tristemente famoso.

Rispetto a questa zona lei, Assessore, stimolato sulla questione della sicurezza, aveva detto alcune cose - io sono andato a risentirmi il suo intervento, quello che aveva fatto - e lei dichiarò ai tempi che "Il Comune, a cui compete la zona, ha già adottato misure importanti, come la videosorveglianza". Dopodiché ha detto che era stato effettuato un sopralluogo per mitigare l'utilizzo di quelle zone, "ci sono dei rapporti aperti" disse ai tempi "che proseguiranno nelle prossime settimane per trovare una soluzione definitiva". Lei di cosa parlava esattamente? Parlava della parte che concerne le mura romane, perché se una parte dei luoghi, che sono citati all'interno di questa iniziativa e a seguito dei fatti che sono accaduti, sono sotto il controllo del Comune di Aosta, c'è una parte, che è quella delle mura romane, che è invece amministrata dalla parte regionale, essendo dei beni protetti e sotto competenza, immagino, della Sovrintendenza.

Lei annunciò questi interventi con queste misure importanti e disse che si era fatto questo sopralluogo per mitigare l'utilizzo di quelle zone. Pare, però, che a fronte di questi sanguinosi fatti di cronaca difficilmente questa situazione possa essersi risolta. Come lei sa, ma è bene ribadirlo pubblicamente in maniera netta, un ragazzo minorenne è stato stuprato. Lo ripeto, Presidente: un ragazzo minorenne è stato stuprato nella zona fra Via Carrel e Piazza Manzetti! Questo è accaduto dopo che lei ha espresso le sue parole rassicuranti a quest'aula e aveva annunciato degli interventi e dopo che il Sindaco di Aosta in pompa magna aveva annunciato la videosorveglianza e l'illuminazione della zona.

Io in prima persona sono andato in questa zona, più volte dal 2015 a oggi, per verificare la situazione di quei luoghi. Ho denunciato alle forze dell'ordine, alla Polizia locale quando ho potuto e ho denunciato nelle sedi consiliari, nelle sedi pubbliche, quanto accadeva in quelle zone e sono arrivato addirittura a intervenire in prima persona, quando ho potuto. Ho perso il conto di quanti materassi ho buttato via di persone che dormivano nella zona, andando con il sacco a prendere materialmente i materassi, ho perso il conto di quanti bivacchi abbiamo denunciato sotto le mura. Una volta, assieme al collega Distort, siamo andati addirittura a scovare un nascondiglio dove la gente andava a dormire vicino alle rotaie e dove c'era anche della refurtiva: lo abbiamo segnalato alla Polizia locale e abbiamo aspettato in zona fino a quando, appunto, non abbiamo fatto rilevare il tutto alla Polizia locale di Aosta.

Purtroppo a oggi persiste questa presenza delinquenziale che, come immagino lei saprà partecipando al CPOSP, è formata di senzatetto, di prostitute, di spacciatori, di ladri, di violenti a cui si sono aggiunti recentemente queste new entry, addirittura gli stupratori. Se a fronte di un atto così grave, e per di più ai danni di un minorenne, Presidente, non si arriva a intervenire pesantemente sulla zona, io obiettivamente non so che cosa si debba arrivare a fare per avere un intervento.

Rispetto alla risposta che lei ha dato alla collega Foudraz, Presidente, mi trovo a doverle ricordare che una presenza costante delle forze dell'ordine probabilmente sia l'unica risposta possibile da dare, in considerazione peraltro del fatto - qui faccio un'osservazione, non è di stretta sua competenza, ma è giusto anche osservarlo - che siamo l'unico capoluogo di regione nella quale la Polizia locale non fa servizio notturno; penso che lei lo sappia. Oltre a questo permane, come dicevo prima, la necessità di risolvere la questione, lei l'aveva evocata appunto nella sua risposta, relativa alla messa in sicurezza della zona adiacente le mura romane, quella che, come abbiamo detto prima, è esclusivamente di competenza della Regione.

Oltre a questi temi che chiedono conto della gestione non solo del luogo, ma anche dell'ordine e della sicurezza pubblica sulla quale lei ci può ragguagliare, per fare in modo che la zona adiacente alla stazione non si trasformi, come avvenuto in altre città, nel ricettacolo costante di criminalità e feccia, alla luce dell'identità degli aggressori, si pone un'altra riflessione. Lei immagino, Presidente, che conoscerà la situazione che permane nelle altre grandi città; per esempio, le zone prospicienti una stazione sa benissimo che cosa possono diventare se vengono abbandonate a sé stesse, una zona di passaggio, una zona che è quasi sempre aperta e quindi provoca questi stazionamenti. Però mi interessa parlare anche di un altro tema.

Come riportato dagli organi di informazione, le due persone che sono state fermate sono un certo A. R., 25 anni richiedente asilo, e U. M., 23 anni titolare di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria; quindi, uno richiedente asilo e l'altro titolare di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. I due pachistani sono stati identificati dalla Polizia di stato quali responsabili di violenza sessuale ai danni di un ragazzo minorenne, grazie alla visione delle telecamere di sorveglianza e alla testimonianza del ragazzino ancora sotto shock; questo è quello che è stato riportato dagli organi di informazione. Al termine delle operazioni i due soggetti pakistani sono stati condotti presso il carcere di Brissogne a disposizione dell'autorità giudiziaria.

In questo caso va ricordata una cosa: come ho già avuto modo di ricordare in quest'aula, la stragrande maggioranza di coloro i quali sono stati accolti dalla nostra regione, non solo non hanno ottenuto alcuno status di rifugiato, ma sono addirittura decaduti dalle misure di accoglienza. A quanto riportato, ci troviamo ad avere a che fare con un richiedente asilo che, in teoria, dovrebbe ancora essere ospitato e pagato dalle strutture del nostro territorio. Ecco, quindi, che questa iniziativa si rende necessaria per chiedere se questa persona, macchiatasi di un delitto orrendo, questo è quello che dicono gli organi di informazione, Presidente - io non avrei utilizzato il condizionale nel titolo di questa iniziativa: ci sono le videocamere, c'è la testimonianza del ragazzo, ci sono due persone, il processo farà il suo corso, ma le persone sono state identificate dalle videocamere - sia stata allontanata dalle strutture e auspicabilmente sia in procinto di essere espulsa dal nostro Paese. Stesso discorso per la seconda, beneficiaria di quella accoglienza sussidiaria che, quando governava la Lega, ovviamente a livello nazionale, quella forma di accoglienza l'aveva tolta.

Quello che provoca più di una riflessione, però, è vedere la definizione di questa protezione sussidiaria che dispone, per chi ne è titolare, pur non possedendo i requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato, di essere protetto in quanto, se ritornasse nel paese di origine, andrebbe incontro al rischio di subire un altro danno grave. Ebbene, secondo voi, questo danno grave sarebbe maggiore o minore rispetto a quello che la stessa persona ha causato a un minore per mezzo dello stupro? Questa è una domanda che mi sono fatto, Presidente.

Di fronte a questo ennesimo caso di oscena accoglienza, oserei definire, ovvero di persone che accolte e sfamate con i soldi dei contribuenti qui in Valle d'Aosta hanno deciso di delinquere, non si contano ovviamente gli episodi, ma li ho già elencati una volta, Presidente, di spaccio, di aggressione, di furto, di violenza segnalati dalla cronaca e dagli esigui numeri di chi realmente ha ottenuto lo status di rifugiato, abbiamo fatto tutta una serie di domande. Queste domande - io mi auguro che, Presidente, la sua sia una risposta puntuale - tengono conto anche di un altro fattore che abbiamo segnalato, cioè circa la cinquantina di persone che hanno perso lo status di richiedente asilo, perché sono stati allontanati dalle strutture, in quanto responsabili di azioni violente, predatorie o che hanno avuto a che fare con il codice penale, che li hanno resi incompatibili con l'accoglienza.

A fronte di tutto questo, Presidente, le chiedo con questa interpellanza se i due soggetti siano ancora oggetto di misure di accoglienza e, in caso affermativo, se sia stata disposta la decadenza, se si intenda intervenire celermente per mettere in sicurezza la zona fra Piazza Manzetti e Via Carrel ad Aosta e se, alla luce dei numerosi casi di criminalità, degrado, violenza e molestie da parte dei richiedenti asilo ospitati in Valle d'Aosta, si giudichi positivamente il servizio di accoglienza e di integrazione offerto dalla nostra Regione.

Presidente - Per la risposta il Presidente della Regione.

Lavevaz (UV) - Questa interpellanza tratta di un caso di criminalità molto grave che è accaduto qualche giorno fa, sul quale nel merito non voglio in nessun modo entrare, perché c'è una indagine in corso: due persone sono state arrestate, quindi come è stato detto la giustizia farà il suo corso punendo i colpevoli per quanto accaduto.

Cercando di rispondere alle domande puntuali che sono state fatte: se i due soggetti siano ancora oggetto di misure di accoglienza, in caso affermativo se sia stata disposta la decadenza. Su questa prima domanda c'è una imprecisione, diciamo così, nell'interpellanza. L'interpellanza dice testualmente "tutti e due i soggetti risultano essere stati oggetto di misure di accoglienza nella nostra regione, chi nel passato, chi ancora attualmente". In realtà, uno solo dei due soggetti è stato oggetto di misure di accoglienza, ma poco cambia nella sostanza: questa persona era stata inserita presso un centro di accoglienza straordinaria situato in Valle d'Aosta dal 30 ottobre 2018 al 27 novembre 2019, dopodiché è uscito dalla struttura in quanto, avendo trovato un'attività lavorativa, disponeva delle risorse economiche sufficienti al proprio sostentamento. Per quanto riguarda l'altro cittadino pakistano si rappresenta che lo stesso non è mai stato inserito in nessun centro di accoglienza straordinaria in Valle d'Aosta.

La seconda domanda, se si intende intervenire celermente per mettere in sicurezza la zona tra Piazza Manzetti e Via Carrel. Su questo francamente mi piacerebbe capire cosa intende lei per intervenire celermente, o meglio, cosa si aspetta che il Presidente della Regione faccia per intervenire celermente su questo aspetto, che sta nella sfera delle competenze delle forze di polizia, che fanno parte del COSP che è presieduto dal Presidente della Regione in quanto Prefetto e su problematiche nello specifico sottolineate e sollevate diverse volte, e peraltro c'è stato un aumento anche delle attività di controllo nello specifico in quella zona. Più nello specifico, invece, nelle competenze della Presidenza della Regione, ci eravamo già anche confrontati, come lei ha ricordato, sulle questioni riguardanti la proprietà regionale, quindi in particolare il tratto di mura romana e la Tour du Pailleron, che però ovviamente nulla ha a che vedere con i fatti gravi che sono avvenuti. Peraltro, come riportato dagli organi di stampa, all'interno della stazione degli autobus, quindi in area di proprietà del Comune di Aosta, ma poco cambia chi sia il proprietario del fondo, però nello specifico la competenza della Presidenza della Regione in questo ambito è, in questo caso, limitata all'attività svolta all'interno del COSP, del coordinamento delle forze di polizia; ripeto, per quanto riguarda quell'area la questione era già stata sollevata ed erano stati aumentati i controlli. Ciò non ha impedito che avvenisse un fatto così grave e questo non è certo un fatto positivo, assolutamente.

Sulla terza domanda, se alla luce dei numerosi casi di criminalità, degrado, violenza e molestie da parte dei richiedenti asilo ospitati in Valle d'Aosta si giudichi positivamente il servizio di accoglienza e di integrazione offerto dalla nostra Regione. Anche qui credo che potremmo stare diverso tempo a discutere di statistica o del fatto se il numero di stranieri presenti e i numeri dei reati siano variabili dipendenti o indipendenti nell'analisi dei fatti di criminalità. Per rispondere alla domanda va innanzitutto detto che il sistema di accoglienza messa in atto dallo Stato tramite i centri di accoglienza straordinaria non risulta aver creato al momento in Valle d'Aosta, grazie anche all'impegno del livello regionale e del livello locale, particolari e significative problematiche di criminalità e di sicurezza sul territorio regionale. Credo che sia difficile collegare questo fatto al sistema dell'accoglienza, visto che una sola persona tempo fa era stata inserita nei centri di accoglienza e poi, peraltro, ha intrapreso un percorso di indipendenza. Questione diversa è quella della valutazione dei risultati del sistema ma, come abbiamo già avuto modo di discutere in diverse occasioni, queste sono valutazioni che attengono a un'altra dimensione, trattandosi di misure che sono straordinarie e di matrice europea e attuate dallo Stato in tutta Italia tramite il livello prefettizio.

Presidente - Per la replica consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Presidente Lavevaz, lei giustamente mi risponde facendomi delle ulteriori domande, cioè mi chiede secondo me lei che cosa può fare o l'ente Regione che cosa può fare in questo caso. Sono felice che lei mi ponga un'interpellanza e rispondo volentieri ai quesiti che mi pone.

Inizialmente le devo dire che lei si è sostanzialmente risposto da solo, cioè lei mi dice: ma cosa posso fare io povero e derelitto Presidente di Regione che mi limito a presiedere il CPOSP, che è l'organo che sovrintende la sicurezza e l'ordine pubblico di tutta la regione? Beh, caspita! È una domanda che implicitamente contiene una risposta. Lei ha possibilità di incidere in questo senso, non solo, ma lei, come ben saprà, visto che io non so che cosa si è deciso al CPOSP e lei non ci ha messo a conoscenza, quindi non so se sia stato disposto, per esempio, che vi sia un servizio fisso, una presenza fissa durante gli orari notturni di personale di polizia in quella zona; lei non ce lo ha detto e noi non possiamo saperlo. Ma mi permetto di evidenziare, per esempio, che la Regione ha in seno un corpo che ha compiti anche di polizia e di ordine pubblico che è il Corpo forestale e che può, in caso di necessità, essere utilizzato anche per questo tipo di operazioni. Perché mi chiedo, se lei ha parlato al CPOSP e ha chiesto una maggiore attenzione, come si possa rilevare una maggiore attenzione e una maggiore vigilanza in quella zona, se poi avvengono addirittura degli stupri a danni di minori. Capisce Presidente? Non è cattiveria, però se lei dice: "abbiamo chiesto, abbiamo aumentato la sicurezza" e poi stuprano un minorenne nella stazione, un osservatore esterno dice: "beh, forse tutta questa vigilanza non è stata applicata". Lungi da me il suggerirle che cosa fare, però io prenderei atto che lei presiede il CPOSP e quindi ha facoltà di parlare con chi si occupa di ordine pubblico, compreso il Sindaco di Aosta, il Comandante della Polizia locale di Aosta, il Questore e tutte le forze di polizia; tendenzialmente qualcosa da dire in merito ce l'ha.

Nel merito della gestione della zona, probabilmente, lei dice, non è stata coinvolta in questo caso. Probabilmente è vero, Presidente, non lo so, non ho idea, non ho visionato i filmati delle telecamere, però le posso dire che la zona, la trincea, che è prospiciente le mura, dietro e davanti, è diventata un ricettacolo di personaggi poco raccomandabili.

Abbiamo persone che stazionano nell'ingresso tra le mura e la stazione dei bus, che fermano le persone e offrono i propri servigi; abbiamo lo stazionamento di persone che mettono sacchi a pelo, tende, materassi e quant'altro nella trincea prospiciente le mura e passano lì la nottata, e poi la mattina chi deve pulire la stazione degli autobus trova i gentili regali che questi personaggi regalano tutte le mattine; che cosa facciano di notte non è dato sapere. Io passo spesso in quella zona banalmente alle dieci, le undici, mezzanotte e vedo persone che dormono sulle panchine e in ogni dove: credo che non sia sicuramente uno spettacolo decoroso e che non contribuisca ad aggiungere serenità alla vita in quella zona.

Dopodiché parliamo delle misure di accoglienza, Presidente. Lei scarica ancora una volta le responsabilità al sistema nazionale, al sistema europeo, al fato rio e avverso e quant'altro. Il punto è uno: io le ho già presentato in quest'aula due diverse iniziative. La prima rilevava quelli che erano i risultati dell'accoglienza sul nostro territorio e le ho fatto l'esempio concreto di cinquanta persone che sono state beccate con le mani nella marmellata e hanno dovuto essere cacciate dalle misure di accoglienza; cinquanta, non due, cinquanta di quelle accolte in Valle d'Aosta. Questi sono quelli che sono stati beccati, non sappiamo se ce ne siano altri che non sono stati beccati; ipotizzo che qualcuno in più ci sia. Ma il punto è che, come le ho evidenziato in quest'aula, ci sono, per esempio, degli enti che fanno accoglienza che dedicano il proprio tempo non a fare integrazione o spendono soldi non per prendere persone che fanno integrazione, ma quei soldi mi piacerebbe sapere dove li mettono, se nemmeno le persone che sono in struttura sanno che faccia abbiano quelli che dovrebbero fare integrazione.

Spero che questo discorso sia stato chiaro, Presidente: i soldi che vengono dati, poca differenza fa se sono statali o regionali, sono sempre soldi dei contribuenti, per fare in modo che queste persone per lo meno non creino danni, vengono utilizzati per altro, per cosa non si sa, ma sarebbe bene appurarlo.