Objet du Conseil n. 696 du 10 juin 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 696/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito ai tempi e alle modalità di revisione della normativa regionale in materia di politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego".
Bertin (Presidente) - Punto n. 36 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Già ieri nella discussione e nel dibattito che è emerso riguardo al piano di politiche del lavoro c'è stato il passaggio in cui appunto si è detto che il modello dei centri per l'impiego e in generale la parte di conoscenza del mercato di lavoro del lavoro valdostano avranno nei prossimi tempi una serie di approfondimenti, revisioni e riforme in maniera tale da renderlo più performante e sicuramente più duttile rispetto a quelle che saranno le sfide che ci devono aspettare e soprattutto facendo esperienza di quella che è in parte la situazione che stiamo vivendo e soprattutto conoscendo il fabbisogno che le nostre imprese hanno in termini di formazione. In più l'attività che si sta conducendo in seno al Consiglio politiche del lavoro va in questo senso.
Nel febbraio del 2021 la Sezione di controllo della Corte dei conti ha promosso una deliberazione relativa alla gestione dei centri dell'impiego che ho preso come spunto per questa interpellanza per andare un po' a stimolare e a valutare quella che può essere e quella che è la situazione relativamente alla loro organizzazione. In particolare l'interpellanza punta a capire: "quali siano le motivazioni per cui ad oggi il dato relativo ai disoccupati di lunga durata non è gestito dai centri per l'impiego, così come emerge dalla deliberazione della Sezione" e come, tra l'altro, è già emerso anche nel corso del dibattito ieri e com'è emerso in altre discussioni, quindi capire quello che è uno dei soggetti più deboli o quali sono le problematiche che oggi limitano la conoscenza e la gestione di questo dato; "se ad oggi appunto il numero dei disoccupati di lunga durata sia comunque monitorato dalla Regione e a quanto ammonti..." o comunque qual è la contezza e quali sono gli strumenti che si stanno adottando per monitorare questa importante fascia del mercato del lavoro, della disoccupazione valdostana; "se la sperimentazione concreta dello strumento dedicato al supporto degli operatori dei centri per l'impiego per la definizione del profilo qualitativo degli utenti - che è stata sospesa come altre attività a causa dell'emergenza sanitaria - sia stata avviata ovvero, in caso contrario, quando si pensa di riavviarla e soprattutto con quali modalità e per quando si potranno ottenere le valutazioni in merito" e soprattutto - questa è un po' una domanda tautologica però è bene farla per cercare di capire - "se il Governo regionale intenda definire le linee guida di revisione della già citata legge regionale n. 7 e in caso positivo quando e con quali modalità" e se si può sinteticamente capire quali possano essere le linee guida di riforma della legge quadro che si occupa più direttamente di politiche del lavoro.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-SA) - In questo Consiglio abbiamo approvato due importanti atti: da un lato, il piano politiche del lavoro e, dall'altro, il finanziamento dello stesso all'interno della legge che abbiamo pochi minuti fa votato tutti insieme. L'interpellanza quindi credo si inserisca appieno in una dimensione più grande per andare puntualmente poi a fare delle valutazioni anche partendo dall'indagine che è stata fatta da parte delle sezioni in tutta Italia perché è stato fatto un lavoro per fotografare lo stato delle cose.
In premessa è bene dire che la deliberazione della Sezione di controllo della Corte dei conti si riferisce allo stato dell'arte nel centro di impiego nel 2019, da allora ci sono state alcune evoluzioni importanti legate alla misura del reddito di cittadinanza, come abbiamo già più volte detto, che hanno permesso il potenziamento dei CPI e un considerevole aumento, incremento di operatori e di risorse, un incremento che la Valle d'Aosta ha saputo cogliere avviando da subito i concorsi e questa primavera abbiamo completato questa parte di assunzioni con 18 unità che lavoreranno nelle sedi di Aosta e Verrès e nell'incontro che abbiamo avuto bilaterale con il ministro Orlando ci è stato sottolineato come positivo il lavoro fatto dalla Regione rispetto al ritardo che tante Regioni invece hanno ancora nell'avanzamento di questi piani.
Con l'ingresso di queste unità abbiamo iniziato a riorganizzare i centri e soprattutto a dividere per aree i servizi, in particolare segnalo il PD 2073 del 22 aprile 2021, che prevede un'articolazione per aree, alcune rivolte all'utenza, all'orientamento di base, all'orientamento specialistico, un incontro domanda-offerta, l'inclusione socio-lavorativa, altre di supporto, area giuridico-amministrativa, area gestione dati, sistemi informativi e area comunicazione. L'area dedicata alla gestione dei dati e ai sistemi informativi, anche grazie direi alla partecipazione ai tavoli interregionali per il riuso delle piattaforme informatiche e alla formazione specifica in affiancamento all'Osservatorio mercato del lavoro di Trento, ha avviato un processo di raccolta ed elaborazione dei dati che si sta via via implementando e affinando con l'obiettivo di pervenire a un nostro autonomo Osservatorio del mercato del lavoro.
Questa premessa per dire che la risposta sarà una risposta ancora legata ai dati che possiamo utilizzare rispetto all'Istat, ma il nostro obiettivo è quello di gestire in forma diretta, autonoma e molto più concreta in futuro i dati a nostra disposizione.
Rispetto alla prima domanda su "quali siano le motivazioni per cui oggi il dato relativo dei disoccupati di lunga durata non sia gestito dai centri per l'impiego così come emerge dalla deliberazione della Sezione", la deliberazione prende spunto da una frase della relazione dei CPI, che nella realtà dei fatti dichiaravano più che la non gestione l'indisponibilità del dato, ed è proprio un po' su questo che stiamo lavorando e dobbiamo lavorare in quanto i dati che sono presenti nella piattaforma denominata SIL rispondono ad oggi alle esigenze amministrative, così come prevede la normativa vigente, e all'interno della categoria "Disoccupati" sono presenti tutti i soggetti che per vari motivi si iscrivono ai CPI: iscrizione finalizzata all'esenzione del ticket, iscrizione finalizzata ad ottenere una priorità nei corsi di formazione, conservazione dello stato di disoccupazione, iscrizione temporanea dei lavoratori stagionali. Rispetto a questa iscrizione, noi stiamo cercando e stiamo lavorando a una pulizia di questa banca dati con l'obiettivo di ottenere appunto un dato realistico già nei prossimi mesi e comunque entro la fine del 2021. In questa fase ovviamente utilizziamo i dati Istat. L'obiettivo, tra l'altro - poi ne parleremo sicuramente nel corso dei lavori del Consiglio politiche del lavoro -, è un obiettivo importante perché ci permetterà di misurare anche le politiche che poi andremo a descrivere per dare delle risposte in particolare a una categoria di persone particolarmente svantaggiate.
"Se ad oggi il numero dei disoccupati di lunga durata sia comunque monitorato dalla Regione e a quanto ammonti rispetto al totale dei disoccupati censiti e quali siano le caratteristiche principali": rispetto al numero totale, le fornirò la tabella di modo che si possa lavorare senza dichiarare tutta una serie di percentuali, però il dato è sì monitorato con l'attenzione che ovviamente è data ad andare sempre più nel dettaglio di questa banca dati che dobbiamo definire al meglio. Le rilevazioni che stanno facendo gli operatori ci dicono che il 59 percento degli utenti è rappresentato da donne, circa l'82 percento degli utenti è di nazionalità italiana e, rispetto alle fasce di età, il 38 percento sta tra i 17 e i 35 anni, il 29 percento tra i 36 e i 50 e il 33 percento oltre i 50. Rispetto a questo target, le prime azioni che vorremmo mettere in campo e delle quali discuteremo appunto prossimamente sono di doppia natura: da un lato, una revisione dei LUS che si occupano delle persone disoccupate da oltre 24 mesi in accordo con il terzo settore e con gli Enti locali per far crescere una risposta in questo campo e andare un po' oltre a quelle che sono state le progettualità di questi anni, dando particolare importanza poi alla mediazione tra domanda e offerta del lavoro per far sì che i LUS non rimangano uno stadio isolato e avanzato di risposta da una situazione più complessiva, che invece deve vedere questa come una fase di transizione per dare la possibilità poi anche ai disoccupati di lungo periodo di ritornare nel mercato del lavoro. L'altra progettazione che chiamiamo "Emploi Senior" verrà poi definita nel dettaglio, ma serve proprio per andare a raccogliere le esigenze di persone che hanno bisogno di una formazione differente da coloro che sono appena usciti dal mercato del lavoro, che magari hanno conservato delle competenze. Su queste due attività quindi ci sarà presto un confronto e, come ci siamo già detti più volte, grazie all'attenzione del Consiglio regionale, oggi avremo anche delle risorse da poter dedicare.
Terza domanda: "se la sperimentazione concreta dello strumento dedicato al supporto degli operatori CPI per la definizione del profilo qualitativo degli utenti già sospesa a causa dell'emergenza sanitaria è stata avviata ovvero, in caso contrario, quanto questa si riavvierà, con quali modalità e per quando si potranno ottenere le relative valutazioni in merito". La sperimentazione alla quale si fa riferimento è una sperimentazione che era in capo all'Assessorato della sanità e politiche sociali e alla società cooperativa Trait d'Union, una sperimentazione che era finanziata all'interno del Fondo nazionale per il contrasto alla povertà e ci era stato chiesto di utilizzarla come sperimentazione anche ai centri dell'impiego. Nell'ultimo periodo si è deciso di andare sullo strumento che è messo a disposizione dall'ANPA, che è lo strumento più utilizzato che ci permette di avere un'uniformità di comportamento con le altre Regioni. Quella quindi è citata come sperimentazione, ma non è nata ai centri dell'impiego, è nata alle politiche sociali e ci era stato chiesto di verificare se poteva essere utile per profilare gli utenti, ma appunto preferiamo lavorare su quel tipo di lato.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, assolutamente sì, dobbiamo andare alla revisione della legge n. 7/2003. Contiamo e conto di poter presentare delle linee guida in Commissione al più presto e comunque ai Capigruppo, perché è di fondamentale importanza andare a lavorare su questa legge per tutte le cose che ci siamo detti anche in questo periodo. C'è quindi la volontà da parte nostra, c'è la disponibilità e anche l'interesse di presentare un documento che indichi quali sono gli orientamenti e gli indirizzi sui quali ci vogliamo muovere per fare anche un percorso concertato per andare alla revisione di questa legge.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Due considerazioni su quello che lei giustamente ci ha detto, la prima: io mi auguro sempre di più che tra le linee guida e soprattutto in prospettiva a quella che può essere la riforma di questo settore preveda il fatto che le politiche del lavoro non vengano considerate o vengano considerate sempre meno con un'attinenza più legata al sociale rispetto che alla riallocazione nel mondo del lavoro. Non lo dico perché ovviamente non apprezzo il mondo sociale, ma perché altrimenti rischiamo di trasformare un aiuto momentaneo e un incentivo in un sussidio e, siccome già possiamo chiamarli sussidi, sostegno, bonus o altro, il rischio è che andiamo a creare un sistema inefficiente e con un meccanismo che si autoalimenta. Questo lo dico soprattutto una fase come questa dove abbiamo dovuto, e lo abbiamo fatto anche oggi, sostenere tutta una serie di realtà e di soggetti, non dobbiamo far sì che questi diventino degli interventi strutturali, perché altrimenti vanno appunto a ledere la dinamicità del mercato del lavoro e soprattutto dell'imprenditorialità delle singole persone e ancorché delle imprese.
Dall'altro lato io mi auguro che sempre di più, al di là della questione dei disoccupati di lunga durata, si possa sempre più governare il dato del nostro mercato del lavoro ai fini di andare non soltanto ad allocare efficientemente le risorse laddove c'è domanda, ma soprattutto poterle gestire al meglio e soprattutto aiutare queste persone e le relative imprese a poter sfruttare quegli strumenti che i 19 milioni del piano politiche del lavoro e soprattutto in termini di formazione mettono in campo e metteranno in campo in maniera tale, ripeto, più attiva e meno di sostegno e di passivo bonus, perché altrimenti avremo quella che qualcuno ha chiamato "Bonus Economy", che rende poco, sembra quasi un nome simpatico, in realtà nasconde un assistenzialismo latente che rischia di autoalimentarsi e di creare una sorta di nuova categoria di NEET ma maggiorenni, ancora più di età avanzata, e questo rischia davvero di rovinare il futuro della nostra società.