Objet du Conseil n. 690 du 10 juin 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 690/XVI - Interpellanza: "Gestione e organizzazione delle discariche per il conferimento di rifiuti derivanti dalle attività edilizie e previsione di apertura di nuovi impianti distribuiti sul territorio".
Bertin (Presidente) - Punto 32 all'ordine del giorno. Si è prenotato il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Con questa interpellanza vogliamo riportare all'attenzione del Consiglio un elemento di interesse generale, in particolar modo del settore dell'edilizia, vale a dire il tema della gestione dei conferimenti in discarica dei materiali di risulta dalle lavorazioni di cantiere.
Che sia chiaro: prescindo da qualunque presa di posizione a favore o contro le discariche. Non interferisco minimamente con questo oggetto, con la battaglia dei comitati di interesse, ma questa interpellanza è stata depositata al solo fine di riflettere con intelligenza e visione sul tema delle discariche a servizio dell'attività edilizia.
Ciò premesso, è del tutto evidente che a ogni attività di cantiere si associa la produzione di materiale di risulta, sia nella costruzione che nella ristrutturazione, tanto più anche con tutta una serie di iniziative che vengono innescate da attività di superbonus o di possibilità di detrazione fiscale. C'è tutta una attività edilizia, che tra l'altro si inserisce in un tessuto economico valdostano fortemente legato su questo settore, dove possiamo dire che questo settore concorre in maniera assolutamente significativa a tutto il comparto economico, a tutta l'attività economica della nostra Regione.
Il tema delle discariche è un corollario fondamentale per il funzionamento della filiera edilizia: fondamentale! Addirittura, dopo gli aspetti economici relativi alla valutazione di una qualunque attività edilizia, dopo gli aspetti amministrativi per l'ottenimento dei titoli, il tema principale su cui verte tutta quanta l'organizzazione di un'iniziativa edilizia è il tema della collocazione dei materiali di risulta, così come la collocazione dei materiali all'interno del cantiere e così come il concetto stesso di spazio e di gestione degli spazi all'interno del cantiere. Quindi possiamo dire che l'aspetto di spazio e tempo, queste due categorie tipiche di tutta la riflessione del pensiero filosofico occidentale, sono esattamente gli elementi su cui verte anche la normale e quotidiana attività edilizia. Pensare a dove localizzare i materiali e a che distanza si può pensare sia la fornitura sia la destinazione finale di quanto è prodotto con materiale di risulta.
La presenza di discariche, la distribuzione sul territorio e la capienza sono temi fondamentali. Qualunque attore nel mondo dell'edilizia fa immediatamente i suoi conti con questi particolari aspetti e così come lo fa qualunque operatore nell'ambito edilizia, tanto più è necessario che nel governo della regione chi ha la delega, in questo caso rientrata a lei, Presidente, su questo particolare tema, abbia quantomeno la capacità organizzativa di un buon capomastro, elevata ovviamente al rango del territorio regionale. Ed è soprattutto in questo periodo, dove non solo fortunatamente si percepiscono segnali di forte attività nel settore dell'edilizia, ma dove è estremamente importante che in piena crisi economica prodotta dalla pandemia tutti i settori che possono essere trainanti debbano essere messi assolutamente in condizioni di ben operare.
A questo punto entriamo più nello specifico dell'interpellanza. Per chi è addetto ai lavori, sappiamo perfettamente che esiste uno strumento regionale, si chiama geonavigatore, è uno strumento informatico che permette di andare a individuare nel territorio regionale la localizzazione degli spazi di conferimento dei materiali di risulta. Individuando le rispettive icone distribuite sul territorio, si clicca sopra e si vanno a aprire le rispettive schede, tipo questa, che riportano la localizzazione, lo specifico della località, le caratteristiche dei codici CER ammessi, la tipologia di discarica, la volumetria iniziale, la volumetria residua (parlo di capacità ricettiva) e i quantitativi massimi annui conferibili; poi c'è il titolare, il gestore e l'indirizzo. Andando ad analizzare questi dati e aprendo tutta una serie di schede... Tra l'altro, piccolo inciso: come d'incanto questo sistema recentissimamente si è messo a funzionare in maniera più performante. Dopo un lungo stallo ha avuto un primo aggiornamento e in questi giorni mi hanno segnalato miei colleghi che c'è stato un ulteriore passo avanti. Quindi questo piccolo inciso è solo per dire che se questo è l'effetto delle interpellanze prodotte dalla opposizione, ben vengano perché vuol dire che a questo punto come d'incanto si sbloccano alcune situazioni.
Per quanto riguarda le schede, una in particolare mi ha stupito ed è relativa al Comune di Arvier. Mi permetta, non me ne voglia l'amministrazione comunale di Arvier a cui faccio i miei migliori auguri di buon lavoro e anzi, per quanto mi riguarda come esperienza, il buon lavoro lo fanno da anni. Però risulta un po' particolare e la prendo a esempio: abbiamo una volumetria residua, quindi la possibilità di conferire ancora 170 mila metri cubi di materiale. Il quantitativo massimo annuo ammesso è di 4 mila, 170 mila diviso 4 mila fa circa 42, vuol dire che avremmo 42 anni per riempire questa discarica. Da un lato viene da dire: perfetto, per quarant'anni siamo a posto. Poi mi sono fatto un quadro generale, vado a vedere, e ci sono altre discariche che hanno termini di circa 30 anni, tante meno di un anno, alcune 2 o 3 anni e altre nella media, perché poi c'è anche un po' un termine medio, la possibilità di eseguire un confronto medio, di circa 5 anni.
Il fatto di avere una durata così lunga risulta particolare, curioso, perché nel momento in cui si apre una discarica, essa di per sé è un'incisione sul territorio, è un cantiere, un mega cantiere aperto, quindi la durata di una discarica equivale alla durata di impatto ambientale, impatto paesaggistico. Quindi non è così immediato il concetto: abbiamo tanto tempo per riempirla, quindi è qualcosa di positivo; non è detto. Però io vorrei capire soprattutto rispetto ad alcune che hanno una capienza che si esaurirà in quarant'anni, altre in meno di un anno, vorrei sapere qual è il criterio pianificatorio cui si ispira questa visione. Esiste una previsione di conferimenti proveniente dal settore edilizio regionale? Anche questa è una lettura. In più c'è un altro problema legato alla collocazione, perché ci sono per lo più discariche comunali che accettano conferimenti provenienti dallo stesso comune, e questo mette un po' in difficoltà la possibilità è la capacità di conferire materiale. Detto questo, tema estremamente delicato, chiedo spiegazioni in merito a queste dinamiche.
Presidente - Risponde il presidente della Regione Lavevaz, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Ringrazio il collega Distort per l'interpellanza, sicuramente questo è un tema molto complicato, sicuramente fondamentale, come ha detto giustamente lei, sulla filiera dell'edilizia, che peraltro ha avuto una grandissima evoluzione anche negli ultimi anni. Al di là del mio interim dell'assessorato che spero duri poco, questa è una materia che per tanti anni ho dovuto comunque gestire in qualche modo in quanto amministratore comunale. Il tema delle discariche di inerti è assolutamente ancora da risolvere su tanti aspetti, per altri sicuramente in qualche modo da allineare con una direzione univoca su tutte le discariche presenti, che peraltro sono parecchie in Valle d'Aosta rispetto alle medie degli altri territori nazionali. Peraltro, gradualmente in questi anni si è andati sempre più, con tutte le normative sia edilizie sia ambientali, verso la necessità di spingere molto sul recupero di tutti i materiali possibili, la maggior parte dei materiali possibili in cantiere, quindi mandare in discarica la minor quantità di materiale possibile, con tutte le difficoltà tecniche di mettere poi in pratica questo tipo di iniziativa.
Quanto diceva lei, e poi vengo alle risposte tecniche, rispetto ai volumi e quindi alle durate, questo ovviamente parte dal presupposto che le discariche di inerti - questa è una cosa che potrebbe sembrare da un certo punto di vista paradossale, ma nella quasi totalità delle situazioni così è - sono dei recuperi ambientali, nel senso che sono finalizzate a un recupero ambientale di zone compromesse, notoriamente cave; nella mia zona sono molte le cave di marmo, piuttosto che di inerti. Peraltro, con la legge specifica del 1995, adesso non mi ricordo il numero esatto, ma è la legge di riferimento per le attività estrattive, si prevede già nel momento in cui c'è l'autorizzazione alla coltivazione della cava anche il recupero ambientale, che nella maggior parte delle fattispecie prevede un riempimento di questi buchi con materiali inerti e poi una copertura finale con materiali invece vegetali, che permettano l'inerbimento, che viene peraltro anche nella gestione della discarica di inerti contemplata, quindi c'è anche la possibilità di conferire una piccola quantità di materiale vegetale che serve poi per il recupero ambientale, eccetera. Ne consegue che l'entità del volume conferibile detti anche poi la durata della discarica, perché se in una discarica di inerti devo conferire 100 mila metri cubi, questa discarica è in un piccolo comune che magari ha delle limitazioni sui conferimenti, è chiaro che la tempistica poi di completamento della discarica, e quindi dell'obiettivo finale che è quello del recupero ambientale, richiede degli anni per essere conclusa.
Vengo alle risposte più tecniche che gli uffici mi hanno preparato, in particolare sulla questione del geonavigatore. Mi comunicano gli uffici che è stato aggiornato e messo online, come giustamente ha sottolineato, dal primo giugno 2021 e le sue informazioni sono pertanto a disposizione dei professionisti. Sono state predisposte due sezioni. La prima, attività estrattive, miniere e gestione inerti, dove ci sono schede di dettaglio relative alla localizzazione delle attività estrattive; sono comprese le cave, le miniere, le acque minerali e le miniere dismesse inserite nel parco minerario, gli impianti di lavorazione degli inerti e le attività definite dal PRAE che è il Piano regionale attività estrattive. La seconda invece che ha come titolo "rifiuti e bonifica dei siti contaminati", con schede di dettaglio relative alla localizzazione del settore gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti contaminati; sono comprese le discariche, gli impianti di trattamento e i siti contaminati.
Venendo alla prima domanda, si ricorda che i rifiuti speciali sono quelli derivanti da attività produttive di industrie, aziende, imprese edili, eccetera e sono gestiti e smaltiti da aziende autorizzate private. Sono equiparati dalla normativa statale alle merci e pertanto il produttore di tali rifiuti può scegliere liberamente il sito cui conferire tale materiale, in base ai propri ragionamenti di convenienza logistica ed economica e sfuggono pertanto alla programmazione regionale, che può unicamente porre in atto degli indirizzi programmatici a medio e lungo termine.
Per quanto riguarda poi l'ambito dell'indotto derivante dal superbonus, ovvero lavori nel campo dell'edilizia tesi principalmente ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici, si ricorda innanzitutto che le normative prevedono solo residualmente il ricorso alla discarica, stante che almeno il 70 percento in peso del materiale dovrebbe essere avviato al recupero e che tali limiti andranno nel prossimo futuro a diventare più stringenti. Pertanto, in sede progettuale dovrebbe essere considerata con attenzione la separazione dei materiali di risulta e il loro invio presso centri di recupero. La questione non è più quella di individuare nuove discariche, ma di attivare dinamiche di economia circolari tali da recuperare tali materiali e questo sarà uno dei temi affrontati nel prossimo piano regionale dei rifiuti. Inoltre, i materiali di risulta da inviare in discarica derivanti dalle tipologie di lavorazione collegati all'utilizzo del superbonus afferiscono solo in parte alla categoria dei rifiuti inerti, per il quali gli impianti e le discariche attualmente presenti dovrebbero garantire una sufficiente capacità di accoglimento. La Regione, come ben noto, non ha al momento discariche private attive in grado di ricevere rifiuti speciali non pericolosi. Pertanto, stante la tempistica di autorizzazione e approntamento di nuovi impianti correlati all'arco temporale assai ristretto per poter accedere al super bonus, numerose tipologie di rifiuti generati dalle cantierizzazioni superbonus non potranno che essere conferiti al di fuori del territorio regionale, con maggiori costi di conferimento e trasporti da sostenere.
Per quanto riguarda la seconda domanda, ossia quali siano gli eventuali intendimenti di correzione rispetto alle attuali previsioni operative e, eventualmente, in merito all'ipotesi di apertura di nuovi impianti, si risponde che il piano rifiuti regionale sarà soprattutto focalizzato sul tema della riduzione della produzione dei rifiuti, sull'attivazione di dinamiche di economia circolare e sulle condizioni da porre in essere per minimizzare il conferimento in discarica. Il piano effettuerà altresì un'analisi dei fabbisogni e della relativa impiantistica valutando, tra l'altro, la sussistenza di condizioni tali da prevedere l'opportunità di realizzare impianti di recupero e smaltimento per determinate categorie di rifiuti e individuando tra l'altro le zone idonee e non idonee per l'ubicazione di tali impianti.
Presidente - Per la replica il consigliere segretario Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Io ribadisco semplicemente un fatto: come sempre la regola aurea è est modus in rebus. Le discariche non sono uno strumento in sé negativo, la discarica è una condizione, è una funzione che serve a un ciclo. Tra l'altro il concetto di recupero ambientale in cui si collocano le varie discariche ha un senso perfetto, però capisce Presidente, è esattamente in questo senso che diventa importante il fattore tempo, perché recupero ambientale vuol dire che se noi abbiamo un enorme spazio di discarica e pensiamo che in questo spazio il recupero ambientale si attui nell'arco di decenni, capiamo che noi stiamo trasferendo avanti, molto, molto avanti nel tempo, quell'effetto virtuoso finale che è il recupero ambientale. È vero, nel frattempo rimane in piedi una funzione che è necessaria - necessaria! - ma il fattore tempo va gestito, perché è estremamente importante, così come il fattore spazio. Ma spazio vuol dire anche in termini di dimensione e io qui apro semplicemente un tema, di cui non voglio assumermi la paternità, apro un tema e siete voi come Governo che lo dovrete gestire: dovete valutare se ha più senso una enorme discarica piuttosto che quattro o cinque piccole, perché le piccole possono completarsi in tempi più brevi, essere distribuite sul territorio e di conseguenza attuare veramente quel beneficio ambientale, e aggiungo da architetto mi permetta, paesaggistico, in tempi brevi.
Questo è il motivo per cui noi presentiamo l'interpellanza, per stimolare nel Governo la riflessione su questi argomenti. Così come l'altro argomento - non è espresso nell'interpellanza ma mi permetto di metterlo a fattor comune ed era contenuto comunque nelle parole dell'interpellanza - è il fatto di riflettere sui termini di gestione, inserendo tutti quegli elementi innovativi prodotti dalla tecnica attuale. Cosa voglio dire? Ingegneria ambientale, entro più nello specifico, la realizzazione di cortine di occultamento visivo per avere non un nascondimento dei peccati, ma per avere una tutela paesaggistica fin dal momento dell'apertura di un impianto di raccolta di materiali conferiti. Pensare che queste schermature, oltre ad avere un ruolo paesaggistico, hanno un ruolo ambientale nel senso che riescono a fare da filtro alla trasmissione delle polveri. E questo è un esempio, come altri esempi che sono messi a disposizione dalla tecnologia e su cui l'assessorato è necessario che faccia tutti i suoi approfondimenti. Addirittura, rimane sempre nella linea dei suggerimenti dai banchi dell'opposizione, pensare di mettersi in contatto con questi enti che svolgono approfondimenti, possono essere politecnici come possono essere altre organizzazioni, in maniera tale da proporsi come territorio di sperimentazione per queste tecniche, ovviamente con benefici dal punto di vista dell'ente pubblico, dell'ente Regione. Si mette a disposizione un laboratorio a condizione che vengano eseguiti certi tipi di intervento a costo sostenuto in concorso di spesa con questi enti.
È questa la visione, cioè la ratio di questa interpellanza è esattamente questa: indicare una visione, perché la fase di discarica, come qualunque fase di cantiere, è sempre una fase di interferenza, sempre, e fintanto che non sono conclusi i lavori, il cantiere sarà sempre un'interferenza e la discarica sarà sempre un'interferenza. Anziché demonizzare, anziché pensare di diminuire, di disincentivare l'attività edilizia, si tratta di approfondire il tema per rendere virtuosa l'attività di gestione delle discariche.
Presidente - Sospendiamo temporaneamente per arieggiare i locali e sarà anche l'occasione per concludere gli aspetti formali e tecnici riguardanti il deposito degli emendamenti di cui parlavamo all'inizio dei lavori del Consiglio. Pertanto, magari, la pausa sarà un po' più lunga del solito rispetto a quelle dedicate al cambio aria.
La seduta è sospesa dalle ore 11:11 alle ore 11:58.