Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 687 du 10 juin 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 687/XVI - Interpellanza: "Promozione dell'utilizzo di nuovi libri di testo sul tema della bioetica".

Bertin (Presidente) - Punto 29 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Già nella scorsa legislatura avevamo portato all'attenzione di quest'aula il tema della bioetica e nello specifico un testo il cui utilizzo è stato consigliato e continua purtroppo a essere consigliato ai docenti valdostani che vogliono occuparsi di questa tematica a scuola. La circolare 17.227 dell'Assessorato istruzione, università, ricerca e politiche giovanili, avente come oggetto "Giornata mondiale della bioetica, Aosta 19 ottobre 2020" torna infatti a consigliare ai docenti l'utilizzo del famoso, o forse dovremmo definirlo famigerato, libro "Primo Syllabus" per l'insegnamento della bioetica ai giovani. Perché utilizzo il termine famigerato? Perché i temi trattati nel libro hanno poco o nulla a che fare con la bioetica, ma come sempre promuovono tematiche relative al pluralismo, alla diversità culturale o per lo meno, se così vogliamo intendere, questi sono gli aggettivi utilizzati che, come vedremo, sono decisamente fuorvianti.

Il tema della giornata mondiale della bioetica dell'anno scorso era l'articolo 4 della Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani che recita (facciamo ben attenzione): "Nell'applicazione e nell'avanzamento della conoscenza scientifica, la pratica medica e le tecnologie a esse associate, i benefici diretti e indiretti a vantaggio dei pazienti, dei partecipanti alla ricerca e delle altre persone coinvolte dovrebbero essere estesi al massimo e dovrebbe essere invece ridotto al minimo qualunque danno a carico di tali individui". Credo che su questo tema non vi sia alcun discorso da fare, è assolutamente ineccepibile e si parla, incentrato su questo tema, della conoscenza scientifica, della pratica medica e delle tecnologie a essa associate.

Va sottolineato che la circolare citata e che abbiamo citato nella interpellanza era rivolta alle scuole secondarie di secondo grado, questo è ben evidenziarlo. Se però lei, Assessore, come immagino avrà provato a sfogliare il Syllabus e sarà arrivato al capitolo dedicato al principio numero 4, quindi quello relativo a ciò che le ho appena letto, il progresso medico e quant'altro, ci accorgiamo che le unità didattiche a esso collegate sono solamente due. La prima si chiama "Balli dal mondo", che non so cosa abbia a che fare con il progresso medico-scientifico, dedicato la fascia d'età tre-cinque anni, la seconda "Il grande sogno di Pasi e Tat", dedicato alla fascia sei-dieci anni.

Ora, l'unità didattica musica e balli dal mondo che, come ho detto prima non, ha alcuna attinenza con la ricerca scientifica, medica, il progresso tecnologico e quant'altro, non tratta di bioetica, ma - nemmeno dirlo ad occhi chiusi! - di integrazione culturale e propone, come immagino lei avrà letto, di realizzare musiche e balli dei paesi di origine dei bambini stranieri presenti in classe, vestiti tipici trucco e capigliature dei paesi di provenienza. Io oggettivamente - uno può essere a favore, contro, condividere o meno - però mi chiedo esattamente nel progresso medico tecnologico e scientifico in quale maniera si può arrivare a instillare questo principio, nel momento in cui ci si trucca e si usa la capigliatura tradizionale di un bambino straniero presente in classe. Nel grande sogno di Pasi e Tat, che è l'altra scheda didattica che è citata, tra gli obiettivi troviamo la riabilitazione degli animali che sono vittime di pregiudizi senza fondamento, interrogazioni su chi è diverso e chi è in pericolo e si conclude con l'invito, da parte dell'insegnante (c'è proprio scritto: "l'insegnante deve fare questo") ad adottare un animale destinato a un laboratorio; un'attività - sgombriamo il campo dagli equivoci - senza dubbio nobile, ma che non comprendo come possa integrare lo sviluppo della ricerca scientifica. In effetti quello che chiediamo con quest'iniziativa è quale attinenza abbia questa attività con la conoscenza scientifica, la pratica e le tecnologie associate che, come abbiamo detto, è il vero principio che sta alla base del numero 4 della dichiarazione universale sulla bioetica.

Mi piacerebbe anche sapere se qualcuno ha utilizzato queste unità didattiche per parlare ai propri alunni di bioetica. Bisogna però anche aggiungere che ho sfogliato, glielo confesso, Assessore, anche con grande fatica questo testo in maniera integrale, e ho pensato con orrore a quelle che sono le tematiche che vengono propinate ai giovani da questo volume. A titolo d'esempio, tanto per capire quanto è centrato e quanto è utile questo testo, c'è l'unità 5 dove si parla di un tema sicuramente interessantissimo e di cui non si parla mai, peraltro: "La roulette russa, i diritti negati nei centri di accoglienza degli immigrati". Gli obiettivi didattici che vengono illustrati sono: denunciare le pratiche inumane e le violazioni dei diritti umani fondamentali ai danni dei migranti all'interno dei centri di accoglienza degli immigrati! Ora non so se questo ci spieghi come vengono condotti e trattati i migranti nelle strutture di accoglienza nel nostro Paese, non ne ho idea, ma l'obiettivo didattico è quello più divertente: praticamente viene detto all'insegnante che deve descrivere il lato nascosto dei centri di accoglienza degli immigrati quali avamposti dittatoriali legalizzati nei paesi democratici. Non capisco davvero come possa essere propinato un testo di questo tipo ai ragazzi. C'è scritto peraltro nella metodologia didattica che i ragazzi guarderanno un documentario dove viene descritta la tragica esperienza dei migranti nei centri di accoglienza, l'insegnante con l'aiuto degli strumenti audiovisivi illustrerà brevemente la vita nei centri di accoglienza chiarendo - chiarendo!? - che essi sono anche definiti come luoghi di dittatura legalizzati in un contesto democratico, cioè l'insegnante gli deve spiegare che i centri di accoglienza solo luoghi di dittatura legalizzata. Infine, una volta che l'argomento del testo proposto sarà chiarito, i ragazzi cercheranno di identificarsi nella situazione dei migranti, descrivendo le emozioni che proverebbero se si trovassero nella situazione di essere privati di ogni bene. Mah!

Poi proseguiamo con i temi credo più attinenti alla bioetica. Nella scheda dell'unità 15 si chiede a dei bambini di tre o cinque anni se sia giusto rifiutare le cure o smettere di nutrirsi; a bambini di tre o cinque anni! All'unità 17 invece si chiede, sempre ai bambini di tre e cinque anni, chi dovrebbe decidere e cosa deve essere fatto a un bambino molto piccolo, sempre per quanto riguarda i temi della bioetica. Nell'unità didattica 19 si tratta della vicenda di Eluana Englaro, che penso sia nota a tutti in quest'aula e anche al di fuori, e sostanzialmente si chiede ai ragazzi di entrare nella scelta per la vita o la morte di Eluana Englaro. Gli si chiede: "Come ti saresti comportato se dopo vent'anni non avresti più potuto occuparti di Eluana? Cosa avresti deciso per lei, non sapendo ancora quanto le restava da vivere?". Cioè si chiede a dei bambini se vogliono far finire una vita, oppure farla continuare. Secondo domanda: "Se ci fosse la possibilità di un trattamento sperimentale a alto rischio per la salute del paziente, anche con alcune probabilità statistiche di successo, avresti o meno fornito il consenso al trattamento?", mah!

Ancora, all'unità 28 si parla di infibulazione. Non la si presenta come una pratica oscena e retrograda quale essa è, ma si chiede, raccontando che cosa è l'infibulazione, come possono essere conciliate le tradizionali pratiche culturali di un paese con il rispetto dovuto alla salute di un individuo? Quindi l'infibulazione è una tradizionale pratica culturale che viene adottata in alcuni paesi?! Io lo chiederei magari a quelle ragazze che proprio nei paesi di origine combattono contro questa pratica barbara.

E ancora, si chiede ai ragazzi, unità 41, relativamente ai bambini stranieri presenti in classe, se sia giusto o meno che questi bambini ricevano un voto più alto proprio perché sono stranieri. Si dice: "Siccome lui è straniero, gli diamo un voto più alto, sei d'accordo?", mah! Si conclude con l'unità 50 e vi leggo solo il titolo, per carità di patria: "La storia dei musulmani che salvarono gli ebrei".

Questo è il Primo Syllabus, il libro sulla bioetica che viene somministrato ai ragazzi a partire dai tre ai cinque anni. Io l'ho trovato assolutamente inadeguato e vergognoso e con questa interpellanza, alla luce anche di questi contenuti parecchio ambigui che spesso nulla hanno a che fare con le tematiche della bioetica, le chiedo, Assessore, se forse non si abbia l'intenzione di promuovere l'utilizzo di libri di testo differenti sulle tematiche della bioetica, che sono sicuramente interessanti e meritevoli di approfondimento, ma magari con questo testo non arriveranno sicuramente a una conclusione.

Presidente - Per la risposta l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Devo dire che più che un'interpellanza è un trappolone, nel senso che le cose che lei ha detto nell'illustrare l'interpellanza non sono presenti nell'interpellanza. Lei nell'interpellanza ha fatto un discorso di tipo generale che poi si è manifestato in quattro domande, quindi io risponderò alle quattro domande e poi le dirò che cosa penso, prendendo anche l'impegno di andare a sfogliare questo libro, perché è del tutto evidente che io ho una risposta degli uffici. La rappresentazione che lei ha fatto è molto interessante, tenendo conto che questa è una materia che è stata inserita proprio sulla base di una riforma del 2019 in tema di quella che ai nostri tempi veniva chiamata l'educazione civica, perché altrimenti è del tutto evidente che questo non farebbe parte dell'ordinario curriculum scolastico.

Personalmente, prima di dare delle risposte puntuali, dico che la bioetica è una materia molto complessa, è una materia scientifica dagli aspetti e dalle coloriture morali e anche da implicazioni politiche, perché è del tutto evidente che temi come quello del confine fra la vita e la morte -lei ha citato il caso Englaro - sono molto difficili da comunicare. Lei vedrà dalla risposta che molti di questi temi sono stati sottoposti principalmente a ragazzi delle scuole superiori e quindi in quanto tali immagino che siano comunque in grado, quasi maggiorenni se non maggiorenni, di poter essere dotati di quegli strumenti critici che consentono di poter capire.

Quante classi abbiano aderito al progetto summenzionato. Sono cinque classi della scuola secondaria di secondo grado, una del liceo classico bilingue, una del liceo artistico, una del liceo musicale, una dell'ISILTP di Verrès e una dei servizi sociosanitari del Corrado Gex di Aosta. Quindi questa è la prima rappresentazione e, come le dicevo prima, sono comunque ragazzi grandi, quindi non c'è quella preoccupazione che lei aveva giustamente manifestato, anche perché certi temi trattati con bambini piccolissimi, io anche come genitore francamente non saprei come approcciarli.

Il Syllabus è stato elaborato da insegnanti valdostani ed è stato validato da docenti universitari dell'UNESCO Chair in Bioethics, tradotto in inglese, messo a disposizione della comunità di docenti non solo della nostra regione, ma anche di altre regioni italiane e del mondo. L'opera contiene proposte didattiche per l'insegnamento della bioetica ai giovani di tutti i gradi e ordini di scuola. Ricordo, ma l'ho già un po' fatto, che la bioetica è una disciplina a carattere interdisciplinare: c'è la biologia, c'è la medicina, c'è l'educazione, la formazione, la filosofia, il diritto.

Come dicevo l'insegnamento deriva da queste famose 33 ore annue che sono diventate obbligatorie per questa reintroduzione, con la legge 92 del 2019, dell'educazione civica. La norma da cui discende l'insegnamento dell'educazione civica dice che "I giovani devono acquisire la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente e consapevolmente alla vita civica, culturale e sociale della comunità". Le linee guida che sono state diramate dal Ministero dell'istruzione sottolineano l'importanza per i ragazzi di avere "consapevolezza dei diritti inalienabili dell'uomo e del cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario". Messa così dal Ministero, come lei comprenderà, è abbastanza l'umano mondo, tanto per essere chiari.

Nell'ottica di costruire un curriculum verticale sull'insegnamento della bioetica che vada a integrare e completare queste linee guida regionali per insegnamento di educazione civica, è stato organizzato poi un corso di formazione rivolto a educatori e docenti di tutti i gradi di scuola, in analogia con quanto la rete di scuole per la promozione della salute sta facendo per l'educazione alimentare. Nell'ambito di questo corso di formazione, i docenti sono stati invitati a sperimentare le proposte didattiche contenute nel Syllabus, che io a questo punto studierò per capire le cose che lei ha detto; con molta onestà le dico che mi hanno preparato una risposta, ma non mi sono dotato del Syllabus.

La giornata mondiale della bioetica, terza domanda, si celebra ogni anno il 19 ottobre. Il tema della giornata del 2020 è stato "Benefici e danni" e si è proposto di analizzare l'articolo 4, con particolare riferimento alla questione connessa alla situazione pandemica. Nello specifico si è chiesto agli studenti di scuola secondaria di raccontare come hanno vissuto questo periodo di isolamento legato all'emergenza sanitaria, attraverso diversi linguaggi, facendo riferimento alla sfera della crescita personale, del nuovo metodo di studio con cui si sono confrontati e delle problematiche relazionali che li hanno coinvolti. Tra l'altro questi elaborati sono stati presentati nel corso di un seminario in modalità online, che si è tenuto proprio in occasione della giornata mondiale della bioetica ed è stato diffuso sul canale YouTube della Regione.

Nello specifico l'unità 14, alle pagine 34 e 35 della seconda edizione del First Syllabus, allegato in calce alla circolare della Sovrintendenza, è destinata a studenti di età compresa fra i 15 e i 19 anni, quindi - come dicevo prima - che frequentano la secondaria di secondo grado e risulta pertinente al tema trattato dal principio etico della Dichiarazione universale sulla bioetica ed i diritti umani dell'UNESCO. Si tratta di un bambino che ha avuto un dilemma sul beneficio o danno nella sperimentazione clinica, nella medicalizzazione eccessiva, nel sovratrattamento, in contrasto con la speranza di vita. È chiaro che qui si entra in un tema molto, molto delicato, però vista l'età di questi ragazzi credo che non ci siano elementi di preoccupazione, anche se naturalmente dipende poi da come viene condotta la classe, perché noi sappiamo della grande responsabilità didattica e morale che gli insegnanti hanno.

Ci sono altri testi che potrebbero essere proposti agli alunni, con esempi pratici per introdurre la bioetica nella scuola con linguaggio semplice e chiaro, mantenendo il rigore scientifico. Il Syllabus è uno fra i tanti supporti a disposizione degli insegnanti. La Sovraintendenza può o - mi prendo l'impegno - potrà, perché ovviamente non ho una capacità retroattiva, fornire delle linee guida. Questo è un tema molto importante che le sottolineo e che in fondo riguarda anche tutta la scelta dei testi, non solo di questi libri, nel senso che noi oggi spendiamo circa un milione e mezzo per l'acquisto dei libri nelle scuole, quindi è una envelope mica da ridere, e oggi come oggi la scelta, questo lo dico non per criticare il mondo della scuola ma anche in un senso autocritico, talvolta viene fatta esclusivamente dagli insegnanti, senza delle linee guida della Sovraintendenza. Io credo che questo sia sbagliato perché, pur lasciando la piena libertà, bisogna fare in modo che il numero dei libri sia ragionevole, anche i costi dei libri siano ragionevoli, perché talvolta anche come papà ho visto l'acquisto di libri che, a mio avviso, apparivano un po' costosi. Quindi, secondo me, bisogna fare qualcosa di nuovo. Una di queste cose nuove potrebbe essere, nella primavera del prossimo anno, cioè prima della scelta dei libri, fare una manifestazione organizzata dalla Regione in cui gli editori possano presentare i loro libri e la Sovrintendenza possa avere la possibilità, in una logica pluralista di scelta di libri, di proporre preferenzialmente alcuni testi che siano analizzati dai tecnici. Perché oggi, sia chiaro, la scelta dei materiali didattici rientra nella competenza degli organi collegiali delle singole istituzioni scolastiche e in particolare nella responsabilità del docente e nella sua espressione di libertà di insegnamento, nonché di autonomia professionale. Quindi qui si tratta di contemperare due esigenze: da una parte ovviamente mantenere questa autonomia professionale che fa parte del bagaglio degli insegnanti, dall'altra però anche avere da parte della Sovrintendenza una scelta preventiva, che non vuole essere affatto censoria, ma che possa consentire di individuare una serie di testi, mi riferisco in particolare al francese, che possono essere utili; noi talvolta oggi compriamo dei testi in francese che sono di case editrici italiane, il che ovviamente è un paradosso!

Presidente - Per la replica il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, sgombro subito il campo ovviamente da questo sospetto: non ho voluto fare nessun trappolone. È che in realtà io ho scritto questa interpellanza, poi mi sono fatto rapire da queste 151 pagine che si leggono così proprio d'un fiato, e leggendo e approfondendo questo tema ho inevitabilmente incocciato con queste contraddizioni e quindi ho voluto comunicargliele in maniera che lei, come so, potrà fare i dovuti approfondimenti.

Io comprendo perfettamente, e anzi la ringrazio per averci detto che quello che le abbiamo evidenziato è stato somministrato, diciamo così, a cinque classi di scuole secondarie. Il problema è che, come le ho detto, queste attività...! Lei mi parlato dell'unità 14, l'unica in realtà che parla del principio n. 4 e lo ripeto: "l'applicazione dell'avanzamento della conoscenza scientifica, la pratica medica e la tecnologia a esso associati, i benefici diretti o indiretti a vantaggio dei pazienti, dei partecipanti", cioè si parla di processo scientifico, tecnologico e medico. Io mi chiedo come sia conciliabile l'utilizzare, e a questo punto non so se l'hanno fatto le classi secondarie, vestiti tipici della cultura di provenienza dei bambini. Non capisco come questo principio si possa insegnare travestendosi, non l'ho proprio compreso. Oggettivamente, al netto delle considerazioni sul resto del testo, non comprendo quali siano le possibilità di poter trasmettere. Io non sono un insegnante, ma non credo che questo principio possa passare tramite questo insegnamento; non essendo un insegnante però mi fido.

Quello che lei ha detto relativamente alla pandemia, evidentemente non è ricompreso all'interno del testo, allora a questo punto ci si fa una domanda diversa. Giustamente un testo non poteva essere così aggiornato da ricomprendere anche la pandemia, ma allora ha senso l'avere adottato questo testo, se poi in realtà si utilizzano degli insegnamenti differenti? Questa è una domanda da farsi! Io so che lei se la farà, perché ha fatto approfondimenti anche sulle cose che le ho chiesto precedentemente in varie occasioni, quindi sono certo che questa la farà.

Quello che non vorrei e quello che purtroppo accade spesso è che si utilizzi la bioetica, l'educazione civica o quant'altro per trasmettere dei messaggi differenti, perché sarebbe profondamente sbagliato. È come se, così facciamo un passo a ieri, nel momento in cui io devo spiegare cosa furono le foibe, utilizzassi un libro scritto dal presunto storico negazionista di cui abbiamo parlato ieri e invece non presentassi la storiografia che viene raccontata quando si celebra la giornata del 10 febbraio. Il pericolo credo che sia questo e credo che sia un pericolo reale.

Io ovviamente la ringrazio per la sua risposta e la ringrazio se poi vorrà metterci a conoscenza di quelli che saranno gli approfondimenti dovuti e cedo la parola al collega Perron.

Presidente - Per i restanti due minuti il consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Assessore, ovviamente nelle linee generali a lei non sfuggirà che, io credo, questi argomenti possono rientrare nel grande campo del fare politica con altri mezzi. È per questo che con il collega Manfrin andiamo su questi temi come dei segugi e come dei mastini, perché questo è quanto sta avvenendo e non avviene solo qui, avviene a livello mondiale, basta vedere cosa sta succedendo negli Stati Uniti. Io vengo dal mondo della scuola: la letteratura, la filosofia già trattano di tutti i temi che riguardano l'essere umano, a questo serve la letteratura e la filosofia. Il tema del viaggio, il tema dell'escluso, del diverso: c'è già tutto e non abbiamo bisogno di ulteriori iniezioni di queste cose che sono chiaramente di parte e sono una parte che io lo definisco anche di indottrinamento di tipo politico, perché non lasceranno spazio ai giovani per avere anche un'alternativa rappresentata da altre visioni che non siano per forza quella progressista, per cui la fluidità di genere riguardo le questioni sessuali, un mondo senza patrie né frontiere, il femminismo radicale, eccetera. Questo sta avvenendo e stiamo attenti, perché questa ondata ci arriverà addosso fortissimamente, già si vede nelle scuole! Io credo che stiamo tirando su anche ragazzi e ragazze fortemente indottrinati, che guardano veramente il mondo con l'occhio di chi si sente escluso e sempre discriminato.

Stiamo attenti a questo tipo di politica e quindi noi lo rileviamo, lo portiamo alla luce e poi saranno i fatti a dimostrare se abbiamo ragione oppure no. Ma questo rientra - ripeto - nel grande campo del fare politica con altri mezzi, passando per l'educazione che è ovviamente fondamentale per i giovani.