Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 383 du 24 février 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 383/XVI - Interpellanza: "Indirizzi del Governo regionale in ordine all'esternalizzazione dei servizi di assistenza domiciliare per anziani e inabili".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il vicepresidente del Consiglio Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Io la illustro, non so chi sarà l'Assessore o comunque il componente del Governo a rispondermi perché non vedo l'assessore Barmasse...

Presidente - Arriva... prego Consigliere.

Sammaritani (LEGA VDA) - Parliamo del servizio di assistenza domiciliare per anziani e inabili e, in particolare, del fatto che abbiamo appreso dagli organi di stampa che circa alla metà del mese di dicembre scorso l'Unité des Communes Monte Emilius ha deliberato di esternalizzare questo servizio di assistenza domiciliare. A questo punto abbiamo messo in filigrana questa decisione con quell'altra invece esattamente opposta della Giunta regionale di un mese prima, cioè del 16 di novembre del 2020, con la quale la Giunta regionale autorizzava le Unités des Communes valdôtaines nel loro ruolo di enti gestori delle strutture residenziali e semiresidenziali socio-assistenziali per anziani e inabili ad assumere operatori sanitari in deroga a quanto previsto dalla deliberazione della stessa Giunta regionale n. 265 del febbraio del 2013, reclutando così personale necessario ricorrendo anche a tipologie di lavoro di rapporto flessibile normativamente previste.

Poiché è evidente che si ravvisano in questi due predetti atti amministrativi un contrasto di indirizzi tra l'Amministrazione regionale e le Unité des Communes quanto meno Monte Emilius, allora interpelliamo il Governo regionale su questi quesiti, cioè se vi siano state interlocuzioni fra i rappresentanti dei due enti, Regione e Unité des Communes, prima della citata determinazione di quest'ultima risalente al 16 dicembre 2020 come abbiamo detto; quale sia l'entità media dei trasferimenti finanziari annuali da parte della Regione alla Unité des Communes Monte Emilius per il servizio in questione e, infine e importante, quale sia l'intendimento e quindi l'indirizzo dell'attuale Governo in ordine alla gestione dei servizi di assistenza domiciliare per anziani e inabili, con particolare riferimento all'esternalizzazione o internalizzazione dei medesimi.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Grazie signor Presidente. Intanto mi scuso con il Consigliere Sammaritani perché non ero in aula e spiace per questa maleducazione.

Prima domanda: se vi siano state interlocuzioni fra i rappresentanti. Devo dire che non risultano interlocuzioni concernenti l'esternalizzazione tra l'Unité Monte Emilius e le strutture dell'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali precedenti alla deliberazione di esternalizzazione del servizio.

Per quanto riguarda la domanda: "quale sia l'entità media dei trasferimenti finanziari annuali da parte della Regione alla Unité des Communes Monte Emilius per il servizio in questione": negli ultimi cinque anni, 2016-2020, per il servizio di assistenza domiciliare sono stati trasferiti in totale all'Unité Monte Emilius 3.310.415,73 euro. A tale cifra mancano ancora i trasferimenti di novembre e dicembre 2020, pertanto la media annuale è stata calcolata sul quadriennio 2016-2019 e si attesta a 725.555,21 euro annui. I trasferimenti annui sono in particolare i seguenti: nel 2020, però mancano i trasferimenti relativi ai mesi di novembre e dicembre, 489.833 euro; nel 2019, 643.108 euro; nel 2018, 763.360 euro; nel 2017, 707.946 euro; nel 2016, 787.805 euro.

"Quale sia l'intendimento, quindi l'indirizzo dell'attuale Governo in ordine alla gestione dei servizi di assistenza domiciliare per anziani inabili con particolare riferimento all'esternalizzazione e internalizzazione dei medesimi": come già comunicato in risposta a una precedente interpellanza nello scorso mese di gennaio, appare del tutto evidente che il tema della gestione del servizio di assistenza domiciliare si inserisce in un contesto più ampio di gestione dei servizi rivolti agli anziani sui quali sarà opportuno procedere a una complessiva revisione.

Una delle priorità di questo Governo regionale è quella di rivedere il sistema dei servizi agli anziani, che soprattutto durante questi ultimi mesi di pandemia ha evidenziato difficoltà nel coordinamento dei vari enti gestori. L'obiettivo è quindi quello di riformare i servizi alla popolazione anziana, sia residenziale che domiciliare, con il duplice intento di assicurare equità di accesso e di offrire un livello qualitativo degli stessi omogeneo su tutto il territorio. Per fare ciò, è necessario coinvolgere tutti i soggetti interessati, quindi Regione, Enti locali, sindacati e terzo settore in un'ottica di regia unica.

Con riferimento al servizio di assistenza domiciliare, risulta necessario evidenziare come questo sia un servizio da privilegiare nell'ottica di mantenere il più possibile l'anziano nel proprio ambiente familiare, riservando ai casi più gravi le strutture residenziali. Sarà quindi necessario ripensare il modello attuale individuando i servizi che potrebbero essere esternalizzati e quelli che invece è opportuno rimangano a gestione diretta delle Amministrazioni pubbliche. Entrambi i modelli infatti presentano dei pro e dei contro che devono essere soppesati e analizzati compiutamente.

Quanto al modello esternalizzato, se, da un lato, esso consente di ottimizzare le risorse nell'ottica sia di ridurre i costi, sia di liberare risorse umane per concentrarsi sulla programmazione e sul controllo della qualità dei servizi, oltre che di garantire una maggiore flessibilità nella gestione degli interventi; dall'altro, tale modello potrebbe incidere sulla qualità dei servizi offerti e determinare una maggiore precarietà del personale dipendente degli enti gestori. Il modello gestione pubblica al contrario sconta necessariamente una minore flessibilità nella sua organizzazione e nella gestione del servizio tenuto conto delle rigidità del contratto di lavoro pubblico, garantendo tuttavia una continuità e una stabilità lavorativa maggiore per i dipendenti coinvolti.

Oltre a ciò, è anche da tenere in debita considerazione la strutturale carenza di personale con qualifica adeguata da poter inserire nei servizi in questione visto che è stato necessario nel corso del periodo emergenziale riorganizzare il personale dotato di qualifica OSS per inserirlo nei servizi residenziali socio-sanitari e socio-assistenziali.

Qualunque decisione in merito pertanto comporterà inevitabilmente un'attenta valutazione dei costi e dei benefici in relazione al ricorso ai diversi modelli delineati, tenendo anche conto delle risorse finanziarie disponibili stante la contrazione delle stesse venutasi a determinare nel corso degli ultimi anni.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. È evidente che questa vicenda era lo spunto per andare a fare delle riflessioni molto importanti, che già sono state fatte, che comunque devono ancora essere fatte, dovranno essere fatte, perché, quando si va a ripensare a un modello, soprattutto in un tema come questo così importante di assistenza ad anziani e inabili, si devono soppesare tutte le soluzioni, metterle a confronto e poi fare delle valutazioni. Quello che ci preoccupava è proprio il fatto che adesso se alcuni dei soggetti di questa vicenda iniziano a decidere di esternalizzare prima ancora che il modello sia creato, è evidente che poi si creeranno le solite discrasie per cui ci saranno alcuni soggetti che magari hanno fatto dei contratti e stipulato, visto che si parla di contratti di appalto, dei contratti con soggetti esterni che creeranno ulteriore confusione, perché se si dovesse, per esempio, poi decidere invece di internalizzare, cioè quindi riportare all'interno questa gestione dei dipendenti, sarà un problema, come spesso e in tanti altri settori della Pubblica Amministrazione - non solo valdostana naturalmente ma noi di questo ci occupiamo - si è già verificato.

A questo proposito, nel momento in cui si deve ripensare un modello, è bene sicuramente coinvolgere - e apprezzo lo spunto che è stato segnalato dall'Assessore -tutti i soggetti interessati e uno dei temi è proprio questo, perché pare invece che l'Unité des Communes Monte Emilius non abbia interpellato nessuno, soprattutto e sicuramente non le sigle sindacali. Io credo che invece, quando si prendono decisioni così importanti su dipendenti e quindi sulla creazione di un sistema così importante, non si possa prescindere dall'audizione e dal confronto con le forze sindacali. Questo quindi è già un tema importante di cui tenere conto ed evitare evidentemente, nel momento in cui si andrà a discutere di questo modello, di fare errori come questi.

Voglio rammentare - non è stato fatto da chi ha predisposto la risposta - che nel novembre del 2016, quindi non tantissimo tempo fa, tutte le forze sindacali insieme all'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali dell'epoca, era assessore Laurent Viérin, avevano sottoscritto un documento importante su quello che doveva essere l'indirizzo futuro di questi servizi e si facevano tante dichiarazioni di principio, un po' un libro dei sogni, però si facevano appunto delle considerazioni molto corrette sul fatto che il welfare valdostano dovesse essere improntato non soltanto agli aspetti economici e aziendali di un sistema ma proprio anche alla necessità di rendere un servizio il migliore possibile, quindi di ottimizzare il servizio e non sempre ottimizzare significa risparmiare o comunque spendere il meno possibile.

Questa visione credo che fosse una visione sicuramente giusta, si parlava di rinforzo di un'unica regia regionale, del mantenimento della gestione pubblica dei servizi attraverso un soggetto di diritto pubblico a valenza territoriale regionale, della salvaguardia per tutto il personale del comparto unico, della valorizzazione delle specificità professionali con percorsi formativi dedicati, insomma tutta una serie di punti sicuramente condivisibili, però abbiamo visto che probabilmente in questo momento c'è un leggerlo sbando, qualcuno va in una direzione, qualcuno va in un'altra e questo non potrà che essere negativo poi per lo sviluppo di quel modello che siamo tutti d'accordo di voler sviluppare ma che dovremmo già fin d'ora quindi prevenire fughe in avanti o comunque indietro a seconda dei punti di vista.

Direi quindi che è un tema estremamente importante, abbiamo visto quanto sia importante la salute, quanto sia importante a volte investire perché appunto qualche volta si risparmia qualcosa ma poi alla fine, nel lungo periodo in realtà si perde.

Abbiamo visto quanto sia importante per la società la salute pubblica che si traduce anche in ripercussioni sull'economia in generale, quindi stiamo molto attenti a quando ripensiamo ai modelli, teniamo ben presenti quei principi esplicitati in quel documento del 2016.