Objet du Conseil n. 372 du 24 février 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 372/XVI - Interpellanza: "Valutazione dei carichi di lavoro quale metodologia per la definizione delle risorse di personale da assegnare alle strutture dell'Azienda USL".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 33 Consiglieri possiamo riprendere i lavori pomeridiani. Siamo al punto n. 21 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione dell'interpellanza, la parola alla consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Considerato l'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 25 maggio del 2017, n. 75, che recita testualmente: "le amministrazioni pubbliche definiscono l'organizzazione degli uffici per le finalità indicate all'articolo 1, comma 1, adottando, in conformità al piano triennale dei fabbisogni di cui al comma 2, gli atti previsti dai rispettivi ordinamenti, previa informazione sindacale, ove prevista nei contratti collettivi nazionali. Allo scopo di ottimizzare l'impiego delle risorse pubbliche disponibili e perseguire obiettivi di performance organizzativa, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini, le amministrazioni pubbliche adottano il piano triennale dei fabbisogni di personale, in coerenza con la pianificazione pluriennale delle attività e della performance, nonché con le linee di indirizzo emanate ai sensi dell'articolo 6ter. Qualora siano individuate eccedenze di personale, si applica l'articolo 33. Nell'ambito del piano, le amministrazioni pubbliche curano l'ottimale distribuzione delle risorse umane attraverso la coordinata attuazione dei processi di mobilità e di reclutamento del personale, anche con riferimento alle unità di cui all'articolo 35, comma 2. Il piano triennale indica le risorse finanziarie destinate all'attuazione del piano, nei limiti delle risorse quantificate sulla base della spesa per il personale in servizio e di quelle connesse alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente. In sede di definizione del piano di cui al comma 2, ciascuna amministrazione indica la consistenza della dotazione organica e la sua eventuale rimodulazione in base ai fabbisogni programmati";
richiamata quindi l'interpellanza in data 26 aprile 2019, protocollo n. 147/2019, sullo stesso tema, in cui si riportava il contenuto del verbale del Collegio di direzione dell'Azienda USL Valle d'Aosta del 21 marzo 2019, e in particolare tale estratto: "Pescarmona comunica che la Giunta regionale ha deliberato in data 15 marzo l'atto di indirizzo per la predisposizione del piano triennale dei fabbisogni di personale dell'Azienda USL 2019-2021; la Direzione ha ottenuto, dopo vari incontri con l'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, di posticipare di due anni l'applicazione dei carichi di lavoro come metodologia per la definizione delle risorse da assegnare alle diverse strutture aziendali";
visto che i due anni sono trascorsi, si ritorna di nuovo sul tema e si interpella quindi la Giunta regionale per conoscere se intenda individuare nella valutazione dei carichi di lavoro una metodologia fondamentale per la definizione delle risorse da assegnare alle diverse strutture dell'Azienda USL.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Barmasse, ne ha facoltà.
Barmasse (UV) - Con riferimento all'oggetto dell'interpellanza, si precisa che le indicazioni regionali per la predisposizione del piano triennale dei fabbisogni del personale dell'Azienda USL della Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001, approvate con deliberazione della Giunta regionale n. 323 in data 15 marzo 2019, stabilirono la necessità che l'Azienda USL, ai fini della predisposizione del PTFP, intraprendesse un percorso che le consentisse di avviare ed effettuare un'analisi dell'organizzazione delle strutture e degli uffici correlata alla programmazione e agli obiettivi della propria attività, per accrescere l'efficienza e razionalizzare i costi e realizzare la migliore utilizzazione del personale, partendo prioritariamente da un'analisi degli input della produzione e utilizzando metodologie di standardizzazione dei bisogni quantitativi e qualitativi, anche previa individuazione di indicatori e parametri.
Tale percorso particolarmente complesso e delicato è opportuno che sia effettuato anche attraverso il supporto di qualificati esperti esterni, ovvero attraverso la collaborazione con le università. La citata DGR n. 323/2019 ha pertanto previsto una necessaria gradualità biennale di recepimento da parte dell'Azienda USL degli elementi di innovazione programmatoria introdotti dalla normativa nazionale. La gestione dell'intervenuta fase pandemica non ha consentito all'Azienda USL... la quale ha ovviamente concentrato la propria attività sulla gestione dell'emergenza sanitaria, non potendo quindi al contempo concentrarsi su una programmazione a medio-lungo termine dei servizi e del personale a essi dedicato, né a livello ospedaliero, né territoriale, di procedere con l'avviata attività di analisi a livello delle singole strutture e con la formalizzazione di collaborazioni con esperti e università per la definizione di metodologie standardizzate.
Evidenziando che la definizione di detti strumenti programmatori rimane una priorità ai fini di un'individuazione e razionalizzazione efficace ed efficiente del fabbisogno di personale e dell'organizzazione delle strutture, percorso che l'Azienda USL riavvierà appena la fase emergenziale lo renderà possibile, si informa che l'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, il cosiddetto "decreto Milleproroghe", ha posticipato al 2022 l'adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale degli enti del servizio sanitario nazionale.
Fatta questa doverosa premessa, si rappresenta quanto segue al fine di rendere evidenti le attività in tal senso già intraprese dall'Azienda USL. La Direzione medica di presidio ha svolto una prima analisi sui carichi di lavoro del personale sanitario basandosi su due diverse metodologie oggettive di calcolo: la prima sul metodo di calcolo del fabbisogno di personale ospedaliero in fase di sperimentazione da parte del Ministero della salute con la collaborazione della Regione Piemonte, la seconda sul metodo di calcolo del fabbisogno di personale ospedaliero proposto dal gruppo di lavoro ristretto delle Regioni Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Puglia, approvato dalla Commissione salute in data 20 dicembre 2017. I due metodi presentano tra di loro delle importanti differenze con riferimento all'approccio strutturale e agli indici proposti ed entrambi hanno avuto applicazioni solo sperimentali. In particolare la carenza di riferimenti bibliografici anche nazionali ne evidenzia il carattere innovativo con i limiti e le potenzialità correlate.
La relazione finale sui carichi di lavoro dei dirigenti sanitari, medici e ospedalieri, predisposta dalla Direzione medica di presidio, mette in evidenzia le criticità e i limiti di questi metodi ancora poco rodati per realtà complesse come quelle ospedaliere. Naturalmente tale analisi deve essere verificata e confrontata attentamente con i singoli responsabili, tenendo conto delle variabili specifiche di ogni singola realtà. La SSD SITRA ha già in essere il sistema di valutazione MAP, cioè "Metodo Assistenziale Professionalizzante", riconosciuto a livello nazionale e utilizzato a livello aziendale per la definizione dei carichi di lavoro del personale del comparto sanitario e tecnico-sanitario.
Con riguardo invece al personale amministrativo, non vi sono al momento delle metodologie di calcolo di fabbisogno di personale dettate a livello ministeriale e aventi carattere di uniformità e omogeneità. La SC Sviluppo delle risorse umane, formazione e relazione sindacali ha individuato in questa prima fase un iter procedimentale da seguire, che si sviluppa in più fasi: la prima delle quali prevede la costruzione di una mappa comprensiva a livello macro dell'attività dell'area tecnico-amministrativa, in modo da stabilire una base di analisi comune, individuando le relazioni in termini di input e output tra le strutture dell'azienda, le risorse assegnate alle attività dei diversi processi, le attività primarie e secondarie o a scarso valore aggiunto, per definire attività strategiche scarsamente presidiate e il carico di lavoro delle strutture in base a parametri oggettivi.
La seconda fase, più delicata e complessa, riguarda invece la scelta della metodologia di parametrazione del modello quantitativo da valutare nell'ottica di definire il dimensionamento negli organici da realizzarsi, eventualmente attraverso la collaborazione con società specializzate nel settore o attraverso convenzioni con le università.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.
Spelgatti (LEGA VDA) - La risposta è esattamente il "copia incolla" nella prima parte della risposta che mi era stata data nel 2019, ma proprio un "copia incolla", perché me l'ero andata a leggere prima di riproporre di nuovo questa iniziativa e sono passati due anni. L'emergenza Covid certamente, ma l'emergenza Covid è subentrata, per cui all'epoca, visto e considerato che non si faceva il lavoro e lo si rimandava di due anni, si sarebbe dovuti partire immediatamente, cosa che non è stata fatta. Allora il concetto è questo: se noi vogliamo veramente risolvere i problemi della sanità, bisogna avere un'ottica chiaramente di lungo periodo, ma in un'ottica di lungo periodo bisogna capire esattamente dove bisogna andare per la sanità. Per far questo, non è che le decisioni si possono prendere così, bisogna partire - e questo lo dico da quando ero Presidente - e bisogna avere un'idea chiara esattamente dei dati attuali. Bisogna quindi avere una fotografia chiara di tutta la situazione attuale, bisogna capire dove poi si deve andare, che cosa bisogna tagliare, che cosa bisogna implementare e dove bisogna fare delle convenzioni con altre Regioni e bisogna fare delle scelte importanti. Per fare queste scelte importanti, la politica deve avere dei supporti che non possono essere semplicemente chi già lavora e chi ha condotto la sanità fino ad oggi, ci vogliono degli enti esterni, com'è stato citato nella risposta del 2019 e come lei mi ha citato adesso. Ci sono cioè delle società specializzate esterne - non guardiamo il discorso università che è ancora un altro paio di maniche - ma società che si occupano di ristrutturazione di ASL; loro arrivano - chiaramente ci sono dei bandi pubblici - e analizzano tutti i dati e ristrutturano con risultati decisamente soddisfacenti - lo abbiamo visto in Italia - e controllano, guardano loro. Non è la politica che interviene, non è... la politica poi fa delle scelte sulla base dei dati e delle soluzioni proposte dai tecnici, però ci vogliono veramente soltanto dei soggetti che facciano questo di mestiere: ristrutturazioni di ASL. Se non abbiamo questo, quindi se non si parte dai dati, se non si capisce in ogni reparto cosa funziona e cosa non funziona, cosa è sovradimensionato, cosa è sottodimensionato, appunto che cosa bisogna tagliare, che cosa bisogna implementare... dati alla mano, la politica prende le decisioni così, e infatti fin adesso la sanità non ha funzionato perché sostanzialmente poi si fa politica, purtroppo, e direttamente nell'azienda, quindi questa è la cosa più terrificante, perché se già è terrificante in qualsiasi ambito, figurarsi nell'ambito sanitario dove poi si gioca sulla pelle dei cittadini, quindi questo è il discorso. Il discorso è: fin quando non si parte con questi bandi e non si fa fare questo tipo di lavoro, non si arriverà mai da nessuna parte.
Torniamo a monte, nel momento in cui si fanno poi le scelte, si va avanti con l'ampliamento dell'ospedale oppure si fa un ospedale nuovo, visto che in Valle d'Aosta lo sport ormai consolidato è quello delle grandi opere che poi si rivelano un disastro - l'aeroporto che poi non funziona più, il trenino di Cogne che poi non funziona e quant'altro -, e ne abbiamo tantissimi di esempi di questo tipo, allora magari, prima di decidere di nuovo il contenitore, tra l'altro, sulla base di progetti del 2011, 2012... sono partiti il 14 le modifiche, eccetera, forse bisognerebbe un attimo fermarsi, dire: "ma di che cosa abbiamo bisogno?" e dirlo facendocelo dire, perché nessuno di noi è un tuttologo, nessuno di noi ha le competenze e magari qualcuno ha bisogno di appoggiarsi agli specialisti per poter capire veramente di che cosa può aver bisogno la sanità, anche perché poi, quando si fa quella scelta, ce la teniamo per i prossimi cinquant'anni. Prima di decidere, prima di scegliere, quindi bisognerebbe un attimo ragionarci.