Objet du Conseil n. 369 du 24 février 2021 - Resoconto
OBJET N° 369/XVI - Question : "Informations sur la situation du dossier de candidature des "Alpes Walser" à patrimoine culturel immatériel au sein de l'UNESCO".
Sammaritani (Presidente) - Passiamo alla trattazione del punto 18 all'ordine del giorno. La parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (PCP) - Grazie ai consiglieri Aggravi e Lavy che mi hanno dato modo di approfondire e di ricostruire fatti sui quali non avevo informazioni puntuali e precise. Una ricostruzione che peraltro non è stata nemmeno facilissima, perché si perde abbastanza negli anni, quindi cercherò di dare degli elementi. Tra l'altro chiederei anche al collega Caveri se al termine della mia esposizione, se resta un po' di tempo, essendo lui memoria storica su questo specifico tema, se potrà magari completare con delle altre informazioni in suo possesso.
Rispetto alla prima domanda: si les bureaux régionaux sont en train de suivre nos dossiers de candidature des alpes Walser à patrimoine culturel et immatériel au sein de l'UNESCO. L'idea di candidare il patrimonio culturale Walser a patrimonio mondiale dell'UNESCO è nata nel 2002, nel corso di un convegno svoltosi a Macugnaga, a seguito del quale i Comuni interessati avevano approvato uno specifico atto. Negli anni successivi la proposta era poi stata abbastanza accantonata, per riemergere poi con un nuovo interesse negli anni 2016/2017 e da allora ha avuto una evoluzione che ha portato proprio di recente all'individuazione del percorso da seguire.
Nel 2019 le comunità Walser non avevano ancora una visione unitaria. Negli incontri tra i rappresentanti delle comunità italiane era infatti emerso un diverso interesse sulla tipologia di patrimonio culturale da candidare, preferendo alcuni quello materiale e altri quello immateriale. In merito le comunità valdostane propendevano per il riconoscimento del patrimonio materiale, a differenza di quelle piemontesi, in particolar modo quelle delle Valli dell'Ossola, orientate più per il patrimonio immateriale, temendo, credo, che l'attenzione per le testimonianze tangibili, come per esempio gli insediamenti e le architetture, potesse generare la proliferazione di vincoli; questo è un retropensiero, non so se fosse veramente questa l'idea.
Inoltre, come riportato allora dal sindaco di Issime Christian Linty, a nome della delegazione delle comunità Walser valdostane, sarebbe stato opportuno dare all'iniziativa un respiro più internazionale, coinvolgendo anche le comunità del lato nord delle Alpi, in particolare del Vallese. Di conseguenza è stata coinvolta la Internationale Vereinigung für Walsertum, l'associazione internazionale delle comunità Walser, che si è proposta di fare da collettore e punto di riferimento.
In considerazione della complessità e dei tempi lunghi degli iter delle candidature, tenuto anche conto dei suggerimenti di esperti nell'ambito delle candidature UNESCO, le comunità hanno optato per la candidatura nella sezione "Buone pratiche di salvaguardia" facendo capo al patrimonio immateriale. Si tratta di una sezione relativamente recente introdotta nel 2009, che ha come requisito fondamentale quello della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale a livello regionale e subregionale o internazionale. L'elemento fondamentale per la candidatura risiede nel fatto che tutto l'iter deve originare dalle associazioni. L'Italia sarà la nazione capofila, ciascuna associazione partecipa con propri finanziamenti e la Internationale Vereinigung für Walsertum fa proprio da cappello a tutte le comunità Walser dei paesi interessati. Si tratta a tutti gli effetti di un percorso transnazionale che, senza dubbio, darà valore e peso alla candidatura. Partecipano Italia, Francia, Svizzera e Austria.
Allo stato attuale le riunioni mi risulta siano in corso, i documenti propedeutici all'iscrizione della candidatura, la tentative list, sono in corso di elaborazione, ma in fase ancora poco più che embrionale. È necessario, mi dicono, che la richiesta di appartenenza al patrimonio UNESCO sia frutto, come le dicevo prima, di un processo dal basso e quindi deve essere portato avanti dalle comunità che poi dovranno conservare e vivere quell'appartenenza. Se sarà utile e richiesto un nuovo coinvolgimento dell'Amministrazione regionale, l'Assessorato si dichiara assolutamente disponibile a mettere a disposizione le proprie forze. Tra l'altro, all'interno dell'Assessorato vi sono diverse persone che sono molto sensibili all'argomento e allo specifico tema della valorizzazione proprio della lingua Walser e della relativa comunità.
Senz'altro la presenza di comunità Walser nelle Alpi ha una sua grande valenza e unicità e il suo riconoscimento va sostenuto. Per quanto riguarda le comunità valdostane l'Assessorato, anche quest'anno, ha destinato somme a sostegno delle attività del Walser Kulturzentrum che ha sede a Gressoney-Saint-Jean e per l'Associazione Augusta Issime, associazioni che si prodigano con costanza nella valorizzazione della specificità etnolinguistica, con attività di studio, coinvolgimento della popolazione, mantenimento delle tradizioni locali e dei contatti con le altre comunità Walser; tra l'altro prima avete citato l'Associazione Augusta, associazione di cui è stato tra i fondatori anche don Busso.
La seconda domanda: le niveau des pourparlers sur le thème avec le Canton du Valais et les autres représentants des communautés Walser d'Europe. Come detto prima, è l'associazione internazionale delle comunità Walser, che peraltro ha la sede proprio nel Cantone Vallese a Briga, a tenere i rapporti tra le varie realtà. I pourparler si sono concretizzati nell'affidare all'associazione proprio il ruolo di collettore, come d'altronde era naturale che fosse, affinché il riconoscimento UNESCO sia condiviso da tutte le comunità Walser.
Chiederei al collega Caveri se ha qualcosa da aggiungere.
Presidente - Prima di passare la parola all'assessore Caveri, chiederei ai colleghi di rispettare il silenzio nel rispetto di chi interviene in aula, grazie. Per il completamento, la parola all'assessore Caveri.
Caveri (VdA Unie) - Io devo dire che c'ero a Macugnaga nel 2002 e questa idea del patrimonio UNESCO si sviluppò sull'onda di un vero e proprio riconoscimento della comunità Walser, che era cominciato nel 1993 con la modifica dello Statuto, con la norma vigente che è l'articolo 40bis del nostro Statuto. Poi successivamente il riconoscimento venne allargato con la legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche anche ai Walser delle valli piemontesi, che si trovavano nella bizzarra situazione di avere una situazione di riconoscimento inferiore ai Walser valdostani.
Devo dire che i tentativi concreti di riconoscimento nacquero e ci furono nel 2004, quando si presentò già al Governo italiano dell'epoca questa richiesta di patrimonio immateriale. A scrivere le giustificazioni storiche furono due fra i più grandi studiosi della comunità Walser, il purtroppo scomparso Luigi Zanzi e l'ancora attivissimo Enrico Rizzi. Naturalmente il dominus fu il professor Piero Giarda che, come sapete, è Ami de la Vallée d'Aoste ed è frequentatore di Alagna Valsesia.
Questo tentativo di essere patrimonio intangibile, o meglio, immateriale si scontrò effettivamente con qualche incomprensione fra le diverse comunità. La questione fu poi rilanciata in un convegno attorno al 2017, se ricordo bene a memoria, quando presentammo, c'ero anch'io in quell'occasione, nella sede dell'UNESCO di Roma questa proposta e ci fu un forte interessamento dell'ambasciatore Enrico Vicenti, che era segretario generale della Commissione nazionale italiana dell'UNESCO.
Mi pare di poter dire che oggi il problema lo si vede diversamente, come ha illustrato in maniera molto opportuna il collega Guichardaz, e cioè si ha a questo punto un respiro più internazionale. Questo renderà forse più complessa la procedura e il passaggio, ma in effetti i Walser hanno questo respiro lungo tutto l'arco alpino e quindi forse limitarsi come ab origine alla sola comunità sul versante sud delle Alpi e non gli altri Walser sarebbe stata una limitazione e quindi ritengo che, rifacendosi a quell'idea del 2002, oggi l'allargamento a tutte le stelle della bandiera Walser abbia un significato interessante e profondo.
Presidente - Per la replica la parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Merci des rapports disons plus historiques que d'actualité des deux assesseurs. Cette question fait suite à deux évènements. Le premier c'est celui des déclarations de l'ancien assesseur à la culture de mars 2019, qui avait dit à ce Conseil du fait qu'on avait des pourparlers avec le Canton du Valais. Bon, je comprends que le siège de l'Association internationale des Walser soit à Brigue, mais probablement les pourparlers étaient vraiment des pourparlers. De l'autre côté, un accès au dossier qu'on a fait : justement l'Assessorat aux biens culturels nous dit qu'on n'a pas aujourd'hui de la documentation et même pas des communications, des lettres pour ce qui est de la candidature au sein de l'UNESCO. On le comprend pour le fait que le chef, le leader qu'ira représenter cette candidature, comme l'a dit l'assesseur Guichardaz, c'est l'association et puis, justement, on a les partenaires qui sont les états et les associations.
Je crois que, sans doute, comme l'a dit l'assesseur Caveri, c'est très important d'avoir un relief du point de vue international, pour le fait que c'est un patrimoine des Alpes, au-delà de l'UNESCO, celui du peuple Walser. Mais j'ai un peu peur que les choses qui restent un peu trop en général risquent de se perdre. Donc, au-delà des invitations que les associations et le centre peuvent faire à l'assessorat, j'invite l'Assesseur à se faire porte-parole de cette requête et de donner tout l'appui possible à un pas très important.
On a maintenant à l'échelon de l'UNESCO la candidature du Mont Blanc. Je crois qu'avoir une reconnaissance de ce qui est l'autre côté de la Vallée d'Aoste, donc des Alpes germanophones, soit très important surtout pour les rapports avec la Suisse, très proche, mais aussi pour un discours disons de montagne, surtout dans une période où la montagne a un lobby moins puissant de celle de la mer ; même pour ne perdre pas celui qui est un patrimoine très important et qui risque, dans l'évolution de la société moderne, de se perdre. C'est justement, comme on l'a dit plusieurs fois, même le collègue Lavy l'a présenté plusieurs fois, le fait que le patrimoine Walser, au-delà qu'il soit matériel ou immatériel, risque de se perdre. Donc, je pense que ce dossier peut donner une importance en plus pour ce qui est d'une histoire très importante de la Vallée d'Aoste, mais aussi de tout le patrimoine des Alpes européennes.