Objet du Conseil n. 350 du 24 février 2021 - Resoconto
OBJET N° 350/XVI - Communications du Président du Conseil.
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 consiglieri, possiamo dare inizio ai lavori mattutini del Consiglio regionale. Punto 1 all'ordine del giorno.
In apertura tengo a ricordare che venerdì 26 febbraio, alle ore 16, celebreremo in quest'aula due importanti anniversari per la Valle d'Aosta: il 75° dell'Autonomia e il 73° dello Statuto speciale. L'evento sarà trasmesso in diretta sul sito internet del Consiglio e sulla televisione digitale, canale 15 TV Vallée.
A nome del Consiglio esprimo il cordoglio per la morte dell'Ambasciatore Luca Attanasio, del Carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo, morti in un agguato nella Repubblica Democratica del Congo nell'adempimento dei loro doveri professionali.
Oggi ricordiamo anche due sacerdoti scomparsi di recente, che hanno dato molto alla Valle d'Aosta e alla nostra comunità: don Ugo Busso e don Silvio Carlin.
Qualcuno vuole intervenire? La parola al consigliere Lavy.
Lavy (LEGA VDA) - C'est seulement pour faire un petit rappel de ces deux figures très importantes qui ont marqué quand même l'histoire de la Vallée d'Aoste. Deux prêtres militants, qui ont été très liés à leurs communautés : Don Busso et Don Silvio Carlin. Don Silvio Carlin qui a été un des piliers fondamentaux pour l'éducation de nos jeunes en tant que directeur du centre Don Bosco et son attitude morale nous manquera je crois.
Don Ugo Busso invece è una figura leggermente diversa, è una figura importante allo stesso modo. Nato a Éischeme [trad. walser: Issime], poi diventato parroco di Gignod, una figura che è stata fondamentale per la salvaguardia dell'identità walser, per il suo Vallone di San Grato, per il töitschu ed è stato uno dei fondatori dell'Associazione culturale Augusta. Una figura che mancherà molto alla Valle d'Aosta e credo sia giusto ricordarla con una frase, o almeno una parte, un estratto di un intervento che fece, che credo rappresenti molto bene la sua figura: "Dass die besten wuezeln nicht trocknen, aber sie spritzen und bluhen, was ieder noch in einem walserland", "Che le migliori radici non secchino ma che lascino germogliare e fiorire ciò che tutti vorrebbero ancora trovare in un paese Walser. Wol vergelzgott hier Ugo. [trad. walser: Grazie don Ugo]
Presidente - Presidente della Regione Lavevaz ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Mi associo anch'io al ricordo di don Ugo Busso che è stato uno dei volti più noti e vicini del clero valdostano. Il suo servizio come parroco e come uomo è stato improntato sull'attenzione verso l'altro e verso le debolezze di ognuno. Le sue forti radici, come ha ricordato bene il collega Lavy, ne hanno fatto un rappresentante forte della cultura Walser ovunque. La sua parola è stata quella dell'attenzione agli ultimi, a chi più aveva bisogno di supporto e di amicizia.
Pochi giorni fa poi, come è stato ricordato dal Presidente, è scomparso don Silvio Carlin che ricordiamo per il grande spessore umano e culturale. Ho avuto modo di incontrarlo due anni fa quando era ancora a Castelnuovo Don Bosco e chiacchierando mi manifestava la sua volontà di rientrare in Valle d'Aosta, in particolare con i suoi salesiani di Châtillon, perché gli mancava il rapporto con i ragazzi.
La sua vita è stata dedicata al mondo della scuola, al mondo dei salesiani, ed ha accompagnato tante generazioni di nostri ragazzi, di ragazzi valdostani che sono poi diventati donne, uomini, cristiani. Don Carlin è stato un riferimento per la nostra comunità e per tantissimi studenti. Su questo vorrei ricordare in questi giorni, in particolare dopo la sua scomparsa, i tanti segni di vicinanza umana da parte di ragazzi molto giovani che mi hanno in qualche modo molto colpito, anche sui diversi social. Questo è un segno della sua profonda vicinanza e sincera vicinanza verso i ragazzi che seguiva al don Bosco. Per lui la sua formazione culturale è sempre andata di pari passo al lavoro per permettere la nascita di cristiani, come ho detto, e di cittadini accompagnati da un forte senso di appartenenza e un forte senso morale.
Mi unisco infine al cordoglio espresso dal presidente Bertin per Luca Anastasio, ambasciatore italiano in Congo, e Vittorio Iacovacci, carabiniere della sua scorta, uccisi insieme all'autista del convoglio. La loro morte ci colpisce, perché in loro si identifica una generazione chiamata ad affrontare sfide nuove in tutto il mondo, coniugando l'eredità del passato con la costruzione di nuove realtà. Morire a quell'età, rappresentando le istituzioni italiane, non è solo un drammatico simbolo di dedizione al proprio ruolo, è anche un segno di quanto ciascuno di noi possa mettere in gioco di sé per perseguire i propri ideali. Alle loro famiglie va la nostra vicinanza, insieme all'impegno di trarre insegnamento dal loro sacrificio.
Presidente - Assessore Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Un ricordo anche da parte mia di don Busso, che è stato un prete speciale per tutta la Valle d'Aosta e per la Valle del Lys da cui provengo. È stato un prete speciale per la sua lunga attività pastorale come parroco di Gignod, per le opere caritative, per le sue solide radici walser ma anche per la sua cultura, per la sua umanità e per la sua fine ironia.
Don Busso è stato anche un educatore e un grande educatore civico. In quanto responsabile della Diocesi per la gioventù cattolica alla fine degli anni '60 e negli anni '70, ha dato vita a movimenti importanti come Gioventù Studentesca e Gioventù Lavoratori, che hanno coinvolto moltissimi giovani e hanno sviluppato una vasta azione nelle scuole e nei luoghi del lavoro.
I valori di don Busso erano quelli del principio comunitario, dell'impegno a fianco dei più poveri e dei più bisognosi. La sua lettura e la sua illustrazione del Vangelo sono sempre state, per chi ha avuto modo di ascoltarlo e di seguirlo, uno squarcio di luce, un messaggio illuminante e un incitamento a ben operare. E di questo anche a livello personale gli sono riconoscente.
Ricordo brevemente anche Don Carlin, in particolare la sua azione di accompagnamento dei giovani. Ho avuto modo di conoscerlo, sia in quanto vicina alla comunità salesiana, perché sono nipote di un sacerdote salesiano, sia come insegnante che per molto tempo ha accompagnato al Don Bosco di Châtillon tanti ragazzi che hanno potuto imparare in un istituto professionale di qualità, che lui ha saputo dirigere con grande competenza.
Presidente - Propongo un minuto di silenzio in loro ricordo.
L'Aula osserva un minuto di silenzio.
Presidente - Vi comunico che l'11 febbraio è stato depositato il disegno di legge che riguarda le misure di prevenzione e di intervento concernenti il lupo. L'atto è stato assegnato alla III Commissione.
Sono poi state presentate due petizioni: la prima il 13 febbraio sottoscritta on line da 585 cittadini e promossa dal Comitato ValléeSanté che contiene il Progetto "Salute 2030: tre frasi per una sanità valdostana, moderna ed efficiente". La seconda depositata il 17 febbraio è stata promossa dal Coordinamento giovanile valdostano e sottoscritta on line da 15 mila cittadini e riguarda la creazione di aule studio nella città di Aosta.