Objet du Conseil n. 351 du 24 février 2021 - Resoconto
OBJET N° 351/XVI - Communications du Président de la Région.
Bertin (Presidente) - Possiamo passare al punto 2 dell'ordine del giorno. Presidente Lavevaz, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Vi aggiorno sulle ultime interlocuzioni avvenute la settimana scorsa. Sabato sera si è tenuta una riunione della Conferenza delle Regioni per preparare un documento da presentare nella prima riunione utile della Conferenza Stato-Regioni, la cui convocazione era già stata sollecitata subito dopo il voto di fiducia al Governo, avvenuta qualche ora prima, dal presidente Bonaccini. Una riunione dalla quale, oltre al lungo confronto sulla situazione preoccupante della diffusione della variante inglese e delle altre varianti, in particolare in alcune regioni del centro Italia, si è sintetizzato un documento nel quale sono state rimesse in evidenza le richieste delle Regioni al nuovo Governo, che vi sintetizzo.
Le Regioni ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Il meccanismo sta andando troppo a rilento e questo non per disguidi organizzativi, carenze di personale e strutture o, in questa fase, per indisponibilità della popolazione. Il problema adesso risiede nell'approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo. Spetta quindi al Governo impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato.
Al fine di garantire poi certezza al paese sulle misure che investono le attività economiche e la vita dei cittadini, è necessario rivedere la tempistica per l'adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze. Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese dei diversi territori regionali.
Occorre altresì poter procedere a una programmazione delle attività, anche attraverso una diversa organizzazione dell'esame dei dati della cabina di regia, delle ordinanze e della relativa decorrenza. Si ritiene indispensabile procedere a una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture.
Il presupposto per assumere decisioni valide è individuare una strategia che si fondi su elaborazioni oggettive tecnico-scientifiche, sulla base delle quali poi la politica si assumerà la responsabilità della decisione. Si possono prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti sulla base dei risultati di un'analisi oggettiva condotta dal CTS e dall'Istituto Superiore di Sanità.
Le limitazioni generali e quelle specifiche dovrebbero in ogni caso tener conto dell'analisi dell'esperienza sin qui condotta valutando le restrizioni che si sono rilevate più o meno efficaci, al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare e quali invece possono essere riaperte, valutando in questo caso - ove necessario - anche i protocolli aggiornati. Tale soluzione risulta essenziale e opportuna, in quanto alcune attività risultano totalmente chiuse da diversi mesi e il prolungarsi di tale situazione risulterebbe esiziale per le stesse. In ogni caso è necessario che i nuovi e più snelli meccanismi vedano una definizione più chiara da parte del CTS e dell'Istituto Superiore di Sanità.
È stato poi richiesto che in via strutturale lo stesso provvedimento che introduce restrizioni particolari per il singolo territorio deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento.
È necessario inoltre condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti, sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale.
In questo contesto appare assolutamente necessario procedere a un chiarimento sulle competenze statali e regionali, al fine di allineare la tempistica e relativa efficacia.
Infine, nel quadro della situazione epidemiologica generale territoriale sarebbe necessario qualificare l'attività scolastica e universitaria al pari delle altre attività con un'apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del contagio delle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento.
Occorre in ogni caso implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica.
Domenica sera poi si è svolto un primo incontro con il ministro Gelmini, convocato in vista della prima riunione del Consiglio dei ministri di lunedì mattina, in cui sostanzialmente si è preso atto della volontà di prorogare il divieto di spostamento tra le regioni fino al 27 marzo.
Abbiamo infine richiesto come Regione un incontro urgente e specifico con il presidente Draghi sul Recovery Plan, oltre che per discutere delle richieste espresse nel documento che vi ho appena esposto in previsione del nuovo Dpcm del prossimo 5 marzo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo chiedere al presidente Lavevaz, rispetto al compte rendu che ci ha fatto sugli incontri con le Regioni, se, visto che l'abbiamo letto in parte dalla stampa, è stata avanzata una proposta da parte di alcuni governatori e se è stata fatta propria da tutte le Regioni, oppure no, la proposta di valutare anche aperture serali per quella che riguarda la ristorazione o comunque la scelta tra la sera e la mattina. Quindi volevo capire quale era stata la reazione da parte dell'insieme delle Regioni e poi, visto che ha citato l'incontro con il ministro Gelmini, se ci sono novità riguardo al futuro della nostra Commissione paritetica.
Presidente - Altri intendono intervenire? Se non vi sono altre richieste, passo la parola al presidente Lavevaz.
Lavevaz (UV) - Ringrazio il collega Aggravi per la domanda che permette di far chiarezza anche su questo punto. In effetti è una questione che è stata lungamente dibattuta non solo nelle ultime sedute, ma in realtà già nelle lunghe riunioni della Conferenza delle Regioni che abbiamo fatto in preparazione degli Dpcm delle feste natalizie e soprattutto quello dopo, in cui una richiesta, diciamo la parte tecnica, in particolare al Comitato Tecnico Scientifico di una valutazione dell'opportunità di aprire in particolare l'attività di ristorazione sulla sera, dovesse essere fatta, perché siamo tutti d'accordo che non sia più pericoloso mangiare al ristorante la sera piuttosto che a pranzo.
La logica ovviamente del CTS è che bisogna cercare di limitare tutti gli spostamenti laddove non siano strettamente necessari. Quindi non si vede l'attività di ristorazione come dovrebbe essere, secondo me, come una delle attività lavorative che deve ripartire, delle attività economiche che deve ripartire, ma come un qualcosa che la sera è un surplus, nel senso che uno va al ristorante per farsi la passeggiata, invece ovviamente a pranzo il ristorante serve perché la gente lavora. Questa è un pochettino la logica che si è portata avanti.
La richiesta da parte delle Regioni di una valutazione corretta è in questo senso. L'ho sintetizzata in maniera molto veloce, ma quando si parlava di rivedere quello che è avvenuto in queste settimane, l'effettiva utilità dei protocolli, dell'utilità ovviamente dal punto di vista sanitario, ci si riferiva proprio a questo durante la discussione, quindi in particolare ai ristoranti piuttosto che ad altri tipi di attività che hanno avuto una chiusura; ad esempio quello delle palestre, eccetera, che invece con protocolli specifici possono essere probabilmente, come in parte abbiamo fatto qua, aperti con gradualità, almeno. Quindi questo assolutamente sì.
Sulla questione della Commissione paritetica credo che chiederò un incontro con la ministra Gelmini possibilmente la prossima settimana. Ci siamo sentiti a inizio settimana anche con riguardo alla legge 11 e quindi la prossima settimana faremo, probabilmente appena la Ministra mi darà la disponibilità, un incontro per fare il punto sulle diverse questioni aperte, fra le altre non meno importanti anche le questioni dei rapporti economici con lo Stato, anche in riferimento alla situazione epidemiologica.