Objet du Conseil n. 332 du 11 février 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 332/XVI - Interpellanza: "Strategie di governo sul futuro di CVA SpA".
Bertin (Presidente) - Punto 36 all'ordine del giorno. Consigliere Aggravi per l'illustrazione, le passo la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza nasceva in un momento in cui ci si aspettavano delle novità e infatti alcuni dei quesiti guardano più verso il futuro, perché a oggi non ci sono ancora certezze, in particolare riguardo alla formazione del nuovo Governo nazionale. L'interpellanza ricorda, come è già successo in precedenza, quanto forse già nel primo Consiglio avevo presentato in una iniziativa e poi altri colleghi di opposizione che chiedevano lumi rispetto a quanto scritto oggi sul programma di legislatura da voi depositato. In particolare, il presente testo invece si concentra su quelle che erano state le dichiarazioni del senatore a seguito del voto di fiducia del compianto Governo Conte bis, con riferimento appunto alle richieste che erano state fatte al Ministro Gualtieri riguardo alla Legge Madia, in particolare le dichiarazioni per la quale si diceva che "si tratterebbe di consentirgli di muoversi sul mercato per gestire il suo potenziale economico e finanziario; ora questa società è un gigante imbrigliato con grosse corde che non le consentono di muoversi".
Noi sappiamo, per chi viene dalla travagliata legislatura scorsa, che questo Consiglio ha ampiamente discusso questo tema, parlo delle briglie in particolare, sia in Commissione, sia nella famosa Commissione speciale, sia in un Consiglio tematico dove si era largamente discusso di quelli che potevano essere gli scenari possibili per la società e soprattutto, direi purtroppo, quello che non è stato fatto all'epoca, ovvero la puntuale valutazione di scenari sulla base dei quali poi poter prendere delle decisioni.
L'interpellanza chiede se a seguito delle dichiarazioni del senatore vi siano state delle interlocuzioni tra il Ministero e la Regione, volte alla concretizzazione delle modifiche prospettate. Al di là delle vicende del nuovo Governo io penso che sia importante questo aspetto, perché come si è inteso dalle dichiarazioni del senatore e come sta un po' ai desiderata di vari tentativi che sono stati fatti anche dal Governo di cui facevo parte, quello ovvero di riaprire la famosa finestra dei bond quotati, che all'epoca fu patrimonio soltanto di alcuni operatori e purtroppo ovviamente CVA non riuscì a ricorrere in tempo a questa possibilità per fuggire dalle briglie della Madia, o eventualmente anche quella - anche se è molto più complessa - riguardo all'eventuale prolungamento delle concessioni conto investimenti, il famoso revamping, che però meriterebbe una modifica forse addirittura europea più che nazionale.
Il secondo, che secondo me è il quesito centrale, è quello che chiede quali siano le strategie del Governo regionale a fronte di tali modifiche che si intendono portare avanti per il futuro della società. Penso che mi risponderà l'assessore Caveri, mi auguro che faccia meno slalom rispetto alla volta scorsa e sia più una discesa libera: abbia coraggio e ci dica un po' di più. Anche perché il terzo quesito, che riguarda quale sia lo stato di avanzamento delle attività funzionali alla definizione della norma di attuazione inerente all'assegnazione delle concessioni in scadenza, oggi penso che possa essere abbuonato, perché non c'è la Commissione paritetica attiva, non sappiamo quale sarà la formazione del Governo centrale e soprattutto chi se ne occuperà. Quindi in realtà qua è più legato a un libro dei sogni, un po' come quello che avete scritto nel programma, me lo si perdoni, però il fatto di andare di nuovo a non suddividere le due situazioni, ovvero la gestione delle concessioni e quello che è invece il gestore delle concessioni, è una sorta di maquillage che piace tanto ai nostri amici green, ma che in realtà non sta in piedi dal punto di vista normativo.
Io quello che poi vorrei capire meglio, legato al punto 1 e al punto 2, è questo: nel frattempo rispetto alla presentazione di questa interpellanza c'è stata la presentazione del piano strategico della società, del quale io non vado sicuramente in questa sede a discutere, anche perché sono questioni delicate che è giusto che rimangano comunque legate a un una sorta di segreto aziendale per alcuni dettagli. Ma io mi chiedo una cosa: io ho sentito, forse sarà l'impeto giornalistico e la sorpresa, sono contento che molti si siano innamorati dell'idrogeno, perché quando ne parlammo nel 2019 in questa aula qualcuno rideva anche, oggi invece siamo un po' più tutti contenti, perché abbiamo capito che soprattutto l'idrogeno verde può essere una grande possibilità per la Valle d'Aosta, all'epoca sappiamo come succede quando si è i primi a dire certe cose spesso ci si prende per matti, ma poi dopo invece le cose sono diverse. Io mi auguro che al di là del rapporto con un grande operatore nazionale ci possa anche essere una filiera diciamo locale per quello che riguarda l'idrogeno.
Ma quello che voglio dire è che da un lato noi andiamo a parlare di briglie che limitano il muoversi e l'operatività di CVA, l'altra parte facciamo grandi proclami riguardo al futuro di questa società. Allora io vorrei capire, posto il fatto che per tutti penso che CVA sia uno degli asset, se non il più importante, della Regione, non tanto dal punto di vista del valore economico, ma soprattutto delle sue potenzialità. Però delle due l'una: o ci sono delle briglie, oppure non ci sono delle briglie, perché altrimenti di che cosa parliamo? Io penso che le briglie ci siano eccome, perché le abbiamo viste direttamente e capisco anche che ci sia, meno male, una strategia volta alla diversificazione rispetto all'attività che oggi si fa, perché la più grande forza che oggi ha CVA è anche un po' la debolezza, cioè l'idroelettrico è importante, è una forza ma è una business unit, le altre sono ancora piccole; lo sappiamo, perché per noi CVA è un grande operatore, però per il mercato in realtà è un operatore comunque di rilievo ma di nicchia.
Io vorrei un attimo capire, puntando il discorso sulle strategie della società, che cosa intendete. Io mi auguro e spero che non ci sia il solito rimando a "aspettiamo e vediamo con la paritetica", perché altrimenti capirei che la risposta è non una risposta. Volevo capire anche il tenore delle prospettive di quelli che io ho chiamato un po' provocatoriamente proclami, perché o è cambiato qualcosa tra la scorsa legislatura e questa, oppure sono degli auspici ma i problemi restano.
Presidente - Per la risposta l'assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (VdA Unie) - Cercherò di non esaltare le mie doti di slalomista, anche perché per adesso non si può andare a sciare e speriamo dai prossimi giorni di poterci esibire sulle piste.
È del tutto evidente che una premessa è necessaria, d'altra parte lei stesso nell'illustrazione ha aggiunto degli elementi che sono utili più che per le risposte che le fornirò anche per una riflessione che mi permetto di fare in premessa. È del tutto evidente come l'idroelettrico e l'energia siano un tema di grandissima attualità: basta guardare le previsioni, i piani, i progetti, le progettualità dell'Unione Europea nei prossimi anni per dire che in fondo CVA è nel posto giusto nel momento giusto. Però è vero - come lei sottolineava - che il quadro generale di una società come questa si debba rifare alla legislazione, cioè a quei pali, paletti, impedimenti, difficoltà che in generale hanno agito fin dall'inizio della storia dell'idroelettrico in Valle d'Aosta in senso talvolta negativo e talvolta positivo.
Se noi pensiamo al fatto del grande entusiasmo che i padri costituenti della Valle d'Aosta avevano nel momento in cui riuscirono a inserire delle norme molto importanti nello Statuto di autonomia e poi si ritrovarono all'inizio degli anni Sessanta con una decisione della Corte costituzionale che di fatto spogliò la Valle d'Aosta delle proprie competenze in materia di idroelettrico nell'epoca della nazionalizzazione. Si è dovuto aspettare la famosa legge Bersani per consentire una riappropriazione di questi beni, grazie soprattutto alla scelta, con una direttiva comunitaria, di liberalizzazione del settore elettrico. Non è per esibirsi in una digressione di tipo storico che dico questo, ma perché come lei ha opportunamente sottolineato il nostro gioiello di famiglia è però in questo momento in difficoltà ed è un bene avere piani di sviluppo che prevedono comunque scenari anche alternativi a seconda delle cose che potranno capitare.
Per quel che riguarda l'interlocuzione con il Governo, mi sono permesso di aggiornare le notizie, quindi la conferma che il senatore Lanièce ha riproposto e riaggiornato al Presidente incaricato, in vista della grossa coalizione che nascerà nelle prossime settimane, la questione della legge Madia e delle storture che oggi pesano come un handicap nello sviluppo della società. Lo sviluppo della società - ci tengo a ribadire perché credo che su questo tema ci sia un accordo generale - che non potrà riguardare, come lei diceva opportunamente alla fine del suo intervento, solamente l'idroelettrico ma in generale le fonti alternative, il green, tutte quelle acquisizioni di energie rinnovabili che oggi sono uno dei cardini del futuro, e fra queste, ha fatto bene a ricordarlo, c'è anche l'idrogeno perché noi abbiamo, grazie proprio alla presenza delle centrali idroelettriche, un fortissimo valore aggiunto nella possibile concretizzazione di impianti di idrogeno che potrebbero essere la nuova energia idroelettrica per il futuro della nostra Valle.
Le interlocuzioni che ci sono state sono state serie. È vero che in quel momento la posizione di vantaggio della Valle d'Aosta era il voto decisivo del senatore Lanièce, però devo dire che, avendo anche collaborato con il senatore nella scrittura delle norme sottoposte a livello ministeriale nei diversi incontri, in particolare nella fase di scrittura conclusiva con il nostro ufficio legislativo, questo norme ci sono e sono pronte per essere inserite nell'unico strumento forte che dovrebbe arrivare nelle settimane a venire e che dovrebbe essere il famoso decreto 5 sui ristori, all'interno del quale, se ci sarà la nascita del Governo e se ci sarà un rispetto degli accordi politici che si stanno sviluppando, questa questione che lei ha ricordato, l'emissione di bond come possibilità attraverso una riapertura dei termini, di avere quella libertà che oggi la legge Madia non ci consente se non - usando la sua stessa metafora - facendo lo slalom. Dal punto di vista teorico è possibile ma dovrebbe essere il Consiglio a pronunciarsi, però questo significherebbe far venir meno quella riservatezza nelle gare che è del tutto indispensabile, perché io non posso venire qua a discutere delle gare che voglio fare, perché ovviamente il paradosso delle società partecipate come le nostre è che da una parte c'è una alea di riservatezza e di imprenditoria e dall'altra c'è un dirigismo pubblico che la Madia ha reso a mio modesto avviso eccessivo, perché veramente c'è una richiesta che in qualche maniera pesa come handicap su queste società.
Devo dire che per quel che riguarda il futuro delle scelte di CVA io suggerirei al presidente della Commissione competente e al consigliere di vederci in Commissione, perché io adesso mi limiterò a brevi cenni sull'universo, avendo pochi minuti a disposizione.
La logica è: da una parte, nel breve rafforzare la governance della società, perché è del tutto evidente che per poter applicare questo piano di sviluppo ci vuole una continuità di management che ci possa consentire di perseguire lo sviluppo attraverso questo piano strategico 2021-2025, che è molto chiaro nelle sue direttive e ha come variante proprio quegli aspetti legislativi che da una parte o dall'altra potranno in qualche maniera influenzare il percorso. L'obiettivo è quello di assicurare lo sviluppo dell'azienda oltre il 2029.
Ora io non tornerò sulla norma di attuazione dello Statuto, che verrà presentata quando ci sarà una Paritetica, nella speranza che si possa, anche con questo strumento, fare quello che in passato è già avvenuto per altre società idroelettriche, cioè questo spostamento dei termini in avanti, dal 2029 in avanti, non è una cosa che non è stata fatta, è già stata fatta in passato. Diciamo che sia la questione Madia sia la questione dell'allungamento delle concessioni è finita in una rete di interessi che sono molto diversificati rispetto alle grandi società elettriche che operano in questo Paese. E in una logica di pesi e contrappesi lobbistici, che ci sono laddove ci sono interessi economici e politici, in questo momento noi dobbiamo veramente riuscire a sbloccare queste situazioni, se possibile entrambe le situazioni, per avere quella serenità che ci possa consentire di applicare questo piano strategico competitivo, sapendo che noi abbiamo anche nel nord Italia, e si sono fatti avanti anche alcuni interlocutori, delle società molto aggressive, ma noi dobbiamo sempre ragionare, a mio avviso, come esponenti pubblici della Valle d'Aosta, rispetto al fatto di non svendere o di non trovarsi in situazioni di minoranza rispetto a decisioni importanti di questa società, ovviamente sapendo che però dobbiamo attrezzarci al 2029.
Strutturare CVA per la partecipazione alle eventuali gare per il rinnovo delle concessioni di grandi derivazioni è dunque il nodo importante, rendere CVA meno vulnerabile a fronte dei rischi di mancato rinnovo delle concessioni, cogliere le opportunità introdotte con le norme sul superbonus, adeguare con DEVAL la rete di distribuzione valdostana, trasformare CVA da venditore a erogatore di servizi innovativi e complessi. Questi sono alcuni dei punti che ci obbligano a lavorare tenendo conto che in quel piano, che può essere nelle sue linee generali presentato come dicevo in Commissione per poter approfondire, la modernizzazione delle centrali idroelettriche, alcune delle quali sono ormai secolari, hanno un secolo, è assolutamente indispensabile.
Quindi ci sono le interlocuzioni governative, c'è un piano che può essere illustrato al Consiglio quando lo si riterrà, non nei dieci minuti a nostra disposizione quest'oggi. Io credo che ci debba essere un grande sforzo complessivo, che parta dalla considerazione che questa società è importante e bisogna fare in modo che il suo sviluppo possa essere garantito nel futuro.
Presidente - Consigliere Aggravi ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Penso anch'io che la Commissione sia il luogo più deputato per eventualmente approfondire quelle che sono le prospettive. Vorrei soltanto aggiungere due considerazioni su quello che giustamente le diceva. Io mi auguro che ci sia un'attenzione diversificata e di specializzazione tra i due temi. Uno è quello delle concessioni, perché ricordiamo che dopo la norma di attuazione che ci auguriamo tutti arrivi e che riguarda soprattutto il discorso concessioni, bisognerà anche legiferare in tal senso e soprattutto cercare di insinuarsi nelle possibilità di legislazione, perché sappiamo che chi lo sta facendo sta anche riscontrando problematiche legate a dei contenziosi con lo Stato centrale, e quello riguarda principalmente la Regione come ente arbitro delle gare.
Dall'altro lato sulla parte invece del gestore, e quindi del futuro di CVA, ci sono due aspetti, secondo me, come lei in realtà ha in parte detto, ma su cui vorrei puntualizzare ancora di più la cosa. Da un lato il fatto che queste briglie impediscono anche una crescita per acquisizione, perché spesso sappiamo che per crescere ci sono due modi, sviluppare o acquisire. La Madia mette una briglia anche su questo aspetto, perché acquistando non soltanto essendo aggrediti ma anche aggredendo, ovviamente secondo le regole degli altri operatori, si può crescere e i pericoli di aggressione subita non arrivano, secondo me, solo dalla pianura Padana ma anche al di là dell'arco alpino, perché ogni tanto ci si dimentica che c'è già stato un interesse gestito non secondo certe regole, ma qui non torno.
Per quanto riguarda invece l'altra parte, sul rafforzamento, sicuramente più ci si avvicina alla data di scadenza delle concessioni più la situazione è complessa, perché sappiamo che anche giustificare certi investimenti e come lei ricordava gli asset soprattutto degli sbarramenti e degli impianti più vecchi sono effettivamente secolari, che poi è un po' il problema che hanno tutti gli operatori dell'idroelettrico, bisognerà valutare che cosa fare e soprattutto bisognerà anche capire cosa si potrà fare in questo periodo. Siccome abbiamo un tempo che non è certo, ovvero quello della norma di attuazione e soprattutto anche della definizione delle contese che ci sono sul discorso delle concessioni, io mi auguro che comunque il rafforzamento della società in quanto tale, senza mischiare i due temi, quindi concessione e società, venga portato avanti perché il piano è sicuramente ambizioso, ma deve essere un piano che guarda oltre il 2029, ovviamente sulla base di quello che oggi si può fare, ma anche preparandosi per qualcos'altro.
Sicuramente oltre all'idroelettrico, l'eolico e il solare, il nuovo settore dell'idrogeno io mi auguro sia quota parte del business plan un pochettino di più rispetto all'accordo che c'è adesso anche perché, e qui mi collego con un altro problema, l'idrogeno può avere delle grosse potenzialità in campo ferroviario nel trasporto anche pesante, quindi non del trasporto veicolare. Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto con la ferrovia, aspettando da anni l'elettrificazione che mai verrà e perdendoci magari delle occasioni che possiamo in qualche modo sfruttare in questo momento. Poi magari le due cose si concretizzano, ma se nel frattempo io riesco a diventare un operatore che sa di idrogeno, che sa anche magari fare sinergia con altri operatori, e cito a caso l'ambito ferroviario perché non abbiamo porti in Valle d'Aosta e quindi le navi non le possiamo gestire, ma le ferrovie io mi auguro che si possano gestire in maniera più attuale e soprattutto più green, perché ricordiamo che l'idrogeno verde è comunque riconosciuta come una energia rinnovabile che può aiutare soprattutto il raggiungimento degli obiettivi ambiziosi della decarbonizzazione.