Objet du Conseil n. 331 du 11 février 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 331/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito al raggiungimento degli obiettivi di valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale e culturale perseguiti dal Piano regionale della mobilità ciclistica".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 consiglieri possiamo dare avvio ai lavori di questa mattinata. Siamo arrivati al punto 35 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Appreso che il piano regionale della mobilità ciclistica previsto dalla legge n. 2 dell'11 gennaio 2018 è nella sua fase di elaborazione; inoltre, mi risulta che sono stati estesi tempi di valutazione in modo da permettere ai Comuni, sia alle nuove amministrazioni sia a quelle confermate, di effettuare eventuali considerazioni entro il termine massimo del 31 gennaio 2021. Verificato che il piano regionale della mobilità ciclistica disciplina l'intero sistema regionale ed è redatto in coerenza con quanto previsto dal piano generale della mobilità ciclistica per la rete ciclabile nazionale denominata Bici Italia, rete che è individuata seguendo i principali criteri di seguito esposti: integrazione ed interconnessione con le reti infrastrutturali a supporto di altre modalità di trasporto, collegamenti con le aree naturali protette e le reti di percorrenza turistica, utilizzo di strade arginali, sviluppo di piste ciclabili e/o utilizzo di viabilità minori attuali. Constatato che per quanto riguarda le caratteristiche funzionali la rete di interesse generale del piano viene distinta in rete strategica e rete cicloturistica. Evidenziato che gli obiettivi principali perseguiti dal piano regionale della mobilità ciclistica sono: la ricucitura dei percorsi esistenti nel Fondovalle in modo da realizzare una dorsale da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, al fine di definire una rete continua di connessione fra i comuni, usufruibile sia per gli spostamenti sistematici casa lavoro o casa studio, sia per gli spostamenti ai fini turistici e ricreativi, l'incentivazione dell'intermodabilità con altri mezzi di trasporto, il miglioramento dell'accessibilità ai servizi al cittadino e ai servizi turistici di valenza sovracomunale, in modo particolare la valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale e la valorizzazione del territorio e dei beni culturali per accrescere e sviluppare l'attività turistica. Constatato che per quanto riguarda le caratteristiche funzionali la rete di interesse generale del piano viene distinta in rete strategica e rete cicloturistica. Ritenuto che la definizione di itinerari ciclabili interconnessi che si snodino lungo percorsi a valenza turistica, permettendo di visitare le piccole città e borghi storici di fondovalle, i siti di valenza ambientale, rappresenta l'opportunità per la regione di aumentare l'attrattività del territorio rivolgendosi a nuovi target turistici: cicloturismo.
Appreso che dalla bozza del piano regionale della mobilità ciclistica vengono valorizzate e messe in evidenza importanti aree naturalistiche con i relativi itinerari cicloturistici ben individuati e pianificati: Parco Nazionale del Gran Paradiso e le rispettive valli, Rhêmes-Notre-Dame, Valsavarenche, Cogne, mentre non compaiono altri prestigiosi siti ambientali e aree protette, per esempio Parco naturale del Monte Avic, Riserva naturale del Mont Mars e tante altre, con i relativi percorsi cicloturistici di collegamento che meriterebbero fortemente essere valorizzati attraverso l'inserimento in tale progetto. Per esempio, percorsi come quello che collega Champdepraz dalla località Chevrère, dove vi è anche il centro visitatori del Parco del Monte Avic già molto apprezzato dagli appassionati ciclisti scalatori, in quanto tale percorso è stato più volte sede di tappe del famoso giro ciclistico della Valle d'Aosta Mont Blanc, dove vinsero forti atleti che poi diventarono professionisti nel mondo del ciclismo come per esempio Fabio Aru.
Inoltre, ritengo sia fondamentale, ai fini di una completa promozione e valorizzazione della nostra regione, creare maggiori collegamenti del corridoio di fondo Valle Dora Baltea alle numerose peculiarità presenti lungo le diverse vallate laterali del nostro territorio. Per esempio, per quanto riguarda sempre l'ente Parco del Monte Avic il piano di gestione territoriale dell'ente prevede un itinerario per la mountain bike e animali da sella che attraversa l'intera area naturalistica, con sede di partenza dove vi è il centro visitatori in località Covarey a 1280 metri, per poi transitare nel versante di Champorcher e proseguire l'itinerario all'interno dell'altra meravigliosa area naturalistica, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, fino quindi a raggiungere il Comune di Cogne, altro territorio molto apprezzato per i suoi itinerari cicloturistici.
Evidenziato inoltre che in data 2 febbraio e 6 febbraio 2021 si è appreso dagli organi di stampa che la Confagricoltura e l'associazione CISL Terra Viva, pur essendo favorevoli alle piste ciclabili come importante strumento di crescita e valorizzazione del territorio, mettono in evidenza l'importanza di preservare l'integrità dei fondi senza quindi danneggiare le attività produttive.
Su questo discorso ci tenevo fare un passaggio dagli articoli di stampa che queste due associazioni hanno portato. Questo è quello di Confagricoltura: "Apprezziamo la volontà della Regione di realizzare un sistema di percorsi ciclabili in valle e al tempo stesso chiediamo un'attenzione particolare per il territorio e le attività del settore primario. La coordinatrice di Confagricoltura Valle d'Aosta interviene sul dibattito sui percorsi ciclabili chiedendo all'ente, a nome delle imprese agricole del territorio, di adottare tutti gli accorgimenti più opportuni, mantenendo un dialogo costante con le amministrazioni comunali e l'organizzazione degli agricoltori, per far sì che la realizzazione dei percorsi percorribili in bicicletta diventi uno strumento di crescita e di valorizzazione del territorio, senza danneggiare le attività produttive. La particolare maglia ponderale delle imprese agricole valdostane, la frammentazione aziendale e la caratteristica conformazione del territorio richiedono infatti un occhio di riguardo. Occorre evitare di compromettere l'integrità dei fondi e di danneggiare strutture produttive fragili che hanno la necessità di essere preservate e valorizzate. In Valle d'Aosta - ricorda il direttore regionale di Confagricoltura - operano circa 2300 imprese agricole che coltivano 53.000 ettari di superficie agricola utilizzata, media aziendale di 23 ettari, ma oltre 1400 aziende hanno una dimensione inferiore a 5 ettari, per cui è indispensabile, nei limiti del possibile, evitare di frazionare ulteriormente le proprietà. Confagricoltura suggerisce di iniziare a mappare velocemente gli attuali percorsi, renderli fruibili digitalmente con le moderne tecnologie e favorirne la diffusione sia tra i valdostani sia soprattutto nei confronti dei forestieri, in modo che la Valle d'Aosta possa diventare metà di un turismo sempre più diffuso". Questo ultimo concetto è già stato da noi ribadito nei precedenti Consigli dalla collega Spelgatti, sempre con iniziativa legata al cicloturismo.
In riferimento all'associazione Terra Viva, volevo mettere in evidenza questo passaggio: "La questione non si basa tanto sulla perdita di produzione, quanto nel rendere la vita impossibile agli allevatori che conducono al pascolo i loro animali. Il progetto prevede infatti di passare prevalentemente su terreni coltivati a prato stabile, oppure su strade poderali esistenti sulle quali gli agricoltori si spostano abitualmente con le mandrie per raggiungere le aree di pascolo e con i mezzi agricoli. Le norme di utilizzo delle piste prescrivono che si possa passare con gli animali d'allevamento, ma il pastore è tenuto all'immediata pulizia e all'asporto delle deiezioni solide degli animali, operazione troppo onerosa per chi percorre lunghi tratti quattro volte al giorno, mattina e pomeriggio andata e ritorno. I trattori non sono ammessi". Aggiunge CISL Terra Viva: "Sarebbe opportuno quindi privilegiare scelte che sfruttino il più possibile percorsi già esistenti". Terra Viva rammenta inoltre all'Amministrazione regionale che, oltre alle somme da pagare ai proprietari dei terreni per l'esproprio, andranno riconosciuti anche i danni agli agricoltori affittuari per le eventuali sanzioni AGEA per il mancato rispetto degli impegni agroambientali pluriennali sottoscritti.
Ecco, con questa interpellanza si interpella l'Assessore competente per conoscere quali siano le intenzioni e le modalità per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dal piano, in modo particolare per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale e la valorizzazione del territorio e dei beni culturali.
Presidente - Per la risposta l'assessora Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ringrazio il collega Brunod per questa iniziativa che pone una serie di problematiche che, dalla sua esposizione è emerso chiaramente, non interessano soltanto la questione della mobilità ciclistica, ma anche tutta la questione delle strade poderali.
A proposito del suo quesito occorre anzitutto sottolineare che sia la Commissione sia il Consiglio avranno occasione di un più puntuale approfondimento e definizione dei contenuti del piano della mobilità, in occasione della sua presentazione nei prossimi mesi. Il piano prende le mosse, come lei ha ricordato, e dà attuazione alla legge 2/2018 recante "Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica", la quale affida dei compiti specifici e diversificati allo Stato, alle Regioni e anche agli enti locali.
Il piano regionale concorre a perseguire l'obiettivo principale della norma. Quindi per quello che riguarda la parte regionale l'obiettivo è quello che cito: "promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche ricreative, al fine di migliorare l'efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l'attività turistica in coerenza con il piano strategico di sviluppo del turismo in Italia".
Per conseguire queste finalità il piano regionale si articolerà attorno a due obiettivi principali. Il primo è l'agevolazione della mobilità ciclistica, sia per gli spostamenti quotidiani sia turistici, con la connessa strategia che prevede la creazione prioritariamente della dorsale della Ciclovia Baltea, collegata con il Piemonte, da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, con diramazioni che potranno man mano collegare piste e percorsi ciclabili diffusi sul territorio. Il secondo, la creazione di reti di interconnessione fra rete di fondovalle e centri intermodali previsti dal piano regionale dei trasporti, per incentivare l'intermodalità bici-trasporto pubblico. Terzo, la creazione di connessioni tra la rete di fondovalle, i servizi di interesse regionale, come l'università, i presidi sanitari, le scuole, e i poli turistici. Il secondo obiettivo è la fruizione del patrimonio naturale e ambientale, con connessa strategia, che prevede l'individuazione di una rete cicloturistica.
La valorizzazione del territorio e delle sue particolarità a vario livello, come lei ha ricordato, dei beni ambientali e culturali diffusi su di esso, passa anzitutto dal perseguimento di entrambi gli obiettivi. Le esperienze europee e di altre regioni italiane ci dimostrano che non è possibile strutturare un'offerta cicloturistica che possa competere ed essere attrattiva sul piano nazionale e internazionale, senza una infrastruttura portante il più possibile dedicata, quella di fondo valle su cui poi innestare le altre. Dalla ciclovia potranno infatti diramarsi percorsi ciclabili su piste dedicate, su strade poderali e vicinali, strade asfaltate secondarie in grado di connettere il patrimonio diffuso, i beni ambientali, storici, archeologici e culturali che costituiscono - come sappiamo - una ricchezza fondamentale di questa regione. Da questo punto di vista il piano regionale dovrà soprattutto coordinare la segnaletica, individuare i supporti digitali più opportuni per favorire il raggiungimento e la conoscenza dei siti di interesse, la localizzazione di servizi di supporto quali per esempio anche le stazioni di ricarica.
La fruizione dei beni ambientali, culturali e naturalistici presenti lungo l'asse ciclabile di fondovalle dovrà essere promossa in sinergia con il percorso di trekking del Cammino Balteo.
Per la definizione della rete cicloturistica sul territorio un ruolo fondamentale è demandato agli enti locali alle Unités des Communes e ai Comuni stessi che dovranno, e già lo stanno facendo alcuni, man mano estendere la rete dei percorsi, segnalare e descrivere siti di interesse, favorire la creazione di servizi di supporto alla ciclabilità.
Per quanto riguarda i servizi, con la DGR 746 del 2020, attraverso la concessione di contributi regionali agli enti locali per la progettazione e la realizzazione di zone di sosta per le biciclette e di stazioni di ricarica per la micromobilità elettrica, ai sensi dell'articolo 38 della legge regionale 8/2020, sono stati finanziati 19 interventi. Inoltre, si sta operando per dotare finalmente di portabiciclette alcuni autobus adibiti al trasporto pubblico di linea.
Sempre riguardo alla realizzazione di percorsi ciclabili finalizzati alla valorizzazione del territorio, c'è da segnalare la proposta di creazione di un anello ciclabile di montagna in Val Veny, fra i Comuni di Courmayeur e di Chamonix, in modo da mettere in comunicazione sportivo-turistica due territori di montagna transfrontalieri e limitrofi, organizzando una navetta di bus elettrici dotati appunto di portabiciclette attraverso il tunnel del Monte Bianco con la possibilità di estendere questo progetto alla Svizzera tramite la Val Ferret.
Altri spunti, come lei ricordava, stanno provenendo dagli enti locali che hanno ricevuto in una seconda battuta la bozza di piano e anche dall'associazionismo. Riguardano, per fare soltanto un esempio, i percorsi dei ru verso la Valle di By e del Col Fenêtre Durand con la Svizzera, oppure percorsi sul territorio di Donnas. Questi spunti e gli altri che verranno raccolti saranno valutati nella redazione definitiva del piano della mobilità.
È poi importante l'attenzione che si sta sviluppando attorno a questo tema da parte non solo degli enti locali, ma dalle varie associazioni di categoria, alcune delle quali lei ha citato. Contiamo di avere, nei prossimi mesi, un quadro di partenza il più possibile completo.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, perché è una questione annosa e non ancora risolta e lo ha ricordato anche lei nella sua esposizione, c'è il problema delle responsabilità e dei rapporti con i proprietari delle piste e dei fondi. Si è chiesto agli uffici di lavorare, di approfondire e di cercare una soluzione relativamente alla questione della responsabilità civile in capo ai gestori di piste ciclabili e dei proprietari delle strade poderali o comunque aperte su cui transita il pubblico. A questo scopo, per appunto cercare di arrivare a una normativa che poi potrà essere valutata, è in atto una collaborazione dell'Assessorato con il collega Sapinet con cui stiamo cercando di approfondire la questione, perché interessa ovviamente entrambi i dipartimenti.
Presidente - Per la replica consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la panoramica che mi ha fatto sulla bozza di questo piano, dove anch'io mi ero un po' documentato, quindi ha ripreso i concetti espressi nel piano e molti concetti che lei ha detto e ribadito ovviamente li condivido anch'io, però ci sono alcuni passaggi che mi lasciano un po' perplesso. Lei ha citato nel suo discorso il progetto del Cammino Balteo sul quale sicuramente in futuro tornerò, perché era un progetto di grande potenzialità, secondo me che ha ancora dei grossi margini di manovra e sul quale, come ho detto, ci ritornerò. È proprio per questo motivo che sono intervenuto sul discorso del piano della mobilità ciclistica, anche se siamo solo in fase di bozza, per evitare di portare avanti magari delle azioni poi con dei vuoti e delle dimenticanze, ed è per questo che ho voluto subito fare queste segnalazioni.
Ci tenevo a puntualizzare che all'interno di questa bozza, a pagina 104, dove si dice che "l'immagine schematizza i principali elementi stazioni, app, servizi al cittadino, poli turistici", su questa pagina nella legenda c'è il simbolino Parco del Monte Avic, addirittura qua c'è stato un passaggio di categoria, è scritto Parco Nazionale del Monte Avic, quindi immagino che sarà sicuramente stato un errore di cui anche lei si sarà già accorta, per poi essere completamente dimenticato nella tavola generale di questa bozza. Questo mi preoccupa un po', perché negli obiettivi strategici c'è la fruizione del patrimonio naturale ambientale con individuazione di una rete cicloturistica, c'è nella legenda e poi nella tavola generale vi è solamente individuato il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Io mi auguro, come ha detto lei, che nelle prime fasi della redazione della bozza, quindi in Commissione e poi successivamente in tutti i lavori che ci saranno, vengano immediatamente presi in considerazione queste suggestioni, per evitare di portare avanti dei lavori che poi dopo, nelle fasi avviate, magari diventa più problematico tornare indietro e recuperarle, anche perché la Valle d'Aosta è molto ricca da questo punto di vista ambientale e ha delle enormi potenzialità, come ho sottolineato io nelle premesse.
Altro discorso che volevo mettere in risalto è questo: il progetto del piano regionale della mobilità ciclistica avrà sicuramente dei grandi risultati, ma ci andranno anche delle tempistiche molto elevate prima di riuscire a portarlo a termine. Quindi, come già ribadito dalla collega Spelgatti nel Consiglio passato e come ribadiscono anche queste associazioni, la invitiamo al più presto a cercare di portare avanti quelle azioni che possano andare a segnalare tutti quei tracciati che abbiamo al momento già potenzialmente fruibili, ma che non sono a conoscenza dei potenziali turisti. Quindi portare avanti un discorso di segnaletica e di caricare questi itinerari su delle applicazioni, in modo tale da sfruttare questo momento dove l'attività del cicloturismo è già nella sua fase avanzata. Non rischiamo di portare avanti dei grandi progetti per i quali ci vorranno ancora degli anni, mentre il discorso ciclismo è nella sua fase di espansione in questo momento.
Questo è l'input che noi vogliamo darle e mi auguro che faccia un buon lavoro.