Objet du Conseil n. 317 du 10 février 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 317/XVI - Interpellanza: "Strategie regionali per risolvere il problema dell'avvicinamento del lupo ai centri abitati".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 23 all'ordine del giorno. Per la presentazione, il collega Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Questo è un argomento che nessuno vuole toccare, è un argomento delicato: a volte fa più paura parlare del lupo che affrontare il problema vero e proprio; ci troviamo di fronte quasi a un'emergenza, in questo periodo vediamo invasi tutti i centri abitati, vicino alle nostre zone rurali e non solo, abbiamo visto ultimamente questo predatore avvicinarsi anche alle città.
Gli ultimi avvistamenti sono stati fatti a metà dell'800 dopodiché non se ne sono più avuti nella nostra regione e non solo il mondo rurale ma tutto il mondo valdostano non ha più consuetudine ad avere degli incontri con questo animale.
Oggi, secondo quello che ci viene segnalato soventemente dai social, dai giornali e quant'altro, se ne vede ovunque. Ho cercato di fare una piccola analisi per capire come mai siamo invasi da questo predatore, non possiamo neanche più difenderci e dobbiamo lasciare che questo animale giunga vicino alle nostre abitazioni.
Da una piccola indagine che ho fatto e dai numeri che abbiamo a disposizione, a livello europeo - dai censimenti fatti non recentemente, per studi fatti a fine 2019 - abbiamo una densità di lupi che va dai 17 ai 20 mila capi. In Italia ultimamente sono censiti, sempre se i dati sono veritieri, circa 2.500 lupi e in Valle d'Aosta - da quello che è dichiarato dalle nostre autorità - ci sono sette o otto branchi di cui i numeri ci dicono tra quelli in dispersione e tutto 80 capi.
Se facciamo un piccolo calcolo rispetto alla densità territoriale che c'è in Europa, in Italia e in Valle d'Aosta, noi ci troviamo a una densità di questo predatore nelle nostre montagne dieci volte di più di quello che c'è a livello nazionale e questo fa molto preoccupare, perché penso che nessuno in quest'aula voglia l'estinzione di qualsiasi animale però se arriviamo a delle densità così alte in una regione piccola come la nostra, dove la pratica dei villaggi rurali è molto sparsa e anche le nostre attività... ma in questo periodo la preoccupazione non è tanto per le attività rurali e le attività agricole ma più che altro è un fatto di pubblica sicurezza.
Sono stati spesi molti soldi, c'è stata una denuncia del Presidente del Parco delle Alpi Cozie in cui si dice che negli ultimi anni (tra il 2014 e il 2019) sono stati spesi 10 milioni di euro per integrare il lupo nelle Alpi, adesso sono di nuovo reinvestiti 12 milioni di euro per favorire la biodiversità e introdurre il lupo nelle nostre montagne, però io penso che sia esagerato e sia scappato di mano qualcosa, perché non possiamo, secondo me, continuare a incentivare un aumento di questo predatore quando esso va a creare danni alle attività economiche non solo rurali e per molte persone c'è anche un problema di paura perché non sono tutti turisti che vogliono fare le passeggiate e incontrarsi con il lupo, ci sono anche molti che non vogliono vivere questa esperienza perché hanno paura. Giustamente siamo tutti liberi di avere le nostre paure.
Allora tanto per dare due dati, se dobbiamo pensare all'equità di animali e tutto, ho voluto fare anche una piccola indagine e ho anche due numeri sui nostri animali: se teniamo conto che in Europa ci sono 20 mila capi di lupi, volevo solo precisare che se andiamo a vedere il nostro patrimonio zootecnico abbiamo poco più di 20 mila capi di razza pezzata rossa, abbiamo 667 capi di pezzata nera e 10 mila capi di castana.
Se poi andiamo a vedere gli ovini e i caprini, la pecora di razza Rosset, che rientra nelle razze in via di estinzione, è scesa a 875 capi e i caprini di razza valdostana sono poco più di 1.500.
Voglio solo ricordare che l'anno scorso in un attacco di due lupi, neanche un branco, sono stati abbattuti all'incirca 40 ovini.
Allora io vorrei solo far capire la drammaticità di questo problema e come un elevato numero di questi animali possa in poco tempo distruggere un patrimonio zootecnico che abbiamo mantenuto da anni.
È per questo che si vuole sapere come si voglia tutelare non solo le attività economiche ma anche tutti gli abitanti di questa regione per questa criticità.
Presidente - Per quattro minuti e per completare la presentazione, collega Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Si è temporeggiato un po' aspettando l'evolversi della situazione prima di arrivare a parlare della questione lupo.
La sua presenza infatti ha avuto effetti fino a oggi sul mondo agricolo, ma i continui avvistamenti - in collina, lungo i sentieri e fino alla periferia di Aosta - fanno intendere che l'impatto si stia estendendo agli ambienti antropizzati, anche nelle ore diurne, come testimoniato dai numerosi video che fanno il giro sul web.
Già la settimana scorsa il collega Rollandin aveva evidenziato la criticità e oggi il collega Planaz ha parlato di dati reali e oggettivi, che riguardano la sua presenza sul territorio valdostano.
Ecco perché oggi non si può negarne la presenza e finalmente si è arrivati a discuterne più ampiamente in questo Consiglio.
La convivenza con il lupo è ancora possibile? Si diffondono dubbi e perplessità in diversi ambiti, dal mondo agricolo e pastorale a quello venatorio e a quello faunistico, ma anche tra i comuni cittadini, che semplicemente s'interrogano sui rischi che la coabitazione con uno dei più formidabili predatori delle nostre montagne possa comportare.
Bisogna evidenziare che in questi ultimi anni la situazione pare essere sfuggita di mano e che tutte le segnalazioni che oramai sono all'ordine del giorno hanno alzato la soglia di attenzione e hanno evidenziato tra la popolazione valdostana un certo stupore e apprensione.
Ecco perché si ritiene sia giunto il momento di discuterne, in Consiglio regionale ma non solo; sarebbe infatti auspicabile organizzare un tavolo di lavoro tra le varie forze politiche, avvalendosi di persone competenti che possano evidenziare le reali criticità e iniziare a ragionare sul da farsi, senza preclusioni ideologiche.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie per quest'interpellanza che ci dà nuovamente l'opportunità di discutere di una tematica di cui, al contrario di quanto sostenuto dal collega Planaz, direi che invece si parla e a cui si sta lavorando. Una tematica non viene affrontata solo quando se ne parla all'interno di questa aula: i tecnici sono al lavoro e lo erano già prima del mio arrivo e posso assicurare che dal mese di ottobre - quando ho potuto iniziare a confrontarmi con coloro che seguono il tema - c'è la massima operatività, così come c'era prima del mio arrivo, quando la questione era gestita dal collega Chatrian.
È corretto dirlo anche nei confronti di coloro che sono quotidianamente sul territorio, mi riferisco non solo ai tecnici, che magari operano all'interno degli uffici, ma al Corpo Forestale Valdostano che in tutte le sue stazioni cerca, nonostante qualche problema di organico, di dare le risposte al territorio, ma soprattutto un supporto per dare a quelle persone un'informazione, una tranquillità e una serenità che è giusto che la gente di montagna abbia, parlo di montagna ma come ben avete ricordato nelle ultime settimane qualche avvistamento c'è stato anche nelle zone antropizzate della Plaine.
Come sapete, come avete evidenziato, il lupo è specie particolarmente protetta dalla legge 157/92. L'attuale quadro normativo vieta la cattura e l'uccisione del lupo, a tali divieti però è possibile derogare attualmente - applicando la Direttiva Habitat DPR 357/97 - per finalità di ricerca, per tutelare la specie habitat naturale, per prevenire gravi danni, per prevenire danni, ad esempio, all'allevamento, nell'interesse della sanità, della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi i motivi di natura sociale ed economica.
Le deroghe possono essere concesse a condizione che non si pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale e non esiste altra soluzione valida.
Un nuovo quadro normativo sarà possibile partendo dal DL che doveva approdare in Consiglio regionale nel 2020 e anche partendo dalla vostra proposta.
I tecnici oggi - sono numeri che io ho semplicemente riportato, che ovviamente mi hanno trasmesso i tecnici - parlano, come correttamente ha citato il collega Planaz, di circa 70-80 lupi, anche se a volte nel dire comune sembrerebbero essere di più, però, ripeto, i tecnici ci assicurano e ci garantiscono questi numeri, aggiungendo che non vi è nessun interesse particolare nel fornire dei numeri che non sono reali.
Alla luce poi di quanto ci avete richiesto, la strategia operativa dell'Amministrazione regionale nei confronti della popolazione del lupo, onde evitare l'avvicinamento dell'animale ai centri abitati è la seguente: innanzitutto effettuare un attento e capillare monitoraggio della specie al fine di comprovare e dare evidenza che la popolazione di lupo si trova o stia evolvendo verso uno stato di conservazione soddisfacente.
Questa pratica è attualmente già in corso, lo era già negli anni precedenti e parliamo, come ho detto l'altro giorno, di 90 fototrappole sul territorio regionale alle quali nelle prossime settimane ne saranno aggiunte altre 30 di nuova generazione, fototrappole che permetteranno di avere la segnalazione del passaggio degli animali in tempo reale in modo da rendere possibile un intervento prima che l'animale stesso si avvicini al centro abitato; inoltre mettere in campo azioni concrete di prevenzione, perché è giusto che la popolazione sia preparata e che si dia un supporto importante, in particolar modo agli allevatori.
Qui nel 2021, prima dell'inizio della stagione di monticazione, sarà predisposta, in collaborazione con l'Institut Agricole, una sperimentazione per la protezione delle greggi in alpeggio, basata su moderni sistemi di dissuasione ad alta tecnologia - questo appunto relativamente al supporto al mondo dell'allevamento - e poi una mirata, concreta campagna d'informazione e di sensibilizzazione. A breve il sito regionale sarà implementato con una sezione dedicata al lupo, da aggiornare regolarmente con i dati del monitoraggio dell'evoluzione del progetto "Wolf Alps EU e inoltre, nell'ambito del progetto, sarà affidato, entro il mese di maggio, un incarico a un esperto di comunicazione per supportare gli uffici regionali nell'utilizzo delle moderne piattaforme dei social media e nell'impostazione dell'azione informativa.
La nostra idea è anche quella di creare e organizzare degli eventi sul territorio - eventi in presenza appena sarà possibile - perché siamo convinti che la tematica interessi e che un evento informativo in presenza possa essere un valore aggiunto.
Poi intervenire con azioni di disturbo, per quanto attiene la problematica dei cosiddetti "lupi confidenti" e in particolare nei confronti di questi animali che si avvicinano in particolar modo ai centri abitati. Come ho già detto precedentemente, le singole situazioni sono costantemente monitorate dal Corpo Forestale ma se è necessario - ovvero in presenza di animali che si avvicinano ripetutamente alle persone entro un raggio di 30 metri - saranno messe in atto le procedure previste dalla l.r. 17/10 che attribuisce alla Giunta regionale - con propria deliberazione, sentito l'Ispra - la facoltà di disporre l'attuazione di metodi ecologici d'intimidazione dei predatori, quali in particolare gli spari a salve o con proiettili a scopo dissuasivo, interventi di rimozione, (la rimozione di un lupo rappresenta l'ultima ratio a fronte di un oggettivo rischio d'incidenti o lesioni e laddove le altre misure non siano risultate efficaci).
Ad oggi, ai sensi del DPR 357/97, le rimozioni possono essere autorizzate dal Ministero dell'Ambiente, sentito per quanto di competenza il Ministro per le politiche agricole e l'Ispra.
Come detto, un'azione molto importante è anche quella di rafforzare il Corpo Forestale Valdostano, al fine di mettere in campo un'azione di prevenzione e di supporto, anche in caso di avvistamento, a tutte le aziende agricole; è chiaro che occorre essere concreti, operativi, calarsi nella realtà e anche in presenza di un quadro normativo sappiamo bene che l'uccisione o lo cattura dell'animale sarebbero possibili solo in certe condizioni.
Come ho già detto, e mi piace ripetere, oggi non si parla più solo di protezione della specie, di protezione del lupo, ma soprattutto dobbiamo parlare di gestione del lupo e di questa specie.
Infine colgo l'occasione per ricordare che è importante - preso atto anche delle ultime comunicazioni di Legambiente dove si citava una diminuzione dei danni da attacco dei lupi - segnalare eventuali danni o attacchi subiti, nel mondo dell'allevamento o comunque in generale, perché oltre alla parte economica e il contributo, questo soprattutto può servire a migliorare veramente l'operato dei tecnici e del Corpo Forestale Valdostano in termini di monitoraggio e di prevenzione.
Presidente - Per la replica, il collega Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Non ho dubbi che i metodi di conservazione di questo animale siano sufficienti, perché sennò non saremmo in questa situazione.
Io dico sempre che se noi vogliamo tutelare un animale come il lupo, bisogna cercare di tutelare tutte le attività economiche che sono sul territorio. Vanno bene tutte le misure adottate: gli studi, i controlli, eventuali spari dissuasori, tutto quello che vogliamo, però poi tanto non andiamo a risolvere la problematica, perché se noi non interveniamo concretamente su una problematica di questo tipo, tra qualche anno qualcuno si dovrà prendere la responsabilità di rispondere di ulteriori gravi fatti che potranno accadere in merito alla evoluzione esponenziale di questo animale, perché se pensiamo all'evoluzione che ha avuto negli ultimi anni, se continuiamo a rapportarla al nostro futuro diviene abbastanza preoccupante.
Il riferimento alle misure di prevenzione, tornando alle misure di prevenzione riguardo al settore zootecnico e alla attività pastorale, va tutto bene, ma intanto le misure di prevenzione da adottare per evitare gli attacchi sono sempre tutte a carico dell'allevatore.
Torniamo ai dati che ho citato prima: su un patrimonio zootecnico - andiamo sugli ovini e caprini perché è più preoccupante - di 30 mila capi suddivisi in novecento aziende, abbiamo una media aziendale in bovini di 30 capi.
Adesso mi è giunta notizia da un mio collega - e manterrò l'anonimato - che nella conduzione estiva di 15 manzi improduttivi, dove la gestione continua è insostenibile economicamente, gli è stato rifiutato l'indennizzo di un manzo abbattuto dal lupo.
Allora io mi chiedo: ma vogliamo tutelare questo animale, lasciarlo nella nostra Regione, è bello, ci serve per biodiversità, per il controllo della fauna e quant'altro e poi su un indennizzo, 1.000-1.500 euro, per un animale ho qui una risposta dove si dice che non viene rimborsato perché non c'è la custodia continua! Mi chiedo se dobbiamo mantenere una custodia continua in un allevamento di 15 capi improduttivi, lo sappiamo tutti che nella gestione del nostro territorio non è possibile ma si fa saltuariamente con recinti elettrici e in un fatto come questo dove viene attaccato un animale e viene abbattuto... che poi negli ultimi anni sembra quasi sempre che sia colpa o del gestore o degli animali che sono impazziti, avevamo le mucche pazze nel 2000, adesso siamo nel 2020 e non abbiamo più sentito parlare di mucche pazze però vedo che si suicidano, a volte ci sono dichiarazioni di animali suicida, però io qua valuterei di non speculare per 1.500 euro.
Io non dico che non vogliamo più nessun lupo o vogliamo diminuire i lupi, perché tanto non è una cosa che possiamo decidere noi, sono regole dettate dall'Unione Europea, dall'Ispra, da tutti gli enti che proteggono la fauna selvatica, giustamente, però dall'altra parte mi piacerebbe che fossero tutelati anche gli allevatori che portano gli animali nei loro terreni, nei loro pascoli e che poi dopo si ritrovano, quando è ora di venire indennizzati, una lettera come questa dove dicono che non verranno indennizzati perché non hanno una custodia continua. Solo questo volevo dire.
Presidente - Per completare, un minuto di tempo al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Riteniamo sia importante, anzi vitale, approfondire la questione del lupo, farne delle valutazioni oggettive e successivamente prendere le decisioni più appropriate al fine di mettere in totale sicurezza i Valdostani, ambiente e habitat circostante, auspicandoci lo sviluppo di un preciso progetto di prevenzione, come lei Assessore ha evidenziato, per evitare conseguenze più gravi di quelle di cui siamo stati finora testimoni.
Presidente - Facciamo ancora un'interpellanza, dopo arieggiamo i locali.