Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 314 du 10 février 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 314/XVI - Interpellanza: "Notizie in merito alla riapertura dei comprensori sciistici".

Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 20 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Carrel, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Torniamo a parlare d'impianti sciistici e di riapertura. Devo ammettere che, quando abbiamo presentato questa interpellanza, come Gruppo speravamo ovviamente di avere già delle risposte a oggi, come immagino tutti qui dentro, ma, ahimè, le notizie che arrivano non sono né confortanti e nemmeno tanto chiare, quindi diventa poi difficile affrontare questo tema, però crediamo sia veramente importante cercare di fare chiarezza, soprattutto per chi ci ascolta, per comprendere quale sia la linea che il Governo e la maggioranza vogliono tenere per la riapertura degli impianti di sci, nel caso in cui questa fosse possibile a partire dal 15 febbraio.

Oggi tutti abbiamo letto i giornali e si parla di una riapertura per il 17 o 18 di febbraio, ieri sono stati invitati tutti i capigruppo a una riunione con le società di impianti di risalita, in cui abbiamo avuto modo di confrontarci sulla situazione organizzativa ed economica delle varie stazioni e bisogna sottolineare che alcuni comprensori hanno evidenziato come alcune piccole località avrebbero bisogno di fatturare per un totale di presenze pari al 60-70-80% rispetto all'anno scorso per poter rendere sostenibile l'apertura.

Ovviamente noi stiamo cercando di guardare il delta - ed è un dato che altri capigruppo hanno chiesto anche all'Assessore per analizzare questo problema - il delta tra il costo delle società chiuse con il costo delle società, al contrario, aperte, perché è su questo delta che dobbiamo confrontarci per comprendere se realmente conviene e dove conviene aprire.

Ciò non vuole assolutamente ridurre la discussione a un discorso meramente economico, perché siamo tutti d'accordo che lo sci è vita, che la montagna è vita - c'è questo bellissimo slogan e ne siamo ancora tutt'oggi convinti - sappiamo benissimo che aprire gli impianti di risalita vuol dire dare una boccata di ossigeno ad alberghi, bar, ristoranti, maestri di sci, a tutti i liberi professionisti e agli imprenditori della località, però, d'altro canto, è giusto che la politica - e ce lo hanno chiesto ieri nella riunione i Presidenti, gli amministratori delegati dei vari Cda - dia una linea e, a questo punto, siamo noi a chiederlo all'Assessore per comprendere dove vogliamo andare e quali siano le varie opzioni per la riapertura.

Sempre in merito all'interpellanza volevamo anche fare chiarezza sui costi che le varie società d'impianti di risalita hanno già sostenuto per tenere aperti gli impianti per gli sci club. Noi sappiamo che abbiamo approvato in quest'aula un sussidio per le società di impianti di risalita di 500 mila euro, questo non credo sia sufficiente anche perché ovviamente questo sussidio andava a coprire le spese sino al 27 dicembre, se non erro, dal quel giorno a oggi alcuni impianti di risalita sono ancora aperti e hanno sostenuto dei costi, quindi dobbiamo capire anche qui quanto è il costo e a fronte di quali presenze, perché bisogna fare questo tipo di analisi per comprendere meglio il tema.

Infine leggendo le bozze del protocollo che è stato approvato dal CTS abbiamo letto - come si ipotizzava già ma lo diceva già a monte il Dpcm - che bisognava andare a raccordarsi con gli enti locali e le varie forze dell'ordine. Questo era già stato oggetto di una nostra interpellanza, se non erro di fine dicembre, in cui chiedevamo l'istituzione dei Covid-Angels e quindi una serie d'interventi anche economici per assumere delle persone che poi si occupassero del rispetto delle misure anti-Covid, perché sicuramente se riapriamo dobbiamo farlo rispettando le regole e dobbiamo appunto organizzarci in tal senso.

Quindi chiediamo al Governo regionale se abbia già preso contatti con i Sindaci. Ieri ci è stato detto che molte società di impianti di risalita hanno già sentito loro direttamente i Sindaci, però sarebbe bene avere un coordinamento centrale per comprendere come meglio agire proprio coordinandosi tra Regione, Assessorato, Comuni e società d'impianti di risalita.

Concludo citando un articolo di Aosta News 24 di poche ore fa, o almeno l'ho letto poche ore fa ma è del 10 febbraio, quindi di oggi. Ieri ci è stato detto dal Presidente della società Pila S.p.A. che alcuni impianti, come Cogne e Crevacol, sarebbero stati chiusi o comunque si sarebbero studiate altre ipotesi, oggi abbiamo letto che i Sindaci di Cogne e di Crevalcol hanno scritto una lettera per chiedere l'apertura.

Sono abbastanza possibilisti e quindi non escludono nessuna strada, però è giusto comprendere quale sia la situazione, anche perché credo che tutti vogliano aprire gli impianti di sci di risalita nei propri Comuni, però dobbiamo appunto comprendere cosa vuole fare il Governo regionale e quali sono i paletti che esso intende mettere per queste riaperture.

Dalle ore 16:03 assume la Presidenza il vicepresidente Marguerettaz.

Marguerettaz (Presidente) - La parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-SA) - Direi che questa delega in questo periodo è particolarmente pesante in termini di tempo e di responsabilità. Nella fase d'inizio legislatura la proiezione dell'autunno era improntata a continuare a programmare strategie d'investimento, pianificare il modello di gestione e a lavorare sulla crescita del settore. Quando si parla di crisi turistica direi che questo è uno dei settori profondamente in crisi e nella crisi si è compresa in maniera definitiva la sua importanza, tant'è vero che in Consiglio regionale in questi tre-quattro mesi ne abbiamo dibattuto a lungo.

Io mi scuso con l'interpellante, con il collega Carrel, se non darò tutti i dati che mi ha richiesto ma mi impegno nella giornata di oggi e in quella di domani a fornire questi dati e altri dati che siano utili alla presentazione di una risoluzione che porteremo in aula - speriamo e immaginiamo anche vista la collaborazione che c'è stata finora - nell'interesse di tutti per fare chiarezza e dare anche un mandato al lavoro dei prossimi giorni, perché da un lato si chiede al Governo che cosa vuol fare e la risposta dovrebbe essere "Che cosa possiamo fare".

Ancora in queste ore è in discussione la mobilità tra le regioni e qualcuno addirittura mette in discussione l'apertura dei comprensori; le notizie che trapelano - come ha detto giustamente lei - non sono notizie che rassicurano, perché il ponte ipotetico degli ultimi quindici giorni di febbraio collegati poi ai primi cinque giorni di marzo non sono un orizzonte così impossibile da traguardare per un nuovo Governo che ha voglia di prendersi un po' di tempo per capire le cose.

Quindi quello che ci diciamo oggi è collocato in un quadro ancora di incertezza, con però la disponibilità da parte di tutti di cercare di fare la chiarezza necessaria per procedere.

Allora, per mettere in ordine alcune cose, intanto io ringrazio i capigruppo per la disponibilità che c'è stata ieri ad ascoltare le relazioni dei Presidenti, ringrazio i Presidenti, ringrazio l'Avif per la disponibilità a portare in maniera trasparente questi dati e ringrazio anche tutti i Sindaci, quelli che hanno scritto e quelli che non hanno scritto, perché, diciamocela chiaramente, intanto proveniamo tutti da una parte di Valle d'Aosta, quindi tutti noi vorremmo vedere le nostre località vicine aperte, in piena funzione e vorremmo dare delle risposte agli operatori economici, ai maestri di sci e agli appassionati dello sci, quindi hanno scritto dei Sindaci, altri si sono fatti sentire, tutti i Sindaci sono molto attenti a cercare di trovare una soluzione per i propri territori ma allo stesso tempo ho trovato nei Sindaci grande consapevolezza che questa attenzione non si deve tradurre in un ulteriore problema per le nostre società. Le società di impianti a fune sono un patrimonio della Valle d'Aosta e le scelte che dobbiamo fare non debbono penalizzare ulteriormente una situazione già profondamente critica.

Da parte nostra c'è la visione verso un'apertura che non sia un'apertura di tipo economico ma sia un'apertura che ha due obiettivi: uno, rilanciare l'immagine dello sci in Valle d'Aosta; due, dare in questo momento una risposta di tipo sociale non economico, anche se non possiamo tradurre la risposta delle nostre società in un intervento sostitutivo degli ammortizzatori sociali.

Quindi si deve generare un minimo di economia, un minimo di redditività e in tutto questo ci deve essere una visione comune dei bilanci delle società; è per questo che mi impegno e mi sono già impegnato ieri a dare ai capigruppo e per tutto il Consiglio Regionale dei dati leggibili, dei dati che siano verificabili di modo che possiamo provare a fare una scelta, se potremo fare una scelta.

Ringrazio anche i sindacati che nella giornata di ieri hanno dato la disponibilità, se riusciremo ad aprire questi impianti, a tradurre questi 30-40-50 giorni di lavoro eventuale in un'operazione che a livello contrattuale si possa determinare in un dare più occupazione possibile e quindi trovare contratti che facciano della solidarietà: qualche ora in meno di lavoro per tutti ma per trovare il modo di far lavorare più persone, quindi un atteggiamento molto serio delle forze sindacali, un atteggiamento altrettanto serio delle società e, a questo punto, che cosa facciamo e cosa possiamo fare noi.

Alla domanda "se è intenzione del Governo procedere alla riapertura di tutti i comprensori sciistici a partire dal 15 febbraio", rispondiamo che noi vogliamo aprire i comprensori sciistici, non tutti, ovviamente perché non ci sono non solo le condizioni economiche, ma ci sono delle condizioni operative: da qualche parte il vento ha spazzato via la neve e da qualche altra parte sappiamo, dai dati che abbiamo, che già in stagioni regolari a marzo buona parte delle società non fanno tutta l'attività e non coprono tutti i weekend. Quindi nelle scelte che operiamo non dobbiamo neanche pensare d'investire tanti soldi per aprire 15-20 giorni.

In questo senso la visione che abbiamo dato alle società è: portateci più dati possibili di modo che la politica possa fare questa scelta, però sì, vogliamo aprire, e con le società si è ipotizzato un'apertura il 18 febbraio, il prossimo giovedì, un'apertura che però oggi ha una spada di Damocle, quella della mobilità tra regioni. Rispetto a questo, su alcune località la mobilità può essere superata grazie al fatto che, per le seconde case, la presenza turistica è determinata dalla scelta dell'ultimo Dpcm ed esse possono garantire una piccola redditività alle nostre società e anche un rilancio dell'immagine dello sci e una prima applicazione delle regole.

A questo riguardo abbiamo un protocollo che non sarà così facilmente verificabile. La potenzialità di tutti i comprensori rispetto alle regole del protocollo vanno intorno ai 42 mila sciatori, l'idea è di partire con la quota più bassa - sto parlando di tutti i comprensori - e di attestarsi nei primi giorni a 30 mila, proprio perché è necessario provare, non fare ulteriori scivoloni. La preoccupazione è di tutte le Regioni, io sono, come sapete, in contatto con gli altri Assessori, tutti siamo preoccupati, visto l'immagine che si è creata sulla montagna, quindi si vuole partire in sicurezza e bene.

La seconda domanda - e ripeto, i dati che non avrete subito diamo la disponibilità a fornirli - "quali siano i costi da sostenere per la riapertura di tutti gli impianti": si stanno rideterminando alcuni di questi costi, proprio per come sono cambiate le cose, perché - riguardo alla tabella relativa sempre a questa domanda - per determinare gli utenti massimi che ogni stazione può ospitare in relazione al nuovo protocollo c'è un calcolo che è rapportato alla portata oraria degli impianti a fune ma che deve essere equilibrato alla potenzialità di apertura, quindi è un calcolo non teorico, che sarà da verificare soprattutto dove ci sono più zone di apertura all'impianto.

Quello che possiamo dire è che i costi che vi faremo vedere sono i costi soprattutto relativi a quest'ultima parte di stagione per far ripartire le società dove è saltato l'innevamento, dove sono saltati altri impianti. Su alcune società poi dobbiamo anche ricordarci che c'è tutto l'investimento che riguarda le operazioni che si fanno in autunno sulle reti e tutto quanto, che è da mettere in funzione con tre-quattro weekend in anticipo.

"A quanto ammontino le perdite registrate degli impianti di risalita alla data del 31 gennaio": sulla perdita, secondo le stime effettuate, che prendono in considerazione il margine operativo lordo dell'esercizio, i valori che abbiamo delle sei società a controllo pubblico portano nel complesso a una perdita di liquidità di circa 28 milioni di euro, però se calcoliamo che nella stagione 18/19 hanno generato cassa per circa 27 milioni, l'impatto negativo è di circa 50 milioni.

Poi "se siano stati organizzati - e chiudo velocemente - incontri con i Sindaci, se è stata prevista l'introduzione di figure atte a verificare il rispetto del protocollo": il mandato che è stato dato alle società, visto che siamo ancora in questo grado di incertezza, è di sentire i territori in attesa di una riunione complessiva con il CPL ma non solo, pure con l'ADAVA e con tutti i soggetti che graviteranno intorno a questa operazione di riapertura.

Evidentemente, prima di andare a questo incontro abbiamo bisogno di un passaggio finale: le Regioni approveranno la rettifica del CTS domani, tanto per dire in quale situazione si lavora ancora ed è in corso con il collega Barmasse la valutazione su come aprire i centri traumatologici, per non disperdere delle risorse lungo la settimana che sono necessarie probabilmente di più sotto il profilo sanitario in altri ambiti.

Quindi tutto questo per dire che continueremo, credo domani, la discussione sulla riapertura dei comprensori di sci e che ci sarà nel corso della giornata e delle prime ore di domani mattina la disponibilità a fornire tutti i dati che servono.

Grazie e mi scuso per la risposta che si è prolungata oltre il termine.

Presidente - Per la replica, il collega Carrel.

Carrel (PA) - Grazie, Assessore, anche se, come ha detto, dobbiamo ancora capire i dati e le scelte. Lo scenario è sicuramente complesso, dalle notizie che ci arrivano da Roma sembrerebbe che potrebbero prolungare le chiusure, quindi diventa difficile, però non possiamo passare la palla solamente in attesa delle scelte del governo romano e quindi buttare la palla dall'altra parte del campo.

Dobbiamo capire se aprono le regioni e, se c'è la possibilità di aprire gli impianti, cosa si fa il 15; o che cosa si fa se invece possiamo aprire gli impianti ma abbiamo le regioni chiuse e che cosa si fa anche se le regioni e gli impianti potranno aprire il 5, perché a questo punto continuare a preparare le piste e a sparare la neve potrebbe essere antieconomico e quindi è necessario che la politica, il governo soprattutto e lei, Assessore - che ha ricordato bene: sicuramente è una delega molto complessa in questo periodo - è lei che dovrà dire alle società che cosa dobbiamo fare.

Credo che il Consiglio possa aiutare, ma una risoluzione sicuramente non potrà tenere in considerazione tutti questi aspetti e credo, appunto, che sia onore e onere di chi sta al Governo gestire la situazione e comprendere quale sia la situazione migliore.

Noi possiamo chiedere di rimanere informati anche per quanto riguarda tutto ciò che ha citato rispetto ai centri traumatologici.

Noi in questo momento dobbiamo dare delle risposte, ma dobbiamo anche essere molto chiari: quando non si può fare qualcosa bisogna anche saper dire che non si può e dobbiamo avere la forza di dire: "no, questo non si fa, perché non è economicamente sostenibile e perché le società che gestiscono gli impianti a fune sono società partecipate dalla Regione e fanno parte del nostro tesoretto", quindi credo che sia importante che chi governa in questo momento dia delle linee che a oggi, mi permetto, non mi sembrano ancora molto chiare, ma le aspettiamo e speriamo di averle nel più breve tempo possibile, perché non possiamo aspettare la formazione del Governo Draghi che - Movimento 5 Stelle sì Movimento 5 Stelle no - di adesso è sempre in formazione, dobbiamo cercare di operare qui chez nous quanto possibile e aspettare le notizie da Roma, che arriveranno immagino nel fine settimana, sicuramente non prima.