Objet du Conseil n. 310 du 10 février 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 310/XVI - Interpellanza: "Utilizzo a fini turistici e museali dell'immobile rurale denominato "Grandze" presso il Castello di Aymavilles".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 17 all'ordine del giorno. La parola alla collega Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - Con questa interpellanza si vuole portare l'attenzione dell'Amministrazione regionale in merito all'utilizzo e alla destinazione d'uso dell'immobile denominato "La Grandze", che è sito all'interno del Parco del Castello di Aymavilles.
Considerato che risultano ormai terminati da diversi anni i lavori di restauro conservativo degli immobili in questione di proprietà della Regione e quindi sito all'interno del Castello stesso e visto che comunque questo immobile ben si presterebbe a un utilizzo a vocazione turistica anche in funzione della prossima apertura del Castello alle visite museali prevista nell'autunno 2021 come l'assessore Guichardaz aveva affermato durante lo scorso Consiglio regionale; rilevato che, a seguito di una mia richiesta di accesso agli atti, è emerso che l'Amministrazione regionale, a decorrere dall'anno 2010, anno in cui l'immobile è risultato agibile a seguito della fine dei lavori di restauro conservativo, ha speso innumerevoli somme pubbliche come spese vive per lasciare dei locali completamente vuoti e praticamente inutilizzati per oltre un decennio, se non per un utilizzo sporadico per alcune manifestazioni che hanno interessato solo una piccola parte della struttura, per le motivazioni su esposte si chiede, quindi si interpella l'Assessore competente per conoscere in prima istanza quale sia l'intenzione in merito al suo utilizzo da parte dell'Amministrazione regionale e la tempistica con la quale si intende rendere utilizzabile l'immobile per gli scopi a cui sarà destinato, ovviamente sempre nel rispetto delle norme e delle misure di sicurezza prescritte a seguito della pandemia da Covid-19.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (PCP) - Si condivide assolutamente quanto indicato rispetto alla vocazione turistica dell'immobile denominato "Grandze" presso il Castello di Aymavilles, anche in funzione di una prossima apertura del sito al pubblico. Infatti, ogni decisione in merito all'utilizzo del fabbricato rurale dovrà innanzitutto prendere in considerazione il progetto complessivo di rifunzionalizzazione del Castello con la nuova destinazione a sede museale, come dicevamo la volta scorsa, il cui obiettivo primario risiede nella fruizione dello stesso e delle sue pertinenze. Tra queste la "Grandze" rappresenta uno spazio architettonico significativo per lo sfruttamento del sito costituendo una zona di "servizio" necessaria a completare l'offerta nel suo complesso.
Sul territorio valdostano questa possibilità rappresenta, tra l'altro, un caso più unico che raro, non ci sono al momento castelli che possono vantare punti con servizi aggiuntivi interni al sito ed è quindi indispensabile potersi avvalere di questa pertinenza, che, riportata a nuova vita, ne aumenterebbe sicuramente le potenzialità e l'attrattiva turistica.
Così come da progetto condiviso e strutturato, con la partecipazione del Comune di Aymavilles e dell'Assessorato dell'agricoltura, in base al quale sono stati effettuati i lavori di recupero della struttura terminati nel 2006, gli spazi dell'edificio risultano così predisposti: al piano seminterrato sono stati realizzati locali destinati a enoteca, al piano terra ambienti adeguati a ospitare un bar, al primo piano un ristorante con locale allestito a cucina, nel sottotetto è stata ricavata una sala conferenze utilizzata in questi anni per incontri, premiazioni e corsi di formazione.
Segnalo che nel 2017 il Dipartimento agricoltura, di concerto con Vival, l'Associazione dei viticoltori della Valle d'Aosta, ha attivato un progetto Alcotra: "Vi.A. Route des Vignobles Alpins" che tra le diverse azioni mirate a incentivare il turismo del vino ha previsto la collocazione in questo edificio, al piano seminterrato, di locali per l'esposizione della produzione vinicola valdostana e per la degustazione. Gli spazi sono stati recentemente arredati nel mese di giugno dell'anno scorso a questo scopo. A servizio di queste sale, comunque dell'intero Castello, è stato anche realizzato un parcheggio a est dell'edificio sempre utilizzando i fondi del progetto.
L'ipotesi di utilizzo e gestione dell'edificio si è più volte discussa negli anni tra le strutture regionali coinvolte: la Soprintendenza, il Dipartimento dell'agricoltura, la gestione del patrimonio immobiliare, oggi siamo ancora nella fase di elaborazione di una precisa definizione di fruizione della struttura così come della sua forma di gestione che, e qui lo voglio ribadire, dovrà comunque essere al servizio del Castello e del territorio. In quest'ottica è nostra volontà trovare delle soluzioni che non vadano in alcun modo in competizione e concorrenza con le attività commerciali già presenti nel paese di Aymavilles. A questo scopo, nello spirito della massima condivisione, abbiamo previsto un confronto diretto con gli amministratori locali che organizzeremo e calendarizzeremo a breve.
A distanza di 15 anni dal termine dei lavori, nell'imminenza dell'apertura del Castello ai visitatori, il progetto è attualmente oggetto di un aggiornamento e di un adeguamento rispetto alle attuali richieste al pubblico, in particolare, visto il contesto connotato dalla presenza di attività legate alla coltivazione della vite, sarà considerata tra le altre l'ipotesi la proposta di inserire all'interno dell'edificio un'enoteca regionale con possibilità di degustazione di vino e con rinvio dell'acquisto degli stessi ad altre sedi o direttamente presso le aziende o presso gli esercizi commerciali. La creazione di un'enoteca regionale che, ribadisco è una proposta, potrebbe, ad esempio, costituire un importante punto di riferimento per la conoscenza e promozione delle aziende del territorio e generare promozione dei nostri prodotti enogastronomici, ma, al di là di questa mia suggestione limitata comunque a una piccola parte della "Grandze", in linea con quanto intrapreso dalle Amministrazioni precedenti, segnalo che l'edificio era comunque stato recuperato per raccogliere i cosiddetti "servizi aggiuntivi" fruibili sia dai visitatori del museo del Castello che da quelli del parco e del pubblico esterno. Tali servizi essenziali risultano ormai imprescindibili dalla visita a un museo, consentendo al sito di acquistare una vera e propria vocazione turistica a 360 gradi e di comprendere anche la degustazione e promozione di prodotti valdostani.
L'edificio risulta quindi adeguato per promuovere l'offerta enogastronomica del territorio che caratterizza la zona e i dintorni di Aymavilles. Dalla Cave des onzes communes, collocata a pochi metri dal castello, a tutte le altre cantine del territorio, eccellenti nella produzione vinicola fino alle aziende agricole zootecniche che gravitano nel comprensorio più estesamente nella regione. L'edificio nel suo insieme è stato quindi progettato per fungere da supporto alla visita del Castello, alle visite guidate e ai laboratori didattici, come perno per eventi specifici legati alla cultura del territorio proponendo progetti con finalità culturali formative, in particolare per veicolare la conoscenza dei prodotti eno-agroalimentari a chilometro zero promuovendo così il patrimonio turistico e gastronomico locale dell'intera Regione. Nell'ipotesi di una gestione dinamica da esternalizzare con procedure di evidenza pubblica, come previsto dalle specifiche norme, il fabbricato potrebbe diventare quindi un centro di valorizzazione delle eccellenze locali, ossia uno spazio destinato a promuovere gli artigiani, le aziende agricole, i prodotti tipici alimentari e vinicoli. A integrazione di questa offerta il piano sottotetto nel quale è stata allestita una sala polivalente potrebbe ospitare attività di vario genere, in un'ottica di gestione imprenditoriale complessiva del fabbricato, dal momento che vi si possono svolgere manifestazioni, esposizioni temporanee, convegni, seminari e altri eventi. Lo scopo di questi servizi aggiuntivi, come riportato all'articolo 117 del Codice dei beni culturali, in cui si prevede che nei luoghi della cultura possano essere istituiti servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico, è di garantire ai visitatori un'esperienza migliore nella fruizione dei beni e un ampliamento dell'offerta culturale. Essi giocano un ruolo strategico e fondamentale nella valorizzazione e promozione del nostro patrimonio, contribuiscono quindi a creare dei luoghi da vivere anche al di là della frequentazione di mostre ed esposizioni gettando un ponte fra la sede museale e il territorio circostante. La fruizione di questo edificio potrebbe andare oltre quella di piacevole luogo in cui terminare la visita diventando esso stesso una destinazione, un luogo green in cui vivere il paesaggio, ossia il verde del vasto parco del Castello. È quindi chiara l'importanza di inserire attività e servizi destinati al pubblico all'interno della "Grandze", per accogliere in maniera adeguata il turista di oggi e su questo si sta lavorando.
Per quanto riguarda la domanda n. 2, dal momento che gli uffici stanno lavorando proprio in questi mesi all'esame dei possibili scenari per la gestione dell'edificio, sulla base delle varie indicazioni e ipotesi, non è ancora possibile definire con precisione la tempistica con la quale si intende utilizzare l'immobile "Grandze". Le posso però dire che probabilmente l'apertura non sarà contestuale a quella del Castello, che, come ho già detto in quest'aula la volta scorsa, è tra le priorità per i prossimi mesi e che non necessita allo stato attuale, l'apertura del Castello, di un collegamento funzionale con la "Grandze". La biglietteria e l'accueil sono già in fase di allestimento nell'edificio limitrofo, quello dove attualmente è ospitato il CERVIM. È comunque volontà dell'Amministrazione promuovere l'apertura e l'utilizzo in sicurezza di questo edificio in tempi rapidi e non molto oltre l'apertura del Castello, in modo da creare quanto prima la necessaria sinergia di cui ho detto.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la collega Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - Io sono un pochino basita circa la sua risposta, mi fa veramente timore quello che ha detto, cioè oggi siamo ancora in una fase di elaborazione della gestione della struttura, ma parliamo di 15 anni, quanti anni di pensiero e di lavorazione servono? I dati che avevo io, il riepilogo fornitomi dagli uffici, partono con dati dal 2010, quindi ho dato per scontato che l'agibilità dell'edificio fosse del 2010, quindi 11 anni fa.
Io credo sia veramente doveroso pensare a un utilizzo economicamente più vantaggioso per l'Amministrazione di questo immobile, non è pensabile lasciare vuoti e sfitti degli immobili che sono nati comunque con dei soldi pubblici, tanti soldi pubblici spesi, per poi essere lasciati inutilizzati per così lungo tempo e poi non sappiamo ancora quando si avrà intenzione di utilizzarli, al più presto, ma sappiamo bene che, quando si dice: "al più presto", la tempistica si allunga sempre di più.
In effetti, dicevo, a seguito di questa mia richiesta di accesso agli atti, è emerso che l'Amministrazione regionale, a decorrere dall'anno 2010, ha speso numerose somme pubbliche, io parlo solo di spese vive, per lasciare dei locali completamente vuoti e sfitti. Le spese ammontano in questo decennio a oltre 200 mila euro e sono tante, tante, tante somme. Ritengo che il denaro di tutti noi Valdostani debba essere speso in maniera oculata e queste cifre assai importanti incidano sul bilancio regionale, somme che potrebbero comunque essere destinate ad altre risorse e se tale immobile venisse effettivamente messo a disposizione, per esempio, come citava lei o per l'enoteca regionale, o per un locale bar, sala ristorazione, così come si era pensato agli inizi della nascita della progettazione, quindi con tutte le attività annesse, eventualmente anche attività di souvenir, piuttosto che altro, e queste attività fossero date in gestione, sarebbero sicuramente una risorsa sia per l'Amministrazione regionale ma non solo, darebbero anche un'opportunità di lavoro per diverse persone e il tutto creerebbe economia, invece per purtroppo 15 anni viene lasciato tutto lì fermo senza iniziative di parte, perché? Perché prima bisogna aspettare che apra il Castello. Bisogna rendersi conto che sono finiti i tempi in cui si edificavano cattedrali nel deserto, ora le cattedrali che abbiamo occorre saperle valorizzare al meglio e renderle economicamente produttive. Occorre quindi ragionare con una mente imprenditoriale e non aspettare 15 anni per mettere in pratica strategie che rechino vantaggi non solo alla Pubblica Amministrazione ma anche a tutto l'indotto che ruoterebbe intorno alla struttura stessa.
Non dimentichiamo che il Comune di Aymavilles è un Comune che attira numerosi turisti in tutte le stagioni dell'anno, non solo per il fatto che è presente la struttura come il Castello, ma anche perché nella frazione più a monte, in una frazione più alta, a Pondel, è presente un famoso ponte acquedotto romano che risale al primo secolo Avanti Cristo e precisamente all'anno 3 ed è una tra le meglio conservate opere di epoca risalente all'Impero Romano presente in Europa. Impariamo quindi a valorizzare quello che abbiamo e a farlo fruttare. Ci sono luoghi, ci sono paesi che non hanno nulla o hanno ben poco e si vendono benissimo agli occhi del turista. Noi abbiamo tutte le materie prime e lasciamo invece che quello che ipoteticamente non solo potrebbe fare del business, in realtà diventi peso per le casse regionali.