Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 288 du 28 janvier 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 288/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno ad avviare un'interlocuzione con il Ministero della giustizia per assicurare alla Regione un dirigente penitenziario a tempo pieno e in pianta stabile presso la Casa circondariale di Brissogne".

Bertin (Presidente) - Punto n. 46 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Per iniziare questa mozione, devo richiamare alcuni fatti molto recenti. Si parte con un comunicato stampa che è stato pubblicato martedì 15 dicembre da parte del garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ovviamente regionale, Enrico Formento Dojot, che ha incontrato Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale diritti delle persone private della libertà personale in visita alla Casa circondariale di Brissogne. In questo suo comunicato stampa Enrico Formento Dojot ha evidenziato alcune criticità, che sono criticità che sono ormai ataviche ma che è bene ripercorrere proprio con il suo stesso comunicato. "Ho illustrato le difficoltà - spiega il Garante - che ormai da anni affliggono l'istituto di Brissogne e che naturalmente consistono nell'assenza del Direttore e del Comandante titolare, nell'incidenza del numero di detenuti stranieri in percentuale doppia rispetto alla media nazionale e nel frequente turnover dei ristretti. In sintesi il carcere valdostano da tempo ha perso una sua identità diventando il polmone rispetto ai problemi di sovraffollamento di istituti vicini. Tali criticità si ripercuotono pesantemente sulla vita detentiva in termini di progettazione lavorativa, formativa, culturale e ricreativa".

Aggiungo una cosa che ovviamente non è stata detta dal Garante dei detenuti ma che le criticità in realtà in particolar modo si ripercuotono sul personale che lavora all'interno della struttura, il personale di polizia e il personale amministrativo, perché ovviamente, come viene evidenziato qui, la qualità dei detenuti è notoriamente molto bassa, nel senso che ci si trova ad avere a che fare con detenuti a fine pena, che tendenzialmente non hanno incentivi nell'avere una buona condotta perché tanto sono a fine pena, abbiamo un forte turnover e quindi un continuo ricambio che impedisce lo stabilire dei rapporti con il personale di polizia, amministrativo con i detenuti e abbiamo chiaramente un'altissima percentuale di stranieri, con tutte le criticità che ben conosciamo, che incide negativamente anche sulla tenuta ovviamente dell'ordine all'interno della struttura.

A questo si aggiunge un comunicato stampa recentissimo che è stato trasmesso al Governo regionale della Valle d'Aosta, agli organi di stampa, al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria il dottor Pierpaolo d'Andria e all'Ispettorato centrale della funzione pubblica in data 17 gennaio 2021. Il caso vuole che è stato esattamente successivo alla mozione che abbiamo presentato, che era già in discussione nello scorso Consiglio. Il comunicato che è dell'OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria), come oggetto riporta: "richiesta di aiuto", che vado a leggervi integralmente: "Egregia autorità in indirizzo - ad eccezione di quella appartenente all'Amministrazione penitenziaria - era maggio 2017 quando la seguente sigla unitamente con le altre sigle sindacali in occasione del duecentesimo anniversario della fondazione del Corpo di Polizia penitenziaria manifestava innanzi ai cancelli della Casa circondariale di Aosta per la continua mancanza da anni di un Direttore titolare. Oggi a distanza di anni nulla è cambiato, il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria né a livello romano, né a livello distrettuale è capace di assicurare un vertice alla Casa circondariale di Aosta, nonostante vi siano in servizio circa 600 direttori d'istituto penitenziario e circa 700 funzionari di Polizia penitenziaria, a fronte di poco meno di 200 istituti penitenziari, non sono evidentemente in grado di provvedere al bisogno. Preso atto dell'inefficienza dell'Amministrazione centrale e distrettuale, non ci resta che chiedere aiuto alla politica regionale, che spesso si è dimostrata più sensibile della matrigna romana. Chiediamo l'intervento del Signor Presidente Prefetto della nostra Regione affinché si trovi una soluzione in questa incresciosa situazione, che ormai va avanti da anni. Dal DAP non possiamo che aspettarci che emani il solito interpello nazionale fra i direttori che andrà deserto, così credendo, la loro coscienza sarà a posto.

Ribadiamo la necessità di una soluzione che potrebbe essere anche un concorso regionale per Direttore di istituto valdostano. In attesa di urgente riscontro dalle Signorie Loro, si porgono distinti saluti".

Questo comunicato stampa effettivamente coglie nel segno le criticità e le necessità che abbiamo sempre evidenziato. L'assenza della figura del Direttore è direi ormai storica nella nostra Regione.

A questo punto mi spiace ma voglio dare una documentazione completa e a tutto tondo vado a leggervi un'interrogazione che è stata presentata qualche tempo fa, però riporta gli stessi dati. Interrogazione al Parlamento: "La Casa circondariale di Brissogne, unico istituto penitenziario presente in Valle d'Aosta, risente pesantemente, nell'ambito del suo corretto funzionamento, dell'assenza in pianta stabile di figure di vertice quale il Direttore e il Comandante del reparto di Polizia penitenziaria. Dal 2014 sia la Direzione della struttura che il comando del reparto sono affidati a Dirigenti in missione, quindi reggenti, che, per effetto di doppi, se non a volte tripli incarichi, riescono a garantire la loro presenza in loco al massimo per otto giorni al mese. L'organico di polizia penitenziaria in servizio all'interno del carcere valdostano, già oggetto di un drastico taglio per effetto della cosiddetta "legge Madia", attualmente risente la carenza di ben 30 unità di personale nei vari ruoli su una pianta organica di 158 unità.

Le iniziative di reinserimento sociale lavorativo delle persone recluse all'interno della Casa circondariale di Brissogne stentano a decollare, anche per via dell'altissimo turnover degli stessi detenuti provenienti per il 90 percento da sfollamenti di carcere piemontesi, liguri e lombardi. L'Istituto penitenziario valdostano operativo dal 1984 patisce ormai da anni l'assenza cronica di interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria sulle sue strutture, con conseguenti criticità del tutto evidenti ed impattanti sul regolare funzionamento quotidiano della Casa circondariale, come, ad esempio, l'impianto di videosorveglianza fuori uso da circa un decennio, l'impianto idraulico in pessime condizioni a causa di numerose perdite, la caserma agenti in parte inutilizzabile per via delle molteplici carenze manutentive, la pavimentazione dei locali passeggi ormai completamente da ripristinare a causa degli eventi atmosferici.

Ora, io, assieme anche ad alcuni colleghi del gruppo, ho fatto numerosi sopralluoghi, ovviamente le problematiche qui richiamate sono anche abbastanza analitiche ma non sono esaustive, perché vorrei invitare davvero tutti i colleghi a entrare all'interno della struttura e a chiedere, per esempio, di visitare il camminamento. Il camminamento, che sono chiaramente le mura esterne, se visitato, perché l'ultima volta che siamo andati ci hanno detto che era pericolante e non si poteva visitare... ha degli evidenti problemi ma tutti questi problemi hanno una radice comune, cioè proprio l'assenza di una figura che stabilmente possa occuparsi del carcere e della sua manutenzione, evitare, per esempio, questo altissimo turnover, evitare di essere la discarica delle carceri di tutto il nord Italia ed evitare che manchino aliquote di personale, insomma, fare in modo che questa struttura funzioni.

Quello che abbiamo potuto appurare è che tendenzialmente non ci sono Direttori e Comandanti disponibili a trasferirsi in Valle d'Aosta e i pochi che si sono trasferiti in Valle d'Aosta in realtà hanno utilizzato questo trasferimento diciamo semplicemente per acquisire il ruolo e poi andarsene alla prima occasione. Tendenzialmente quindi è difficile trovare una figura che venga da fuori della Valle d'Aosta, che ritenga di voler rimanere in pianta stabile nella nostra regione e questo è un grave problema. La nostra Regione viene considerata peraltro anche sede disagiata, però ad oggi, come giustamente viene scritto e riportato in questa interrogazione della Camera dei deputati, ci sono Direttori che fanno a volte doppi, a volte tripli ruoli e, quando vanno a fare i turni singoli, quando vanno nel carcere, vengono assaliti, per esempio, dagli ordini di trasferimento, dalle richieste di detenuti di cambiare cella, piuttosto che avere un aiuto in qualche maniera e non riescono a vagliare l'enorme mole di lavoro che si pone, anche soltanto per quanto riguarda, per esempio, il problema del personale di polizia. È evidente quindi che avere una figura all'interno del carcere che possa occuparsi stabilmente h24, sette giorni su sette del carcere è un vantaggio ed ecco perché è difficile arrivare a questa soluzione.

La Direttrice reggente, quella che è andata via poi a fine 2019-inizio 2020 della Casa circondariale di Brissogne, dichiarava già a maggio 2019: "la soluzione più adeguata per garantire la presenza stabile di entrambe le figure professionali è l'istituzione di un concorso pubblico regionale che potrebbe incentivare professionisti residenti". Noi, sulla base di questa indicazione, nonché ovviamente sulla base di tutta una serie di stimoli, abbiamo cominciato a lavorare.

Fin dal primo momento, all'epoca del Governo Spelgatti, avevamo cominciato delle interlocuzioni con il Ministero nazionale, con il Ministero della giustizia, nello specifico ho avuto un'interlocuzione importante con Jacopo Morrone, che ai tempi aveva la delega al DAP, per appunto addivenire a questa soluzione ed effettivamente eravamo riusciti ad arrivare a un interpello a livello nazionale, interpello che, purtroppo, si è interrotto per una serie di ricorsi e che non ha permesso di arrivare a una definizione della vicenda e quindi di ottenere che venisse finalmente nominato un Direttore per la Valle d'Aosta.

Con il susseguirsi poi dei Governi, avevamo chiesto delle garanzie, le garanzie ci erano state date e sembrava che si stesse lavorando nella direzione di arrivarci, poi ovviamente il Governo Conte 1 è finito, abbiamo potuto avere interlocuzioni solo con elementi esterni. Abbiamo visto, tra l'altro, durante il Covid che non è che la gestione del DAP sia stata proprio cristallina, abbiamo visto tutto quello che poi è susseguito con le dimissioni del DAP e quant'altro. Allora abbiamo deciso a questo punto di cominciare a studiare una strategia, una soluzione che potesse effettivamente arrivare a dare perlomeno, per quanto riguarda la figura del Direttore, che è una figura civile, non è equiparabile appunto a quella del Comandante del reparto, l'individuazione di questa figura.

Abbiamo quindi voluto riassumere ma vorrei specificare un po' quello che è stato il nostro percorso. Il decreto legislativo n. 165/2001, articolo 35, comma 5, prevede che "i concorsi pubblici per le assunzioni nelle Amministrazioni dello Stato e nelle aziende autonome si espletano di norma a livello regionale. Eventuali deroghe per ragioni tecnico-amministrative o di economicità sono autorizzate dal Presidente del Consiglio dei ministri. Per gli uffici aventi sede regionale, compartimentale o provinciale possono essere banditi concorsi unici circoscrizionali per l'accesso alle varie professionalità". Ovviamente da questo ne discende un'individuazione che riguarda e tocca da vicino il nostro Statuto, che è l'articolo 38, che prevede che le Amministrazioni statali assumono in servizio nella Valle possibilmente funzionari originari della regione o che conoscano la lingua francese. Qui ci vengono in soccorso gli articoli 50 e 51 della legge n. 196/1978, ovvero le norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, che prevedono che "ai fini dell'attuazione dell'articolo 38, terzo comma, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, le Amministrazioni dello Stato, anche con ordinamento autonomo, osservano, nei concorsi per l'ammissione alle qualifiche iniziali delle carriere degli impiegati civili dello Stato, le norme del presente titolo. Per far luogo all'assegnazione di posti nei ruoli periferici delle varie carriere, che prevedano l'impiego in sedi della Valle d'Aosta, le Amministrazioni dello Stato bandiscono apposito concorso per la copertura dei posti in detta Regione, che deve aver luogo in Aosta e prevedere una prova per l'accertamento della conoscenza della lingua francese".

Considerato quindi che nel maggio scorso, a distanza di 23 anni dall'ultimo, è stato pubblicato il bando di concorso per 45 dirigenti penitenziari, decreto 5 maggio del 2020, il cui calendario di svolgimento è stato rinviato a gennaio 2021 per l'elevato numero di candidati e per il quale si può ragionevolmente prevedere che i tempi per reclutare i direttori si allunghino di almeno altri due anni, è chiaro che abbiamo a che fare con un evidente problema di individuazione se dobbiamo far riferimento a quello che è il nazionale. Ecco perché noi con questa mozione chiediamo tre impegnative molto semplici: in primis "ad avviare in tempi brevi un'interlocuzione con il Ministero di giustizia - che, per carità, sarà dimissionario, vedremo chi arriverà, nel frattempo c'è, magari sarà il caso perlomeno di interpellare... - finalizzata alla verifica delle condizioni per assicurare alla Regione Valle d'Aosta un dirigente penitenziario, a tempo pieno e in pianta stabile, presso la Casa circondariale di Brissogne, o attraverso l'espletamento di un concorso pubblico a ciò preordinato, o attraverso la destinazione di uno dei 45 posti messi in concorso con il decreto sopra richiamato", perché anche questo effettivamente sarebbe importante, quindi riservare un'aliquota a monte sull'interpello nazionale.

In secondo luogo si impegna: "a concretizzare il nuovo protocollo d'intesa quale strumento di collaborazione volto ad assicurare i principi di sussidiarietà e cooperazione tra Stato, Regioni ed Enti locali e finalizzato al miglioramento dell'attività amministrativa, che disciplini, nel rispetto delle rispettive competenze, settori di intervento congiunto nei quali operare, anche al fine di garantire alla Regione l'efficace svolgimento delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria". Lo abbiamo ricordato anche con diverse interrogazioni all'interno di quest'aula: è ancora latente la firma su quello che il protocollo d'intesa fra l'Amministrazione penitenziaria, quindi il Ministero della giustizia e la Regione che appunto disciplini la gestione congiunta della struttura. È ancora latente e quindi sarebbe bene anche arrivare a questo punto alla firma di questo protocollo di intesa, perché vi sono, secondo me, contenuti anche degli elementi molto importanti che vanno a disciplinare materie non soltanto come la sanità, ma, per esempio, anche soltanto le erogazioni che vengono fatte ai detenuti, su cui, secondo me, si era arrivati - e lo avevamo visto ancora prima, mi pare nel luglio 2019 - anche a un buon punto di incontro con il Ministero.

Infine, sulla base di tutto questo, si impegna: "a relazionare alla I Commissione consiliare sulle attività istruttorie e le risultanze delle attività poste in essere per il raggiungimento di quanto previsto ai punti 1) e 2)", punto 1: la questione dell'interlocuzione per l'individuazione del Direttore, punto 2: la firma del protocollo d'intesa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Ringrazio il collega Manfrin per l'illustrazione della mozione, così come i firmatari. Tutto quanto è stato detto nell'illustrazione è assolutamente condivisibile e, come detto, ringrazio anche per questa presentazione, che mi ha permesso anche di approfondire un po' questa questione, che è uno dei tanti dossier che francamente e in tutta sincerità in queste prime settimane così un po' di ordinaria straordinarietà non ho avuto tempo ancora di affrontare. Ho dovuto quindi prendere atto di una situazione che è ormai quasi atavica, la situazione di rapporti complessi, di interlocuzioni che vanno avanti da più di dieci anni da parte dell'Amministrazione regionale con i Ministri della giustizia che si sono succeduti negli anni, proprio alla ricerca di una situazione stabile per quanto riguarda la Direzione della Casa circondariale e anche appunto, come detto, del Comando del personale di Polizia penitenziaria. Quest'attenzione, come giustamente è stato sollevato, non ha portato, ahimè, a tutt'oggi ad una conclusione di questo problema, quindi da parte nostra sicuramente quanto richiesto è assolutamente condivisibile, quindi un impegno da parte dell'Amministrazione regionale, del Governo a cercare con il Governo, quando ci sarà, una soluzione per trovare un punto di arrivo per questa questione, anche per non tralasciare, come giustamente è stato detto, l'opportunità di questo recente bando per i dirigenti che è stato bandito.

Stesso discorso vale per il protocollo d'intesa, ho cercato di ricostruire e di farmi ricostruire un po' tutto il percorso e già nel 2017, all'approssimarsi della scadenza, l'Amministrazione regionale aveva evidenziato all'allora Ministro la propria disponibilità al rinnovo dello stesso protocollo. Si è giunti poi solo a fine 2019, mi è stato detto, a una condivisione del nuovo testo e nel febbraio dell'anno scorso si è tenuto un incontro specifico proprio dedicato agli aspetti sanitari del protocollo per cercare di giungere a un testo condiviso, poi ovviamente la pandemia ha sospeso un po' il dialogo con il Provveditorato regionale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, e questo dialogo è poi ripreso durante l'estate, nel mese di giugno in particolare, con un nuovo Provveditore che è stato nominato e il 31 luglio del 2020 la Regione ha trasmesso nuovamente una bozza di protocollo d'intesa. A fine settembre, quindi quattro mesi fa, si è svolto un nuovo incontro qua ad Aosta, che ha portato alla condivisione conclusiva del testo del protocollo. Il protocollo quindi sarà portato a breve all'approvazione della Giunta e poi sarà trasmesso al Ministero per la sottoscrizione.

Da parte nostra quindi il contenuto della mozione è assolutamente condivisibile e vi è tutto l'impegno per cercare di risolvere questa questione, che veramente richiede di essere risolta da troppo tempo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - La ringrazio anche per l'aggiornamento nel merito del protocollo, perlomeno almeno questo potrà giungere a compimento e quindi andare a disciplinare una serie di aspetti. Sarà interessante allora vedere quale sarà il nuovo contenuto, mi auguro che non sia variato molto rispetto alla bozza originaria, e anche un ringraziamento per voler aderire a, secondo noi, una richiesta e una necessità di arrivare a una definizione di un Direttore stabile.

È chiaro che la soluzione che riguarda un concorso dedicato qui in Regione o un'aliquota da indicarsi a livello di concorso di interpello nazionale è una soluzione che va assolutamente perseguita e sicuramente ci auguriamo che questa interlocuzione, qualsiasi sia il Governo con cui avremo a che fare, possa portare a un risultato concreto.

Presidente - Non vedo altre richieste di intervento, pertanto metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e presenti: 32

La mozione è approvata all'unanimità.