Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 276 du 28 janvier 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 276/XVI - Interpellanza: "Azioni poste in essere per la concessione delle misure di compensazione per l'eradicazione della rinotracheite bovina infettiva".

Bertin (Presidente) - Punto 35 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione si prenota il consigliere Planaz, ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Ho ritenuto opportuno portare in evidenza questa problematica analoga, che riguarda poche aziende fortunatamente. Questa malattia, la rinotracheite infettiva, è comparsa forse già prima degli anni 2000, ma ha avuto proprio degli effetti gravi sugli allevamenti all'inizio degli anni 2000, una malattia che vista così all'inizio pare un virus, abbastanza simile al Covid, che attacca i bovini. Apparentemente sembra una piccola influenza che non sembra neanche recare danni all'allevamento, ma in conseguenza può creare danni riproduttivi sugli animali e delle infezioni sui vitelli appena nati, con diarree e malattie respiratorie.

All'inizio degli anni 2000 la Regione aveva avviato un piano di eradicazione di questa malattia e si erano investiti molti soldi. Questo progetto finì a fine 2015 quando la Regione Autonoma Valle d'Aosta fece una richiesta specifica all'Unione Europea dove venimmo classificati come Regione ufficialmente indenne da questa malattia, cosa che, andando a vedere regioni simili alla nostra, era già stata fatta per la Provincia di Trento e di Bolzano che già prima di noi avevano eradicato questa malattia, appunto perché avevano visto che creava molte conseguenze, sia sul lato produttivo dell'allevamento, ma anche perché perdeva molto valore l'animale, dato che dal momento in cui si doveva mettere in vendita questo animale non potevi esportarlo in altre parti, sia fuori dalla regione o quant'altro.

Fortunatamente per cinque anni non abbiamo avuto nessun problema, fino a quando l'anno scorso, proprio io in carica come presidente dell'ARER, ci è giunta notizia che un focolaio si era acceso in un allevamento della bassa Valle. Noi siamo rimasti molto basiti per questa notizia e increduli, perché eravamo convinti dal piano che si era attuato: questo piano di eradicazione era stato deciso per eradicare la malattia e anche non effettuare più vaccinazione sugli allevamenti, il che diminuiva i costi di mantenimento di questa malattia, anche risparmiando molti soldi pubblici, perché non c'era bisogno di intervenire e vaccinare gli animali. Questo fa che forse, per un incidente di percorso inspiegabile, quattro o cinque allevamenti sono stati trovati infetti. Fortunatamente, con l'auspicio dei dottori veterinari che sono intervenuti subito, abbiamo fatto tutte le diagnosi su tutti gli allevamenti che erano dubbi o che avevano avuto contatti con questo allevamento positivo e abbiamo contenuto il focolaio in cinque allevamenti. Due di questi in maniera lieve hanno eliminato due capi, altri tre hanno avuto un danno ingente per i quali, in tutto questo progetto per contenere questa malattia, si sono dovuti abbattere novanta capi di cui settantasei positivi, gli altri non positivi, ma essendo stati a contatto con quelli positivi e avendo un protocollo molto rigido che ci obbliga a eliminare questi capi, sono stati tutti eliminati.

Due di queste aziende sono condotte da allevatori molto giovani, una un po' meno e non è proprio un'azienda agricola, è più commerciale. Le due aziende condotte da allevatori molto giovani si sono trovati dall'oggi al domani senza un capo in stalla, in un periodo dell'anno, in primavera questo è accaduto, dove la produzione dell'animale ha un costo minore rispetto gli altri mesi dell'anno. Faccio un esempio: in autunno quasi tutti gli animali della nostra regione sono in un periodo di riposo, in asciutta, invece il periodo di marzo e aprile, se noi andiamo a vedere le tabelle di produzione, sono i periodi dove produciamo più latte e dove abbiamo la produzione più alta, perché abbiamo quasi tutti gli animali in produzione. In più è il periodo dove si inizia il pascolo e dove i costi di produzione del latte sono minori. Questi due allevatori si sono trovati dall'oggi al domani senza un animale: uno ha dovuto abbattere quarantotto capi di cui trentatré positivi, l'altro venticinque capi di cui uno non testato perché sotto età diagnostica.

Noi ci eravamo accorti di questo nei debiti fuori bilancio, perché c'era una cifra irrisoria stanziata di 30 mila euro per andare a risarcire questi allevamenti. Avevamo presentato, insieme al gruppo Pour l'Autonomie, un emendamento e un subemendamento per impegnare 100 mila euro per andare a risarcire queste aziende. Dopo una delibera di Giunta - io non so con quale modalità sono stati conteggiati i danni a queste aziende - l'azienda che ha macellato quarantotto capi dovrebbe ricevere, dico dovrebbe perché non li ha ancora percepiti a quanto mi è stato detto, 13 mila euro e l'azienda che ha dovuto abbattere venticinque capi la cifra di 9 mila euro. Poi senza conteggiare l'altra azienda che è commerciale: io l'ho sentito così informalmente e ha detto: "io voglio solo che mi pagano gli animali positivi, perché per gli altri io ho un altro tipo di attività, non è un'attività agricola; mi paghino i positivi e a me va bene così". Ma restiamo agli altri due allevamenti: praticamente se noi facciamo un conto che sono stati abbattuti tutti questi capi e alla cifra ridicola che è stata messa in delibera per risarcimento di questi danni, noi ci chiediamo come è potuto succedere che è sfuggito un danno così ingente a due aziende che fanno solo quello per lavoro, che non hanno altre entrate, alle quali non riusciamo a dargli una cifra giusta, non di guadagno ma giusta, per andare a sostituire i capi.

Ricordo che tutte e due le aziende hanno già di nuovo riacquistato i capi per continuare le loro attività, perché a volte ti trovi in un momento che puoi anche decidere di smettere l'attività se succede un caso gravissimo come questo, però magari hai degli impegni da portare avanti con le misure del PSR agroambientali che non puoi smettere come azienda, anche se è un caso un po' di forza maggiore. Allora io mi chiedo se c'è una tabella regionale che indichi il valore degli animali e su quali basi è stato assegnato questo importo a queste aziende.

Presidente - Per la risposta l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie collega Planaz. Mentre illustrava la sua interpellanza, rileggevo la parte scritta. Da precisare che nella parte scritta, quella che mi aveva comunicato qualche giorno fa, lei chiede principalmente anche un discorso di tempistiche. Ovviamente le risponderò sia sulle tempistiche che poi sulle domande aggiuntive che mi ha posto oggi.

Ricordava nella sua interpellanza le delibere della Giunta regionale che ha citato in premessa, la n. 1355 e la n. 1378 della struttura competente, quindi Igiene e sanità pubblica e veterinaria. Con queste delibere vengono ridefiniti i criteri per la concessione degli aiuti agli allevatori, per appunto la sostituzione degli animali positivi alla rinotracheite bovina infettiva. Qui vengono cambiati, infatti, in esecuzione della legge regionale n. 10 del 2020, modificando eccezionalmente i criteri storicamente adottati sino al 2015. Questi criteri prevedevano un limite massimo di sei animali che invece erano stati portati a venti, la proprietà da un anno che è stata tolta e l'età massima di sei anni dei capi acquistati portata a dieci.

Per quel che è il contenuto della sua interpellanza, dove mi chiede quali azioni abbiamo messo in atto e in quale tempo, gli uffici hanno ricevuto le richieste negli ultimi giorni di dicembre e la concessione degli aiuti ai beneficiari è stata determinata con un provvedimento dirigenziale, il n. 7663 del 29 dicembre 2020, e i relativi importi, quelli da lei citati, saranno liquidati all'inizio del mese di febbraio.

Ci sono stati diversi incontri con le aziende interessate che hanno permesso di cogliere le varie sensibilità e anche interessanti spunti, al fine di continuare e rafforzare l'attività di monitoraggio all'interno della quale verranno inseriti analisi del sangue delle bovine, oltre che sul latte, e del vincolo di movimentazione per gli animali vaccinati, questo è per combattere questa criticità anche in futuro.

Le azioni che si intendono mettere in campo in futuro per prevedere aiuti fissi a quegli allevatori a cui fossero diagnosticati dei soggetti positivi a questa malattia è di modificare la legge regionale 4 del 2012, che appunto limitava questi aiuti, sino all'ottenimento della qualifica di territorio ufficialmente indenne, introducendo una modalità simile a quella della corresponsione degli indennizzi per le altre malattie soggette a profilassi obbligatoria prevedendo, magari con dei limiti di un numero di capi indennizzabili per non indurre nessuno a tentativi di frode, un compenso integrativo regionale per ogni capo positivo abbattuto nella misura fino al 50% dell'importo che deriva detraendo dal valore zootecnico dell'animale, stabilito dalla Giunta regionale sulla base dei prezzi di mercato, gli importi del valore economico della carcassa e dell'indennità di abbattimento statale stabilito per le altre malattie.

Come le dicevo abbiamo incontrato alcune volte queste aziende, questi giovani allevatori e concordo con lei sul fatto che sia necessario e importante supportare queste aziende soprattutto in questo momento così difficile. Pertanto, sono allo studio delle misure per riuscire a riconoscere la reale entità del danno provocato dal sinistro, soprattutto in valutazione del difficile periodo nel quale stiamo vivendo.

Presidente - Grazie Assessore. Per la replica il consigliere Planaz ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Assessore oggi non la ringrazio, è stato poco esaustivo, io le ho fatto due domande ben precise: se c'è una tabella che indichi il valore degli animali nella nostra regione! Perché se noi facciamo il conto che su novanta capi macellati c'è la ridicola cifra di 30.000 euro, dividendo per novanta sono 300 euro a capo. Adesso io mi chiedo: lei che è Assessore all'agricoltura, conosce il valore degli animali produttivi della nostra regione, sì o no? Perché se lei mi dice che conosce il valore degli animali nella nostra regione ed eroghiamo 300 euro a capo per animali che si sono dovuti abbattere obbligatoriamente! Non è che uno ha deciso "mah, forse lo abbatto o non lo abbatto". Voglio ricordare che dopo una vita di sacrifici per selezionare una stalla di quaranta-cinquanta capi e da oggi a domani te ne trovi senza, non è che giri la Valle e ti trovi di nuovo cinquanta capi come quelli che avevi prima. C'è già un danno di riproduzione e c'è un danno della mancata produzione sui mesi che non hai più potuto produrre, in più magari ti trovi con degli animali che dovrai sostituire, perché andando a comprare degli animali non sempre hai la garanzia di avere degli animali produttivi come quelli che avevi in stalla precedentemente.

È per questo motivo che io le chiedo e farò in modo di controllare che questo accada: che si risarcisca i danni della mancata produzione e che il risarcimento degli animali che sono stati abbattuti a causa di questa malattia sia risarcito in modo equo. E non mi accontento né io né chiunque altro di 300 euro a capo. Questa cosa speriamo che non succeda più, perché abbiamo dei controlli degli animali che vengono da fuori valle che sono obbligati a rispettare le quarantene e tutti questi allevatori hanno rispettato le loro regole e nessuno ha comprato penso animali da fuori valle; poi lei mi cita "gli animali vaccinati". Se ci accorgiamo oggi che alcuni animali ancora vaccinati dalle prime vaccinazioni che venivano fatte possono essere portatori del virus, in caso di circolo del virus in un periodo dove magari gli animali incontrano l'influenza e tutto il resto, magari bisognava accorgersene prima. Altrimenti noi facciamo pagare tutti questi piccoli sbagli a questi pochi allevamenti: siamo solo più che rimasti in pochi, in più questi giovani che ci sono qua e che hanno speso tutta la loro vita per selezionare una stalla di bovini idonea alla produzione del latte, poi li trattiamo in questo modo, io penso che bisognerebbe valutare meglio ed essere a conoscenza dei fatti.

In più le dico un'altra cosa: se noi andiamo a vedere lo storico di queste aziende, hanno un rischio in più di contrarre la malattia, ma per il semplice fatto che non hanno mai incontrato la malattia neanche quando c'era il virus che circolava in tutta la valle. Perché c'è stato un periodo in cui c'erano allevamenti che erano completamente infetti ed allevamenti che erano completamente indenni da questa malattia, e questi due allevamenti sono tra questi. Allora bisognerebbe andare a vedere e a risarcire in modo equo delle persone che hanno sempre lavorato bene e onestamente, che oggi pagano il prezzo più caro per l'eradicamento di questa malattia di cui non ne hanno le colpe.