Objet du Conseil n. 277 du 28 janvier 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 277/XVI - Interpellanza: "Valutazioni della sostenibilità economico-finanziaria degli interventi sulle tratte ferroviarie regionali".
Bertin (Presidente) - Punto n. 36 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza è il combinato disposto di ulteriori interventi che già abbiamo fatto e che in quota parte non hanno ritrovato risposta. Nello scorso Consiglio avevo fatto una domanda, insieme ad altri colleghi, più di ordine generale, con questa interpellanza l'obiettivo è di scendere in maniera più approfondita sulla realizzazione pratica di quello che si intende.
Specifico quello che sto dicendo. L'altra volta avevamo parlato di quelli che erano gli intendimenti e, in parte anche rispondendo all'iniziativa del collega Carrel, l'Assessore ai trasporti parlava della presenza di una strategia.
Siccome siamo persone pratiche e torniamo nuovamente sull'argomento risorse, a fronte di quello che oggi è presente all'interno del piano strategico degli interventi che viene spesso citato, ovvero investimenti notevoli che si avvicinano ai 150 milioni di euro, sia relativamente alla tratta che da Aosta arriva a Torino e l'altra tratta, quella di Aosta/Pré-Saint-Didier ed eventualmente Courmayeur, che se poi nel dettaglio si vanno a vedere le tre fasi nelle quali il piano strategico degli interventi è strutturato, in realtà possiamo anche arrivare a investimenti prospettati per 348 milioni, e considerato il fatto che a oggi l'unica certezza che abbiamo, almeno sulla carta, molto sulla carta, riguarda il fatto che c'è stata una richiesta formulata da parte di questo Governo per 40 milioni di euro più 81 milioni di euro sulle due tratte, all'interno delle schede progettuali del cosiddetto Recovery Plan, noi con questa interpellanza vorremmo chiedere sostanzialmente tre aspetti.
Il primo riguarda quello relativo all'ammontare attuale e prospettico, perché non c'è strategia, non c'è un piano se oltre all'oggi non guardiamo anche al domani, riguardante la copertura finanziaria per la realizzazione dell'elettrificazione Aosta-Ivrea, con riferimento al bilancio regionale, a fondi statali e a quelli europei. In soldoni: quante sono le risorse oggi effettivamente presenti ovvero prospettate per completare e fare l'opera di elettrificazione? Dall'altra parte, qual è la copertura per l'eventuale ripristino della linea ferroviaria Aosta/Pré-Saint-Didier?
Perché dico questo? E non voglio essere noioso, anzi, amo essere noioso su questo tema. Quando si discusse del piano strategico degli interventi un punto su cui ci concentrammo e, ripeto, facemmo anche un emendamento, era proprio quello delle risorse finanziarie. Perché se uno va a leggere le pagine relative alle risorse finanziarie, che si parli di investimenti fatti da RFI, che si parli di risorse europee, all'epoca il Recovery Fund ancora non c'era, che si parli di bilancio regionale, di risorse della Regione Piemonte, sinceramente c'era pochissimo o quasi nulla.
Noi prospettammo, ed è la terza domanda, anche l'eventuale valutazione di fonti terze, ovvero si crede in un progetto? Si ritiene che questo progetto sia fattibile? Lo si vuole realizzare? Perché io vorrei anche concentrare l'attenzione su quelle che sono le date. Prima nella risposta al collega Carrel si parlava del 2016, oggi siamo al 2021, se continuiamo ad andare avanti il rischio è che il timing ci superi. Definire ancora oggi che l'elettrificazione è il massimo della tecnologia con tutta una serie di soluzioni alternative che si stanno costituendo e realizzando, mi viene da dire e da ripetere: ma vale proprio la pena aspettare un investimento, o meglio, delle coperture che magari non arriveranno mai e quindi noi andiamo a definire tacconi, mi scusi se semplifico, per riuscire ad arrivare ad un obiettivo che è sempre più distante? Ovvero, non è detto che magari con le risorse che ci sono possiamo fare altri tipi di scelte che magari tecnologicamente ci permettono di utilizzare quello che già abbiamo, magari potenziandolo e magari non facendoci perdere anche dei finanziamenti certi che ci sono, e dall'altro lato riuscire finalmente ad arrivare a un obiettivo concreto. Perché poi corriamo anche lì dietro al tempo e dobbiamo capire se questi investimenti ci fanno guadagnare del tempo. Altrimenti se andiamo a parlare di sviluppo turistico e io partendo da Milano Centrale ad Entreves arrivo chissà quando, allora forse mi conviene quasi davvero pensare ad altre soluzioni, e lo dice un cittadino di Courmayeur che sicuramente amerebbe avere un mezzo pubblico a disposizione magari più performante, ma neanche qualcosa che mi fa pensare alla Transiberiana, che prima che io arrivi da qualche parte ci vuole un sacco di tempo, perché altrimenti poi in quel caso lì la concorrenza, soprattutto se vogliamo pensare a uno sviluppo turistico, ovviamente ha altri tempi e altri obiettivi.
Quindi l'obiettivo finale più concreto rispetto alla volta scorsa non è di parlare di strategie, perché possiamo fare tanti discorsi sulle strategie e forse in futuro avremo anche occasione di farlo, ma oggi sinceramente riteniamo importante tirare il punto su quello che c'è in cassa, ovvero quella che è la certezza. Altrimenti sinceramente tutta una serie di aspettative, perché l'effetto annuncio nel pubblico ha un peso, su possibili progetti di sviluppo o scelte che si possono fare vengono abbastanza meno, soprattutto se poi andiamo sempre a fare un po' riferimento, e temo che nei prossimi mesi il refrain non soltanto in Valle d'Aosta ma anche in altre realtà sia quello di dire: "ma abbiamo il pozzo di San Patrizio che è il Recovery Fund". Sul Recovery Fund io temo che ci saranno e ci sono già oggi tantissime aspettative e rischiamo di rimanere delusi.
In più sinceramente, e mi focalizzo sulla terza domanda, quindi sull'eventuale valutazione di terze fonti di finanziamento, perché poi ricordiamo anche che per la realizzazione di certe opere noi entriamo anche in concorrenza con altre realtà e altre priorità. Perché dico questo? Perché avendo parlato di risorse statali, di risorse di una regione attigua e anche di risorse europee, dobbiamo anche considerare che per quanto importantissima la nostra realtà andiamo in concorrenza con assi viari molto più grandi e che dal punto di vista delle risorse rischiano di essere molto più ingenti e molto più importanti.
Non ci può essere strategia, a mio modesto parere, se non c'è una copertura e una prospettiva finanziaria e soprattutto, come abbiamo già detto, in questa aula si è approvato il piano degli interventi senza a monte andare a definire effettivamente nel concreto quale fosse la strategia. È anche questo un po' un problema, perché se non so in realtà dove sto andando, è difficile poi andare a cercare le risorse, anche perché, e qui concludo la mia presentazione, il Recovery Fund non è, ripeto, un argent de poche che ognuno potrà utilizzare come vuole, perché è inutile che noi ci riempiamo la bocca, soprattutto nel dibattito nazionale, dicendo che dobbiamo sapere e spendere immediatamente queste risorse se poi non ci sono progetti in esecuzione, non ci sono scelte definite e soprattutto non abbiamo chiare le tempistiche di realizzazione di interventi, che necessitano comunque di una spendibilità in un arco temporale ben definito, perché il piano nazionale di resilienza e di rilancio ha una tempistica ben definita, che dovrebbe essere ovviamente legata anche alle risorse che impropriamente arrivano dall'Europa, poi in quota parte sono del debito, quindi rientrano nel grande bilancio europeo e che quindi necessitano appunto di essere spese. Se non sappiamo cosa vogliamo fare, è difficile poi riuscire a spendere.
L'obiettivo di questa interpellanza è fare un po' di chiarezza e soprattutto capire se effettivamente abbiamo una base di partenza sulla quale la strategia regge, perché altrimenti abbiamo un problema strategico e non operativo.
Presidente - Per la risposta l'assessore Minelli.
Minelli (PCP) - Per chiarezza e comodità di risposta ho accorpato le prime due questioni, vale a dire a quanto ammonti l'attuale prospettica copertura finanziaria per la realizzazione dell'elettrificazione rispetto al bilancio regionale e fondi statali e quegli europei, e la stessa cosa per quello che riguarda la linea Aosta/Pré-Saint-Didier.
Va precisato, come peraltro lei ben sa, che le linee ferroviarie presenti nella nostra Regione sono delle proprietà statali date in concessione a RFI S.p.A.. Per questo motivo gli interventi sulla infrastruttura dovrebbero, in linea di massima, essere ricondotti a rapporti finanziari tra questi due soggetti cui compete la programmazione e la gestione delle attività di adeguamento e di sviluppo del sistema ferroviario nazionale. Per queste ragioni non ci sono né allo stato attuale né in prospettiva degli stanziamenti regionali dedicati ai due interventi. Infatti, le risorse limitate e individuate nel bilancio regionale 2021-2023 per interventi relativi all'infrastruttura ferroviaria sono state previste solo per delle tipologie di interventi in interazione con il territorio.
Faccio due esempi: rimozione di passaggi a livello e parziali riqualificazioni di stazioni e poi per gli studi e i progetti di fattibilità.
È, ad esempio, in corso di definizione un limitato cofinanziamento regionale alle progettazioni per la riapertura, che utilizza dei fondi già stanziati e in parte risparmiati nello studio per l'incremento del carico assiale per l'Aosta/Pré-Saint-Didier, in continuità con il protocollo d'intesa che era stato sottoscritto nel 2017.
Per quanto riguarda invece i fondi statali, essi vengono messi a disposizione di Rete Ferroviaria Italiana all'interno del contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e RFI stessa. Attualmente è in vigore l'aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma 2017-2021, che ha ottenuto il parere favorevole del CIPE nella seduta del 24 luglio 2019 e ha concluso il suo iter autorizzativo con la registrazione della Corte dei conti del decreto interministeriale di approvazione che è avvenuto in data 26 ottobre 2020.
Relativamente alla elettrificazione della tratta Aosta/Ivrea questo documento non prevede ancora uno stanziamento specifico per l'esecuzione dell'intervento, non essendo ancora a disposizione un quadro economico definitivo. Tuttavia, è stato convenuto con Rete Ferroviaria Italiana di finanziare la progettazione definitiva dell'elettrificazione all'interno dello stanziamento di 36 milioni che erano stati dati nel 2019, stanziamento dedicato all'adeguamento e miglioramento della tratta ferroviaria Aosta/Pont-Saint-Martin; quei soldi erano stati dati espressamente per quella tratta. Infatti, l'elettrificazione della tratta Aosta/Torino compare tra le progettazioni in corso di esecuzione alla tabella A, portafoglio investimenti in corso e programmatici classe D interventi in progettazione.
La Regione ha comunque ribadito in tutte le sedi, dalle comunicazioni relative ai vari aggiornamenti del contratto di programma, alle sedute dei tavoli tecnici con RFI negli ultimi anni e ai vari incontri con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la necessità di inserire quanto prima la voce specifica relativa all'esecuzione delle opere di elettrificazione, quindi è una interlocuzione con il Ministero prima di tutto.
Anche per quanto riguarda la riapertura della Aosta/Pré-Saint-Didier l'aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma 2017-2021 non prevede ancora uno specifico stanziamento per l'esecuzione dei necessari interventi, così come per l'elettrificazione la Regione ha comunque ribadito, nelle sedi opportune, dalle note specifiche relative ai vari aggiornamenti del contratto di programma agli incontri avvenuti con RFI, la necessità di finanziare questo intervento che è coerente con quanto previsto nell'accordo quadro sottoscritto nel 2017.
Rispetto ai fondi europei, come è precisato nelle premesse dell'interpellanza, è stato richiesto allo Stato di finanziare gli interventi nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la Regione ha anche recentemente richiesto al MIT di inserire la linea Aosta/Chivasso nella rete TEN-T. Questa proposta, se venisse accettata, potrebbe aprire la porta ad altre fonti di finanziamento a oggi precluse. I fondi a cui facevo riferimento prima non sono esplicitamente destinati ai ristori, ma a opere e interventi che vanno nella direzione di economia green, innovazione e modernizzazione delle infrastrutture.
Si faceva riferimento nella discussione precedente al fatto che sarebbero finanziamenti per opere che non sono di proprietà regionale. Difficile spostare la tratta da un'altra parte e far beneficiare qualcun altro degli interventi, se venissero effettuati nella nostra Regione. Quindi io ritengo che tutte le strade che portano a un finanziamento dell'opera, devono essere per lo meno esplorate.
La sua terza domanda: se per la realizzazione degli interventi citati è già stata valutata o è intenzione del Governo valutare la percorribilità giuridica e relativa sostenibilità economico-finanziaria di forme di reperimento di risorse complementari. Essendo già presente un concessionario che gestisce per conto dello Stato le sue proprietà, risulta difficile ipotizzare degli interventi di partenariato pubblico-privato. Questa soluzione potrebbe invece essere valutata se la rete ferroviaria fosse di proprietà regionale, cosa che in linea teorica è possibile per la Aosta/Pré-Saint-Didier.
Per quanto riguarda le altre forme di finanziamento, trattandosi come ho precisato di proprietà statali date in concessione a RFI, si ritiene che i finanziamenti debbano essere necessariamente definiti e reperiti da tali soggetti. Per questo l'Amministrazione non ha a oggi effettuato degli approfondimenti in merito, però le opzioni di finanziamento indicate nella sua interpellanza sono delle opzioni comunque interessanti e potrebbero essere prese in considerazione qualora la Regione intendesse acquisire la proprietà della Aosta/Pré-Saint-Didier, per esempio allo scopo di convertirla in un sistema tram-treno Aosta/Pré-Saint-Didier/Courmayeur. A questo proposito va evidenziato che le norme di attuazione dello Statuto in materia di trasporto ferroviario, con disegno di legge del 26 ottobre 2010 n. 194, prevedono all'articolo 3 che la Regione possa chiedere il trasferimento a essa dei beni, degli impianti, delle infrastrutture e delle tratte ferroviarie ricadenti sul territorio regionale non ritenute di rilevanza per il sistema ferroviario nazionale, ed è il caso della Aosta/Pré-Saint-Didier. La possibilità, quindi, esiste, ma in questa fase credo che sia più necessario indurre Rete Ferroviaria Italiana a sistemare la linea e poi successivamente si potrà anche pensare a tutta una gamma di interventi per completare il disegno generale, arrivando appunto con binari fino ai piedi del Monte Bianco.
Presidente - Per la replica il consigliere Aggravi ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Vede Assessore, di fronte alla stazione ferroviaria di Aosta ci sono due statue romane: una indica la stazione e l'altra invece fa un altro gesto. Una probabilmente gli dice "c'è la ferrovia" o "ci sarà una ferrovia" e l'altro gli dice: "ma chi paga?", perché è messo così. Ecco, qui a me sembra di essere quell'altro soggetto della statua che appunto dice "chi paga?", perché se ho capito bene e se ho appuntato bene di fatto lei ha detto più volte che non prevede stanziamento.
Cerco di mettere in ordine quello che ho sentito. Sono tutti spunti molto interessanti per centrare l'attuale situazione. Se ho capito di fatto la linea non è nostra, quindi la linea è di un soggetto terzo. Un soggetto terzo che a sua volta l'ha data in concessione a un altro soggetto che di fatto fa capo al grande gruppo dello Stato centrale. Lascio perdere sull'ipotesi di potersi prendere la tratta Aosta/Pré-Saint-Didier, perché forse se andiamo a farci dei calcoli, se facciamo una linea funiviaria o una nuova linea da Aosta a Entreves forse ci costa meno. Perché non vorrei finire che cerchiamo di farci sistemare tutta la linea, posto il fatto che non ci sono i soldi, proviamo a cercare di inserirla nel circuito TEN-T, che sicuramente può essere una cosa interessante, ma considerato che ci sono altri interessi non lo so quanto possa essere una strada, ma va benissimo, quindi alla fine la sostanza è che non abbiamo soldi, non abbiamo idee, perché stiamo facendo degli studi su una linea che non è nostra, che è data in concessione a un altro soggetto che sostanzialmente ci dice: "tranquilli, poi lo sistemiamo, poi lo vediamo", perché di sopralluoghi ne possiamo fare tantissimi, di studi ne possiamo fare tantissimi. Io qui vedo soltanto un cumulo di studi che però poi alla fine ce ne fosse uno che ci dica: "questo conviene, questo si può fare". Perché ricordo che lo studio non è solo un esercizio di stile, e non me ne vogliano gli amici architetti o ingegneri, ma ci vuole anche chi mette nero su bianco cifre, se ci sono, di sostenibilità e soprattutto se si possono fare.
Riguardo ai fondi del Recovery Fund, questo bellissimo pozzo di San Patrizio, è notizia da poco, tra l'altro per dirne una, che c'è un rischio di extra deficit di 35,6 miliardi, perché qualcuno a Roma ha messo un po' troppi progetti. Io non lo so se questa quota parte di progetti poi ci verranno anche assegnati. E parlo di progetti per un motivo molto semplice, perché i richiami che vengono dall'Europa ci dicono che questi soldi devono essere spesati non con una spesa viva come è quella dei ristori, ma effettivamente con dei progetti, perché se uno andasse a leggere - chiedo scusa - quell'obbrobrio di progetto o di bozza che è stata fatta del PNRR, e perché dico obbrobrio, perché non dice nulla di concreto mentre altri Paesi hanno scritto nero su bianco che cosa vogliono fare, invece noi in Italia, ma soprattutto io penso un Governo che non ha ancora deciso cosa vuole fare dà un calcione al pallone in avanti e dice: "intanto mi faccio dare i soldi, poi vedo come fare". Non funziona così e non ce li daranno se continuiamo così e le prospettive non sono queste.
A me sembra che noi lo stiamo vivendo da tempo, perché noi pensiamo, diciamo che prima o poi riattiveremo la linea, faremo il tram-treno, faremo questo e faremo quello, però non ci sono i soldi. Quindi la statua lì davanti è un monito e deve essere un monito per tutti noi, perché senza i soldi non si fa niente. E anche pensare di stanziare dei soldi regionali per fare cosa? Per fare dei progetti? Ripeto, la linea non è nostra, lei adesso giustamente fa riferimento alla norma di attuazione. Mi spaventa ancora di più perché non vorrei che sia uno dei tacconi che facciamo: apriamo la linea fino ad Arvier, poi ci facciamo dare la linea fino a Pré-Saint-Didier, poi dobbiamo fare anche un investimento ulteriore. Ma dove li prendiamo i soldi? Perché io le cifre le ho citate nel bellissimo piano strategico degli interventi che vi piace tanto. Io magari lo sento vicino a me, ma se non ho la strategia in testa, se non faccio le scelte, come faccio a fare un piano strategico degli interventi? Avremo dei pezzi di interventi, ma qui, ripeto, le cifre sono 348 milioni di euro, altro che i 150 milioni.
Io sono un po' preoccupato e soprattutto a me sembra che, mi perdoni, si facciano tanti annunci, si abbiano tante idee, ma di concretezza, praticità e soprattutto spendibilità non ci sia niente!