Objet du Conseil n. 1117 du 21 novembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1117/XV - Interpellanza: "Sospensione del corso per l'attribuzione della qualifica di guardia ecologica".
Rini (Presidente) - Punto 23 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Questa interpellanza richiama l'attenzione pubblica sulle guardie ecologiche. Chi sono queste figure? Si tratta di cittadini che mettono volontariamente a disposizione il loro tempo, allo scopo di tutelare un territorio. Quindi, svolgono gratuitamente un servizio di tutela all'ambiente, in qualità di pubblici ufficiali e con funzioni di polizia amministrativa. Per diventare guardie ecologiche, oltre a una serie di requisiti di base, è necessario partecipare a un corso di formazione e superare un esame abilitante. È poi previsto l'obbligo di prestare un certo numero di ore di servizio al mese.
Le guardie ecologiche sono attive in molte regioni italiane: Piemonte, Liguria Lombardia, a Bolzano, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise. Campania, Puglia, Basilicata e Calabria; credo che l'elenco sia completo salvo aggiornamenti dell'ultima ora e il tutto è regolamentato da leggi regionali. Pur prevedendo le medesime funzioni, le modalità organizzative regionali di questo servizio di vigilanza ecologica presentano notevoli differenze da una regione all'altra. Generalmente le guardie ecologiche sono alle dipendenze delle amministrazioni locali, come succede per esempio in Piemonte e in Lombardia, dove sono integrate nei parchi regionali, nelle comunità montane, nei comuni, eccetera. In altri casi sono costituite in associazioni di volontariato provinciali, convenzionate con gli enti pubblici, come è il caso della regione Emilia-Romagna.
Istituire le figure di guardie ecologiche diventa sempre più pressante per mettere gli enti locali in condizione di ottenere ulteriori strumenti a supporto dell'attività di tutela e di controllo del territorio, delle buone pratiche ambientali e di contrasto al fenomeno di abbandono dei rifiuti, soprattutto in un'ottica di progressivo passaggio, ottica di cui abbiamo parlato tante volte, da tassa a tariffa, secondo la logica, cui peraltro ci invita l'Europa, che chi più chi inquina più paga.
Devo confessare pubblicamente che parlo con profondo coinvolgimento delle guardie ecologiche, figura che mi rimanda immediatamente alla mia infanzia - lo voglio raccontare all'Assessore - alla mia maestra di scuola elementare che solo i meno giovani possono ricordare, la mitica maestra Pierina Blanc di Valpelline, che raccontava a noi bambini, con la bocca aperta dallo stupore e dall'ammirazione, che lei aveva preso il patentino di guardia della natura per difendere il vecchio larice di 500 anni, che si trova ancora oggi a Prarayer, oltre la diga di Place Moulin, di cui sono figlia come il collega Restano. C'era infatti sempre qualcuno che importunava questo imponente larice, finché un giorno dei turisti avevano acceso un fuoco alle sue radici e lei, la nostra mitica maestra, aveva dato loro una multa tremenda. Ci diceva: "la natura va protetta, bambini, perché è la vostra casa e un giorno sarà la casa dei vostri figli" e noi tutti in classe sognavamo di fare la guardia della natura. La mia cultura ambientalista e tante altre scelte fondamentali le ho maturate allora, proprio grazie all'indimenticabile maestra Pierina Blanc della Valpelline, che mi onoro di ricordare in quest'assemblea.
Correva l'anno scolastico - perché sono carampana effettivamente - 1978-1979, ma c'è da chiedersi come siamo messi, ahimè, quarant'anni dopo in Valle d'Aosta. Nel febbraio del 2017, succede che il Comune di Aosta invia all'Amministrazione regionale una nota a firma congiunta del sindaco e del comandante del corpo associato di polizia locale di Aosta, Saint-Pierre e Sarre, la cosiddetta Police de la Plaine. Il Comune intendeva infatti avviare le procedure finalizzate all'attribuzione della qualifica generica di guardia ecologica a dipendenti comunali, inquadrati nell'area dirigenziale competente in materia ambientale. In seguito il Comune di Aosta avviava il corso di concerto con altri comuni, ottemperando oltretutto alle richieste del Dipartimento territorio ambiente della Regione, con l'offrire gratuitamente l'apporto del proprio personale per lo svolgimento di alcune docenze per tutti i comuni valdostani. Ma a un certo punto succede che arriva una nota da parte della nota (scusate il gioco di parole) dirigente dello stesso dipartimento regionale, quello dove ha messo radici forse un po' troppo profonde, ci permettiamo di dire, e chiedeva di sospendere l'iniziativa, al fine di procedere a organizzarla con modalità differenti e ampliare la possibile platea di interesse. Il Consiglio comunale di Aosta, nel novembre del 2017 con una delibera sollecitava la definizione è la risoluzione dei problemi che stavano rallentando questa iniziativa, volta ad arrivare all'attribuzione della qualifica di guardia ecologica. Non succede però nulla, passano quasi due anni, finché a fine agosto 2019, l'Assessore all'ambiente del Comune di Aosta richiede per l'ennesima volta all'Assessorato regionale all'ambiente se ci sono novità in merito.
Questa lettera non ha ancora ottenuto risposta, però sappiamo di lettere e cartoline che arrivano pure cinquant'anni dopo. Quindi, si può pure ipotizzare che si sia trattato di un ritardo delle Poste e magari arriverà. Ma il Comune di Aosta scalpita e a settembre una consigliera testa calda, perché noi di ADU siamo fatti tutti un po' così, che trova esagerato questo ritardo di oltre due anni, presenta un'interrogazione, con cui si chiedono notizie circa questo corso, però neanche questa interrogazione ottiene risposta dagli uffici regionali competenti.
Allora, a questo punto ci riproviamo, perché c'è il detto "chi la dura la vince" e interpelliamo il Governo regionale per conoscere: uno, le motivazioni di questa richiesta del 2017 di sospensione del corso; due, le ragioni della mancata attivazione dello stesso, dopo due anni; tre, le intenzioni riguardanti la problematica in oggetto e in particolare, qualora la Regione non fosse più interessata - adesso lo scopriremo - la possibilità di delegare le autorità di Sub ATO che ne facciano richiesta, in modo che gli enti locali possano organizzare il corso di guardia ecologica in autonomia.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Chatrian.
Chatrian (AV) - Cercherò di essere un po' pratico e forse un po' diretto, collega, sui quesiti che lei ha posto. Non so se partire dal fondo per dare una risposta un po' chiara subito e non farci portare fuori strada volutamente, ma prima qualche premessa penso sia d'obbligo.
Il Comune fa richiesta con nota del 24 febbraio 2017 ed è il perfezionamento di un'intesa tra l'autorità di ATO e l'autorità Sub ATO, per l'attivazione di un corso formativo propedeutico all'istituzione della figura di operatore ecologico. La Regione, con nota a firma congiunta del comandante del corpo e del dirigente della struttura, ha riscontrato facendo presente che tale intesa non fosse necessaria, in quanto il Comune di Aosta avrebbe potuto attivare autonomamente l'iniziativa, senza alcuna espressione di parere da parte della Regione, sia perché rientra nell'autonomia totale dei Sub ATO promuovere la presenza di tali figure e provvedere alla loro formazione, sia perché la formazione avrebbe dovuto essere eseguita da un organismo accreditato alla formazione professionale. Le due strutture regionali avevano comunque dato la loro totale disponibilità a effettuare nelle materie di competenza delle ore di lezione ai corsi eventualmente organizzati, se richiesto, a titolo gratuito. Non so se sto andando troppo veloce?
Con la nota sopra richiamata, inoltre, la Regione evidenziava l'opportunità di valutare la possibilità di ipotizzare un percorso formativo che potesse accogliere anche altri Sub ATO, che avevano manifestato la stessa intenzione. Tale scambio di comunicazione non ha avuto un successivo seguito, anche a causa di problematiche connesse con il coordinamento delle attività delle guardie ecologiche con il personale avente la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria operante nei comuni, per la corretta applicazione delle procedure di eventuale sanzionamento, problematica questa di competenza degli enti locali.
Termino, premesso quanto ho cercato di esplicitare, dicendo che il Comune di Aosta ha la totale facoltà di attivare autonomamente e/o in collaborazione anche con gli altri Sub ATO di gestione dei rifiuti, un percorso formativo dedicato alla figura di operatore ecologico, senza alcuna autorizzazione o delega preventiva della Regione. Penso di essere stato abbastanza chiaro, quindi prego la collega di poter dare corso e gambe anche ai suoi colleghi in consiglio comunale.
Presidente - Per la replica la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - La ringraziamo di cuore, Assessore, per questa sua risposta precisa, chiara e anche ritmata in modo giusto - non deve preoccuparsi di essere più lento, perché io sono veloce! - e anche per questa risposta che lascia ben sperare il Comune di Aosta, che quindi nella sua totale autonomia - lo abbiamo detto e lo ribadiamo, così non ci sono più dubbi - potrà procedere, come anche altri Sub ATO interessati.
Noi crediamo che le guardie ecologiche siano davvero figure importanti da inserire velocemente, al fine di tutelare sempre di più il nostro ambiente, che ne ha un gran bisogno. Ci vogliono quindi persone formate ad hoc e, ci permettiamo di dire, magari anche retribuite, perché le istituzioni tendono già abbastanza a sfruttare il volontariato che copre i colpevoli vuoti delle stesse. Quindi noi ci auguriamo adesso che queste soluzioni, che sono arrivate con grande chiarezza, possano essere messe in atto al più presto da parte del Comune di Aosta e di altri comuni interessati, per evitare di perdere altro tempo prezioso, sulla scia dei comuni e delle regioni più virtuose in questo ambito, a cui possiamo guardare per trovare soluzioni rapide ed efficaci. Grazie, Assessore e grazie a tutti.