Objet du Conseil n. 952 du 19 septembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 952/XV- Interpellanza: "Approvazione dello schema di contratto relativo agli operatori di sostegno nelle istituzioni scolastiche".
Distort (Presidente) - Punto 60 all'ordine del giorno Per l'esposizione dell'interpellanza la parola alla proponente, collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) -. Con quest'interpellanza vogliamo accendere i riflettori sulla situazione degli operatori di sostegno che lavorano nelle istituzioni scolastiche della regione Valle d'Aosta. Dal 2010, a seguito della legge 44, agli allievi con disabilità il servizio di assistenza e di sostegno, anche educativo, viene erogato dalla in house società di servizi, di cui è socio unico la Regione. A proposito degli operatori di sostegno va precisato, credo per non creare confusioni presso chi non è strettamente addetto ai lavori, che si tratta di un educatore, per ora non obbligatoriamente in possesso di laurea come educatore professionale socio-pedagogico, laurea che, tuttavia, parte degli operatori valdostani già possiedono e che segue casi di riconosciuta gravità clinica, lavorando su obiettivi di tipo educativo, di autonomia personale e sociale nonché sugli aspetti relazionali, che sono fondamentali. Una categoria, affine agli operatori di sostegno, ma diversa, sono gli insegnanti di sostegno - di cui ho fatto parte solo per un anno - che assai spesso sono abilitati all'insegnamento di una materia specifica e che dovrebbero poi avere un'ulteriore abilitazione per il sostegno, titolo non così diffuso e di cui c'è urgenza (come sappiamo) in Valle d'Aosta.
L'insegnante di sostegno è più nello specifico responsabile degli aspetti didattici, però nella realtà dei fatti operatore di sostegno e insegnante di sostegno lavorano entrambi a un PEI, cioè un percorso educativo individualizzato, appunto per l'allievo disabile, percorso che costruiscono e che poi cercano di perseguire e di realizzare insieme; non sempre quindi è così delineata la differenza di compiti e ruoli. Di recente si è tornato a parlare degli operatori di sostegno in Valle d'Aosta, a seguito della delibera di Giunta, approvata venerdì 30 agosto 19, che definisce lo schema di contratto appunto relativo agli operatori di sostegno. Dall'Assessorato all'istruzione è stato poi diffuso un comunicato stampa - un po' pomposo, se posso permettermi - che sottolinea il monte ore complessivo di 4.248 ore settimanali con un impegno di spesa per l'Amministrazione di oltre 4 milioni 200 mila euro e poi si è parlato della positiva sperimentazione svolta nell'anno scolastico passato presso le scuole dell'infanzia dove il servizio è stato prorogato fino al termine dell'attività didattica che, per la scuola dell'infanzia, è il 30 giugno; quindi questa sperimentazione positiva viene riproposta per il nuovo anno scolastico in corso. Lo stesso comunicato stampa precisa che si è concordato con la società di servizi (e leggo testualmente il passaggio) che "si potrà sostituire il personale assente, in caso di alunni in situazione di particolare gravità, dice un inciso, sin dal primo giorno, compatibilmente con la possibilità di impiego degli operatori supplenti e tenuto conto della sede della scuola e del numero degli operatori in servizio nella stessa". Ecco, io qui vorrei proprio capire a che cosa si riferisca l'Assessore in questo comunicato perché sembra dimenticare che tutti i casi a cui viene affiancato un operatore di sostegno sono ritenuti gravi. E chi lo decide? Chiaramente c'è una valutazione neuropsichiatrica. La reazione degli operatori di sostegno non è stata altrettanto entusiasta (questo va detto), non ha avuto lo stesso tono di soddisfazione dell'Assessore, tant'è che un nutrito gruppo ha poi scritto una lettera ai giornali, criticando la sperimentazione per una serie di ragioni ben argomentate: in primis per non essere a conoscenza dei criteri adottati per la scelta degli allievi e delle istituzioni da includere in questa decantata sperimentazione, a seguire perché la loro assunzione dalla metà del mese di settembre alla metà del mese di giugno non permette loro né di partecipare, se non a titolo volontario, alle formazioni attività di preparazione, che chiaramente avvengono nei primi giorni di settembre prima che ricominci la scuola, né soprattutto - e questo è un fatto che mi sembra piuttosto grave - di seguire i ragazzi nel delicato momento dell'esame di stato conclusivo del ciclo di studi, perché è chiaro che questi ragazzi sarebbero certamente rafforzati dalla presenza degli operatori con cui hanno instaurato un rapporto privilegiato, e questo l'ho vissuto personalmente l'anno in cui appunto ho fatto l'insegnante di sostegno su un caso molto, molto delicato. Ecco, bisogna poi dire che questo momento di fine anno scolastico segna anche la fine dello stipendio per gli operatori che in estate non sono pagati e però sono assunti a tempo indeterminato, cioè questa mi pare proprio una contraddizione in termini perché loro sono assunti a tempo indeterminato con un contratto part-time; mi sembra surreale, francamente. L'esito di tutto questo è stata (e lo dicono loro in questa lettera) la scarsa qualità del servizio per via dell'elevato rapporto numerico operatore di sostegno/allievi che mediamente è di un operatore per quattro ragazzi. Sottolineano le discriminazioni tra gli alunni dovute a diversità di trattamento, e questa è un'esperienza che ho vissuto molto personalmente: più il genitore è in grado d'imporsi e di pretendere più ottiene, fatto che è disdicevole di per sé, è da prendere le distanze. E poi sottolineano che ci sono purtroppo contrasti tra gli operatori stessi, che hanno (a fronte di qualifiche identiche) un trattamento diverso, anche perché alcuni di loro mantengono il contratto vecchio come regionali, e quindi hanno per esempio il riconoscimento del bilinguismo, mentre tutti gli altri non ce l'hanno perché la società esternalizzata ha coinciso con la riduzione degli stipendi. Però continuano a fare 36 ore settimanali e gli operatori concludono questa lettera amaramente e in un clima proprio di scoramento, sottolineando la mancanza di dignità professionale e anche di rispetto umano (e sono termini forti) nei confronti di una categoria che lavora con i ragazzi più deboli. Io posso proprio testimoniare per esperienza personale che purtroppo si aggiunge a tutto questo il fatto che sia gli insegnanti di sostegno che gli operatori di sostegno in molti casi nella scuola sono considerati un po' di serie B, eppure il loro rapporto è preziosissimo perché - credo che sarete tutti d'accordo - è indice del grado di civiltà raggiunto dal nostro paese l'inclusione dei ragazzi diversamente abili e questi operatori e questi insegnanti di sostegno sono anche, se posso permettermi, una costante lezione di umiltà nei confronti di quegli insegnanti, per fortuna sono sempre meno, che gongolano nel loro potere dall'alto di una cattedra.
Io credo che noi tutti in Italia e in Valle d'Aosta dovremmo essere orgogliosi di questo sistema scolastico italiano, che non è scontato! Andiamo a vedere in Francia cosa succedeva fino a pochissimi anni fa: il nostro sistema non esclude nessuno ma dà a chi ne ha più bisogno ciò di cui ha diritto. Ed è per questo elevatissimo obiettivo, che noi vorremmo raggiungere tutti insieme, per cui dobbiamo mettere questi operatori, questi insegnanti nelle migliori condizioni per un lavoro davvero efficace e proficuo per tutti quanti noi, che chiediamo all'Assessore innanzitutto come mai il contratto a tempo indeterminato è pagato solo fino a metà giugno - con l'eccezione appunto della scuola dell'infanzia fino al 30 giugno - impedendo così agli operatori di essere presenti durante gli esami finali e poi vogliamo sapere se s'intenda garantire nei fatti la qualità degli interventi con la sostituzione immediata in tutti i casi e fin dal primo giorno dell'operatore assente per poter sostenere l'attività didattica complessiva. E infine, questa è la domanda che le racchiude tutte, chiediamo come l'Assessorato intenda operare per reinquadrare con chiarezza di contorni, anche normativi, la fondamentale figura degli operatori di sostegno, appunto chiarendo tutte queste annose e non recenti questioni.
Dalle ore 15:29 assume la Presidenza il presidente Rini.
Rini (Presidente) - Per la risposta, la parola all'assessore Certan.
Certan (AV) - Consigliera Pulz, vede, capisco che questa presa di posizione o queste esternazioni di alcuni operatori siano stati ripresi da lei in questa presentazione, credo avrebbe bisogno di molto di più di dieci minuti, io non so se riuscirò poi anche a leggerle tutta la risposta, altrimenti gliela passerò così ci saranno tutti i punti ben esplicitati Mi viene da dire che alcune delle domande che lei ha posto dovrebbero essere rivolte alla società dei servizi, perché è la società dei servizi che si occupa della stesura e della firma dei contratti con gli operatori e non noi: ogni operatore, quando firma il proprio contratto, sa o perlomeno dovrebbe sapere quale contratto firma e quali siano soprattutto i principi che nel contratto sono indicati; principi, impegni, eccetera. È vero, è un contratto a tempo indeterminato, questo ci fa sapere la società dei servizi: contratto verticale del 75% e quindi, essendo del 75%, la parte estiva non viene compresa, è a tempo pieno indeterminato, sempre, ma nel periodo della scuola perché il contratto è di questo tipo; ogni operatore ne è assolutamente a conoscenza nel momento in cui sigla il contratto con la società dei servizi.
Detto questo, credo che sia più importante rispondere puntualmente alle sue domande e poi magari ritorniamo su altre sue considerazioni.
La durata del contratto tiene quindi regolarmente conto della data d'inizio e di termine delle attività didattiche per le scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado della Regione come da calendario regionale annuale.
Preso atto di una realtà sociale che però si sta diversificando molto, quando lei dice "chi ha bisogno di sostegno è comunque grave", no, non è così. No, perché c'è una diagnosi. Noi ci atteniamo a quanto ci viene chiesto dai dirigenti scolastici, che hanno contezza della situazione e che conoscono i casi e che sanno quante ore o quanti operatori servano o com'è la situazione di ogni caso. Quindi noi ci atteniamo a quanto viene richiesto dal dirigente scolastico in termini diciamo quantitativi di ore perché qualitativamente sa qual è l'impegno che un operatore deve mettere su ogni caso la cui gravità non siamo noi a definire, ci sono delle commissioni e, quando chiaramente vengono definite le necessità, il dirigente scolastico ci chiede uno, due, tre o quattro operatori per un totale di tot ore e noi procediamo. La definizione delle ore è però competenza del dirigente. Quindi, valutata la necessità di fornire il servizio di assistenza e sostegno agli alunni con disabilità in situazione di gravità, frequentanti la scuola dell'infanzia, anche nel periodo tra il termine delle lezioni e quello delle attività educative alla scuola dell'infanzia, lo scorso anno scolastico l'Amministrazione ha proceduto a una sperimentazione che ha permesso di prolungare il contratto con la società dei servizi attraverso l'assegnazione di operatori di sostegno ad alcune scuole dell'infanzia della Regione nel periodo 12-29 giugno, questo non tanto per fare poi comunicati pomposi, ma perché la fascia di bambini disabili dai 3 a 6 anni ci sembrava la fascia che, tutto sommato, aveva bisogno, chiaramente in quel periodo soprattutto di più attenzione, semplicemente per quello.
Hanno potuto usufruire di tale assegnazione le scuole dell'infanzia, sezione unica, cioè con una presenza massima di due docenti su posto comune e un insegnante di sostegno a tempo parziale e una scuola in una particolare situazione, in quanto prevedeva un progetto d'istruzione domiciliare. Queste sono state le scuole che hanno usufruito. Inoltre, tenuto conto dell'assunzione a tempo indeterminato di un rilevante numero di operatori di sostegno da parte della società di servizi, lo scorso anno scolastico, salvo in una situazione, è stato possibile garantire la continuità dello stesso operatore di sostegno fino a fine giugno 2019; questo su richiesta esplicita delle famiglie che ci chiedevano proprio che non venisse cambiato l'operatore dal 13 al 29 di giugno; forse, sapendolo a posteriori, crea qualche disparità, non lo sappiamo. È vero anche che il decreto, che è uscito e che sta per essere pubblicato, il 66, proprio riguardo a questo, sta dando proprio molta importanza alla continuità; noi abbiamo ripreso semplicemente i criteri che sta ponendo questo nuovo decreto non per discriminare ma per attenerci a queste linee nuove che sono quelle della continuità e che le famiglie hanno sicuramente apprezzato. Poi è chiaro che, per andare incontro alle esigenze di una famiglia di un disabile di 3, 4 o 5 anni, probabilmente forse abbiamo scontentato qualcun altro; però a un certo punto bisogna anche fare le scelte. È intenzione dell'Amministrazione ripetere la sperimentazione anche per quest'anno e durante l'estate ci siamo incontrati ripetutamente con la società dei servizi, avendo prioritariamente cura però di valutarne l'effettiva esigenza con i dirigenti scolastici poiché sono loro che conoscono i casi e le situazioni. In effetti nel periodo in cui le solo scuole dell'infanzia prolungano l'attività didattica, il dirigente scolastico, adottando criteri di efficienza ed efficacia formativa potrebbe garantire supporto agli alunni con disabilità in situazione di gravità, utilizzando funzionalmente i docenti di sostegno, i colleghi su posto comune. Peraltro, alcuni insegnanti di sostegno sono anche insegnanti di posto comune senza specializzazione, per cui si sarebbe nello stesso caso, avendo cura di predisporre una riorganizzazione del personale scolastico flessibile mirata, che tenga conto delle ricorrenti numerose assenze di bambini in tali periodi perché a volte le famiglie decidono di non fare frequentare più la scuola materna, soprattutto in presenza di altri fratelli. Si fa inoltre presente che solo le scuole dell'infanzia di 5 istituzioni scolastiche proseguono attività con orario regolare fino a fine giugno, nelle restanti 13 istituzioni scolastiche l'attività didattica nell'ultima settimana di giugno inizia alle ore 8.00 e termina alle 14.00; tale orario garantisce continuità e regolarità della compresenza di più docenti. La sperimentazione potrebbe includere anche la situazione di alcuni studenti con disabilità in situazioni di gravità frequentanti le scuole secondarie che devono affrontare l'esame conclusivo del primo o secondo ciclo d'istruzione, ma, in tal caso, anche qui, la decisione dev'essere presa con il dirigente scolastico, che sarà invitato a verificare che l'accompagnamento e il supporto nelle prove di esame non sia possibile che con la presenza di docenti di disciplina e/o di sostegno, tenuto conto che l'alunno con disabilità fa parte di un gruppo classe, questo è un altro di quei principi sanciti nel decreto 66, che riguarda l'inclusione. L'alunno disabile è un alunno che fa parte di un gruppo classe e, pertanto, il suo percorso educativo è indistintamente in capo a tutti i docenti della classe, non solo all'insegnante di sostegno. Tenuto conto di quanto le ho detto, i dirigenti saranno a breve contattati per la verifica di ogni peculiare situazione che, preso atto di quanto previsto dal piano educativo individualizzato, il PEI, può necessitare del supporto della figura dell'operatore di sostegno per il tramite di una proroga del contratto con la società dei servizi.
Punto due, e io credo di non riuscire a risponderle a tutto, le dirò che per la sostituzione sin dal primo giorno abbiamo chiesto alla società di servizi che, invece di sostituire solo in caso di periodi superiori a tre giorni, si riesca a sostituire dal primo giorno e, a tale scopo, è stato potenziato il numero di operatori assunti per supplire ai colleghi, un numero che è stato calcolato nella percentuale.
Per quanto riguarda la risposta tre, le ho già detto che incontreremo sicuramente sia la società dei servizi sia i dirigenti scolastici, poi comunque le mando la risposta, però credo che sia importante, ma questo è forse più un aspetto da vedere con la società dei servizi.
Le dico ancora che sicuramente le specifiche mansioni, funzioni di assistenza e di sostegno anche educativo da parte dell'operatore di sostegno dipendono dalla diagnosi e dal PEI dell'alunno, che viene redatto dalla commissione PEI e dal dirigente. Ecco perché abbiamo detto a inizio anno: "Faremo queste valutazioni", non perché volessimo farle a posteriori, ma perché volevamo essere aderenti al caso. Per tutte le altre informazioni e dettagli, Le passo, comunque, la nota.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - La ringraziamo, Assessora, per la sua risposta, anche scritta, che però solo in parte è confortante. Il primo dato che mi colpisce è che la Regione sembra non essere responsabile di ciò che fa la società dei servizi, di cui però è socio unico. Ci sembra che qui si tratti di lavorare a un quadro normativo serio che permetta realmente di superare tutte le aporie evidenziate da anni da questi operatori, che dipendono allo stesso tempo appunto dalla società dei servizi e dalle istituzioni scolastiche, senza avere quindi un'interfaccia chiara per superare piccole e grandi difficoltà, poniamo anche banalmente solo la richiesta sul permesso. Ci sono notevoli confusioni di competenze, appunto a cominciare da chi si occupa della stesura del PEI, che non è un atto formale, ma è il documento concordato tra gli operatori che deve guidare poi tutto il lavoro dell'anno. E ancora, l'esclusione dai consigli di classe, come è possibile? Mentre capita spesso agli operatori di sostegno di trovarsi a sostituire gli insegnanti stessi e se poi vogliono, o devono, spostarsi fuori valle, non hanno nessuna qualifica spendibile, al di là delle nostre montagne. Questi operatori, per permettere lo svolgimento della loro attività didattico-educativa, in caso di assenza devono essere sostituiti immediatamente, e mi permetto, non vorrei sembrare sfrontata, ma mi permetto, dopo ventisei anni di esperienza nelle scuole, di dire che non tutti i dirigenti conoscono i casi di cui parliamo, non sanno spesso nulla della gravità clinica e comunque possiamo essere certi che, senza gravità, non c'è operatore di sostegno; se l'operatore viene affiancato è perché si tratta di un caso grave. Inoltre, questi operatori devono percepire uno stipendio adeguato con copertura estiva, organizzando meglio forse il lavoro, devono avere delle garanzie, soprattutto una situazione di tranquillità perché già fanno un lavoro difficile, lavorano all'inclusione dei ragazzi, che ne hanno più bisogno e lavorano anche per educare i cosiddetti normodotati al rispetto e all'accoglienza. Bisogna dire che su questi concetti la scuola lavora moltissimo con grande passione da anni e con risultati, che sono confortanti almeno per quanto riguarda la disabilità, non per tutto di certo. Noi crediamo che ci voglia in definitiva più rispetto, più ascolto per le rimostranze di questa categoria di lavoratori, che trascinano queste questioni ormai da anni, queste questioni necessitano di un ripensamento globale e anche di dettaglio perché il loro lavoro è assolutamente prezioso per la scuola e per la società tutta.