Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 951 du 19 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 951/XV - Interpellanza: "Effettuazione di controlli per evitare il pagamento di fatture per prestazioni sanitarie non dovute".

Distort (Presidente) - Alla presenza di 23 Consiglieri, apriamo la seduta pomeridiana del Consiglio. In accordo tra il proponente e il corrispondente del Governo, anteponiamo il punto 61 al 60, quindi esaminiamo ora il punto 61 all'ordine del giorno. Per l'esposizione la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa interpellanza si pone l'obiettivo di chiarire quali siano le motivazioni per le quali la sanità valdostana e quella nazionale debbano sborsare indebitamente ingenti fondi per prestazioni sanitarie non dovute e vado a esporvi il fatto in concreto. C'è una persona che ha deciso di andare in Francia a lavorare (o almeno così è dichiarato sui documenti) e all'improvviso si sente male. Ora, io non so quale tipo di malattia abbia purtroppo avuto, sta di fatto che sulla fattura, la prima, risalente al dicembre 2014, vengono riportati i costi di 33.275,31 euro. Un costo decisamente spaventoso, peraltro incasellato sotto la voce "farmaci". Io non ho idea di quali siano i farmaci che necessitano di 33.000 euro, ma, e non è finita, la fattura viene regolarmente pagata dalla sanità valdostana. Il soggetto in questione però continua a stare male e arriva un'altra bella fattura a gennaio 2015 di 108.173,86 centesimi: una cifra che dire mostruosa è dire poco e anche questa viene incasellata sotto la voce farmaci. I dubbi che queste cifre possano essere liquidate dalla sanità aumentano, ma ne arriva un'altra: ancora a febbraio 2015 una terza fattura dell'importo di 26.084,18 euro, un'altra fattura monstre tutta messa in conto alla nostra sanità. Dicevo, c'è un po' il dubbio che queste fatture possono essere liquidate ed effettivamente, mentre la prima fattura viene liquidata dalla sanità valdostana, le altre due, le due fatture il cui numero finale è il 337, e il 338, ovvero quella da 100 mila e quella da 26 mila euro, rimangono bloccate e, secondo l'accesso agli atti che ho fatto, risultano a carico del Ministero della Salute italiano, così c'è scritto nella risposta di accesso agli atti.

A questo punto i dubbi, che mi vengono, sono, direi, decisamente legittimi: come mai queste due fatture non vengono pagate mentre la prima sì? E le motivazioni, che stanno alla base del pagamento di queste fatture, sono oggetto di quest'interpellanza, ma c'è un pezzo in più che ci aiuta a comprendere il perché queste fatture di botto si siano bloccate ed è una lettera inviata dall'allora assessore alla sanità Laurent Viérin al Presidente del CPEL e del CELVA, dottor Franco Manes. Leggo la lettera: "Richiesta di collaborazione per la verifica della effettiva residenza dei cittadini stranieri. Conformemente a quanto stabilito dalla normativa che regolamenta la mobilità sanitaria internazionale - scrive l'assessore Viérin - questo Assessorato ha recentemente ricevuto dalla Francia una fattura d'importo molto elevato per cure medicalmente necessarie a una cittadina straniera residente in uno dei Comuni della Valle d'Aosta. Poiché a seguito di verifiche da noi richieste e a seguito di più sopralluoghi si è avuta conferma con nota formale dell'ufficiale anagrafe del Comune interessato della mancata reperibilità della signora presso il domicilio, si richiede la sua collaborazione per sensibilizzare il Comune a eseguire maggiori controlli in merito alla effettiva residenza dei cittadini stranieri. La prossimità della nostra regione a stati esteri con sistemi sanitari qualificati ci espone maggiormente a rischi di mobilità internazionale ed "opportunistica" che, se accettati, sottraggono impropriamente risorse al bilancio regionale". Visto lo stato della sanità valdostana, forse, non soltanto gli stati esteri hanno una sanità migliore, però insomma, questo è quello che scriveva, quindi lei rilevava, Assessore, a seguito di un controllo che effettivamente questa persona extracomunitaria era residente fittiziamente nella nostra regione e, pur essendo residente fittiziamente, anche a seguito di controlli, la sanità valdostana le liquidava un importo di 33 mila e rotti euro e poi questa chiedeva altri 130-140 mila euro di altre fatture, che adesso sono in carico al Ministero della Salute italiano o almeno così, ripeto, è la risposta dell'Assessore -precedentemente era l'assessore Certan - a questa richiesta di accesso agli atti.

I fatti però non finiscono qui. Sarebbe già bello è già divertente se i fatti finissero in questa maniera, divertente un po' meno per i contribuenti valdostani, ma c'è un pezzo in più, mi sono fatto un piccolo scrupolo e ho detto: "Vediamo un po' questa persona dove è residente". Lo sapete dov'è residente questa persona residente in realtà fittiziamente in Valle d'Aosta, ma che vive in Francia e che non è reperibile presso il suo alloggio? È residente in un alloggio di edilizia residenziale pubblica del Comune di Aosta. E non è tutto. Dichiara un Isee superiore a 50.000 euro, quindi noi abbiamo una persona che dire che approfitta della generosità della nostra Regione e della Pubblica Amministrazione è dire poco! Ed è un peccato non poter fare il nome in quest'aula, ma a questo particolare si aggiunge un pezzo in più, perché? Perché torniamo alla nostra cara vecchia legge, la 3/2013, che disciplina la residenza e disciplina le regole per stare all'interno degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. All'articolo 42, che ormai cito praticamente a ogni Consiglio, dove vi sono le cause di decadenza, viene stabilito, alla lettera c) comma 1, che: "perdono il diritto di risiedere negli alloggi di edilizia residenziale pubblica coloro che non abitino stabilmente nell'alloggio assegnato, pur avendo la residenza anagrafica oppure ne mutino la destinazione ovvero non lo abbiano occupato stabilmente nei termini di cui all'articolo 31". Quindi non essendo questa persona residente in maniera stabile - ed è certificato, come è scritto dall'assessore Viérin - all'interno di un alloggio di residenza pubblica, oltre ad aver abusato della sanità valdostana per quasi 200.000 euro, valdostana e nazionale, questa persona addirittura ci prende in giro: dichiara 50.000 euro, ha una casa popolare, ma vive da un'altra parte. Il punto è questo, so già cosa mi eccepirà eventualmente in futuro l'assessore alle opere pubbliche ed edilizia residenziale pubblica, Borrello, eccepirà che nel 2014/2015, anno in cui questa vicenda si svolge, la competenza nel dichiarare la decadenza era del Comune di Aosta; ed è un attimo un ottimo spunto. Qual è però il punto? È che l'Assessore alla Sanità ha certificato, di concerto con l'ufficio anagrafe del Comune di Aosta, che questa persona è residente fittiziamente e che la legge regionale non vale soltanto per la Regione, la legge regionale vale per tutti i Comuni, questo significa che all'interno dell'Amministrazione regionale qualcuno doveva prendere questa comunicazione e questi documenti trasmetterli al comune di Aosta e dire: "Sai che c'è? C'è una persona, che sta rubando lo spazio a una persona che forse ne avrebbe più diritto", anzi che ne ha diritto e lei no! E avrebbe dovuto farla decadere. Invece questo non è successo, questa persona ancora oggi continua ad avere un alloggio di edilizia residenziale pubblica, continua a occupare indebitamente quello spazio, ha usufruito di 33.000 euro pubblici per pagare le sue fatture nella sanità francese e ha un altro conto di più di quasi 130-140.000 euro che adesso grava sulle casse pubbliche.

Ecco, alla fine di questa mia presentazione e alla luce di quanto le ho esposto, le chiedo, Assessore, per quale motivo le fatture, di cui vi ho parlato, siano state contestate; se sia stato verificato che anche gli importi liquidati siano dovuti o meno; nel caso in cui sia stato verificato che gli importi non sono dovuti se si sia proceduto alla richiesta di rimborso al soggetto che ha usufrutto di prestazioni sanitarie in oggetto e se sia intenzione dell'Amministrazione verificare le motivazioni per cui si sia arrivati a pagare fatture non dovute e quali siano i controlli che s'intendono mettere in campo per evitare il ripetersi di tali circostanze e, infine, (visto che già ci siamo) se qualcuno del Governo abbia intenzione di cominciare - alla luce di quanto esposto e di cui posso fornire eventualmente ampia documentazione - le pratiche per la decadenza di questo soggetto e la conseguente denuncia alle autorità competenti. In caso contrario, ovviamente provvederò io stesso indicando di chi sono le responsabilità degli omessi controlli.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Collega, lei ha fatto la sua presentazione dell'interpellanza facendo un "minestrone" di una serie di cose che vanno dalla sanità all'edilizia residenziale pubblica, alle competenze degli uni e degli altri, alle competenze del Comune di Aosta, però io le risponderò rispetto alle interrogazioni che lei ha fatto in quest'interpellanza. La cosa bizzarra, collega Manfrin, è che lei ha fatto gli accessi agli atti per questo provvedimento il 10 luglio 2018, appena arrivato in questo Consiglio regionale ed era in maggioranza! Lei era un Consigliere capogruppo della maggioranza, che sosteneva. La documentazione arrivata a lei il 25 luglio poteva darle tutto il tempo nei sei mesi in cui ha governato questa Regione di approfondire queste questioni, ma io sono contento che lei abbia fatto quest'interrogazione perché ci permette di sviscerare, rispetto alla sua presentazione, le questioni. E quindi passando al merito dell'interpellanza, le comunico che, riguardo alle fatture di cui si fa riferimento, gli uffici competenti premettono che si tratta di prestazioni erogate a cittadina extracomunitaria (come lei ha detto) residente e soggiornante nel territorio e iscritta al Servizio Sanitario Nazionale ai sensi dell'articolo 34 del D.LG.S. 286/1998; rispetto alla sua presentazione, ovviamente anche attraverso il collega Borrello, a cui ho trasmesso i dati anagrafici del soggetto e al Comune di Aosta, deputato a fare i controlli sulle residenze, verificheremo se realmente è una persona che soggiorna qui e daremo il senso di queste sue affermazioni. Questa normativa stabilisce che cittadini extracomunitari, regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno per motivi familiari, abbiano l'obbligo d'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e abbiano parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene l'obbligo contributivo dell'assistenza erogata in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale e alla sua validità temporale. L'Azienda USL in tutti i casi in cui il cittadino straniero è in possesso di un titolo di soggiorno per cui è prevista l'iscrizione obbligatoria deve procedere necessariamente all'iscrizione al Servizio Sanitario senza la verifica di ulteriori requisiti, come previsto dall'accordo Stato-Regioni, stipulato ai sensi del Decreto Legislativo 281/1997, recante "Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome". Pertanto, l'assistito iscritto al Servizio Nazionale in possesso di una tessera sanitaria valida può utilizzarla per richiedere assistenza sanitaria urgente o medicalmente necessaria in tutti gli stati membri dell'Europa in base ai regolamenti di sicurezza sociale e lo stato europeo che ha erogato la prestazione ha diritto al rimborso secondo i regolamenti della Comunità Europea 883/04 e 987/2009. Venendo alle domande puntuali: le fatture sono del 2014, del 2015 e del 2016; sono state oggetto di sospensione inizialmente a causa di un errore di trasmissione di codice fiscale e, in una seconda fase, al fine di richiedere all'istituzione competente francese un approfondimento sulla necessità della cura erogata, stante l'onerosità proprio della stessa. Quindi l'USL si è sbattuta affinché si facesse una valutazione effettiva sull'onerosità delle fatture e sulle cure erogate. L'Azienda, dopo aver concordato le modalità procedurali con le strutture competenti dell'Assessorato, ha inoltrato all'organismo di riferimento francese, in data 31 marzo 2016, il famoso modello H001, strumento per la richiesta di ulteriori informazioni su casi specifici. A seguito di mancato riscontro (quindi non hanno risposto), l'azienda USL ha provveduto a sollecitare un chiarimento in data 10 febbraio 2017 mediante l'invio di un nuovo modello H001. A oggi non risulta pervenuto alcun riscontro da parte delle competenti istituzioni francesi. In data 26 maggio 2017 da parte dell'istituzione francese è pervenuta la rinotifica dei medesimi importi sul portale informatico di mobilità sanitaria internazionale, in relazione alla quale l'azienda provvedeva ad attribuire lo stato di fatture contestate. In data 13 novembre 2017, in prossimità della scadenza del semestre europeo, non avendo ancora avuto notizie dalla Francia e aspettandosi l'azienda USL una nuova notifica dei medesimi importi, che peraltro non è mai più avvenuta, otteneva da parte del Ministero della Salute degli specifici chiarimenti in merito a quanto richiesto dalle competenti strutture dell'Assessorato al fine di definire questa questione. Il Ministero della Salute chiariva che non sarebbe stato possibile fare opposizione al pagamento del debito, qualora fosse stato rinotificato dallo Stato francese, anche in assenza di risposta al modello H001, di natura meramente interlocutoria e non ostativa al pagamento. Al riguardo il Ministero chiariva che la decisione dell'Unione Europea S3/2009 permetteva di utilizzare la tessera europea di assicurazione e malattia per fruire di prestazioni sanitarie durante un temporaneo soggiorno in un altro paese UE, dell'Unione Europea, non solo per le cure urgenti o medicalmente necessarie, ma anche per patologie croniche per le quali non sia prevista l'autorizzazione preventiva, al fine di evitare il rientro anticipato del cittadino nel proprio paese. Al quesito numero 2 e numero 3 rispondo che gli importi liquidati all'epoca erano dovuti e pertanto non si è proceduto a fare nessun tipo di richiesta di rimborso al soggetto che ha usufruito delle prestazioni sanitarie; al quesito numero 4: non si è mai arrivati a pagare fatture non dovute, anzi, addirittura, nel caso in esame, per aver adottato dei controlli approfonditi e misure di mero scrupolo, l'azienda ci dice che è stata addirittura redarguita dallo stesso Ministero della Salute, sollecitando il pagamento dei costi di tale tipologia di prestazione, anche nei casi di importi particolarmente elevati perché dovuti in base alla normativa vigente. Nel caso in esame il pagamento degli importi contestati a oggi non è mai avvenuto, perché? Perché l'istituzione francese non solo non ha fornito i chiarimenti di cui ho parlato prima ma soprattutto non ha provveduto a rinotificare le fatture sul portale informatico per ottenerne il rimborso; a questo punto la scadenza, assegnata dal semestre europeo, è stata oltrepassata e questo ha portato all'annullamento della procedura di richiesta del credito a beneficio della USL, probabilmente per mera decorrenza dei termini. Tutto il resto è competenza dei Comuni per quanto riguarda la questione legata alla residenza.

Presidente - Una richiesta dell'assessore Borrello, immagino per estensione di competenza. Mi confermi, Assessore. Le do la parola per dare un maggiore approfondimento del tema e del quesito del proponente.

Borrello (SA) - Grazie Presidente, grazie anche al proponente, che nella sua esposizione ha anche citato degli aspetti legati alla edilizia residenziale pubblica e ovviamente, fatto salvo quanto già detto questa mattina rispetto al discorso delle competenze - che, con l'approvazione della graduatoria, sarà tutto in capo alla Regione e quindi sarà tutto molto più semplificato - non avendo io conoscenza del caso specifico, a meno che non sia quel caso che lei, in qualità di pubblico ufficiale, mi aveva già fatto notare e di cui avevo già dato comunicazione all'Ente, questo io non lo posso sapere perché non conosco a memoria tutte le casistiche. Prendo atto dei dubbi che lei ha sollevato, mi farò dare il nominativo. Nell'ambito delle nostre competenze chiederò all'ARER di fare un approfondimento. Lei sa benissimo però che c'è un ragionamento legato alle competenze, legato a...

Presidente - Grazie per l'approfondimento. La parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi devo innanzitutto scusare con l'assessore Baccega. Mi sono rivolto a lei sulla questione delle case di edilizia residenziale pubblica e all'assessore Borrello perché avrei voluto rivolgermi a colui che era l'assessore alle politiche sociali in Comune, ma attualmente il consigliere Sorbara purtroppo non può udire la nostra discussione, quindi non ho potuto rivolgermi a lui, ma quello che emerge da questo dibattito è sconfortante. Comincio subito con la questione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica: come ha appena confermato l'assessore Borrello, ogni volta, che io ricevo una segnalazione, prendo e la trasmetto a chi di dovere e, per venire ai suoi legittimi dubbi, assessore Baccega, io (come ho avuto sentore della questione) l'ho trasmessa e ne ho parlato all'allora assessore Certan. Quindi io ai tempi feci tutto quello che era in mio potere. Vedo che ancora oggi nulla si è mosso e quindi mi sembrava giusto tornare sull'argomento. Peraltro la conferma che la persona in questione avesse un problema con l'alloggio popolare mi è arrivata soltanto recentemente e quindi soltanto recentemente ho potuto istruire tutta l'iniziativa. Lei, assessore Baccega, ci dice che i soldi che sono stati liquidati sono stati liquidati e va bene così. Ma è il contrario di quello che scriveva l'assessore Viérin nella comunicazione al CELVA, è il contrario! Cioè l'assessore Viérin ci diceva che la persona era residente fittiziamente in Valle d'Aosta e se la persona è residente fittiziamente in Valle D'Aosta anche quei 33.000 euro già pagati non sono dovuti. Io non so, mettevi d'accordo; si faccia dare la comunicazione dall'assessore Viérin. Se vuole la comunicazione, le posso dare anche una copia, non c'è nessun problema, mettetevi d'accordo perché, se quella è una residenza fittizia e quella fattura è stata pagata, è evidente che quei soldi non sono dovuti.

Peraltro lei ci dice: "L'USL si è sbattuta, si è attivata subito", eh sì, si è sbattuta a pagare la fattura da 33.000 euro, quello l'ha fatto subito, immediatamente e, per fortuna, che c'è stato il problema del codice fiscale, che è quello che giustamente ci ha aggiornato perché, se non ci fosse stato un problema con il codice fiscale, avreste pagato anche le altre due e lei oggi sarebbe qui a dirmi che avete fatto bene a pagare tutto quanto: quasi 200.000 euro di soldi pubblici per una persona che non poteva avere accesso al nostro servizio di sanità, perché è residente fittiziamente in Valle d'Aosta. Quindi è evidente che in tutta questa risposta c'è una grossa parte che manca, ci sono grosse responsabilità. Vorrò sapere chi ha omesso i controlli su queste fatture perché non è possibile che arrivino fatture da 30.000 euro e una persona prenda e le metta in pagamento senza neanche dare un'occhiata, 30.000 euro! Io ho fatto un accesso agli atti per vedere qual è la mobilità estera e non ci sono fatture da 30.000 euro, non ce ne sono di singole. Quindi è evidente che questa rappresenta una novità, forse avrebbe dovuto passare un vaglio un pochino più stretto, anche alla luce della comunicazione successiva perché se effettivamente questa comunicazione c'è stata è perché si è rilevato che ci fosse una criticità o questa comunicazione non sarebbe mai stata fatta: era la normalità. Perché richiedere i dati sulla residenza e fare degli accertamenti se era la normalità? No, un problema è stato rilevato. Quindi non mi posso accontentare della sua risposta, Assessore, mi auguro che, a questo punto, visto anche l'impegno, preso dall'Assessore alle opere pubbliche, questa segnalazione venga trasmessa; fornirò qualsiasi documentazione che vi sarà necessità di fornire. Questa persona ha sbagliato, questa persona ha approfittato dei soldi pubblici pagati dai contribuenti valdostani per fare i suoi comodi e deve perdere il diritto a quell'alloggio e deve pagare e rimborsare tutto quello che ha ricevuto sotto forma di servizio dallo stato francese.