Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 949 du 19 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 949/XV - Interpellanza: "Creazione di un protocollo sull'integrazione scuola-sport per i ragazzi che praticano varie discipline sportive".

Rini (Presidente) - Punto 58 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - In questa interpellanza parliamo del progetto Classes de Neige, della sfida di coniugare sport e scuola e di farli divenire alleati nella crescita dei ragazzi. Anche nell'offerta formativa per l'anno 2019/2020, tra le specificità della scuola valdostana si trova il progetto Classes de Neige, calendario scolastico flessibile ma monte ore annuale invariato, patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia e associazione sportiva, eventuali corsi di recupero. A questo progetto potrebbero e dovrebbero aderire tutti i minori che svolgono attività sportiva sciistica a livello agonistico, che impedisce a loro una frequenza scolastica regolare.

Il delicato processo educativo del giovane atleta passa indissolubilmente attraverso l'ambito scolastico e sportivo, anche se tra i due mondi non esiste spesso un costruttivo dialogo interdisciplinare. Questo non per mancanza di strumenti legislativi adeguati, che ci sono e sono anche importanti, ma sempre di più per incomunicabilità tra le realtà educative diverse che devono e dovrebbero operare per un unico scopo: la crescita psicomotoria civile del futuro cittadino adulto. Conciliare dunque l'attività sportiva scolastica e dare la possibilità di studiare nella scuola scelta dell'alunno è la scommessa di Classes de Neige, certi che non tutti potranno sfondare nel mondo dello sport, ma che potranno fare tesoro sicuramente, nella loro vita professionale, della partecipazione scolastica acquisita.

Questo progetto necessita attenzione, lavoro, dedizione per mantenere vive le sinergie essenziali tra tutti i suoi attori: insegnanti, dirigenti scolastici, i ragazzi chiaramente, le famiglie, gli scii club, le associazioni sportive, che negli anni purtroppo non sono sempre riusciti a portare avanti questo progetto. Qui il ruolo fondamentale è svolto dalle scuole secondarie di primo e secondo grado, che hanno il delicato compito di valorizzare la pratica sportiva legata agli sport della neve, conciliandolo con l'attività didattica e di raccogliere soprattutto le esigenze provenienti dalle famiglie e dal territorio, tramite un serio lavoro di integrazione sport-scuola. Inoltre, secondo noi, il progetto Classes de Neige dovrebbe essere ampliato a tutti i ragazzi che frequentano uno sport a livello agonistico nella nostra regione.

Questo progetto ha in realtà un altro significato e un valore importante: riconoscere l'importantissima funzione dello sport nell'ambito della prevenzione e della protezione da problemi fisici, obesità, ipertensione, diabete, ma anche dai disturbi emotivi e psichici che possono caratterizzare l'adolescenza. Pensiamo ai disturbi dell'alimentazione e ai disturbi dell'umore. L'allontanamento dallo sport nell'età dell'adolescenza e la scarsa cultura sportiva presente in Italia fa sì che i dati legati al numero di inattivi tra gli adulti siano davvero importanti. Secondo gli ultimi dati dell'Istat del 2017 il 72 percento degli italiani sopra i diciotto anni dichiara di non svolgere alcuna attività sportiva né saltuaria né continuativa. Va da sé dunque come l'alto tasso di abbandoni giovanili dello sport, agonistico e non, sia un problema sociale enorme, in quanto crea nel tempo più inattivi e più malati a carico di tutta la nostra comunità.

Tralasciando per un attimo questo aspetto, tra l'altro di rilevanza notevolissima, vorrei concentrarmi sull'ipocrita equazione che sta dietro a tanti addii allo sport in età giovanile: "mio figlio smette perché ha troppi compiti", "va male a scuola, oggi non va all'allenamento". Questa mentalità sbagliata, che trasmette ignoranza a livello di cultura sportiva ed è perpetrata da tanti genitori, è una delle cause principali degli abbandoni sportivi, allontana un ragazzo da un ambiente sano e non risolve per nulla il problema del rendimento scolastico. Il progetto Classes de Neige, se ben condotto, soprattutto se l'Assessorato e gli insegnati coinvolti in primis ci credono, può andare in questa direzione, cioè nel sottolineare e valorizzare il ruolo fondamentale, a oggi ancora di più, dello sport nella crescita dei nostri ragazzi, che sono sempre più fragili.

Fatte queste premesse, le informazioni che chiediamo sono: "quali sono le Istituzioni scolastiche di scuola secondaria di primo e secondo grado implicate nel suddetto progetto per l'anno scolastico 2018/2019 e quali per il corrente anno scolastico, per un totale di quanti alunni; se le insegnanti i cui allievi hanno aderito a tale progetto hanno svolto una relazione sull'andamento di tale iniziativa; se è stato proposto un sondaggio a genitori e atleti sull'organizzazione ed il gradimento" del progetto; soprattutto "se si intende creare un 'Protocollo Attuale e Nuovo' - vivo! - sull'integrazione scuola-sport non solo per i ragazzi che praticano gli sport invernali ma anche per coloro che svolgono altri tipi di sport" a livello agonistico o che comunque impedisce una frequenza regolare a scuola.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Certan.

Certan (AV) - Devo dire che apprezzo molto la preparazione e la cura, anche la precisione, con la quale prepara le sue interpellanze e i suoi interventi, collega Russo. Ci sono delle tematiche sulle quali non si può improvvisare e soprattutto non si può dire quelconque chose o quello che passa in mente al mattino. Credo che sia importante prepararsi davvero con dei dati, perché sono quelli che contano e lei in questo è sempre molto delicata: prima chiede e poi fa delle sue asserzioni, quindi la ringrazio; non è banale.

Riprendo tre aspetti, poi passo alla risposta puntuale. La mancanza di comunicabilità tra, generalizzando, mondo della scuola e mondo sportivo e disturbi dell'alimentazione o dell'umore, che potrebbero essere sicuramente prevenuti e in qualche modo perlomeno limitati con un'adeguata comunicabilità tra questi due mondi. L'altro aspetto è il discorso dei compiti a casa, che mi vede completamente concorde con lei. La nostra scuola valdostana occupa bene o male i bambini, i ragazzi e anche gli studenti delle secondarie in una parte del pomeriggio e io credo che su questo si dovrebbe davvero fare molta più formazione, per capire quanto sia importante che abbiano tempo anche da dedicare alla famiglia, allo sport, ai loro hobby, ai loro interessi e anche, mi permetto di dire, di avere un piccolo momento per potersi annoiare, perché, come spesso molti specialisti dicono, quando un bambino si annoia è lì che produce idee, innovazione e passioni. Spesso invece la nostra società tende a riempire tutto il tempo dei bambini quasi in modo convulsivo e alla fine i bambini, i ragazzi, gli studenti si ritrovano ad avere giornate occupate e senza respiro. Quindi su questo sicuramente mi impegno a capire veramente con le scuole quali soluzioni possiamo trovare. Concordo poi su tutto il resto che lei ha detto.

Al punto uno lei chiede "quali sono le istituzioni". Le istituzioni di scuola secondaria che hanno aderito al progetto per l'anno 2018/2019 sono quattordici, per un totale di 650 alunni, così suddivise: otto scuole secondarie di primo grado (San Francesco, Luigi Einaudi, Saint Roch, Unité des Communes Valdigne-Mont Blanc, Unité des Communes Mont-Émilius 3, Abbé Joseph-Marie Trèves, Luigi Barone, Unite des Communes Walser et Mont Rose B); sei scuole secondarie di primo grado: Istituzione scolastica di istruzione tecnica Manzetti, Corrado Gex, Maria Adelaide, Verrès istituzione scolastica di istruzione liceale tecnica e professionale, Institut agricole e liceo linguistico di Courmayeur. I dati per l'anno 2019/2020, così come quelli che mi aveva chiesto ieri, non li abbiamo ancora, perché il progetto è in fase di attuazione, le scuole si stanno incontrando e stanno preparando le schede progetto che trasmetteranno contestualmente all'adesione allo stesso.

Per quanto riguarda il punto due, gli insegnanti i cui allievi hanno aderito a tale progetto hanno svolto una relazione sull'andamento. Al termine dell'anno scolastico ogni istituzione scolastica è tenuta a inviare la rendicontazione e una relazione che faccia riferimento agli aspetti progettuali dettagliati nella scheda iniziale. In particolare si valutano finalità e obiettivi, le modalità di inserimento degli alunni sportivi, tutor sportivo, patto, uscite sul territorio, eccetera. Quindi, sono obbligati a farlo. Poi, che funzione abbia e soprattutto che prospettiva abbia per il miglioramento di questa attività... Ogni tanto bisognerebbe fare in modo che queste relazioni, visto che le scuole le fanno, diventino davvero operative e non solo un qualcosa che si riempie per ottemperare a un ordine amministrativo.

Sul punto tre, è stato proposto un sondaggio genitori e atleti a livello regionale. Non è stato predisposto alcun sondaggio di gradimento, ma ogni scuola al suo interno attua delle strategie di comunicazione e relazione tra famiglia, alunni e società sportive, al fine di raccogliere le istanze e le osservazioni che provengono dai diversi attori del progetto, in modo da consentire uno scambio positivo, attraverso una condivisione che possa in qualche modo migliorare i rapporti tra e per le persone. Poi ogni istituzione scolastica dovrebbe in qualche modo costruirsi il suo progetto Classes de Neige particolare: fa parte anche dell'autonomia scolastica, perché poi se la Sovraintendenza dà delle linee troppo rigide ci si lamenta, però poi l'autonomia scolastica bisogna esercitarla in un modo efficace.

Punto quattro, "se si intende creare un 'Protocollo Attuale e Nuovo' sull'integrazione scuola-sport non solo per i ragazzi che praticano gli sport invernali ma anche per coloro che svolgono altri tipi di sport". Lei sa che era intenzione del precedente ministro e credo che avessero lavorato all'interno del MIUR per dare un'importanza maggiore allo sport nella scuola. Anche la revisione che è stata fatta in questi anni del CONI va proprio in questo senso. Nel corso degli anni molte istituzioni che aderiscono al progetto hanno esteso le buone prassi messe in campo per gli sport della neve anche agli studenti praticanti altri sport a livello agonistico. Classes de Neige direi quindi che è uno strumento di conciliazione tra scuola e sport, utilizzato da una prevalenza di alunni che praticano sport invernali, ma in grado di adattarsi alle esigenze di studenti praticanti altre attività sportive.

A mio avviso quello che ancora manca e che probabilmente dovrebbe essere potenziato, sono quei raccordi con quanto diceva lei nell'introduzione, sull'importanza dello sport come prevenzione per i disturbi dell'alimentazione e dell'umore e soprattutto su un effettivo riconoscimento da parte degli insegnanti del valore dello sport. È vero anche che gli insegnanti che praticano sport sono insegnanti che credono nello sport. Insegnanti che suonano, che conoscono la musica e suonano uno strumento sono insegnanti che credono nel valore della musica. A mio avviso su questo bisogna sicuramente ancora lavorare, perché troppe volte ancora dei genitori vengono e si lamentano di questa mancanza, non voglio dire di riconoscimento, però del valore importante che ha lo sport per un ragazzo. Anzi, a volte può essere una delle tante palette che l'insegnante ha per davvero comunicare con un ragazzo, per entrare proprio nel suo apprendimento.

Aspettiamo solo che le scuole procedano con la chiusura dei progetti e tutta la parte che nel mese di ottobre bene o male è di predisposizione dell'anno scolastico. Poi, in accordo anche con il collega Viérin, che è l'assessore competente per lo sport, vorremmo creare un momento di confronto per rivedere il progetto con le istituzioni scolastiche, le associazioni sportive del territorio e le famiglie.

Dalle ore 12:38 assume la presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Per la replica, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - Grazie, Assessore. Solo una puntualizzazione, perché forse non ho scritto l'interpellanza in modo corretto. Quando ho scritto "per un totale di quanti alunni", intendevo quanti alunni hanno aderito al progetto Classes de Neige, perché chiaramente il numero di allievi che aderiscono ci danno un po' l'idea di qual è la portata di questo progetto.

Lo sappiamo, siamo ancora indietrissimo, ma non solo noi Regione Valle D'Aosta. In genere le regioni hanno ancora poca sensibilità rispetto al ruolo dello sport all'interno non solo della scuola, ma anche nel tempo libero. Lo sport è uno strumento fondamentale di crescita, veramente fondamentale, tanto più nei ragazzi che - abbiamo già detto in tutti i modi - hanno problemi di grande fragilità psicologica e lo sport li va a rinforzare in modo importante.

Al di là di questo, volevo fare un rilievo importante sulla questione delle relazioni e sulla questione dei sondaggi. La valutazione delle buone pratiche - buone o cattive pratiche - che ogni amministrazione mette in campo è un elemento che non possiamo più dire: "Sì, lo facciamo", "No, non lo facciamo". La valutazione delle pratiche che adottiamo ogni anno deve essere fatta in modo puntuale. Ovviamente la valutazione deve essere fatta in modo corretto, in modo onesto intellettualmente, non viziato per raccogliere dati che servono. Ma se la valutazione, come in questo caso, del progetto Classes de Neige venisse fatto in modo opportuno, valido anche a livello scientifico, con il coinvolgimento dei genitori, questo vorrebbe dire per forza che l'anno successivo il progetto va a migliorare e non va a migliorare solo nella direzione che l'assessore piuttosto che i dirigenti valutano, ma va a migliorarne nella direzione dei bisogni effettivamente raccolti. Questo è un cambiamento ed è una cosa essenziale. Secondo me non possiamo più permetterci di non fare la valutazione delle iniziative che proponiamo, tanto più - mi viene da dire - se vengono fatti in ottica di prevenzione, perché lo sport è la prima misura di prevenzione che abbiamo nei confronti dei ragazzi, per proteggerli da tutto quello che sappiamo che c'è nel nostro mondo attualmente.