Objet du Conseil n. 945 du 19 septembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 945/XV - Interpellanza: "Individuazione di ampliamenti di domaines skiables quali progetti strategici".
Farcoz (Président) - Point 54 à l'ordre du jour. Pour l'illustration la parole au collègue Vesan.
Vesan (M5S) - Siamo qui di nuovo, come facciamo più o meno tutte le volte, a parlare dei cambiamenti climatici. Faccio una piccola premessa. Spesso e volentieri lo sviluppo scientifico, lo sviluppo tecnologico non sono automatici o immediati e non dipendono dagli studi approfonditi di una semplice persona. È stato dimostrato e riconosciuto, anche da chi di scienza e di tecnologia si occupa, che non saremmo mai riusciti nel 1969 ad andare sulla Luna senza gli scritti di Jules Verne e che il famoso conto alla rovescia, con cui vediamo partire i razzi ancora adesso, è in realtà un'invenzione letteraria, perché è stato inserito per la prima volta in un film di Fritz Lang. In realtà, lo sviluppo della tecnologia e i risultati che si ottengono, sono comunque figli di un climax che la letteratura e la cultura crea all'interno della nostra società.
Quest'estate ho avuto l'occasione di andare a Courmayeur in occasione di una manifestazione culturalmente particolarmente interessante è quotata, anche se forse poco seguita, che si chiama Autori in vetta e c'era un autore italiano di primo piano che si chiama Stefano Benni, che spero tutti abbiate la fortuna di conoscere, il quale presentava la sua ultima pubblicazione. A latere della presentazione c'era comunque un'intervista all'autore, che in passato si era espresso nei suoi romanzi con satira politica anche molto spinta e particolarmente impegnata, su quale fosse la sua posizione sull'attuale clima politico e l'autore ha così risposto: "In realtà in questo momento in cui l'emergenza climatica rischia di portare all'estinzione della specie, non riesco assolutamente ad appassionarmi a nessun tipo di dibattito politico a livello regionale, nazionale, ma nemmeno europeo e tutto il tempo che i politici dedicano a qualcos'altro e non all'emergenza climatica, mi sembra veramente un grande spreco".
Ecco, approfitto di questa sua sollecitazione per cercare di riportare quest'aula su un problema gravissimo e su quello che anche qui possiamo fare in questa direzione. Colgo l'occasione, visto che non ci saranno altre adunanze del Consiglio intermedie, per esempio, per invitare tutti quanti a rendersi conto di qual è il clima in Valle d'Aosta relativamente ai cambiamenti climatici (chiedo scusa per il gioco di parole), invitandovi a fare una passeggiata in centro venerdì prossimo. Venerdì 27 ci sarà di nuovo una marcia per il clima da parte degli studenti valdostani: è la terza e potrebbe essere particolarmente interessante, oltre ad accoglierli all'interno delle stanze della Giunta come è successo per la prima edizione o a ignorarli completamente come è successo nella seconda edizione, magari camminare con loro e capire un po' quali sono le sensazioni nei confronti dei cambiamenti climatici che hanno cittadini valdostani forse un po' più attenti di noi.
Veniamo ai dati. Gli ultimi dati climatici sulla crescita della temperatura in montagna, che abbiamo visto in Commissione, sono quelli che ci sono stati presentati dall'Arpa - bene, peraltro, e dettagliati - che però discendono da una ricerca svizzera del 2016, se non ricordo male, che quindi, rispetto alla velocità con cui il clima sta cambiando, forse è un po' datata. Approfitto per citarvi un rapporto un pochino più aggiornato, il rapporto sul clima 2018 predisposto dall'EURAC Research di Bolzano, che è un centro di ricerca partecipato direttamente dalla provincia autonoma. In questo rapporto si evidenzia che il problema dell'aumento della temperatura sulle aree montane è particolarmente più complesso rispetto all'aumento di temperatura globale e che, proprio nello specifico sulle Alpi, è prevista una diminuzione delle aree innevate che oscilla - siccome nessuno ha la sfera di cristallo, si tratta di previsioni sulle possibili precipitazioni future - fra l'84 e il 62 percento. Entro il 2030 - sembra una data di fantascienza, però il 2030 è esattamente fra dieci anni e quattro mesi. Molti di voi saranno ancora qui dentro, per fortuna noi del Movimento 5 Stelle no. Se saremo 5 Stelle, poi sai che si cambia! - comunque nel 2030 non ci saranno precipitazioni certe al di sotto dei 1300 metri. Vuol dire che ad Antey-Saint-André e a Courmayeur non saranno necessari gli spartineve: un'evoluzione mica da ridere in 10 anni!
Ebbene, il 2030 è domani. Ma quand'anche gli interventi per la riduzione dell'emissione di CO2 fossero drastici e avessero un successo particolarmente strepitoso, queste ricerche fissano come termine dell'aumento della temperatura non il 2030, perché nella migliore delle ipotesi la temperatura continuerà a crescere fino al 2090, per poi stabilizzarsi e finalmente, grazie al nuovo immagazzinamento della CO2 da parte sostanzialmente della natura, potremmo finalmente ambire a temperature più basse.
Sulla scorta di questi dati scientifici - è una ricerca fatta dai nostri colleghi che credo abbia un significativo valore e che altre amministrazioni prendono in considerazione molto più seriamente di noi - ci rivolgiamo a questa maggioranza regionale, nella fattispecie alla Giunta regionale. In realtà, lo chiediamo alla maggioranza confidando che l'ampliamento della maggioranza stessa abbia inserito anche in questa Giunta qualche anticorpo un po' più sensibile, ma non lo sappiamo se è successo e confidiamo che qualche risposta positiva arrivi! Comunque, chiediamo se esistono e quali siano gli ampliamenti dei domaines skiables che codesta amministrazione regionale intende perseguire quali progetti strategici. Perché non più tardi del dicembre dell'anno scorso abbiamo discusso del bilancio e nella presentazione dello stesso, l'attuale Assessore alle finanze - lo era già allora, anche se da pochi giorni - ha ribadito l'assoluta importanza, per quello che riguarda l'economia valdostana, dello sci alpino e che quindi lo stesso era stato inserito tra gli obiettivi di bilancio. All'interno di questa proposta esistevano riferimenti al famoso collegamento fra la Monterosa e la Cervino, esisteva anche qualche riferimento - credo, solo sull'approfondimento degli studi e non sulla realizzazione - al collegamento tra Pila e Cogne, la cosiddetta Green Way; mi piace Green Way, sembra quasi la Buona Scuola! Infine, ho avuto occasione di confrontarmi, grazie all'aiuto di colleghi consiglieri, anche sull'ulteriore proposta del collegamento fra La Thuile e Courmayeur. Quest'estate sono stato in montagna, ho avuto l'occasione di guardarmi dall'alto questo possibile collegamento e ho visto che ce n'è tanta di Valle d'Aosta da infrastrutturare per riuscire a farlo.
È più o meno come negli altri due casi e quindi siccome costa caro e comporta un significativo sviluppo del territorio, ci chiediamo se davvero ancora, di fronte a questi dati scientifici, esista la volontà di investire un quantitativo di risorse considerevole, per andare in una direzione che la scienza ci dice essere un vicolo cieco. La scienza ci dice che probabilmente non avremo nemmeno la possibilità di spararla con i cannoni la neve sulle piste che andiamo a creare, perché non solo non ci saranno precipitazioni sufficienti, ma non ci sarà la temperatura per sparare. Quello che rischiamo veramente, vista l'attuale situazione dell'acqua in Valle d'Aosta, è che non ci sarà nemmeno l'acqua disponibile da trasformare in neve.
Sulla scorta di questo, noi confidiamo che questa maggioranza presenti probabilmente a breve il futuro bilancio, avendo rivisto un po' questi suoi progetti, ma approfittiamo dell'occasione di essere già ormai alle porte dell'autunno per sapere quali sono i vostri intendimenti relativamente ai progetti strategici di investimento nel settore del turismo. Oltre a questo, chiediamo anche quanto è stato investito dalla Regione e dalle sue partecipate in impianti di risalita nel 2019 e quanto è previsto a tutt'oggi di investire sugli stessi nelle prossime due annualità.
Président - La parole à l'assesseur Bertschy.
Bertschy (AV) - Nella prima parte della sua presentazione mi ha messo in difficoltà. Sono andato a rileggermi l'iniziativa, perché ho pensato che fosse stata portata un'interpellanza in un'aula diversa da quella alla quale dovevo rispondere e, visto che mi è già capitato una volta, ho detto: spero di non aver fatto confusione. Invece no, voleva proprio dire tutto quello che ha detto alla fine, ma all'inizio si è preso un po' di tempo per fare un po' di programmazione politica legata alle sue idee. Non sarei così certo che lei tra dieci anni non sarà qui in aula, perché abbiamo già visto delle rivisitazioni delle regole anche del vostro movimento: a partire dal mandato zero, le cose sono un po' cambiate! Però ognuno tenga le sue regole e vedremo come andrà a finire. L'importante è che chi è qua cerchi di fare del bene e di fare bene il suo lavoro, al di là di chi sarà in questi ruoli.
Ci tengo anche a dire che questa risposta non è condivisa sulla "piattaforma Riccarand". È una risposta che parte dai nostri obiettivi, da quello che noi abbiamo detto alla gente che vorremmo fare. Abbiamo una visione diversa dalla sua, come rappresentante del Movimento 5 Stelle, rispetto agli investimenti sugli impianti a fune. Non siamo delle persone che non fanno programmazione e strategia, che non tengono conto dei dati. Stiamo affrontando questo argomento con tutta l'attenzione del caso, tenendo conto anche delle ricerche che sono in corso. Ce ne sono di tante e danno tutte bene o male le stesse indicazioni: la neve scenderà a una quota molto più alta di quella attuale. Quindi, l'obiettivo sarà, se si crederà ancora - questa maggioranza lo crede - che negli impianti a fune si potranno trovare delle risposte all'economia dei paesi di montagna e dei popoli di montagna, di realizzare investimenti che facciano sciare le persone e non passeggiare guardando i prati, sapendo bene che gli investimenti che si realizzano per l'inverno possono essere utili a fare l'economia turistica dell'estate e tanti impianti a fune lo stanno già facendo.
Per venire alla sua domanda, "se esistono e quali siano gli ampliamenti dei domaines skiables che codesta amministrazione regionale intende perseguire quali progetti strategici". Noi abbiamo letto il rapporto sul clima dell'EURAC Research del 2018, che è realizzato in particolare sul contesto climatico e territoriale dell'Alto Adige. Teniamo però anche in conto tutte le osservazioni che già la Fondazione Montagna Sicura ha fatto, che sono correlate maggiormente al nostro territorio. Comunque tutti dicono che c'è un riscaldamento progressivo, che è evidenziato, ma in Valle d'Aosta, vogliamo sottolinearlo, le nostre quote medie di piste da sci sono all'incirca sopra i 2100 metri e sono diverse da quelle di altri territori. In particolare, l'impatto di questo cambiamento è molto più forte in alcune regioni alpine e in alcuni territori europei. Detto questo, chi dovrà progettare i futuri impianti - quelli attuali dovranno andare alla conclusione tecnica della loro vita, se le condizioni lo permetteranno - lo dovrà fare tenendo conto che sarà meglio realizzare impianti a un'altezza superiore ai 2000 metri e, se possibile, tra i 2000 e 3000 metri. Evidentemente, si ragiona in questo senso. Non tutti gli impianti hanno una logica sciistica o quantomeno una parte di questi impianti portano a unire dei comprensori in una visione di ampliamento della potenzialità del nostro territorio, che vediamo come impianti a fune Valle d'Aosta e non tanto piccoli comprensori che affrontano le sfide dello sci da sole, ma impianti a fune Valle d'Aosta che vogliono far crescere la loro qualità e i loro comprensori.
Ci sono una serie di progetti che lei ha ben citato. Su alcuni noi diamo una valutazione diversa. Per esempio, la Green Way per noi in questo momento - ne parleremo nel piano regionale trasporti - è più un collegamento che inizialmente può avere un valore ancora più alto in termini trasportistici, che non tanto di ampliamento del valore economico dei comprensori. In ogni caso potrà essere inserito nel piano regionale trasporti come una valutazione strategica successiva. Sicuramente Pila ha bisogno invece di realizzare il suo impianto per razionalizzare l'attuale situazione e di investimenti che vanno rimessi in ordine, visto che è da parecchio tempo che non se ne fanno. Non sto a citarle tutti gli impianti. Le dico invece che faremo molta attenzione nella fase di studio e di progettazione, prima di arrivare alla realizzazione, che questi possano osservare il rispetto dell'ambiente, possano osservare l'ampliamento delle potenzialità dei comprensori e possano anche dare quella qualità complessiva in termini di potenzialità che devono dare. I business plan saranno diversi dal passato, in alcuni casi. Si terrà in grande considerazione il beneficio che potranno produrre e questo andrà valutato, anche perché le regole che ci sono attorno alle società sono diverse da quelle di un tempo.
Il secondo punto, "quanto è stato investito, dalla Regione e dalle sue partecipate, in impianti di risalita nel 2019 e quanto si prevede di investire nelle prossime annualità". Nel 2019 sono stati investiti circa 8 milioni di euro, che sono stati impegnati sulla legge n. 6 e sulla legge n. 8 e in questi giorni le società stanno aggiornando i loro programmi strategici e si stanno predisponendo le disposizioni finanziarie, insieme al collega Testolin, le indicazioni del DEFR a livello programmatico e l'indicazione finanziaria che arriveranno in bilancio. Le ipotesi di programmazione vanno intorno ai 10 milioni di euro per il 2020 e 2021 e si stanno ancora facendo delle valutazioni per il 2022. I programmi strategici che arriveranno di qui a un triennio: a conclusione della vita tecnica di alcuni impianti, si faranno delle scelte - per esempio, su Pila - che permetteranno di razionalizzare, anche facendo dell'economia di scala, sulla gestione dei comprensori. Per avere un quadro più aggiornato - non sarà un problema venire in Commissione a farlo - attendiamo a fine ottobre 2019 la presentazione dei piani delle aziende per fare una valutazione che sia, appunto, complessiva e definitiva.
Il collega Aggravi, a nome della Lega, ha presentato durante l'estate un disegno di legge che va ad aprire un'ipotesi direi più politica, ancora che tecnica per quello che ci riguarda, nel senso che c'è uno studio da affrontare insieme. Se poi riusciremo a unire, oltre alle risorse pubbliche, le possibilità di finanziamento di questi comprensori, attraverso l'utilizzo anche di risorse private, non faremo che creare le condizioni ancora migliori per dare sviluppo. Ricordo che l'anno scorso abbiamo venduto biglietti per circa 85 milioni di euro e questo è solo l'indotto dei comprensori da sci, senza parlare di indotto di tutto il comprensorio. A chi immagini oggi di sostituire questo fatturato con altri, dico che qualche visione strategica cerchiamo di averla anche noi. Chi ce l'ha, porta dei dati e ci mette in condizioni di cambiarla sarà il benvenuto. Noi non vorremmo affidarci a sogni spaziali per il futuro della nostra comunità. Vorremmo affidarci a dati certi, come quelli che lei ha annunciato, ma anche a un'economia che ci metta in condizione di dire ai nostri cittadini che stiamo amministrando per loro, non amministrando solo in senso di visioni politiche che sono legittime, ma non creano occupazione, soprattutto per le persone di montagna.
Président - Pour la réplique, la parole au collègue Vesan.
Vesan (M5S) - Grazie assessore Bertschy per la sua risposta. Sono contento di avere cinque minuti, per ridefinire alcuni punti rispetto a quello che lei ci ha detto. Noi vi abbiamo chiesto qual era la vostra visione strategica e lei ci ha parlato del fatto che questa, relativamente ai cambiamenti climatici, il più grande problema che l'umanità sta affrontando in questo momento, si tradurrà in attenzione nella progettazione. A noi sembra un po' poco, ma se per voi è sufficiente vuol dire che effettivamente la vostra malattia è sufficientemente grave da non essere intaccata dagli anticorpi del vostro nuovo alleato, indipendentemente dal nome della piattaforma. Vorrei inoltre precisare - non posso parlare a nome di tutti gli altri iscritti al Movimento 5 Stelle - che io personalmente confido che fra dieci anni sarò sicuramente passato ad altra attività, perché preferirei essere deceduto piuttosto che essere ancora in questa aula, assolutamente!
Veniamo all'analisi specifica dei numeri che ci ha dato. Lei ci ha detto che nel 2019 sono stati investiti negli impianti di risalita 8 milioni di euro e l'altro numero importante che ci ha detto è che abbiamo avuto un fatturato di 85 milioni di euro. Il dato confrontabile non dovrebbe essere quello, perché il fatturato si calcola a fronte delle spese per la gestione. Se lei invece di 85 milioni mi avesse tirato fuori il dato sull'utile dagli impianti di risalita della Valle d'Aosta, scopriremmo tutti tristemente che il dato è assolutamente inferiore rispetto agli 8 milioni che abbiamo investito. Quindi, fatti due conti, forse a tutti i valdostani conviene effettivamente dedicarsi a qualcos'altro fin da ora.
Voci fuori microfono
Certo che se paghiamo la gente per non fare niente, va tutto bene lo stesso. Il problema è solo per che cosa li paghiamo. In epoca fascista si pagavano gli stipendi per scavare le buche... Se vogliamo tornare a un tipo di programmazione...
Presidente - Colleghi, per favore, lasciate continuare il collega Vesan!
Vesan (M5S) - Veniamo agli altri punti. La realizzazione di impianti in quota è la vostra visione strategica per combattere il cambiamento climatico. Noi abbiamo per nostra fortuna impianti di risalita a quote più alte rispetto alle altre località, quindi in realtà questo cambiamento climatico per noi è quasi un favore che ci viene fatto, perché così gli sciatori abbandoneranno altre località più basse per venire da noi. Il problema vero è che nel 2030 avremo superato la neve sopra i 1300 metri, ma questo limite continuerà a salire. Io sono stato - da giovane e quando ero più in forma mi dilettavo di alpinismo - a scalare anche le Ande e il primo ghiaccio che viene calpestato, il primo nevaio che si pesta in Perù è situato alla quota di 4900 metri. Ecco, quando probabilmente la nostra situazione sarà la stessa mi verrete a dire come avete investito bene i soldi dei valdostani!
La famosa barzelletta grazie alla quale costruire gli impianti serve a sviluppare il turismo estivo è altrettanto divertente, perché ci sono due possibilità. Se gli impianti sono realizzati sulla quota dei ghiacciai e quindi possono essere utilizzati per sciare, a quel punto sono assolutamente inutili per il turismo estivo. Anzi, confido tanto che non vorremo continuare a portare gente che fa le passeggiate in mezzo ai ghiacciai, come è successo quest'estate, con il conseguente volo di gente slegata all'interno dei crepacci della Valle d'Aosta. Se vogliamo studiare degli impianti finalizzati a un turismo estivo in quota quale strategia di trasporto, prendiamo in considerazione solo il trasporto e non come la Green Way che è così particolarmente costosa, ma che nei sui piani economici l'unico attivo che prende in considerazione è l'ampliamento di vendita dei biglietti durante la stagione sciistica di Pila.
Vorrei dirvi che la premessa non era casuale. Vorrei veramente più attenzione nei confronti dei cambiamenti climatici, con azioni vere e puntuali da parte di questo Consiglio, quindi mi permetto di fare una proposta provocatoria. Mi piacerebbe tanto che questo Consiglio prendesse in considerazione, nell'ottica dei trasporti sostenibili da parte degli stessi consiglieri, l'abbandono del parcheggio espressamente dedicato e la sua trasformazione in area verde e l'annullamento del Telepass o Viacard autostradale, consentito ai nostri amministratori per il transito sul territorio valdostano. Perché è difficile pensare di dover convincere tutti gli altri a usare i mezzi pubblici, quando noi siamo i primi che ci dedichiamo un parcheggio in centro e la libera circolazione con il mezzo di proprietà. Forse i soldi in meno che ci costano la periodica riparazione della sbarra del parcheggio e i soldi che spendiamo di autostrada potrebbero invece fornirci uno di questi strepitosi abbonamenti elettronici sui mezzi pubblici, validi su qualunque mezzo pubblico, che il nostro Assessore sta prontamente provvedendo a organizzarci. Forse riusciamo per il Natale 2020!
Président - Le collègue Gerandin, a demandé de parler.
Gerandin (MOUV') - Chiedo una breve sospensione per il gruppo LEGA VDA, MOUV' e ADU.
Presidente - Sospensione concessa.
La seduta è sospesa dalle ore 11:17 alle ore 11:32 e dalle ore 11:32 assume la presidenza la presidente Rini.