Objet du Conseil n. 944 du 19 septembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 944/XV - Interpellanza: "Interventi di messa in sicurezza della pista di accesso all'opera di presa del canale irriguo Ru de Ponton in Comune di Introd".
Rini (Presidente) - Punto 53 all'ordine del giorno. La parola al collega Luboz.
Luboz (LEGA VDA) - Ieri abbiamo giocato fuori casa, perché mi sono occupato soprattutto delle acque del comune di Brusson, oggi torniamo in casa propria e ad Introd, propriamente.
La strada di accesso al Ru de Ponton probabilmente è un'opera di presa realizzata nei secoli, 1600-1700, e non ha mai dato problemi fino al XXI secolo. Disgraziatamente o per fortuna viviamo in una regione montuosa alpina e ieri sono stati ricordati vari dati sul nostro fragile territorio. Naturalmente in montagna le pietre scendono, ma questo per la legge di gravità succede ovunque e ovviamente in montagna c'è il maggior pericolo, perché infrastrutture, strade, sentieri percorrono le valli e i versanti. Dal 2011 vigono due ordinanze di chiusura di due strade: quella che porta all'opera di presa del Ru de Ponton e quella soprastante, che conduceva anticamente nella Valle di Rhêmes. Più volte gli amministratori del consorzio si sono rivolti all'amministrazione comunale competente della gestione del territorio e d'altra parte il sindaco, anche giustamente se vogliamo, rivendica il suo diritto di garantire la sicurezza agli utenti e quindi non ritorna indietro dalle proprie posizioni riguardo all'ordinanza di chiusura.
Gli amministratori del consorzio dal 2011 proseguono ad assicurare la gestione del consorzio di miglioramento fondiario. Sono 300 utenti per oltre 100 ettari di territorio irrigato e spiacerebbe vedere abbandonato questo territorio per l'impossibilità di accedere all'opera di presa. A maggio è stato fatto un incontro da parte degli amministratori del consorzio di miglioramento fondiario con il sindaco, alla presenza anche dei tecnici regionali e del tecnico redattore del piano di gestione del pericolo dovuto alle frane, e sono state concordate ipotetiche soluzioni da proporre all'Amministrazione regionale, ma a tutt'oggi né Comune né il consorzio hanno ricevuto ancora alcuna risposta.
Non nascondo che le ipotesi che sono state avanzate, attraverso quella lettera che sicuramente gli assessorati hanno ricevuto, a me paiono ardite, perché sicuramente presuppongono uno stanziamento e una spesa di fondi rilevante. Probabilmente stiamo abdicando al nostro dovere di amministrare un territorio, rispetto a norme eccessivamente tecniche. In certi contesti, come lo abbiamo ribadito ieri, dovrebbe poter essere presa in considerazione l'accidentalità, l'ineluttabilità e anche la presa di coscienza di poter istituire un rischio accettabile. Ora, io so che per accedere alla strada e all'opera di presa del Ru de Ponton, non passano più di due o tre persone due volte alla settimana, invece sappiamo che sulle nostre alte vie per fortuna c'è tutta una serie di turisti, di camminatori, di escursionisti che portano ricchezza ai rifugi, portano ricchezza alle attività ricettive. Se dovessimo fare come ha fatto il nostro sindaco, io dico anche a tutela sua e non dico che abbia avuto torto, però se tutti i sindaci dovessero chiudere sentieri e strade che sono inserite nella cartografia degli ambiti inedificabili, chiuderemo la Valle d'Aosta davvero.
Questo è un ragionamento e un discorso che ci tenevo a porre all'assemblea attraverso questa interpellanza, che in sostanza chiede quando la Regione abbia ricevuto queste missive, se le opere ipotizzabili in tale corrispondenza possano essere prese in considerazione, in caso affermativo quali siano le tempistiche per una soluzione della situazione - l'ho già detto io, anticipando, che vedo molto difficile che queste soluzioni possano essere accettate - e in caso contrario quali intendimenti e con quali tempistiche l'Amministrazione regionale si proponga di provvedere a tali opportune è necessarie operazioni.
Ricordo che queste opere sono state realizzate nel XVI e XVII secolo, per la necessità di irrigare i fondi. Lungo queste aste sono sorte segherie, sono sorti mulini, adesso portano l'acqua alle centraline idroelettriche. Bene, però assicuriamo che queste opere di presa possano essere gestite.
Presidente - La parola all'assessore Chatrian.
Chatrian (AV) - Passiamo da Brusson a Introd. Cercherò di percorrere, più che l'iter amministrativo, la richiesta da parte del territorio, come diceva il collega poc'anzi.
Permettetemi solo una battuta per quanto riguarda le strutture. Ci sono dei pareri, non è che sono delle parole: sono dei pareri, quindi le certificazioni di chi approva degli atti e dei documenti.
La questione che pone il collega è di competenza di diverse strutture: abbiamo cercato di fare un'unica risposta e cercherò di rispondere nel merito. Da quanto ho potuto appurare attraverso la Struttura sistemazioni montane, che a sua volta si è coordinata con la Struttura politiche regionali di sviluppo rurale del dipartimento agricoltura, la questione della messa in sicurezza dell'accesso all'opera di presa del canale irriguo Ru de Ponton e della strada sterrata Porta Ponton, che collega la frazione Cré di Introd con il Comune di Rhêmes-Saint-Georges, risale al 2011, anno in cui il sindaco di Introd, a seguito di alcuni sopralluoghi effettuati congiuntamente al servizio geologico, con ordinanza del 23 giugno chiudeva al transito sia la strada Porta Ponton che la strada consortile Ru de Ponton, a causa del sovrastante versante roccioso del monte Croux de Bouc che risultava franoso o instabile, con possibili distacchi di massi. Quindi, la questione si trascina da almeno otto anni.
In base alle informazioni che abbiamo raccolto su quanto avvenuto dal 2011, cercherò di rispondere ai quesiti posti dall'interpellante. Inizio dal primo, se e quando il Governo regionale abbia ricevuto tali missive, laddove si fa riferimento ad alcune missive che sarebbero state inoltrate all'Amministrazione regionale. Provo a inquadrare quello che l'Amministrazione regionale ha agli atti. Risulta una nota del 9 maggio 2019 dell'Unité des Communes Grand-Paradis con cui si trasmetteva una nota del CMF (Consorzio di Miglioramento Fondiario) Ru de Ponton, avente oggetto l'ordinanza comunale numero 5 del 23 giugno 2011, quella che citavo in premessa, e contestuale richiesta d'incontro. La nota era indirizzata al Comune di Introd, al Presidente della Regione, all'Assessore all'ambiente e risorse naturali, all'Assessore al turismo e all'Assessore ai lavori pubblici. A seguito della nota del CMF è stato organizzato un incontro in data 20 maggio 2019 presso il municipio di Introd, a cui era presente la Struttura sistemazioni montane, da cui sono emerse tutta una serie di criticità sulla fruibilità e sull'uso di infrastrutture del CMF derivanti dall'ordinanza del 2011; il riferimento è l'ordinanza del 2011.
In data 10 giugno 2019 il sindaco di Introd e il presidente del Consorzio Ru de Ponton hanno chiesto un incontro agli Assessori competenti per l'agricoltura e per l'ambiente e al dirigente della Struttura sistemazioni montane, concernente la valutazione di soluzioni per permettere il transito della via di accesso all'opera di presa sulla Dora di Rhêmes della rete irrigua. L'incontro, a oggi, non è stato fissato, poiché si è in attesa dell'effettuazione di ulteriori sopralluoghi per la valutazione da parte delle strutture regionali competenti di alcune colate detritiche, conseguenti alle recenti precipitazioni piovose.
La Struttura politiche regionali di sviluppo rurale del dipartimento fa sapere che il Consorzio di miglioramento fondiario Ru de Ponton, collocato in posizione utile nella graduatoria per il finanziamento delle manutenzioni straordinarie ai sensi della legge regionale n. 17 del 2016, in data 1° luglio 2019 ha chiesto la proroga del finanziamento di almeno un anno, proprio in considerazione delle difficoltà di realizzazione dei lavori e dell'esistenza in un tavolo tecnico dedicato.
Come vede, collega, la pratica è molto contorta, per dirla in modo un po' elegante. Però adesso arriviamo a un ulteriore passaggio, del quale non so se lei è a conoscenza. In data 12 agosto 2019 lo stesso consorzio inoltrava una nuova richiesta in apparente contrasto con quella del 1° luglio 2019 - stiamo parlando di un mese fa e a questo punto ci stiamo avvicinando ai giorni nostri, quindi non stiamo più parlando della nota del 2011 - volta a dirottare i finanziamenti stanziati per la manutenzione straordinaria, originariamente previsti sull'opera di presa del Ru de Ponton, sull'opera di presa del Ru de Tâche - penso che lei conoscerà abbastanza bene la situazione - che presenta criticità strutturali che ne impediscono la corretta funzionalità. Peraltro, non essendovi alcun elaborato tecnico allegato alla richiesta - ci sono le risorse, siamo in graduatoria, c'è una nuova richiesta solo qualche settimana fa, non c'è nessun elaborato tecnico allegato - gli uffici competenti hanno avviato l'istruttoria giustamente necessaria per la valutazione del nuovo intervento e la sua conformità al bando di cui alla delibera regionale n. 122 del 2018.
Cerco di rispondere anche alle altre domande: "se le opere ipotizzabili in tali corrispondenze possano essere prese in considerazione". Faccio presente che nella lettera del 10 giugno 2019, oltre alla messa in sicurezza del versante roccioso e alla conseguente realizzazione di opere di mitigazione dei rischi, presumibilmente di importo non trascurabile, il Comune e il Consorzio suggerivano alla Regione di costruire una viabilità alternativa per raggiungere l'opera di presa del Ru de Ponton in sinistra orografica, oppure la delocalizzazione dell'opera di presa e conseguente rifacimento anche del Ru de Tâche, situato in destra orografica, necessario per alimentare il Ru de Ponton. Questa soluzione presuppone la costruzione di un ponte canale sulla Dora di Rhêmes, con conseguente necessità di reperire - mi scusi il passaggio, ma mi sembra anche corretto - non trascurabili risorse economiche, perché poi da una parte se si cambia strategia e direzione, dall'altra parte ci deve essere un punto di caduta anche economico finanziario, oltre ad avere un progetto, un percorso e un atto che ci permetta di dare delle risposte puntuali. Una valutazione congiunta da parte delle strutture a vario titolo competenti potrà essere fatta solamente a seguito degli approfondimenti che seguiranno i sopralluoghi di ho parlato prima.
Per quanto riguarda la terza domanda, penso che capisca anche lei, collega Luboz, dopo le risposte che ho cercato di semplificare, perché altrimenti non stavo nei tempi, che è difficile rispondere in questo momento. L'avviamento di un percorso di approfondimento geologico può essere immediato. Non è solo una questione di disponibilità di bilancio delle diverse strutture pertinenti in materia, ma di iter, di scelta e di strategia nella sua complessità. Abbiamo un dossier, negli ultimi mesi ci sono state diverse lettere che vanno non tutte nella stessa direzione e forse è il momento di fare una fotografia attenta, uno stato dell'arte ad hoc, non con le parole, ma cercando di mettere tutte le informazioni sul tavolo e poi di decidere il miglior percorso da mettere in campo dal punto di vista amministrativo.
Alla quarta domanda le posso rispondere che, in considerazione dell'estensione della parete rocciosa incombente sul settore in questione e delle sue caratteristiche geologiche generali, potrebbe emergere la necessità di percorrere soluzioni alternative - lo dicevo poc'anzi - come alcune di quelle emerse nell'incontro del maggio 2019, spostando l'opera di presa o con l'individuazione di una viabilità di servizio alternativo, il cui percorso progettuale autorizzativo o realizzativo dovrebbe procedere nella forma e nei tempi della normativa attuale e richiedere una tempistica a oggi comunque, se non impossibile, difficile da valutare.
Ci abbiamo messo un po' come struttura a mettere insieme i pezzi, come penso abbia ben capito, e le ultime lettere non ci hanno dato una grossa mano, se dobbiamo dirla tutta. Però al di là di quello, il dossier va preso in mano cercando di fare una fotografia e poi cercando di reperire la migliore soluzione compatibile e con un percorso il più chiaro e il più limpido possibile. Spero di essere stato esaustivo: ce l'abbiamo messa tutta.
Dalle ore 10:48 assume la presidenza il vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - Pour la réplique, la parole au collègue Luboz.
Luboz (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Che le ultime lettere non abbiano dato aiuto può anche essere condivisibile, perché magari non è semplice per qualcuno che non conosce la realtà del luogo: basta un colpo di telefono o una lettera di richiesta di delucidazione da giugno a settembre, che non sono giunte, quindi questo ci tenevo a dirglielo. Sta di fatto che 100 ettari e 300 utenti, se non è per il volontariato di alcuni amministratori, rischieranno l'anno prossimo di rimanere all'asciutto. Ci sono quattro o cinque aziende agricole, ci sono diversi privati che hanno orti, aree verdi o frutteti, vigne: non so come potranno rispondere gli amministratori del consorzio di cui mi onoro di far parte ai 300 utenti.