Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 936 du 18 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 936/XV - Interpellanza: "Situazione degli affidi di minori nella regione".

Distort (Presidente) - Punto n. 45 dell'ordine del giorno. Per l'esposizione, la parola alla consigliera Nasso.

Nasso (M5S) - Questo è un argomento delicatissimo che dovrebbe vedere tutti i cittadini, gli enti coinvolti e le forze politiche schierati per lavorare insieme affinché alcuni fatti non si ripetano mai più. Purtroppo abbiamo assistito a exploit di alcuni personaggi politici nazionali che andavano solamente nella direzione di strumentalizzare la faccenda utilizzando i bambini e creando slogan, dando un pessimo spettacolo e facendo trasparire il poco interesse su questi fatti, noi cerchiamo di essere migliori. Stiamo parlando dei recenti e drammatici fatti di cronaca registrati in alcune aree dell'Italia, in particolare ci riferiamo all'operazione "Angeli e Demoni" condotta dai Carabinieri di Reggio Emilia concernente un'attività criminale che ha portato all'applicazione di misure cautelari nei confronti di medici, psicologi, assistenti sociali e di un Sindaco potenzialmente coinvolti in un terribile meccanismo criminale. Questo meccanismo, allo scopo di trarre un indebito profitto, avrebbe innescato l'attivazione di diverse procedure di affido determinando l'allontanamento ingiustificato di bambini dalle proprie famiglie, tutto ciò è davvero agghiacciante. Tali terribili fatti hanno evidenziato l'insufficienza di un controllo e l'assenza di accorgimenti a livello territoriale.

L'affidamento dei minori è un istituto che trova disciplina in una molteplicità di fonti sia a livello internazionale che di normazione interna, legislativa o regolamentare, al riguardo meritano di essere richiamate la Convenzione di New York del 20 novembre 1989, la Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei minori, la legge 4 maggio 1983 e tutta la normativa del Codice civile e penale che non sto a citare. Richiamate inoltre, venendo proprio al punto, anche le deliberazioni della Giunta regionale su questo tema, che non sto adesso a citare ma che ho scritto nel mio testo, e dunque letta tutta la normativa vigente a tal riguardo, è importante sottolineare che le figure che operano nell'ambito del sistema affidi e, più in generale di tutela dei minori del nostro ordinamento, sono diverse: parliamo di Stato, Regioni, Enti locali, organi, organismi, Autorità, Magistratura giudicante e inquirente, ordinaria o con funzioni di Giudice tutelare, Tribunale per i minorenni, persone giuridiche pubbliche e private, altri enti e organizzazioni non riconosciuti, famiglie e singoli cittadini, quindi parliamo veramente di molte persone. Per rendere effettivi i diritti dei minori riconosciuti dalle summenzionate fonti normative, occorre ottimizzare al massimo la funzionalità degli strumenti di indagine e di tutela disponibili assicurando così l'effettivo ed efficace coordinamento delle attività di tutti gli operatori coinvolti. Questo si può fare mediante lo scambio di notizie e informazioni, la condivisione di buone prassi, la predisposizione di procedure uniformi e standardizzate e anche di intervento e ogni altra misura idonea a garantire la tutela dei minori interessati. Inoltre è necessario, ove si riscontrino criticità di affidamento o aspetti sulla protezione dei minori, stabilire i rimedi opportuni immediatamente attivabili e pianificare le doverose contromisure e prevenire tutto ciò che non sia chiaro e trasparente.

Si sottolinea inoltre che la Regione dovrebbe essere impegnata a promuovere politiche per l'infanzia, l'adolescenza e la famiglia e a sostenere una rete di servizi per l'adozione e l'affido con l'obiettivo di rispondere in modo adeguato alla complessità del percorso adottivo e nell'interesse solo del minore, questo è molto importante.

Occorre inoltre tener conto che si sancisce fortemente il principio secondo il quale i vincoli affettivi tra minore e famiglia di appartenenza sono mantenuti e sollecitati poiché il fine dell'affidamento è la ricostruzione della famiglia nella sua globalità e nella sua riunificazione nell'interesse del minore stesso. In questi giorni finalmente è stata incardinata in Commissione giustizia la proposta di legge n. 2047 in materia di affidi e sulla quale spero che lavorino coralmente tutte le forze politiche. Non è ovviamente il caso qui di dilungarmi su questa legge ma vi invito a leggerla. Aggiungo inoltre che una recente inchiesta giornalistica della nostra regione ha portato alla luce alcuni episodi poco chiari sul sistema affidi, è una fonte non confermata e senza contraddittorio ma che reputo degna di nota.

Prima di arrivare alle domande, ci tengo a sottolineare due questioni: la prima è che questa iniziativa è frutto di un grande lavoro che il gruppo Pari opportunità nazionale di cui faccio parte ha fatto su tutto il territorio italiano, cercando di fare rete, studiare e portando iniziative nei Consigli comunali e regionali, un lavoro molto serio di cui vado orgogliosa.

La seconda cosa su cui voglio mettere l'accento è che ovviamente questa è un'attività ispettiva per avere dei dati e per avere contesto di una questione che non vuole assolutamente demonizzare nessuna professione ma, anzi, vuole valorizzare chi il proprio delicato lavoro lo fa e lo ha fatto con passione e seriamente e che collabora affinché il marcio venga fuori.

Fatte tutte le dovute premesse, interpelliamo gli Assessori competenti per conoscere: "quanti sono attualmente i bambini nella nostra Regione allontanati dalla famiglia di origine e affidati e collocati in una struttura residenziale, quanti in una famiglia affidataria, quanti collocati fuori regione e per quale durata; quanti sono gli esiti positivi di rientro/riaffido del minore alla famiglia di origine; se è in atto un lavoro sinergico tra tutte le figure che operano su tali delicati processi - questo è molto importante - quanti controlli da parte degli organi di competenza sono stati attivati negli ultimi anni, con quali esiti e se è intendimento di questa Giunta regionale osservare - anche alla luce di tutto quello che è successo - delle ispezioni affinché tutto si svolga in piena trasparenza e nel rispetto del minore" viste appunto le drammatiche notizie di queste settimane.

Dalle ore 20:33 riassume la presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Collega Nasso, questo è un tema estremamente delicato sul quale bisogna fare attenzione anche alle parole che si dicono. In Valle d'Aosta il lavoro che è stato fatto è sicuramente altrettanto valido di quanto hanno fatto le vostre commissioni. La parte di premessa che riguarda il richiamo a "Angeli e Demoni" non fa parte di questa Regione, la Regione è assolutamente esente da tematiche o problematiche di quel tipo e non so a quale inchiesta giornalistica lei fa riferimento ma se non c'è il riscontro dall'altra parte, a volte le inchieste giornalistiche diventano solo gettare fango su qualcosa e su qualcuno.

Detto questo, le rispondo puntualmente rispetto ai quesiti. Volevo innanzitutto specificare quali sono le condizioni di allontanamento dei minori dalle loro famiglie di origine. Partiamo dal primo caso che è l'adozione dove, secondo la normativa vigente, l'adozione di un minore recide i rapporti con la famiglia di origine. Il minore assume le generalità della famiglia adottiva ed entra a far parte a tutti gli effetti del nucleo familiare adottivo. La motivazione che porta il Tribunale per i minorenni a emettere una sentenza di questo tipo è dettata dalla non recuperabilità della situazione familiare, dall'assenza di figure parentali appartenenti alla famiglia di origine non disponibile o non idonea a gestire il minore ed è conseguente ai ripetuti tentativi e articolati progetti di supporto attivati dai servizi socio-sanitari finalizzati proprio al recupero della capacità genitoriale della famiglia di origine, che non sono andati a buon fine fino a quel momento.

Evidenzio che nella procedura per la dichiarazione di adottabilità il minore è rappresentato sempre da un curatore speciale, un avvocato che è terzo tra genitori e operatori, e da un tutore, entrambi nominati dal Tribunale dei minori. L'adozione diventa definitiva dopo un anno di affido preadottivo finalizzato all'accertamento dell'andamento del buon abbinamento ed è effettuato dal Tribunale dei minori come previsto dalla normativa. L'affido preadottivo è preceduto quasi sempre dall'affidamento a rischio giuridico del minore a coppie aventi i requisiti per l'adozione. Queste due tipologie di affidamento familiare finalizzate all'adozione del minore hanno caratteristiche peculiari e sono esclusivamente legate all'adozione. L'affidamento familiare è un altro servizio rivolto a situazioni che presentano una genitorialità con fragilità educative, affettive e organizzative recuperabili o supportabili. Gli affidamenti possono essere disposti da un organo giudiziario, ovvero dal Tribunale per i minori, o dal Tribunale ordinario, o consensuali, validati nell'ambito di un provvedimento dirigenziale e successivamente omologati dal Giudice tutelare. Gli affidamenti familiari possono essere realizzati presso parenti, e sono gli intrafamiliari, oppure presso terzi, gli eterofamiliari. La normativa prevede che l'affidamento abbia un termine definito inferiore o pari a 2 anni. Decorso questo termine, qualora si reputi necessaria la sua continuazione, deve essere nuovamente disposto o omologato dall'Autorità giudiziaria. L'attività di formazione delle famiglie affidatarie viene effettuato da un'équipe psico-sociale operante presso l'Ufficio minori, mentre la proposta e il progetto di affidamento vengono formulati congiuntamente dall'équipe.

Esiste un terzo caso: l'inserimento in comunità residenziali per minori. L'inserimento di minori presso strutture ubicate in altre regioni dove può essere effettuato per indisponibilità di posti nelle tre comunità regionali per minori in Valle d'Aosta per motivi di opportunità o di gravità con riferimento rispettivamente alla storia del minore o al suo profilo clinico.

Vado a rispondere con i dati alle domande che ha posto: i minori allontanati nel corso del primo semestre 2019 sono: 1 dichiarato adottabile, 2 minori in affidamento familiare, 12 minori nelle tre comunità minori accreditate in Valle d'Aosta, 5 minori inseriti nelle comunità fuori della regione.

Secondo quesito: "quanti sono gli esiti positivi di rientro...", nel corso del 2019, considerate le presenze complessive dei minori in affidamento familiare o inseriti in comunità (sono 76 minori), sono rientrati in famiglia 4 minori. Consideri che, rispetto agli affidamenti familiari, 25 sono in affidamento intrafamiliare. La realtà operativa valdostana nel corso degli anni ci dice che molte situazioni interessate dall'affidamento familiare presentano problematiche a rischio di cronicità da parte della famiglia di origine, tali da richiedere la prosecuzione oltre i due anni previsti dalla normativa. Questa situazione è riscontrabile sul territorio nazionale, infatti ci dicono i dati che oltre il 60 percento degli affidamenti familiari sono di lunga durata.

Il terzo quesito: "se è in atto un lavoro sinergico..." è quello che mi appassiona di più, proprio per dare risposte concrete a quello che si è fatto in Valle d'Aosta finora. I progetti di sostegno finalizzati al recupero delle competenze genitoriali sono sempre frutto di un lavoro integrato multiprofessionale: servizio sociale, psicologico, educativo, neuropsichiatrico. Il lavoro effettuato dall'équipe socio-sanitaria è previsto dal protocollo approvato con la delibera di Giunta n. 2762 del 2000. È un protocollo che prevede la presa in carico integrata delle situazioni di minori in équipe multidisciplinare, nonché il lavoro di coordinamento e filtro dell'Ufficio minori, che prevede anche l'istituzione di uno staff composto da un'assistente sociale dell'Ufficio minori, da uno psicologo della Struttura semplice dipartimentale di psicologia dell'azienda USL con la funzione di filtro della documentazione da inviare all'esterno e di consulenza delle équipe territoriali sui casi complessi. Esiste poi il gruppo di coordinamento interistituzionale sul maltrattamento e abuso dell'infanzia e adolescenza, delibera n. 114 del 2007, che è finalizzato all'integrazione e al supporto nel trattare le situazioni all'attività di prevenzione e informazione. È un gruppo parecchio composito: Assessorato della sanità, dell'istruzione, dai Servizi per la prima infanzia, Procura della Repubblica, gruppo Carabinieri, Polizia di Stato, Azienda USL con tutte le professionalità del caso è poi stato istituito recentemente il nucleo di valutazione psicosociale della metodologia di lavoro da applicare alle situazioni di minori e delle loro famiglie interessate da indagini psicosociali disposte dagli organi giudiziari, con l'obiettivo di differenziare fasi di valutazione e fasi di trattamento a maggiore garanzia del corretto operato dei servizi. Questo è importante perché richiama anche alcune richieste di alcune associazioni. Il nucleo di valutazione è composto da due assistenti sociali e due psicologi dedicati a metà tempo a tale attività. Infine è attivo il tavolo di lavoro costituito dal Servizio di psicologia dell'azienda USL, dall'Ufficio minori dell'Assessorato, dall'Ordine degli avvocati, dall'Ordine degli assistenti sociali e degli psicologi, al fine di elaborare delle buone prassi di collaborazione e arrivare all'approvazione di un protocollo di intesa tra le parti e il Tribunale ordinario, finalizzato alla definizione dei ruoli, delle funzioni e degli obiettivi delle diverse professionalità per quanto attiene alle separazioni in presenza di minori.

In merito al quarto quesito, per quanto attiene alle comunità regionali per minori, sono effettuati i controlli sanitari, strutturali e progettuali previsti dalla normativa e definiti dai contratti in atto. Le nostre tre comunità per i minori sono autorizzate al funzionamento e successivamente accreditate con relative delibere di Giunta. Da diversi anni, su richiesta della Procura minori presso il Tribunale minori di Torino, sono inviate semestralmente le relazioni sui progetti individuali dei minori inseriti nelle nostre strutture regionali. Le relazioni sono redatte dagli operatori della comunità secondo precisi criteri predefiniti dalla Procura e vengono vistate dall'Ufficio minori prima dell'invio alla Procura. Il Procuratore dei minori ha effettuato nel corso degli anni diverse visite a sorpresa nelle nostre comunità per i minori con esito più che positivo. Questa è una prassi definita dalla Procura minori presso il Tribunale dei minori di Torino applicata per le strutture presenti in Piemonte e in Valle d'Aosta, area territoriale di competenza della Procura stessa. Concludo, per quanto riguarda le comunità fuori regione, i controlli di natura tecnico-professionale per quanto attiene ai progetti individuali sono a cura dell'équipe socio-sanitaria territoriale valdostana che ha in carico il minore, mentre il soggetto che ha autorizzato il funzionamento delle strutture interessate di cui richiediamo documentazione ne garantisce anche il controllo per quanto attiene la gestione. Mi dispiace, sono andato un po' rapido ma gliene posso dare copia senza problemi, devo dire che controlli, attenzioni, gruppi di lavoro sono sicuramente efficaci e si va nella direzione di tutelare soprattutto il minore.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Nasso.

Nasso (M5S) - Allora, Assessore, la ringrazio per le sue informazioni e ci tengo semplicemente a dire che nella mia esposizione io ho menzionato l'inchiesta "Angeli e Demoni" per fare un esempio di cosa purtroppo è avvenuto a qualche centinaia di chilometri da noi. Sapevo benissimo e so che meno male la Valle d'Aosta non è citata in questa terribile inchiesta, però mi sembrava doveroso portare l'attenzione alta anche in Valle d'Aosta, perché, purtroppo, anche lei mi ha elencato tutto l'iter corretto, tutte le commissioni di lavoro, e purtroppo, chiedo scusa per la ripetizione, anche in quei luoghi l'iter a prima vista sembrava corretto. Era quindi solo una menzione da dove poi è nata questa voglia di fare questa iniziativa e di portarla sul territorio e in tutte le regioni. Vorrei anche sottolineare - e l'ho detto anche in premessa - che l'inchiesta di cui ho fatto cenno è di un giornale on-line e non ho riscontro e non c'è contraddittorio ma anche quello mi sembrava giusto da portare in Aula.

Venendo a noi, innanzitutto vorrei avere copia delle sue risposte che stanno già facendo per poter poi eventualmente approfondire, potrebbe anche essere un lavoro da fare in commissione. I numeri che mi ha dato sono decisamente dei numeri anche importanti direi comunque per la nostra Regione e le visite a sorpresa che nella conclusione lei mi ha detto esserci sono quasi una sicurezza. Mi sono anche appuntata il fatto che le nostre tre comunità presenti sul territorio devono semestralmente scrivere una relazione di come procede l'andamento del minore, che deve sempre rimanere al centro dell'attenzione.

Io volutamente nella mia esposizione e anche nella mia replica non ho menzionato nomi di partiti, nomi di città, perché io vorrei davvero che fosse un argomento sul quale tutti ci concentriamo e sul quale nel nostro piccolo dobbiamo portare un contributo e la voglia di analizzare, magari anche di segnalare qualcosa che a noi non torna alle strutture competenti e mi auguro, poi lo proporrò nelle sedi opportune, di poter approfondire il tema anche nei lavori della V Commissione.