Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 933 du 18 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 933/XV - Interpellanza: "Interventi per la rimodulazione dei tempi di erogazione del TFR per i dipendenti dell'azienda USL e gli altri dipendenti regionali".

Rini (Presidente) - Punto n. 42 dell'ordine del giorno. La parola per l'illustrazione al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Il motivo della presente interpellanza è quello di accendere un faro su un problema che coinvolge i nostri dipendenti regionali. Il trattamento di fine rapporto - o di fine servizio, dipende dai casi, non entriamo nei tecnicismi - dei dipendenti pubblici viene pagato anche dopo due anni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Pare che qui in Valle d'Aosta - ma poi mi correggerete se sbaglio - per la sua erogazione si arrivi sino a due anni e mezzo per i dipendenti USL e circa 18 mesi per gli altri dipendenti regionali. Esiste una differenza abissale rispetto al settore privato. Per fare alcuni esempi, nel settore del commercio e artigianato la tempistica per il versamento delle somme dovute al dipendente per la liquidazione del TFR è di 45 giorni calcolata a partire dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Nel settore terziario il pagamento del TFR al dipendente è obbligatorio entro 30 giorni dalla data di fine rapporto, nel settore metalmeccanico deve avvenire obbligatoriamente entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell'indice Istat da utilizzare per calcolare la rivalutazione del trattamento maturato fino a quel momento dal lavoratore, nel settore del turismo il trattamento di fine rapporto addirittura deve essere versato al lavoratore con l'ultima busta paga nel mese in cui è avvenuta la cessazione dell'attività lavorativa. Nelle telecomunicazioni entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell'indice Istat, sempre da utilizzare per calcolare la rivalutazione del trattamento maturato fino a quel momento e, infine, per colf e badanti il collaboratore domestico ha diritto al pagamento del TFR calcolato sulla base delle retribuzioni corrisposte dal datore di lavoro durante il corso del rapporto di lavoro. La quota di TFR maturata annualmente va determinata entro il 31 dicembre di ogni anno di servizio e rivalutata con relativo indice Istat. La liquidazione di tutte le quote deve avvenire al momento della cessazione del rapporto di lavoro a prescindere dal motivo della sua interruzione.

Riassumendo, quindi per tutto il settore privato il TFR viene rilasciato dall'immediato a un massimo di 45 giorni. Perché allora i dipendenti pubblici devono essere penalizzati in tal senso? Perché devono attendere anche più di due anni e mezzo prima di vedersi erogati i soldi che accantonano nel corso di tutta una vita lavorativa? Sul punto si consideri che il TFR è costituito da soldi, dunque allontanare nel tempo l'erogazione di queste somme cagiona un forte danno ai lavoratori atteso che con il trascorrere del tempo il denaro accantonato a titolo di TFR perde progressivamente il valore di proporzionalità alla quantità e alla qualità del lavoro prestato a causa dell'erosione del potere d'acquisto della moneta. In tutta Italia è scattata una vera e propria offensiva per presentare ai Tribunali del lavoro una serie di cause al fine di stabilire l'equiparazione dei tempi di erogazione del TFR tra i lavoratori del pubblico e i lavoratori del privato. Per questo motivo sta iniziando una vera e propria battaglia legale che coinvolge migliaia e migliaia di lavoratori. C'è chi ravvisa, e non è biasimabile, la sussistenza di una vera e propria appropriazione indebita di soldi dei lavoratori e delle loro famiglie dopo una vita di impegno e di servizio. Oltre all'azione legale, CISL Funzione pubblica ha lanciato anche una raccolta firme con l'obiettivo di sensibilizzare la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Presidenza della Camera dei deputati e del Senato, i Segretari e i rappresentanti dei principali partiti e movimenti politici, infine i Capigruppo alla Camera dei deputati e del Senato della Repubblica affinché trovino una soluzione per porre fine a queste lunghe attese e alla disparità tra lavoratori pubblici e privati con riferimento ai tempi di erogazione del TFR. Trattasi di una vera e propria rivolta a tutti i dipendenti pubblici, che ritengono ingiusto, oltre che inaccettabile, dover attendere tempi biblici per l'erogazione del proprio TFR, tempi peraltro di gran lunga maggiori se raffrontati, come ho già detto, a quelli vigenti per i lavoratori del settore privato. Adesso attraverso questa interpellanza chiedo... io ho scritto "gli Assessori competenti" ma anche al Governo, al Presidente della Regione, a chiunque mi vorrà dare una risposta, al di là delle competenze rispetto all'INPS, all'ex INPDAP, eccetera, che conosciamo benissimo, sappiamo chi ha le competenze... se c'è la possibilità e volontà di tentare - e sottolineo "tentare" - di aprire un dialogo, attraverso la Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regione o secondo altre modalità che disconosco e che l'Amministrazione ritiene più opportune ovviamente, al fine di ridurre i tempi di erogazione della buona uscita per i nostri dipendenti regionali, o perlomeno mettere al centro dell'attenzione questa problematica perché tempi così lunghi, concorderete con me, non sono più ammissibili.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Collega Mossa, io la ringrazio perché ho potuto, attraverso la sua interpellanza, approfondire una tematica che non conoscevo e sulla quale ovviamente ci sono importanti e significativi provvedimenti legislativi nazionali ai quali ci si deve inevitabilmente attenere. Ora, per rispondere alle sue domande, ho un pistolotto lungo come una casa, sono ben nove pagine che in qualche modo le leggerò, oppure se ha piacere, gliele fornisco e le do una risposta molto più breve e molto più concisa. La risposta è semplicemente questa: quello che lei ha detto: Consiglio dei ministri, Governo, sarebbe una bellissima operazione simpatia per il nuovo Governo che si è formato, e quindi se questo va in quella direzione, noi saremmo ben lieti di andare altrettanto in quella direzione. Le fornisco poi tutti i dati di carattere tecnico perché mi sembra corretto che lei riceva una risposta scritta rispetto a quello che ha chiesto, perché, per esempio, i dipendenti assunti dall'USL, perché è il primo quesito, con contratto a tempo determinato in servizio dal 30 maggio 2002 sono assoggettati al regime di TFR rispetto a una serie di normative... la legge n. 297 del 29 maggio 1982; anche i dipendenti assunti in data successiva al 30 maggio 2000 con contratto della durata minima di 15 giorni continuativi nel mese; anche il personale a tempo indeterminato assunto con decorrenza 1° gennaio 2001. È una roba quindi che davvero diventa complicata anche da ascoltare nei minuti che mi vengono messi a disposizione, quindi, per carità, se si riuscisse ad avere un decreto-legge che va nella direzione di avere il TFR all'uscita dal lavoro, perché comunque tutti i dipendenti hanno versato, insieme alle aziende pubbliche di riferimento, i loro contributi, è evidente che sarebbe straordinario, e chi si tira indietro rispetto a una cosa del genere?

Presidente - Per la replica, la parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Mi aspettavo un coinvolgimento da parte del Presidente della Regione in quanto portavoce dei cittadini valdostani nei confronti dello Stato, quindi USL ma anche dipendenti regionali, comunque non se la prenda a male ma io ritengo che un buon Presidente di Regione, come ho già detto, deve farsi portavoce delle problematiche dei cittadini e dei lavoratori sia nel settore pubblico che nel settore privato, al di là delle competenze che, ripeto, conosciamo benissimo e, come dice il collega Distort e poi ha anche ripetuto il collega Vesan, e ci piace tanto: "rincorriamo le competenze con abilità persuasiva". Ormai è diventato il tormentone del quasi autunno diciamo, e non si può sempre alzare le spalle. Il momento per mettere in evidenza le problematiche è quello, secondo noi, propizio perché parte del Governo, e parlo di circa un 33 percento, è sì sensibile ai problemi dei cittadini ma si fa carico delle istanze portate avanti dai rappresentanti delle Regioni e non dai membri della stessa forza politica in quanto tali, anche se per voi all'ordine del giorno il clientelismo e le operazioni simpatia non fanno parte del nostro DNA. Spiace che il Presidente della Giunta creda davvero così poco nelle sue prerogative di rappresentante dei valdostani e prendiamo atto che, davanti alla problematica da noi oggi esposta sul ritardo del pagamento del TFR dei lavoratori pubblici valdostani, l'Amministrazione regionale, come al solito, alza le spalle. Aspetteremo tempi migliori e Governi migliori, Governi che facciano propri i problemi dei nostri cittadini, arriveranno prima o poi anche in Valle d'Aosta e su questo siamo fiduciosi.