Objet du Conseil n. 620 du 17 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 620/XV - Interpellanze: "Indicazioni della Regione alla Monterosa S.p.A. per una corretta gestione amministrativa" e "Indicazioni della Regione alla Monterosa Ski S.p.A. in ordine all'applicazione della sentenza del Consiglio di Stato relativa ai canoni di affitto di terreni".
Distort (Presidente) - Come deciso in Conferenza dei Capigruppo, i punti 20 e 33 all'ordine del giorno vengono trattati insieme. La parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Anche in questo caso viene da chiedersi se la gestione di alcune partecipate assomigli di più a un gioco di società, piuttosto che effettivamente a una corretta ed economica gestione della pubblica amministrazione. Abbiamo appreso che solo alcuni giorni fa la Monterosa S.p.A. ha perso al Consiglio di Stato il ricorso 2114/2019, che aveva intrapreso tra l'altro la Monterosa assieme alla Regione, contro dei cittadini valdostani che erano interessati dal passaggio sulle piste di sci che insistevano sui fondi di loro proprietà.
C'era stata già un'analoga sentenza intervenuta nel 2018, sempre per quanto riguarda la Monterosa, che riguardava i lavori per 5 milioni 200 mila euro per la realizzazione di un lago artificiale dell'Alpe Forca. Anche qui l'appalto era stato annullato ed era stato anche deciso di concordare una specie di risarcimento nei confronti della società.
Questo uso disinvolto della giustizia amministrativa, soprattutto quando vengono coinvolti dei cittadini o comunque quando non ci sono i presupposti, perché poi puntualmente al Consiglio di Stato si perdono i ricorsi, sta diventando effettivamente un po' ingombrante. Io ricordo ancora gli oltre 50.000 euro persi dalla CVA e dalla Casinò per il ricorso che era stato presentato da me e dal collega nella precedente legislatura. Quei 50.000 euro si erano diciamo vaporizzati, per il vezzo di qualcuno che voleva magari mostrare i muscoli o fare il duro. È necessario chiarire da parte del Governo regionale se si intende assecondare questa tendenza, della serie: facciamo i ricorsi con i soldi degli altri, con i soldi dei valdostani, tanto vada come vada, poi c'è qualcuno che paga, e quelli che pagano poi sono sempre i soliti.
Per quanto mi riguarda sarebbe importante sapere quale è stato il costo di questi ricorsi, in primo e secondo grado, perché saranno sicuramente stati assunti, come era successo all'epoca per CVA e per Casinò, fior di avvocati, fior di professori universitari, sempre nell'ottica "paga Pantalone". A quanto ammonta il costo del risarcimento dei danni che spetta all'ATI, che era all'epoca capeggiata dall'impresa Bertini, che è stata poi riammessa nell'appalto, e soprattutto se questi soldi erano già stati, diciamolo in maniera comprensibile, sganciati. Infine, sarebbe interessante sapere qual è l'orientamento dell'attuale maggioranza su questa disinvoltura, se non si ritenga di dare qualche indirizzo, qualche orientamento alle società partecipate, nel senso che non si considerino i ricorsi come delle giocate al casinò con i soldi degli altri.
Dalle ore 19:25 assume la presidenza la presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Riprendo in parte quello che ha già detto il collega Ferrero, nel senso che la nostra interpellanza è legata alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la sentenza del Tar Valle d'Aosta, sentenza pubblicata, per combinazione, il 1° aprile 2019. Questo prima di tutto per ricostruire cosa è successo in questa vicenda, per chi non la conosce. Per anni c'è stato l'utilizzo di terreni da parte della società che gestiva il servizio e questo era potuto avvenire mediante la stipula di scritture private. La Monterosa aveva così potuto disporre dei terreni per la realizzazione e l'utilizzo degli impianti scioviari e funiviari. Nel corso del 2016 la società Monterosa avvia una campagna di razionalizzazione del rapporto intercorrente con tutti i proprietari dei terreni gravati dal tracciato delle piste degli impianti. Il 5 dicembre 2016 questi proprietari venivano a conoscenza dell'esistenza dei decreti di classificazione delle piste che la Regione invocava.
Succede che, parliamo del 2016, si avvia un momento in cui c'è una trattativa tra i proprietari e la società, ma non si riesce a trovare un accordo per quello che riguarda la revisione di questi canoni d'affitto, chiamiamole convenzioni o scritture private. Si va al primo giudizio del Tar, il quale dà ragione alla società e alla Regione e i proprietari fanno ricorso al Consiglio di Stato. Nella sentenza del Consiglio di Stato si dicono una serie di cose che, considerato che quello che viene messo in discussione è il decreto della Regione, dovrebbero quantomeno preoccupare, perché non riguardano più solamente la società Monterosa, ma l'applicazione del decreto della Regione.
Nella sentenza del Consiglio di Stato si dice che il procedimento per la costituzione coattiva delle servitù di pista poteva essere avviato soltanto a seguito dell'esito negativo delle trattative col proprietario del fondo servente, volte alla conclusione o al rinnovo di accordi privatistici diretti alla costituzione volontaria della servitù; che le dichiarazioni di pubblica utilità è il primo atto in cui si manifesta in concreto l'intenzione di esercitare il potere espropriativo. La sentenza diceva anche che, in sostanza, il privato deve avere la possibilità di interloquire con l'amministrazione procedente prima della dichiarazione della pubblica utilità e che la Regione avrebbe dovuto cominciare l'avvio del procedimento di classificazione prima. Questo significa che in questo caso ci troviamo comunque con una sentenza definitiva, una sentenza del Consiglio di Stato che tout court dice: ne consegue l'accoglimento del ricorso instaurativo del giudizio di primo grado e l'annullamento dell'impugnato decreto n. 14 del 29 dicembre 2013.
È chiaro che qua ci troviamo di fronte prima di tutto a un procedimento iniziato nel 2016, per cui siamo di fronte comunque con questa sentenza a un riconoscimento del diritto dei proprietari ad avere la corresponsione di quello che era regolarmente pattuito nelle scritture private precedenti, ma mette anche in discussione l'iter che è stato messo in campo, sicuramente dalla Monterosa Ski, ma mette nello stesso tempo in discussione quella che può essere l'applicazione del decreto n. 14 del 29 dicembre 2013. È questa, secondo me, la vera novità, che potrebbe aprire un fronte che va oltre il discorso solo esclusivamente della Monterosa.
Questo perché comunque ritengo del tutto inaccettabili le conclusioni che del presidente della Monterosa Ski, il quale dice, da come ho capito, che la sentenza del Consiglio di Stato non parla dei pagamenti dei terreni, ma più di un aspetto amministrativo, per cui la Regione prima di fare una legge avrebbe dovuto fare una comunicazione ai proprietari. È un'interpretazione penso un po' minimale di un problema reale, anche perché ho provato a parlare con l'avvocato della controparte dei proprietari o quant'altro e l'ha detto esplicitamente: da parte dei miei assistiti c'è sempre stata la volontà di negoziare. Allora probabilmente è un atteggiamento, un'entrata un po' ruvida, senza voler per nessuna ragione avviare eventualmente un procedimento di negoziazione che potrebbe mettere in discussione quello che è il proseguo dell'attività.
Per cui c'è preoccupazione su tutto questo, perché ci saranno spese. Mi risulta che al legale, quando ha chiesto il pagamento delle spese processuali alla Monterosa, sia stato detto: rivolgetevi alla Regione. C'è una sorta di rimpallo di quelle che potrebbero essere le difficoltà e quant'altro. Era solo legato al fatto di dire che non sempre l'entrata a gamba tesa o comunque il non voler trattare, il non voler comunque perseguire una via di mediazione, porta alle conseguenze sperate.
Non è la prima volta, come diceva prima il collega Ferrero, che ci troviamo di fronte a questo tipo di atteggiamenti. Al di là di quelli che possono essere degli obiettivi che sono stati dati sicuramente dalla proprietà, quello di cercare di risanare un bilancio, ci sono anche dei rapporti che a volte devono essere mantenuti, equilibri magari un po' difficili da tenere. Non è con questi atteggiamenti, col continuo ricorso a vertenze o affidandosi ad avvocati, a processi e a sentenze, che si possono risolvere delle situazioni così delicate.
Penso che questo sia un momento di grande riflessione anche per l'Amministrazione regionale, sicuramente su un atteggiamento senza nessun tipo di mediazione, ma con la volontà di applicare tout court i contenuti di un decreto sulla classificazione delle piste. Potrebbe essere nello stesso tempo una fonte di preoccupazione, perché qua è molto chiaro il fatto di non aver rispettato un iter per l'applicazione di un decreto di questo genere. Sicuramente avrete letto anche voi la sentenza: potrebbe essere un momento di preoccupazione anche per altri casi. In più, ci sono comunque questi casi da risolvere, perché c'è comunque un arretrato riferito dal 2016 in avanti. È vero che è finita la stagione invernale, ma vorremmo evitare che ci siano quelle che in patois chiamano le chiende in mezzo alle piste.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Se siete d'accordo, rispondo prima all'interpellanza del collega Ferrero e poi a questa seconda.
Il collega Ferrero chiede "qual è stato, rispettivamente, il costo complessivo dei ricorsi di cui si tratta complessivamente in primo e secondo grado sostenuti dalla società Monterosa S.p.A., con indicazione separata dei costi interni e di consulenze tecniche e legali sostenuti per perseguire tali ricorsi". La Monterosa comunica che il costo complessivo dei ricorsi, appalto bacino innevamento Alpe Forca, è stato di costi interni pari a zero, costi riferiti a consulenze tecniche pari a zero, costi riferiti a consulenze legali sostenute per seguire tali ricorsi 45.760 euro così suddivisi: spese per giudizio Tar Valle d'Aosta 23.920 euro, spese per giudizio Consiglio di Stato 21.840 euro.
Seconda informazione sui ricorsi contro la RAV e nei confronti di Monterosa per l'annullamento del decreto dell'Assessore regionale al turismo 14/2013: costi interni zero, costi riferiti a consulenze tecniche zero, costi riferiti a consulenze legali sostenuti per seguire tali ricorsi 17.680 euro così suddivisi: spese giudizio Tar Valle d'Aosta 8.840 euro, spese giudizio Consiglio di Stato 8.840 euro.
"A quanto ammonta il costo del risarcimento dei danni di spettanza dell'ATI capeggiata dall'impresa Bertini riammessa e se sia già stato corrisposto". Monterosa comunica che il costo risarcimento danni a spettanza ATI Bertini non è stato corrisposto e non sarà corrisposto alcun risarcimento danni.
"Se in relazione al ripetersi di ricorsi amministrativi con esito negativo che si caratterizzano per il sostanziale sperpero di fondi pubblici, sia intenzione del Governo regionale dare formali indicazioni alla Monterosa S.p.A. in ordine alla correttezza della gestione amministrativa e all'attenta valutazione dei presupposti che portano ad intraprendere iniziative nei confronti della Giustizia amministrativa". Evidentemente l'Amministrazione regionale indica e persegue vigilanza di correttezza amministrativa, ma le S.p.A. hanno propri organi per esercitare questo ruolo, in particolare il collegio sindacale. La gestione comunque di un comprensorio e soprattutto di situazioni come queste comportano dei potenziali conflitti, che evidentemente nell'esercizio di una buona amministrazione bisogna evitare. Per quello che ci riguarda, sicuramente l'indicazione nostra è di porre attenzione e di lavorare in questa direzione. Certo è che le società per azioni hanno propri organi di controllo che debbono legittimare e vigilare, affinché le stesse società non producano danni al patrimonio. Da parte nostra, quindi, l'attenzione e le indicazioni, anche attraverso Finaosta, sono precise a riguardo. Questo non vuol dire che non si possa incorrere in errori e in difficoltà di gestione.
La seconda interpellanza chiede quali indicazioni, rispetto alla situazione relativa alla sentenza del Consiglio di Stato, vorrà dare il Governo alla Monterosa Ski. Premesso che la sentenza del Consiglio di Stato afferma quello che lei diceva, il principio che i decreti di classificazione delle piste sono soggetti all'obbligo di garantire la partecipazione al procedimento dei soggetti coinvolti, la struttura regionale competente, l'Avvocatura e la Monterosa hanno iniziato un confronto e personalmente parteciperò al prossimo incontro per verificare qual è il percorso amministrativo adeguato. Evidentemente l'indicazione non può che essere quella che va rispettato quanto determinato, anche se, credo lei lo sappia, collega Gerandin, meglio di me, la vicenda nasce da un modo di lavorare che negli anni si è andato a disciplinare e che oggi necessita di tutte le valutazioni che la sentenza esprime, compresa quella di vigilare perché questo procedimento sia guida anche per altre situazioni.
"Se è intenzione promuovere un percorso di mediazione con i proprietari interessati con volontà di giungere ad una negoziazione più volte sollecitata dai proprietari stessi". Su questo, anche in termini politici, non siamo noi a promuovere scontri in un territorio, soprattutto tra società che dovrebbero lavorare nell'interesse di quel territorio, nell'interesse di tutti i proprietari e di tutte le proprietà che quel territorio esprime. Le negoziazioni sono competenza esclusiva della società, così come previsto dall'articolo 3 bis della legge 92. La società ci ha comunicato che il percorso è stato intrapreso e che, in particolare, ha proposto un valore del 20 percento più alto di quello tabellare di cui alle delibere regionali. L'azione della Monterosa, viene comunicato, è mossa dalla necessità di garantire a tutti i proprietari di terreni su cui insistono piste e impianti, un trattamento equo e livellato ai valori tabellari, sia per contratti eccessivamente onerosi, ma anche per quelli che sino ad oggi sono stati gratuiti, nonché evidentemente per una regolazione fiscale legata anche a quei contratti che prevedevano la cessione di skipass. Su questo tema ho sentito anche l'amministratore e sono in corso delle valutazioni, anche perché ci sono procedure datate che nel tempo sono state reiterate e che vanno verificate. Chiederemo come Amministrazione regionale di avere contezza di ogni procedimento, per capire come sono stati gestiti i rapporti a questo proposito.
Detto questo, sula società Monterosa credo che domani avremo da discutere. Ho visto che è previsto un ordine del giorno che prevede l'indicazione alla non rinomina dell'attuale presidente del consiglio d'amministrazione. Evidentemente rispetto a questo ognuno fa le sue valutazioni ed è corretto che ci si confronti a riguardo. Sappiamo bene tutti, soprattutto quelli che c'erano l'altra legislatura, che questo consiglio d'amministrazione e questo presidente hanno ereditato una situazione che era stata giudicata in quest'Aula in maniera molto pesante e credo che, quantomeno, vada riconosciuto che il bilancio di questa società in questi anni è ritornato a essere un bilancio positivo. Questo non giustifica errori amministrativi dei quali, amministrando delle società per azioni, ognuno risponde per conto proprio.
Per quello che ci riguarda promuoveremo degli incontri per conoscere l'aspetto legato al contenzioso, anche perché la sentenza apre degli scenari da verificare anche rispetto ad altri territori, e verificheremo come dare continuità al lavoro di mediazione che è in corso.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Ci siamo sostanzialmente fumati 70.000 euro: questo è il risultato di questi ricorsi che sono stati attentamente valutati. A me poco importa dare valutazioni sulle persone, le daremo poi eventualmente successivamente. Di certo qualcuno tende a dimenticare una cosa: nel 2014 c'è stata una ricapitalizzazione della Monterosa. La Monterosa fino al 2021 si becca 700.000 euro in bilancio dalla Regione, soldi che sono usciti. Tra l'altro all'epoca, adesso non vorrei sbagliarmi, c'era una rinuncia a un credito della Regione di 4 milioni 470 mila euro.
È il solito discorso, nessuno vuole criminalizzare, ma se i manager di una società privata potessero fruire di agevolazioni del genere, potrei fare anch'io tranquillamente il manager e avere alla fine i bilanci in attivo, tanto i soldi me li fornisce qualcun altro. È troppo facile giocare con i soldi degli altri.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Grazie, Assessore. In parte mi ha già risposto su quello che dovrebbe essere o vorreste che fosse un percorso, vale a dire cominciare ad aprire un tavolo tra Regione, Finaosta e proprietari in cui almeno cominciare a ragionare.
Il discorso del riconoscimento delle vecchie scritture, il riconoscimento degli skipass o quant'altro, sicuramente andava regolamentato e andava data probabilmente un'indicazione a livello regionale. Dico questo perché quando vi dicevo che potrebbero esserci problematiche riguardanti anche altre località, era riferito comunque a un accesso agli atti per cui posso garantire, assessore Bertschy, che per ogni società di impianti c'è un atteggiamento diverso e non ce n'è uno uguale. Se questo è il principio di una sentenza di questo genere, dove qualcuno si sente eventualmente io dico discriminato, apriamo un fronte delicatissimo!
Quando le chiedevo se vuole promuovere un percorso di mediazione con i proprietari interessati, di certo non pensavo che convocasse lei i proprietari per fare un'offerta, perché tocca sicuramente alle società, ma sono società per la maggior parte pubbliche o totalmente pubbliche che stanno comportandosi in maniera totalmente diversa. Non dico di più: totalmente diversa! Se quindi l'applicazione di un decreto così importante lo lasciamo all'umore, alla simpatia, alla bontà d'animo di ogni amministratore, con questa sentenza potremmo avere seri guai.
La legga in questo senso quest'iniziativa: nel senso di darsi una regolata a 360 gradi. Lei mi parla di un 20 percento in più rispetto alla tariffa, ma io le posso garantire che ci sono altre realtà per le quali non siamo in termini di 20 percento; della tariffa neanche se n'è parlato, e si continua ad andare avanti imperterriti con i vecchi accordi. Allora apriamo un fronte delicato, un fronte dove eventualmente chi si comporta in determinate maniere poi dice: io mi sono limitato ad applicare quello che era un decreto, rivolgetevi alla Regione.
Non penso sia la soluzione ottimale per chi comunque ha a cuore che i comprensori continuino a essere liberamente fruiti dagli sciatori, anche perché veniamo, e me ne compiaccio, da una stagione positiva. Dovremmo ricordarcelo in questo momento in cui siamo in grande difficoltà. Cerchiamo di evitarci guai, perché potrebbero essere guai seri. Qua, ricordo ancora, siamo fermi al 2016, per cui andrà regolarizzato anche un periodo arretrato.