Objet du Conseil n. 619 du 17 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 619/XV - Interpellanza: "Misure per la promozione dell'utilizzo dei mezzi pubblici e conseguente limitazione dell'uso di quelli privati".
Distort (Presidente) - Punto 32 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'interpellanza, ha chiesto la parola il collega Mossa.
Mossa (M5S) - Quando usciamo da quest'edificio, quando giriamo per le strade di Aosta, ma anche nelle altre aree urbane ed extraurbane di questa regione, ci rendiamo subito conto che c'è una mole di traffico che è più vicina a quella delle aree industrializzate che non ha una regione montana. Questa mole di traffico via via tende ad aumentare nel tempo in maniera quasi tangibile, riducendo la sicurezza nelle strade e ovviamente contribuendo ad aumentare l'inquinamento e le emissioni di CO2.
Un'altra cosa che balza immediatamente agli occhi a chi esce fuori da queste mura sono i mezzi di trasporto pubblici quasi vuoti, anche negli orari di punta, e le autovetture private con a bordo uno, massimo due passeggeri, conducente incluso. Quindi, in realtà non c'è un gran movimento di persone in questa regione, ma c'è un gran movimento di mezzi di trasporto praticamente vuoti. Non per nulla, dai dati aggiornati al 2016 di Eurostat, si evince che in Valle d'Aosta ogni cittadino ha in media oltre un'auto a testa. I veicoli sono infatti 1173 ogni 1000 abitanti, un record assoluto in Europa su trecento regioni monitorate. Come al solito ci distinguiamo e, come al solito, non per gli aspetti positivi della nostra regione.
Prima di capire come risolvere il problema, bisogna capire a fondo quali sono le cause di questo problema: poca capillarità da parte dei mezzi pubblici, mancanza di collegamenti efficienti e coordinati fra loro, troppi tempi d'attesa rispetto al ritmo frenetico a cui siamo abituati nella vita quotidiana.
Forse sono proprio queste le cause che hanno fatto sì che i valdostani si siano adagiati a questo stile di vita, perché quando vanno nelle grandi città preferiscono spostarsi con i mezzi pubblici (metropolitana, pullman, bus) e riescono comunque a raggiungere qualsiasi posto e in tempi a volte più brevi rispetto a quelli che impiegherebbero con i mezzi privati. Quindi, se in questa regione si prediligono gli spostamenti con i mezzi privati e nelle altre città quelli con i mezzi pubblici, allora forse non è la mentalità il problema. Le cause sono molteplici, come ho esposto, ma le soluzioni purtroppo non altrettante.
Per questo vorremmo conoscere se vi sono intendimenti da parte di questa Giunta per promuovere l'utilizzo dei mezzi pubblici e, al contempo, contenere l'uso di quelli privati. Se vi è un progetto per mitigare il più possibile questa situazione poco virtuosa e quando verrà messo in atto. Inoltre, vorremmo sapere se è intenzione di questo Governo far sì che il record detenuto dalla nostra regione, di cui non riteniamo di poterci tanto vantare nel Guinness dei primati, venga ribaltato facendoci diventare la regione europea col più basso numero di auto per abitante, con mezzi pubblici ecosostenibili e capillari sul territorio e non il contrario.
Presidente - Per la risposta da parte del Governo, la parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Il tema della mobilità privata, che è di gran lunga più elevata della mobilità attraverso l'utilizzo del trasporto pubblico, è l'oggetto anche della previsione di valorizzazione di un piano regionale dei trasporti, che in questi giorni, fra l'altro, abbiamo iniziato a discutere e che farà parte di quei documenti di strategia, ma anche di applicazione pratica, del quale dovremo dotare la nostra comunità, per indirizzare esattamente le azioni che lei richiede. Chi ieri ha potuto assistere alla presentazione del piano regionale dei trasporti avrà anche compreso che abitiamo in una regione dove sarà quasi impossibile dare servizi puntuali ed efficienti a tutti i cittadini, nella misura in cui il trasporto privato può dare risposta all'ora e al momento in cui uno vuole scendere da una valle, piuttosto che andare in un servizio.
Vero è che, con l'ottimizzazione già degli investimenti che sono oggi a bilancio, quindi investimenti sul trasporto pubblico su gomma e su rete ferroviaria, e con una maggiore integrazione e complementarietà di questi due servizi e una maggiore rispondenza degli orari rispetto alle esigenze della gente, questo potrà avvenire. Vero anche che una buona concentrazione di popolazione ormai risiede su Aosta e nella Plaine, ma in quella concentrazione di popolazione abbiamo delle forti difficoltà ancora oggi a far percepire quanto l'utilizzo del trasporto pubblico gratificherebbe la qualità della vita di tutti e soprattutto i servizi che sono già a disposizione.
"Quali rimedi intenda adottare per far sì che il record detenuto dalla nostra regione venga ribaltato, facendoci diventare la regione europea col più basso numero di auto per abitanti". Il rimedio è appunto darsi una strategia e applicarla anche in piccoli e puntuali interventi. In questi giorni stiamo modificando delle linee di percorrenza, per rispondere a delle segnalazioni fatte da cittadini e stiamo cercando anche di valorizzare quell'attività che con gli enti locali ci fa venire a conoscenza di proposte di miglioramento dei servizi.
Quindi sì, l'intenzione c'è. C'è attraverso il piano regionale dei trasporti, ma c'è anche attraverso quello che può, a nostro avviso, creare la condizione perché questo avvenga. Le buone abitudini le dobbiamo mantenere e soprattutto continuare a coltivare, soprattutto nelle giovani generazioni che non più tardi di qualche tempo fa ci hanno sollecitato sui temi ambientali, ci hanno sollecitato su tutta una serie di argomenti. In quell'occasione è stata presentata l'idea di andare verso una regione dove il trasporto pubblico possa essere valorizzato perché efficiente, ma anche attraverso delle campagne di sensibilizzazione del costo dei servizi. Quello che abbiamo discusso stamattina, che non ha soddisfatto sicuramente il collega Vesan per i tempi di realizzazione del progetto, è di riuscire a costituire un unico sistema di utilizzo del trasporto che è l'abbonamento chiamiamolo "regionale" dei nostri mezzi di trasporto, che sicuramente ci vedrà all'opera per realizzare nei tempi più brevi possibili quanto dobbiamo fare.
Dobbiamo anche cercare però di costruire una cultura rispetto a questo. Lo vedo di meno in questo periodo in cui sono assessore, ma per salire al mattino dalla bassa valle in treno non è vero che le persone non utilizzano questo mezzo di trasporto, soprattutto quelli che abitano più distanti. Ormai il treno per salire e scendere a lavorare o a studiare lo utilizzano, ma anche perché i costi del mezzo privato sono molto importanti. Quello forse che bisogna rendere più efficace è l'utilizzo dei trasporti per i brevi tragitti e per gli spostamenti urbani. In questo senso il piano regionale dei trasporti traccia delle indicazioni precise per costruire un piano di mobilità ciclistica, che oggi è assente e che invece a livello nazionale viene sollecitato e richiesto. Si parlava dei portabici, ma quello che vorremmo realizzare attraverso questo progetto sono degli interventi infrastrutturali, ma anche quegli interventi che oggi servono per garantire servizi che le persone richiedono, quindi i posti dove depositare la bici, magari anche costosa, in sicurezza, dotare tutte le strutture pubbliche e le stazioni ferroviarie di posti dove i depositi delle bici possano essere utili a completare i tragitti di trasporto e i percorsi del trasporto. In questi giorni è allo studio un progetto europeo PITEM, proprio per realizzare questo tipo di lavoro. In questo senso, poter dotare le istituzioni pubbliche, le aziende, l'Amministrazione regionale, le scuole e tutti i punti dove si distribuiscono le persone di depositi bici, ma anche di sviluppare progetti come il bike sharing, potrebbe essere sicuramente utile per andare nella direzione di cercare di creare le condizioni, perché la gente utilizzi meno il proprio trasporto e il proprio mezzo privato.
L'azione che metteremo in campo di qui al breve periodo è quella di riverificare gli attuali servizi, di studiare una forma di abbonamento che permetta ai giovani di vedere il trasporto pubblico non solo come il trasporto scolastico. Un dato ci fa rilevare che, alla fine dei percorsi di studio obbligatori, anche i giovani abbandonano il mezzo pubblico per utilizzare il mezzo privato. Si tratta di trovare forme di sensibilizzazione, ma anche di incentivazione economica, rispetto a questo e mettere in condizioni le persone di trovare, con la logica intermodale, alla fermata delle stazioni delle ferrovie i pullman e gli autobus necessari a riportare a casa le persone alla fine di una giornata di lavoro o alla fine di una giornata di studio.
Sicuramente ci si muove in questo senso, ma anche nella direzione di portare nella comunità la discussione. È stato molto utile presentare il piano in forma pubblica e i mezzi di comunicazione ne hanno dato ampia rilevanza. Vorremmo creare altre occasioni di incontro con i giovani sul territorio, per valorizzare gli interventi che si vogliono fare e soprattutto valorizzare questo messaggio: i trasporti pubblici ci sono e investimenti se ne fanno sul bilancio. Forse è utile ridare importanza a quello che c'è, migliorarlo e intanto costruire le strategie che stiamo costruendo sulle grandi infrastrutture, come quelle della ferrovia dove, come abbiamo sottolineato ieri, stanno nascendo finalmente i primi importanti investimenti anche rispetto all'elettrificazione e all'ammodernamento della linea.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - I punti dove bisogna muoverci più o meno si conoscono, soltanto che una strategia vera e propria al momento non c'è. Le bici vanno bene, sì, ma quattro mesi all'anno visto che il clima rigido di questa regione non permette. Qualcuno lo fa, certo, ma sono non tanti, anche se ci fosse una pista ciclabile capillare estesa.
Per l'abbonamento scolastico posso essere d'accordo con lei, sull'abbonamento sui mezzi pubblici. Invece io non credo ci sia un problema di mentalità. Le faccio un esempio: se vado in una grande città, non ho bisogno di sapere a che ora arriva il bus per andare in una determinata direzione, perché basta che vada alla fermata ed entro pochi minuti arriva il bus che mi porterà a destinazione. Se qui ad Aosta io sbaglio di qualche minuto l'orario dell'arrivo del bus, rimango a volte anche venti o trenta minuti ad aspettare, sempre che non ci siano lavori in corso, perché sennò si arriva quasi a un'ora. Non è proprio questione di mentalità, ma è questione di efficienza da parte dei mezzi pubblici.
Per quanto riguarda invece il piano dei trasporti, io l'aspettavo al varco, Assessore, su questo punto. Sapevo che avrebbe tirato fuori questa questione e quindi chiudo l'intervento ricordandole che il piano concepito in questa maniera è un paradosso. Come facciamo a diventare una regione 100 percento carbon free se solo il 10 percento dell'energia pulita prodotta da CVA viene utilizzata all'interno del territorio valdostano, mentre il restante 90 percento viene venduto al di fuori della nostra regione? Cosicché per il riscaldamento, per i mezzi di trasporto e per gli altri consumi energetici continuiamo a utilizzare energia derivante da fonti fossili. Il piano dei trasporti potrebbe essere interessante, ma da solo non basta. Per attuarlo occorre la mole di energia elettrica necessaria, ma, se questa è e sarà motivo di business per il mero profitto economico della società, dubito che il piano potrà essere mai realizzato.