Objet du Conseil n. 615 du 17 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 615/XV - Interpellanza: "Adozione di misure per garantire la formazione del personale in servizio presso le strutture destinate ad attività socio-assistenziali".
Rini (Presidente) - Punto 28 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - In questa interpellanza parliamo delle persone anziane non autosufficienti inserite in strutture residenziali e, in particolare, di come sia fondamentale investire sulla formazione continua di tutto il personale che giorno e notte si prende cura dei nostri anziani e delle loro famiglie, e dell'importanza che utenti e famiglie esprimano una valutazione sul servizio offerto dalla struttura.
Intanto alcuni dati della nostra regione sulla percentuale di abitanti over 65 sulla totalità dei residenti: nel 2016 la percentuale di over 65 sulla totalità della popolazione era il 22,8 percento, nel 2017 il 23,2 percento e nel 2018 il 23,5 percento. Quindi la percentuale è in costante aumento.
Un altro dato importante è l'indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero di ultrasessantacinquenni e il numero dei giovani fino a quattordici anni. Nel 2018 l'indice di vecchiaia per la Valle d'Aosta dice che ci sono 176 anziani ogni 100 giovani. È un indice alto, comunque in linea con il resto delle regioni del Nord-Ovest.
Vi è un'amplissima bibliografia su che cos'è la vecchiaia e a che età inizia. Da uno studio riportato da Il Sole 24 Ore di fine 2018 risulta che per il 76 percento degli intervistati la vecchiaia inizia quando non si è più indipendenti. La vecchiaia inizia cioè quando si perdono le capacità valutate importanti e che rendono autonomi.
Le strutture residenziali per anziani presenti nella nostra regione sono rivolte a un'utenza costituita da persone di età pari o superiore a 65 anni, residenti in un comune della nostra regione, valutate appunto non autosufficienti dall'Unità di valutazione multidimensionale distrettuale. Le strutture sono presenti in diversi comuni della nostra regione. Esse si dividono in quattro livelli, in relazione alla presenza di requisiti tecnici e strutturali tali da garantire assistenza ottimale alle persone con differenti gradi di non autosufficienza. Abbiamo comunità di tipo familiare, strutture a prevalente accoglienza alberghiera, strutture protette e strutture protette plus.
Le professionalità e le risorse impiegate in queste strutture sono numerose. Vi è un referente dei servizi per anziani (profilo professionale approvato da una nostra delibera regionale), vi sono gli operatori sociosanitari, vi sono animatori, vi sono educatori, personale dell'area sanitaria, infermieri, fisioterapisti e logopedisti, vi sono il medico di assistenza primaria e all'interno della struttura ci sono spesso gruppi di volontari organizzati in associazioni.
Quali sono le tipologie di interventi che troviamo in queste strutture? Abbiamo interventi di tipo educativo, basati essenzialmente sulla cura della relazione con l'utente. Abbiamo interventi di tipo assistenziale che riguardano la cura complessiva della persona, il suo sostegno e, se necessario e possibile, l'accompagnamento nelle azioni quotidiane di cura di sé. Interventi di tipo sanitario: gli operatori hanno il compito fondamentale di promuovere e preservare ovviamente la condizione di salute dell'ospite tramite la registrazione degli approfondimenti diagnostici e i trattamenti terapeutici effettuati. Abbiamo interventi di tipo partecipativo, quando possibile, che riguardano il coinvolgimento costante alla partecipazione della vita comunitaria della struttura.
La cronaca nazionale purtroppo evidenzia spesso storie di malassistenza nei confronti di cittadini in difficoltà, dimostrando come anche e soprattutto coloro che si prendono cura delle fasce più fragili della popolazione abbiamo bisogno di aiuto e di supporto. Un aiuto possibile è quello che arriva dalla formazione aggiornata e continua per imparare a gestire i processi di accoglienza e protezione delle fasce vulnerabili della nostra popolazione secondo la logica del lavoro di rete, per poi collocare il proprio specifico expertise all'interno dei vari processi. La formazione continua e costante di tutte le figure professionali che lavorano in queste strutture garantisce l'abbandono di una logica degli interventi di emergenza, garantisce l'attivazione e la gestione etica delle strutture residenziali, garantisce un continuo aggiornamento sui quadri di riferimento psicologici, pedagogici e operativi di base, nell'accoglienza in strutture e nella presa in carico dell'anziano non autosufficiente, che sono fondamentali per dare qualità al tipo di intervento, promuove l'investimento sulla creazione di un gruppo di lavoro di operatori, non di singole professionalità che lavorano separatamente sui vari aspetti dell'ospite, e promuovono l'importanza dell'ascolto attivo dei messaggi dell'utente.
Ricordiamo, infine, che riteniamo fondamentale che tutti gli utenti, quando possono, e comunque le loro famiglie si debbano esprimere sulla qualità del servizio offerto. Per poter comunicare eventuali reclami sui servizi ricevuti e ricevere una risposta in tempi ragionevoli.
Fatte queste premesse chiediamo all'Assessore se è previsto in ogni struttura residenziale un piano annuale di formazione che coinvolga tutte le figure operanti nel servizio e quali azioni si intende mettere in campo per garantire la formazione continua di tutto il personale in forza all'interno della struttura, per offrire alle famiglie la possibilità di valutare il servizio ricevuto ed esprimere reclami e apprezzamenti sul servizio offerto.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Collega Russo, anche questa è un'interpellanza che ci permette di dare al Consiglio ulteriori informazioni, oltre alle premesse puntuali che lei ha fatto nel presentarla. Noi riteniamo ovviamente che in tutti gli ambiti sociali o anche imprenditoriali la formazione sia comunque fondamentale, perché fa crescere la qualità e da questo punto di vista la Regione ha investito e investirà ancora parecchio.
In realtà, in questo settore l'Amministrazione regionale si occupa della formazione di base necessaria ad acquisire la qualifica professionale utile all'esercizio della professione di operatore sociosanitario. Le strutture residenziali per anziani sono gestite in ambito pubblico dalle Unités des Communes oppure dal Comune di Aosta, che gestiscono direttamente i servizi con dipendenti propri, oppure esternalizzano i servizi, quindi utilizzando operatori del settore privato anch'essi opportunamente formati. I piani di formazione pertanto sono di competenza dei singoli enti gestori che, nell'ambito della loro autonomia gestionale, decidono in merito ai corsi di formazione necessari, approvano e avviano i rispettivi piani di formazione o aderiscono al piano di formazione offerto dal Celva e a disposizione di tutti gli enti pubblici. Quelli che devono poi entrare a far parte di percorsi di gare d'appalto, più personale formato hanno, più hanno possibilità di vincere le gare d'appalto stesse. Ecco perché è funzionale la formazione a un percorso futuro.
Alcune figure professionali operanti all'interno delle strutture residenziali per anziani sono invece messe a disposizione dall'azienda Usl e accedono ai piani di formazione e di aggiornamento professionale che sono proprio attivati dall'Azienda, soprattutto per il personale del Servizio sanitario regionale, quindi anche per l'anno in corso. In merito ai piani di formazione previsti dagli enti locali, si segnala che il Celva ha proposto negli anni vari corsi di formazione volti ad approfondire tematiche specifiche nella gestione delle persone anziane, corsi che sono stati previsti fino al 2015 e che, dopo un periodo di interruzione, verranno riproposti nel 2019. Nello specifico sono in programmazione per quest'anno quattro incontri nel piano formativo, che riguardano tematiche attinenti proprio all'area anziani. Prevedono la mobilizzazione degli assistiti, l'assistenza, il trattamento dei malati in fasi terminali e il lavoro di squadra, di équipe, oltre alla gestione dei gruppi di lavoro. Questi percorsi verranno organizzati in varie sedi, garantendo la possibilità di frequenza in diverse fasce orarie che facilitano il rispetto dei turni di lavoro, anche perché si rischia di sguarnire poi le strutture.
Per rispondere alle sue domande (quali azioni si intende mettere in campo per garantire la formazione continua e offrire alle famiglie la possibilità di valutare il servizio ricevuto), ribadisco che questa formazione non è di competenza dell'Amministrazione regionale, la quale tuttavia richiede e controlla che le strutture autorizzate e accreditate operanti nel territorio regionale, siano pubbliche o private, prevedano dei corsi di formazione specifici per le figure professionali coinvolte nell'assistenza alle persone anziane e ne garantiscano la frequenza.
Proprio ieri abbiamo avuto un incontro con i presidenti delle Unités des Communes al Celva e abbiamo approfondito la tematica delle OSS con la terza "S", quelle che dovrebbero arrivare fino a somministrare alcuni farmaci ai pazienti. Il percorso che si avvierà nei prossimi mesi dovrà prevedere una formazione di 350 ore, per gruppi di OSS (si ipotizzava ieri 50 ore a gruppo, ma poi entreremo più nel vivo).
Tornando alla customer satisfaction, nel corso del 2018 è stato elaborato un questionario di soddisfazione utenti validato all'interno della struttura delle politiche sociali, proposto agli enti gestori pubblici e privati e sottoposto a un campione di utenti e di familiari, con l'aiuto dei giovani volontari del Servizio civile denominato "Due mesi in positivo". Non abbiamo ancora i risultati, perché sono in fase di elaborazione questi dati, però avremo a breve un riscontro sul gradimento del servizio.
L'adozione di strumenti di valutazione del livello di soddisfazione degli utenti è previsto tra gli strumenti da adottare obbligatoriamente in fase di accreditamento delle strutture sia pubbliche che private. Lo prevede proprio la delibera.
Mi auguro di averle risposto esaustivamente.
Presidente - La parola alla consigliera Russo.
Russo (M5S) - Grazie, Assessore. La sua risposta sulla customer satisfaction mi è sembrata abbastanza precisa, nel senso che è vero che fa parte dei requisiti per l'accreditamento. L'aspetto però importante è che siano raccolti i dati e che poi questi dati siano rielaborati e soprattutto siano trasformati in cambiamento delle prassi, perché diversamente la customer non serve assolutamente a nulla.
Rispetto a quello che riguarda invece la formazione, io credo che la nostra Regione debba fare veramente un grande sforzo di controllo della formazione del personale. Per quello che è il mio pensiero in merito, io credo che se si va nella struttura residenziale x, questa struttura deve avere sottomano un quadro preciso in cui vengono definite per l'anno in corso, il 2019, i tipi di formazione previsti per tutte le figure. È chiaro che noi adesso parliamo delle OSS, che sono una risorsa fondamentale all'interno delle strutture che lavorano con gli ospiti anziani, ma sicuramente non sono le uniche, perché il referente della struttura ha una funzione importantissima; non parliamo degli animatori, non parliamo degli educatori e non parliamo dei volontari.
La direzione importante nella quale dovremmo andare è che la formazione non deve essere prima di tutto solo quella obbligatoria, e lo sappiamo. La formazione psicologica, pedagogica e operativa dà qualità al servizio e alle famiglie e soprattutto fa in modo che i nostri anziani stiano bene nel loro ultimo pezzo della vita.