Objet du Conseil n. 614 du 17 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 614/XV - Interpellanza: "Notizie in merito agli accessi in Pronto soccorso pediatrico con codice bianco".
Rini (Presidente) - Punto 27 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Con la deliberazione della Giunta regionale n. 156 del febbraio 2015 si è stabilito di prevedere per gli accessi in pronto soccorso, codificati come codice bianco assegnato all'atto delle dimissioni, il pagamento di un ticket di 25 euro. Questo a partire dal 1° marzo 2015, da applicarsi a tutti gli utenti iscritti o no al Servizio sanitario nazionale, cittadini italiani o cittadini stranieri, indipendentemente dalle esenzioni in loro possesso. È stato deciso che quelle disposizioni si applichino a tutte le tipologie di pronto soccorso, quindi generale, pediatrico, ostetrico, ginecologico, ortopedico, psichiatrico.
Sul sito dell'Asl e sugli appositi cartelli affissi in tutte le sedi di pronto soccorso, compare l'informativa sul pagamento delle prestazioni. Essa specifica che questo ticket di 25 euro va saldato il giorno stesso della prestazione presso lo sportello amministrativo, solo appunto nel caso di prestazione ritenuta non urgente. Sono esclusi dalla compartecipazione alla spesa tutti gli utenti dimessi dal pronto soccorso con codice di colore diverso dal bianco, perché si trattava di situazioni più gravi emergenziali.
La ratio del provvedimento disposto dalla Giunta regionale abbiamo capito che è quella di limitare l'utilizzo inopportuno e inappropriato del pronto soccorso, ovvero dissuadere gli utenti dall'utilizzarlo quando le prestazioni non siano realmente urgenti, in modo tale da non sottrarre l'assistenza ai cittadini che abbiano reali emergenze. Questa logica è chiaramente esplicitata ed è senz'altro condivisibile, perché l'utilizzo sconsiderato del pronto soccorso ha come immediata conseguenza il suo ingorgo e quindi l'impossibilità di soccorrere chi davvero ne abbia bisogno. In effetti, gli stessi codici bianchi devono dare priorità ai cosiddetti codici verdi, giallo, rosso, in questa escalation di colori che indicano l'urgenza di un intervento da parte del personale specializzato.
Anche la normativa nazionale, dalla legge finanziaria del dicembre 2007, fissa a 25 euro il ticket per le prestazioni in pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, in cui appunto ci sia stato un codice bianco, a eccezione però di traumatismi o avvelenamenti. Tale norma a livello nazionale prevede espressamente che non paghino tale ticket i cittadini esenti per prestazioni specialistiche e tutti i cittadini di età inferiore a 14 anni, quindi i bambini e i ragazzi.
Noi vogliamo richiamare l'attenzione proprio su questo punto con questa interpellanza, perché i manifesti colorati informano giustamente che gli utenti adulti a cui viene attribuito il codice bianco potrebbero recarsi, in alternativa al pronto soccorso, presso ambulatori ad accesso diretto. Questi sono gli ambulatori di continuità assistenziale che integrano quelli dei medici di famiglia ed effettuano visite di medicina generale per acuzie, medicazioni, terapie e altre prestazioni sanitarie di base, tranne chiaramente che ci sia un caso di urgenza dove comunque bisogna rivolgersi al pronto soccorso. Ad Aosta c'è per esempio il poliambulatorio di via Guido Rey 3 e tutti i giorni, dalle 14:00 alle 20:00, a Morgex, a Châtillon e a Donnas ci sono, mi sembra di ricordare, i poliambulatori dove si possono fare visite dalle 12:00 alle 18:00. Questo importante servizio risulta accessibile a tutti i cittadini, è un servizio gratuito per i cittadini comunitari iscritti al Servizio sanitario nazionale e per i cittadini stranieri in possesso di tessera europea, assicurazione malattie. In caso contrario devono pagare 25 euro direttamente al medico che poi rilascia una ricevuta fiscale. Tuttavia non risulta che questa possibilità di accesso ad ambulatori di assistenza primaria riguardi anche l'ambito pediatrico, ed è questo il problema, perché stiamo parlando di una fascia di utenti molto delicata e della necessità di garantire il pieno accesso alle cure senza alcun tipo di barriera.
Abbiamo letto proprio ultimamente che nella severa Provincia autonoma di Bolzano, cui spesso facciamo riferimento, è vero che dal mese di maggio scatterà una sanzione di 35 euro per chi fa un uso improprio del pronto soccorso, e sappiamo anche che questa decisione è al centro di molte polemiche, ma questa sanzione scatta solo nel caso in cui il paziente avrebbe avuto l'alternativa di recarsi presso il medico di famiglia, presso la guardia medica. In particolare, i minori di 14 anni sono esenti se si recano in pronto soccorso nelle ore che non sono coperte dall'obbligo di reperibilità del pediatra di riferimento. Questa soluzione ci pare intelligente, perché è vero che per un codice bianco il pronto soccorso dovrebbe essere l'ultimo strumento a cui ricorrere dopo aver interpellato il pediatra, ma bisognerebbe allora garantire il pieno funzionamento dei servizi sul territorio. Questo ci sembra essere il vero problema. Poniamo anche che i servizi funzionassero al top, restano comunque scoperti i festivi e le notti se c'è la necessità di ricorrere a specialisti della pediatria.
Noi di Ambiente Diritti Uguaglianza - Valle d'Aosta chiediamo quindi all'Assessore competente di conoscere innanzitutto i dati relativi all'accesso in pronto soccorso pediatrico con codice bianco. Poi vorremmo capire se è stata fatta una valutazione dei reali risparmi di spesa e anche quali siano le modalità di reimpiego di questo denaro, possibilmente a favore dei minori stessi.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Grazie, collega Pulz, per l'interpellanza che ci permette ancora una volta, lei lo ha già citato, di sottolineare quanto l'ambulatorio di assistenza primaria ad accesso diretto sia importante e fondamentale, ma poco utilizzato! Soprattutto per coloro che hanno codice bianco, per i piccoli interventi, i piccoli approfondimenti.
Va detto che pagano 25 euro coloro ai quali all'atto della dimissione viene attribuito il codice bianco. In questo caso le voglio già dire che stiamo affrontando un percorso in questa materia, con l'Assessorato e in collaborazione con l'Azienda, per fare appunto delle valutazioni e delle analisi per giungere nei prossimi giorni a una proposta di delibera, che ovviamente sottoporremo all'attenzione della Commissione per una revisione complessiva delle disposizioni regionali a oggi vigenti. Sono cambiate anche le abitudini, bisogna entrare di più nel vivo anche culturale dell'approccio al pronto soccorso, quindi questa revisione si rende necessaria per rispondere, intanto alle indicazioni statali che sono cambiate, ma anche a favore degli assistiti, soprattutto per razionalizzare l'attività svolta e soprattutto per ridurre gli accessi inappropriati.
Lei ci chiede i dati relativi all'accesso in pronto soccorso pediatrico in codice bianco. Gli accessi in codice bianco nel 2018 sono stati 2890 pazienti. Secondo le disposizioni regionali vigenti, nel corso del 2018 i ticket attribuiti per codice bianco in dimissioni, quindi dal pronto soccorso pediatrico, sono stati 2203 per un ammontare riscosso da parte dell'Azienda di 55 mila euro. Su questi valori potremmo tranquillamente intervenire con un'esenzione, ve lo anticipo, perché è sicuramente un percorso che avevamo già intenzione di fare nel gruppo di lavoro che si è formato.
"Quali siano gli intendimenti relativi alla modalità di reimpiego a favore dei minori del suddetto denaro". Va detto che le somme riscosse non è che vengono canalizzate in un percorso di bilancio che è identificato a favore dei minori. Rientrano nel budget generale del bilancio e vengono a quel punto ricondotte specificatamente ad azioni che sono di carattere generale, ma vanno anche a sostenere tutte le azioni che faremo a garanzia dell'erogazione dei LEA verso i minori. Quindi, si tratterà di pazientare un mese perché questo lavoro è in itinere e credo che da qui a un mese ci ritroveremo in Commissione, con una delibera che potrà andare nella direzione di una revisione di ticket e di interventi a favore di fasce più deboli, interventi a favore di patologie molto più invalidanti e quindi da questo punto di vista entreremo più nel contesto.
La ringrazio comunque per l'interpellanza che va nella direzione di quello che stiamo facendo.
Presidente - La parola, per la replica, alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Grazie a lei, Assessore, per l'articolata risposta e soprattutto per la disponibilità a rivedere la normativa anche in Commissione. Questa ci sembra essere un'ottima iniziativa e ce ne rallegriamo.
Se alcuni cittadini rischiano effettivamente di abusare delle strutture pubbliche, nel caso specifico dei minori che accusino forte malessere e dolore, vista la plausibile difficoltà dei genitori nel valutare la reale necessità di rivolgersi al pronto soccorso, specie se parliamo di neonati e di bambini molto piccoli, noi, Assessore, crediamo che si potrebbe forse intervenire con una maggiore formazione dei neogenitori, magari nei consultori, dando loro chiaramente più risorse per attivare corsi per il raggiungimento di una maggiore consapevolezza, fornendo ai genitori nozioni necessarie sulla salute del bambino durante i suoi primi anni di vita, in modo che non si allarmino per nulla. Pretendere da mamme e padri agitati - lo sono stata anch'io in molte occasioni da neomamma ormai sedici anni fa e capisco perfettamente certe situazioni di spavento che poi per lo più, per fortuna, rientrano dopo l'incontro con un professionista, soprattutto se questo è capace di spiegare con chiarezza il problema e di tranquillizzare - che questi genitori paghino 25 euro ogni volta che accompagnano il loro bambino presso il pronto soccorso pediatrico del Beauregard pare esagerato, anche perché di questi tempi difficili quella cifra, magari richiesta ripetutamente a distanza di pochi giorni o di settimane, potrebbe indurre qualche genitore a rinunciare a far visitare il bambino. Quella cifra per molte famiglie può fare la differenza. Se con questa strategia noi otteniamo di non creare ingorgo presso il pronto soccorso e blocchiamo i cosiddetti "furbetti" che vogliono saltare le liste d'attesa, facciamo però venir meno quel principio precauzionale di prevenzione che invece è sempre giustamente al centro delle logiche nell'ambito della medicina. Se questo ticket proprio dovrà esserci, forse lo si potrebbe far scattare al terzo codice bianco in un tempo predefinito come limite. Comunque lo vedremo in Commissione.
In conclusione, questa revisione della delibera a favore dei minori di quattordici anni ci pare essere un'azione concreta, anche se limitata, di sostegno alla genitorialità, a fronte di troppa pruriginosa e insopportabile retorica che secondo noi sta investendo le famiglie da più parti. Ringraziamo, quindi, e ci rallegriamo.