Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 565 du 4 avril 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 565/XV - Interpellanza: "Intendimenti per sopperire alle gravi carenze derivanti dalla chiusura degli ambulatori psichiatrici".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 28 colleghi possiamo iniziare i lavori.

Punto n. 31 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - In questa interpellanza riporto all'attenzione di questo Consiglio il fortissimo disagio in cui tutto il personale del Reparto di Psichiatria si trova a lavorare ormai da più di un anno per la chiusura degli ambulatori psichiatrici presenti sul territorio da gennaio 2019. Nel Consiglio del mese di novembre 2018 l'Assessore alla sanità ha dichiarato e risposto alla mia interpellanza che l'Azienda USL non aveva l'intenzione di sospendere l'attività degli ambulatori psichiatrici presenti nel territorio valdostano. In realtà dal 1° gennaio 2019 tutti gli ambulatori psichiatrici territoriali presenti nel territorio valdostano: Donnas, Verrès, Châtillon e Morgex, salvo quello di Aosta, sono stati chiusi. La presa in carico dei disturbi psichiatrici si esplica in due fasi: l'attività di reparto in cui si tratta la parte acuta del disturbo e l'attività sul territorio tramite gli ambulatori psichiatrici in cui l'obiettivo è stabilizzare il disturbo tramite il reinserimento sociale e lavorativo del paziente. Le attività di reparto devono sempre essere seguite da attività sul territorio, diversamente la presa in carico è parziale. Ad oggi la scelta di chiudere gli ambulatori psichiatrici ha portato almeno tre conseguenze negative per i pazienti e per il personale. Questa chiusura, sommata alla mancanza di medici psichiatri, ha determinato un aumento importante del lavoro di reparto. Con oggi tutti i posti letto occupati con un carico di lavoro per il personale ormai insopportabile dal punto di vista fisico e psicologico. Il 31 maggio 2019 andrà via un altro psichiatra e alla fine dell'estate un altro ancora. Ricordo che ad oggi sono già in forza sei medici psichiatri a fronte di uno staff ipotetico di 12. I tre colleghi che arrivano da Ivrea non coprono per nulla il fabbisogno lavorativo del reparto. Tutti i soggetti che hanno necessità di un intervento ambulatoriale si recano presso l'ambulatorio di Aosta, la presa in carico del soggetto è numerica, non nominale, non è minimamente garantita la continuità terapeutica. I pazienti che possono permetterselo devono ricorrere al privato. I pazienti che sono dimessi dal reparto e non hanno l'appoggio degli ambulatori sul territorio si ripresentano sistematicamente dopo tre giorni in reparto, entrando così in un circolo vizioso che non fa altro che peggiorare la sintomatologia del paziente e il malessere delle famiglie che non hanno punti di riferimento continui e rassicuranti. Sono attivi ad oggi solo un educatore e un infermiere che si occupano di visionare e raccogliere le necessità di tutti i pazienti con patologia psichiatrica presenti sul territorio valdostano, siano essi in domicilio o presso le comunità terapeutiche, e di riportarli agli psichiatri. Sono un filtro e un tramite ma non hanno alcuna autonomia decisionale, né tantomeno competenze diagnostiche.

Molte Regioni (per esempio: l'Emilia Romagna, la Toscana, la Lombardia, le Marche e il Veneto) stanno ampliando il bacino territoriale di ambulatori per potenziare e intercettare le richieste di sofferenza mentale in modo tale da attuare anche programmi di prevenzione, aspetto prioritario in cui investire anche in questo ambito. Contemporaneamente hanno rivisto, riducendo, le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie del reparto.

Ricordo infine che nel DEFR 2019-2021, nella parte relativa alla sanità, tra gli obiettivi operativi, quindi quelli concreti, a cui sono definiti in via prioritaria gli importi nel bilancio regionale, vi è al terzo punto la riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali attraverso due azioni: l'implementazione dei servizi e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale disponibili presso i poliambulatori e in modo specifico la riorganizzazione del Dipartimento di salute mentale.

Concludo ricordando i dati della nostra Regione relativi al tasso di suicidi e i ricoveri ospedalieri per il disturbo psichico. Gli ultimi dati sulla nostra Regione contenuti nel rapporto "Osserva salute 2017" parlano di un tasso medio di suicidi di 16 ogni 100 mila abitanti, il doppio del dato italiano. Anche guardando i dati ospedalieri sul disturbo psichico, la Valle d'Aosta conferma il primo posto in classifica. Dal 2006 al 2016 il consumo di farmaci antidepressivi qui in Valle d'Aosta è aumentato in modo importante. Nella scorsa presentazione ho sottolineato che l'Organizzazione mondiale della sanità ha presentato dei dati allarmanti sulla condizione del disagio psichico. Nel 2020 la malattia depressiva sarà la seconda causa di invalidità e morte dopo l'infarto del miocardio. Fra qualche anno il 20% della popolazione sarà depresso e questo dato avrà importanti risvolti anche sul piano del costo sanitario di tale patologia nella nostra Regione.

Fatte queste pesanti premesse, chiediamo all'Assessore una fotografia dell'oggi, quanti pazienti ha oggi in carico il Reparto di Psichiatria, quanti l'ambulatorio di Aosta e quanti le comunità terapeutiche. Chiediamo ancora quali sono le azioni che si intende mettere in campo entro il mese di giugno 2019 per risolvere il problema della chiusura degli ambulatori psichiatrici.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Baccega.

Baccega (UV) - La collega Russo è molto attenta a questa problematica che ha sollecitato nell'ottobre-novembre 2018, a me nel gennaio 2019... e oggi nuovamente, e giustamente, questo ci permetterà di dare anche contezza di quello che si sta facendo e a che punto siamo con quel processo di riorganizzazione che è stato indicato nel DEFR, processo che è in itinere qualora, lo ha sottolineato anche lei, si riesca ad avere i medici a disposizione.

Per rispondere al primo quesito, il numero di pazienti in carico in reparto, quindi ricoverati, si aggira mediamente tra i 13 e 15. In questo momento i 15 posti letto a disposizione sono completamente occupati, a cui si sommano 8 posti diurni, anche questi sempre occupati. Ad oggi il numero di pazienti in carico ambulatoriale equivale a 1780 utenti, che rappresenta il numero di cartelle aperte in questo momento. Precisiamo che la frequenza con la quale vengono visitati questi utenti è estremamente variabile: vi sono pazienti che vengono visitati ogni 15 giorni per la gravità della situazione psicopatologica e altri che vengono visitati 1-2 volte all'anno perché sono stabilizzati. Ad oggi, il numero di utenti in carico alle comunità terapeutiche risulta essere di 92 utenti inseriti in strutture residenziali (102 utenti che usufruiscono di percorsi riabilitativi semiresidenziali, i centri diurni o di educativa territoriale). Questi ultimi utenti, quelli che sono inseriti nelle comunità, fanno parte dei 1780 utenti ambulatoriali perché anche loro vengono visitati normalmente.

Per quanto riguarda il quesito: "quali sono le azioni che si intende mettere in campo, entro il mese di giugno 2019, per sopperire alle gravi carenze derivanti dalla chiusura degli ambulatori psichiatrici", come avevo avuto modo di dire a gennaio, siamo partiti subito nell'andare a individuare una serie di azioni che avevo già anticipato, ma che vado a rimarcare:

- in primis, abbiamo attivato un avviso di incarico a tempo determinato espletato nel mese di agosto 2018 e che si è concluso con l'assunzione di un medico full time;

- secondo, l'indizione di un concorso pubblico per due posti con l'obiettivo di creare una graduatoria, che è in corso d'opera; sono stati ammessi quattro candidati, tre dei quali devono sostenere, in via preliminare, la prova di francese. Si tratta di un concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di numero due dirigenti sanitari medici della disciplina della Psichiatria. Il concorso doveva svolgersi il 25 marzo ma, a seguito di problemi segnalati il 21, quindi quattro giorni prima, dei commissari designati, sia il titolare che il supplente, la prova è stata necessariamente rinviata. Disponibilità dei commissari permettendo, il concorso si svolgerà entro la fine del mese di maggio.

Inoltre, si è prodotto un avviso di incarico vacante di medici specialisti in psichiatria o specialità affini, tre turni da 38 ore ciascuno, la cui domanda dovrà pervenire all'azienda tra il 1° e il 10 di aprile.

La convenzione con l'ASL di Torino 4, la zona dell'eporediese Ivrea/Chivasso è stata attivata dal corrente mese di marzo per ottenere una copertura di turni festivi da parte dei colleghi di Ivrea, nonostante l'ASL Torino 4 sia anch'essa in sofferenza. Ho sentito alcuni colleghi e la sofferenza è veramente marcata soprattutto per la Psichiatria, quindi, in realtà, è in sofferenza tutto il Paese.

Un'altra azione è l'attribuzione di turni a medici forniti da agenzie nazionali che, come annunciato, prenderanno servizio per due settimane al mese, dal mese di aprile e copriranno i turni notturni e festivi.

L'azienda, comunque, ci precisa che la situazione di carenza di specialisti è un problema nazionale al quale la nostra Regione sta cercando di trovare soluzioni. Come in altre Regioni, anche in Valle d'Aosta è stata attivata una équipe multidisciplinare formata da un'educatrice e da infermieri che effettuano visite domiciliari per monitorare i pazienti sul territorio, quelli stabilizzati ovviamente, e valutare quali fare accedere agli ambulatori di Aosta. C'è quindi un'attività preventiva proprio per evitare che ci sia questo afflusso all'ambulatorio di Aosta. Dal 2015 ad oggi, tra pensionamenti e trasferimenti, vi è stata una riduzione di medici psichiatri da 12 a 7, lo ha detto anche lei, e quindi, per garantire l'attività di reparto di urgenza e notturna, l'USL ha dovuto ridurre gli ambulatori. È probabile che, con il concretizzarsi di tutte le azioni descritte poco fa, si possano progressivamente riaprire anche gli ambulatori sul territorio. Nel frattempo, andando per step, potremo valutare di aprirne almeno uno in Bassa Valle e uno in Alta Valle, oltre a tenere il centro di Aosta: questo è l'obiettivo. Terrò, comunque, informati la collega e il Consiglio sui percorsi relativi a questa situazione. Effettivamente, vi è una criticità pesante in merito alla quale si fa fatica a trovare delle soluzioni perché mancano proprio i medici specialisti.

Présidente - Pour la réplique, la parole à la collègue Russo.

Russo (M5S) - Volevo precisare che, in realtà, è la terza iniziativa che porto, non la quarta, e che ce ne saranno sicuramente altre. L'aspetto che volevo mettere in risalto ulteriormente era questo: non credo che il problema sia solo ed esclusivamente il personale, sicuramente l'assenza degli psichiatri è un problema. Io non sono uno psichiatra e non ho esperienza in organizzazioni sanitarie, ma sembra che ci siano altre possibilità, nel senso che l'ambulatorio psichiatrico potrebbe essere riattivato anche se si decidesse di magari ridurre le attività di reparto, perché noi attualmente abbiamo deciso di operare la scelta di lavorare in reparto, e in reparto ovviamente si fa un certo tipo di intervento e in ambulatorio totalmente un altro. Se non ci mettiamo nella testa che il paziente psichiatrico, quando esce dalla Psichiatria, ha necessità di un reinserimento immediato nel mondo del lavoro, dell'inserimento sociale, per in qualche modo prendere in carico il disturbo psichico, è come se noi facessimo un lavoro a vuoto perché il paziente esce dal reparto, va sul territorio e dopo pochissimi giorni rientra in reparto. Oltre a questo, le chiedo un ulteriore approfondimento: nella richiesta di personale nelle convenzioni avete già messo insieme il numero degli altri due psichiatri che se ne andranno entro la fine di giugno?

(interruzione dell'Assessore Baccega, fuori microfono)

... siamo quindi a 4 psichiatri su 12, perfetto.

Presidente - La parola alla collega Minelli per l'integrazione.

Minelli (RC-AC) - Sì, sono cofirmataria dell'interpellanza. Volevo soltanto aggiungere a quanto ha detto la collega Russo, che segue con attenzione questo problema, che, dal punto di vista del territorio, la chiusura degli ambulatori è stata un flagello, perché chi ha, come ho avuto io, parenti e familiari che soffrono di disturbi psichiatrici sa perfettamente che la continuità e la nominalità di chi deve prendersi in carico questi pazienti è fondamentale, altrimenti nessuna iniziativa, nessuna attenzione nei loro confronti può portare a dei risultati.

Lei ha citato l'ASL piemontese a cui dobbiamo fare riferimento, io conosco benissimo quella ASL per averla frequentata tanto e so che siamo in sofferenza assoluta anche lì, nonostante ci siano degli specialisti di cui essere davvero molto, molto contenti per la professionalità che dimostrano nei confronti dei loro pazienti. Io credo che questo sia un problema nel problema, sappiamo che abbiamo una carenza di medici, sappiamo che questo è un annoso problema davvero, dal punto di vista delle malattie gravi e delle patologie che sono anche altre... ma, dal punto di vista psichiatrico, penso che una riflessione e uno sforzo grosso deve veramente essere fatto da questa Regione per trovare una soluzione, perché, considerati i numeri altissimi da lei elencati - e non dimentichiamoci nemmeno che i pazienti psichiatrici sono quelli più a rischio di suicidio, e abbiamo il triste primato di essere ai vertici della classifica in questo senso -, ci ritroveremo nel giro di qualche anno in una situazione drammatica.