Objet du Conseil n. 556 du 4 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 556/XV - Interpellanza: "Applicazione delle norme per la determinazione dei canoni di affitto degli alloggi di edilizia residenziale pubblica".
Rini (Presidente) - Punto n. 21 all'ordine del giorno. La parola al collega Manfrin per l'illustrazione.
Manfrin (LEGA VDA) - Questa interpellanza nasce dalla necessità di fare luce su alcuni punti oscuri relativi all'applicazione del nuovo canone di affitto di alloggi popolari: in effetti è un dato di fatto che da qualche tempo a questa parte siano stati rivisti, spesso al rialzo, i canoni di affitto degli stessi.
La questione è balzata alla nostra attenzione perché siamo stati - come immagino anche lei - letteralmente invasi dalle segnalazioni di persone che inizialmente hanno pensato ad errori di calcolo, attendendo magari alla fine dell'anno eventuali rimborsi, ma alla fine, un po' mestamente, si è dovuto prendere atto dei nuovi conteggi.
Ora però vi chiederete: perché tanto rumore per questo ricalcolo? È molto semplice. Dalle informazioni raccolte pare che questo nuovo metodo di calcolo sia stato applicato per la prima volta da settembre 2018, ovvero con il Governo Spelgatti, ma mi pare davvero strano, perché la Giunta Spelgatti non aveva operato revisioni dei canoni e quindi per quale motivo si è arrivati a questo nuovo metodo di ricalcolo? Semplicemente perché la Giunta Spelgatti ha applicato le leggi e le delibere esistenti. Queste delibere esistenti, queste famose delibere che operavano un ricalcolo e aumentavano i canoni di affitto degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di quando sono? Abbiamo trovato una notizia molto interessante su un'Ansa del 23 dicembre 2016 intitolata "ERP VdA: nuove modalità di canoni di affitto", che vado a leggervi: "Lo ha comunicato l'Assessore regionale all'edilizia residenziale pubblica, Mauro Baccega, precisando che, a decorrere dal primo luglio 2017, i canoni di locazione degli alloggi ERP saranno calcolati in applicazione di quanto previsto dalla legge regionale 3/2013 con un nuovo sistema più semplice ed equo rispetto a quello in vigore fino ad oggi". Nel ricalcolo sono coinvolti 621 inquilini ARER più quelli che confluiranno dall'APS. "Gli inquilini saranno sicuri di pagare il giusto canone - ha aggiunto Baccega - in rapporto alle loro capacità economiche, mentre saranno applicati canoni di mercato per gli alloggi occupati da famiglie, che per fortuna loro, hanno visto cambiare la situazione economica e possono oggi permettersi di pagare un canone più alto. Per alcuni casi" - diceva l'allora Assessore Baccega, e questo è bene che tutti coloro che oggi lamentano un canone troppo alto ne siano a conoscenza - potrebbe esserci un aumento del 150 percento" e lo esclamava in maniera orgogliosa. Siamo quindi lieti e ringraziamo l'allora Assessore Baccega per averci regalato questo nuovo sistema di calcolo più semplice ed equo.
La domanda ora sorge spontanea. Se questo sistema era stato approvato come regalo di Buon Natale il 23 dicembre 2016 e ne era stata annunciata l'applicazione il 1 luglio 2017, perché è stato applicato soltanto a settembre 2018? Ecco il motivo di questa interpellanza e perché le ho chiesto date e motivazioni della tardiva applicazione.
Dalle ore 10:11 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - La parola all'Assessore Borrello per la risposta.
Borrello (SA) - Nella sua richiesta mi pone l'attenzione a tutta una serie di valutazioni di carattere tecnico rispetto ad alcuni atti deliberati dalle Giunte regionali. Mi permetterò, a conclusione di questo intervento, di fare anche una valutazione più di carattere generale rispetto alla tematica in oggetto.
La delibera della Giunta regionale è la n. 1794 del 23 dicembre 2016, avente ad oggetto "Determinazione del canone di locazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica ai sensi dell'articolo 37 della legge regionale n. 3/2013". In questa delibera si stabiliva, quale decorrenza per l'applicazione del canone, così come stabilito dalla medesima determina, il 1 luglio del 2017 (lo ha citato anche lei). A seguito di riunioni sullo stato di attuazione dell'accordo di programma - ne abbiamo parlato più volte all'interno di quest'Aula - che trasferiva le proprietà dall'APS all'ARER per la gestione del patrimonio ERP, riunioni con l'ARER, l'allora Presidente, il Comune di Aosta e l'Amministrazione regionale, si prendeva atto e si accoglieva la motivata richiesta dei enti interessati per il rinvio dell'applicazione dei nuovi canoni ad avvenuta cessione dell'intero patrimonio ERP dell'ARER previsto con decorrenza del 1° gennaio 2018. Tale richiesta era motivata, soprattutto per gli uffici tecnici dell'ARER, dalla necessità di perfezionare e testare l'adeguamento dei programmi di bollettazione per evitare lo sdoppiamento dei lavori dei costi tra ARER e APS fino alla fine dell'anno 2017 e conseguente valutazione degli aggiornamenti OMI, anche perché la nuova tariffazione si basa sul valore del mercato immobiliare con aggiornamenti di carattere annuale. Conseguentemente la delibera di Giunta regionale n. 1903 del 28 dicembre 2017, avente oggetto "Indirizzi della Regione al Consiglio di Amministrazione ARER", ha stabilito tra l'altro - al punto 1, lettera h) - di applicare nell'anno 2018 i nuovi canoni di locazione. Tale disposizione è stata anche approvata nel piano triennale 2017/2019 dal Consiglio regionale con l'atto n. 3338 del 27 marzo 2018. A seguito di tutti questi aspetti di carattere normativo e deliberativo, i nuovi canoni sono stati quindi applicati con decorrenza dal 1 luglio 2018. Esistono i dati alla quale lei ha fatto richiesta nell'interpellanza.
Da un punto di vista più di carattere generale, proprio a seguito dell'applicazione dei nuovi canoni - ricordo che precedentemente i canoni erano valutati solo sulla base dell'avvenuta deposizione della dichiarazione dei redditi -, con le nuove normative si fa riferimento ai valori ISE o ISEE. Nella delibera originaria era definito il valore ISE. Con una delibera del 5 ottobre 2018, che avevamo portato a conoscenza dell'allora Presidente Spelgatti, abbiamo dato mandato all'ARER di fare un monitoraggio rispetto all'applicazione di questi nuovi parametri, perché ovviamente la variazione rispetto ai canoni di locazione si è percepita a volte sia in aumento che anche in diminuzione. Dal momento in cui ci sono i nuovi canoni abbiamo dato mandato all'ARER di monitorare l'applicazione e ci vuole un anno di tempo per capire l'impatto che può avere, un anno è l'orizzonte temporale minimo per fare delle verifiche. Gli uffici dell'ARER stanno lavorando in tal senso.
Una considerazione di carattere generale: molte persone sono venute a lamentarsi anche nei nostri uffici. Dobbiamo solo definire - questo è un appello che faccio all'Aula, perché poi tutti incontriamo i cittadini - qual è il valore equo rispetto al valore patrimoniale di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. I cittadini magari prima pagavano 50 euro, ma a fronte di un valore ISEE di 22.000 euro. Probabilmente era troppo basso il valore dei 50.000 euro e non è troppo alto l'attuale, quindi bisogna trovare il giusto equilibrio. È questo l'indirizzo che abbiamo dato all'ARER partendo dal presupposto che si prende come parametro il valore del mercato immobiliare con tutte le detrazioni del caso legate al fatto che stiamo parlando di edilizia residenziale pubblica.
Un'altra problematica è che l'ARER ragiona in termini di territorio regionale. Ovviamente, quando si applica un parametro, il parametro deve essere uguale per Verrès come per Aosta, e poi c'è tutto il discorso legato anche alla vetustà degli alloggi. Io penso che una delle preoccupazioni principali che dobbiamo affrontare con gli uffici tecnici dell'ARER è capire se il valore del canone di locazione è effettivamente adeguato, sì, al valore dell'ISEE, ma anche allo stato di mantenimento dell'alloggio, perché probabilmente il cittadino che ha un valore ISEE elevato dice: "Io voglio pagare anche quel valore - magari di 300-400 euro - ma vorrei che l'alloggio fosse in condizioni adeguate rispetto al valore di mercato", perché a tutti gli effetti, con i valori che ho citato, è parametrabile al mercato privato. Considerazione di carattere generale, proprio in un'ottica di politica abitativa generale: se una persona, rivedendo tutte le casistiche del caso, si può permettere di pagare 400-500 euro di canone di locazione, probabilmente le conviene andare nel mercato privato con il sostegno della locazione e, nel frattempo, liberare un alloggio per coloro che son in attesa in graduatoria. Spero di essere stato utile nella risposta.
Presidente - È richiesta la parola da parte dell'Assessore Baccega, immagino per integrazione nell'ambito di competenza dei servizi sociali.
Baccega (UV) - Sono stato più volte citato dal collega Manfrin, con il quale il dibattito ormai è continuo fin dai giorni della campagna elettorale del 2018, dove lei ha animato fortemente nei miei confronti tutte le sue tensioni. Le voglio spiegare bene, parlando di questo atto - non dico qual è il motivo, perché mi sembra di essere una persona corretta, però poi magari un giorno o l'altro lo diremo - perché il Consiglio regionale ha votato quel provvedimento. Lei ha parlato di coloro che sono arrabbiati perché hanno visto il loro canone aumentare, ma non ha parlato di quelli che, nella logica dell'equità, hanno visto il loro affitto diminuire.
Presidente - Chiedo silenzio. Permettetemi un intervento. Assessore Baccega, le chiedo se interviene per fatto personale e, come tale, ne ha diritto, ma se è un chiarimento io le chiedo di rimanere sul tema. Silenzio in Aula.
Baccega (UV) - Non si tratta di fatto personale. Sto intervenendo sul tema. Io posso rispondere come...
Presidente - Chiedo silenzio in Aula. Ho espresso la linea di questo intervento, che è di integrazione.
Baccega (UV) - Come Giunta posso intervenire, d'accordo? Lei racconta un sacco di cose fasulle alla popolazione valdostana, che sia chiaro.
Presidente - La parola al Consigliere Manfrin per la replica.
Manfrin (LEGA VDA) - Guardi, me l'ero scritto che si sarebbe scaldato l'Assessore Baccega, quindi ero sicuro che sarebbe accaduto.
La ringrazio per le risposte che mi ha fornito. La ringrazio perché ci permettono anche, rispetto ai dati che ha fornito nell'ultimo pezzo del suo intervento, di fare un passo in avanti rispetto a questo tema. Con la risposta che lei ha fornito abbiamo scoperto che quando si è deciso di intervenire, quindi di adottare una delibera di Giunta che aumentasse fino al 150 percento il canone d'affitto, non si è concertato prima un percorso con chi poi quei canoni d'affitto li doveva riscuotere, tant'è vero che, come giustamente lei ha detto, avete dovuto lasciare un periodo per testare il programma di bollettazione. Sono quindi state fatte delle scelte di governo senza però verificare prima se la soluzione tecnica per affrontare quel tipo di scelte di governo era stata utilizzata. Questo è stato il primo punto, sicuramente a sfavore di quella decisione.
Il secondo punto a sfavore di quella decisione è che, da come ci ha detto, il 28 dicembre 2017, ovvero un bel po' di tempo dopo l'applicazione di quella che dovrebbe essere stata l'entrata in vigore della delibera di aumento dei canoni di affitto, si è detto: "Ma no, cominciamo nel 2018", però si è cominciato a settembre 2018. Il 2018 parte dal mese di gennaio. Allora sicuramente i maligni penseranno - io mi guardo bene dal fare queste valutazioni - che chiaramente con l'incipienza delle elezioni politiche regionali forse non era proprio il caso di fare degli aumenti di canoni di affitto degli alloggi popolari. Sicuramente io mi guardo bene dal fare queste speculazioni politiche.
In ultima battuta mi permetto di fare due considerazioni rispetto a quello che lei ha detto, Assessore, mi trovo perfettamente d'accordo con l'Assessore Borrello, l'Assessore competente, anche se qualcuno se lo dimentica a volte che c'è un altro Assessore all'edilizia residenziale pubblica. Dicevo: mi trovo perfettamente d'accordo con quanto lei dice, ovvero che i nuovi canoni andrebbero effettivamente parametrati allo stato degli alloggi, perché se mi viene imposto un canone che viene utilizzato per valutare il mio alloggio sulla base del valore di mercato, e magari parametro che il mio alloggio è una stamberga - nel Quartiere Cogne e in altre zone abbiamo l'esempio classico di cosa voglia dire vivere dentro una stamberga -, è evidente che forse la persona che paga quel canone probabilmente lo subisce come un sopruso. Questo è il primo dato. Poi c'è un secondo dato che lei ha introdotto marginalmente, che invece è importante. Mi scusi, Assessore, ma perché una persona che ha un reddito di 22.000, ma anche di 50.000... Ho fatto un accesso agli atti: ci sono persone che hanno redditi di 127.000 euro e hanno alloggi di edilizia residenziale pubblica. Per quale motivo? Perché la Regione Valle d'Aosta, unica nel Paese, unica in Italia, ha deciso di non dotarsi di un reddito di mantenimento dell'alloggio, ovvero: se io oggi rispetto i canoni che mi permettono di entrare, quindi ho un reddito molto basso, entro in graduatoria ed ottengo l'alloggio, e se il giorno dopo aver firmato il contratto di alloggio di edilizia residenziale pubblica vinco il Superenalotto, io rimango nella casa popolare. Questa è una cosa che non esiste da nessuna parte al mondo! Ma come è possibile che un multimilionario possa rimanere nella casa popolare? Invece è così, e si dice: "Vabbè, però gli aumentiamo talmente tanto il canone di affitto che a quel punto lo costringiamo ad andare da un'altra parte". Non è questo il ragionamento. Il ragionamento è dire: "Se voglio rimanere in una casa popolare devo avere un reddito basso, altrimenti io tolgo quella casa - pur potendomi permettere con le mie finanze di potermi pagare un alloggio sul mercato privato - e la metto in disponibilità per le persone che ne avrebbero necessità". Questo è un settore di intervento che bisognerà affrontare al più presto.
Presidente - Punto n. 22 all'ordine del giorno. C'è una richiesta di intervento da parte dell'Assessore Baccega... per cosa?
Baccega (UV) - Rispetto al fatto che lei mi ha tolto la parola, signor Presidente. Io volevo chiarire in Aula che il mio intervento....
Presidente - È un fatto personale, quindi. Prego.
Baccega (UV) - ...nei suoi confronti, nella sua convinzione, io, come esponente della Giunta, avevo tutto il diritto di poter intervenire e fare delle considerazioni rispetto all'oggetto dell'interpellanza. Non capisco perché mi ha tolto la parola. Verifichi con gli uffici, se il suo comportamento è corretto oppure no in quanto non si è mai verificato in questo Consiglio regionale. Io sono intervenuto a supporto - anche perché sono stato citato - e sull'oggetto dell'interpellanza, non per fatto personale. Il fatto personale è un'altra cosa.
Presidente - Le rispondo, Assessore. Trova in me personalmente terreno assolutamente fertile alle critiche; le critiche le interpreto sempre nell'ottica di migliorare il servizio che svolgo, quindi la ringrazio.
Tuttavia mi permetto di dire che, dal mio punto di vista, io ho rilevato, come altri, come immagino chiunque nell'ambito dell'Aula che abbia ascoltato, che il tenore del suo intervento si spostava più nell'ottica del fatto personale che non di un approfondimento. Io chiedevo semplicemente che lei scegliesse se procedere con un approfondimento ed era più che lecito, perché ne aveva diritto. Le ho dato la parola in quanto Assessore competente ai servizi sociali e la sua competenza poteva essere un contributo di aiuto per quest'Aula. Se invece la questione è tra lei e il Consigliere Manfrin come fatto personale, altrettanto le ho detto che lei aveva diritto di parlare come fatto personale. Le ho chiesto soltanto di esprimere con quale indicazione lei intendesse parlare. Non le ho tolto la parola, e il silenzio che ho chiesto in Aula era indirizzato all'Aula, non a lei, quindi al collega Manfrin. Penso che il caso sia chiarito. Rimango a disposizione per qualunque tipo di chiarimento personale con lei durante la giornata.
Passiamo al punto n. 22 all'ordine del giorno. Chiede ancora la parola per cosa? Fatto personale.
Baccega (UV) - Per fatto personale sulle sue dichiarazioni. Le chiedo di avere in futuro più attenzione rispetto agli interventi che la Giunta vorrà fare sugli atti e sui provvedimenti che sono all'ordine del giorno. La mia richiesta non era per fatto personale, ma era a corollario dell'intervento del collega Borrello - che è stato puntuale, preciso e perfetto - e soprattutto per ribadire alcuni aspetti riguardanti il percorso fatto dal sottoscritto e dall'intero Consiglio regionale di allora sull'argomento. La ringrazio per le scuse.
Presidente - Ringrazio anche lei per questo consiglio. Le posso promettere che ne farò tesoro. Passiamo al punto n. 22 all'ordine del giorno.