Objet du Conseil n. 406 du 19 février 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 406/XV - Interrogazione a risposta immediata: "Toponimi di epoca fascista riportati sui documenti di identità elettronica di cittadini valdostani".
Rini (Presidente) - Passiamo al punto 3.03. Pour l'illustration, la parole au collègue Bertin.
Bertin (RC-AC) - Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa, in seguito a una denuncia pubblica fatta dal sindacato SAVT di un fatto estremamente grave, a mio avviso, che un cittadino valdostano, residente ad Aosta, nato a La Thuile nel periodo della dittatura fascista, in seguito alla richiesta di rinnovo della carta d'identità, ha ricevuto come documento una carta d'identità che riportava quale luogo di nascita Porta Littoria, nome attribuito a La Thuile nel periodo dal '39 al '46. Una situazione estremamente grave, anche offensiva per la storia della nostra Regione, che ha chiaramente richiesto il ritorno alla toponomastica originale.
Ci chiedevamo pertanto se si possono approfondire le ragioni che hanno portato a questo increscioso fatto e implicitamente come si può porre rimedio a questa situazione, che è oggettivamente scandalosa, in tempi brevi.
Dalle ore 9:59 assume la Presidenza il vicepresidente Rollandin
Rollandin (Presidente) - Per la risposta, la parola al presidente Fosson.
Fosson (GM) - Sono completamente d'accordo con lei, collega Bertin, la situazione, che ci aveva già segnalato il SAVT è incresciosa e grave, ma soprattutto assurda, ed è dovuta all'adesione da parte dei comuni valdostani nel 2018 all'anagrafe nazionale della popolazione residente, che è la banca dati nella quale stanno progressivamente confluendo le anagrafi dei comuni italiani, i comuni della Valle d'Aosta sono stati i primi a conferire i dati a questa anagrafe. La predisposizione della banca dati ha comportato un processo di reperimento d'informazioni da tutti i comuni, compresi i comuni valdostani al fine di poter creare una base informativa completa, che tenesse conto anche delle variazioni verificatesi negli anni e che fosse utilizzabile da tutti i comuni italiani. Nell'ambito di questo percorso è stato applicato il principio della tracciabilità della denominazione storica dei comuni di cui al regolamento dell'ordinamento dello stato civile numero 396 del 2000, per cui il nome del luogo da riportare nelle certificazioni anagrafiche deve corrispondere a quello indicato nell'atto originale di nascita, ovvero il principio secondo cui il luogo di nascita deve essere storicizzato, ovvero riferito al momento in cui l'evento della nascita si è verificato.
Questo è il motivo per cui per i comuni valdostani sono inseriti nella banca dati dell'anagrafe nazionale le denominazioni imposte dal regime, che sono così automaticamente riportate nelle nuove carte d'identità elettroniche per coloro che sono nati durante il regime fascista dal '39 al '46. Questa situazione chiaramente non è accettabile, in nome di un certamente corretto principio di storicizzazione, si dimentica che l'italianizzazione delle denominazioni dei nostri comuni non è assolutamente stato un atto volontario, come lo sono state invece poi decisioni di scorporo dei comuni come quella tra Issime e Gaby e tra Hône e Bard, ma è stata un'imposizione violenta e volta a cancellare l'identità francofona della Valle.
Abbiamo, pertanto, già scritto e invitato i sindaci valdostani, tramite il CPEL, a dare indicazioni ai funzionari dei servizi di anagrafe e di stato civile affinché inseriscano manualmente la corretta denominazione dei comuni valdostani, così come ripristinati dal Decreto Legislativo luogotenenziale 545/45 per cancellare quelle denominazioni italianizzate imposte dal regime fascista.
Con l'occasione abbiamo anche ricordato ai sindaci che gli addetti all'anagrafe devono provvedere a selezionare la lingua francese, subito dopo la lingua italiana, nel rilascio delle carte di identità elettroniche, dato che di default la seconda lingua impostata nel sistema risulta l'inglese e non il francese.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Bertin.
Bertin (RC-AC) - Questo ritorno al passato è stato francamente qualcosa di scandaloso per la nostra regione, anche un'offesa alla nostra storia. È importante mettere rimedio subito e a mio avviso - al di là dell'intervento diretto dei sindaci per fare sì che non si ripetano più queste situazioni, tra l'altro erano cose già segnalate, che erano uscite in altri comuni, che mi avevano anche segnalato - è importante anche poi intervenire direttamente sul database ufficiale perché è scandaloso che lo Stato continui a riportare queste diciture, che sono un retaggio di un periodo triste, che vorremmo dimenticare al più presto.