Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 397 du 6 février 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 397/XV - Reiezione di mozione: "Interventi per prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti da parte degli enti gestori di mense".

Rini (Presidente) - Punto n. 47 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - In questa mozione parliamo di uno degli importanti doveri che viene affidato all'istituzione: la promozione della salute tramite l'alimentazione. In particolare, trattiamo del tema dell'alimentazione nelle scuole, tramite la ristorazione scolastica, da due punti di vista: la composizione del menù consumato dai nostri figli alla refezione scolastica in un momento fondamentale della crescita dei nostri bambini tra i tre e i dieci anni e la prevenzione e la riduzione dello spreco, connesso alla somministrazione degli alimenti. Qui insomma parliamo di due delle grandi sfide del nostro tempo, della nostra epoca: la tutela della salute tramite un'alimentazione corretta, sana e sostenibile dal punto di vista dell'impatto ambientale e la riduzione dello spreco alimentare dalla produzione alla distribuzione e al consumo, sfida tanto più importante se rapportata alla criticità dell'attuale contesto socioeconomico e della concomitante necessità di implementare la solidarietà sociale e la sostenibilità ambientale, per l'ingente quantità di rifiuti prodotti ogni giorno.

Parliamo del primo tema, la questione dell'alimentazione e del menu. La promozione di un'alimentazione sana è un dovere delle istituzioni, che devono verificare che vengano rispettate regole chiare e valide dal punto di vista scientifico, per assicurare una corretta nutrizione nelle scuole. Il fine è la tutela della salute dei nostri figli, che ormai si ammalano delle stesse malattie degli adulti, in particolare obesità e diabete. La ristorazione scolastica fornisce il pranzo ai bambini di buona parte delle famiglie che abitano nella nostra regione, perciò deve rappresentare un luogo di educazione al gusto, alla salute e all'importanza di non sprecare e buttare il cibo. Il Ministero della salute ha espresso preoccupazione per l'eccesso di proteine con cui vengono nutriti i bambini, che è associato al maggior rischio di obesità, sia nei bambini sia negli adulti.

Il Codice europeo contro il cancro ci raccomanda di evitare i salumi il più possibile e di limitare il consumo di carni rosse. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro raccomanda di basare l'alimentazione quotidiana prevalentemente su prodotti di provenienza vegetale: cereali integrali e legumi, verdure e frutta ed evitare cibi ricchi di grassi saturi e zuccheri aggiunti. Una riduzione della carne rossa andrebbe nella direzione di contribuire a un miglioramento della salute del singolo e della qualità dell'ambiente in cui viviamo. Gli allevamenti intensivi di carne rappresentano una vera e propria minaccia per l'ambiente, su tre fronti: la produzione di enorme quantità di gas metano da parte degli animali stessi, la perdita delle foreste, che assorbono il carbonio, per la creazione di aree da pascolo e le grandi quantità di acqua che servono per il bestiame.

Negli ultimi anni, nei menu delle refezioni dei vari comuni della nostra regione sono stati fatti passi avanti, sono stati inseriti gradualmente prodotti locali, biologici e, in media, due volte alla settimana pane integrale, non in tutte le refezioni però. Ci sono ancora poco presenti però i legumi e la pasta integrale e cinque giorni su cinque ci sono proteine di origine animale, che si sommano poi a quelle assunte con il pasto della sera. Aggiungerei un'altra osservazione: la maggior parte dei minori, che frequentano soprattutto la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, consumano a metà mattina, cinque giorni su sette, prodotti confezionati e poco salutari. Alcuni comuni, nelle gare d'appalto, prevedono un frutto a metà mattina e altri, come quello di Aosta, hanno aderito alla campagna "Frutta a scuola", ma in modo discontinuo e non certamente in modo massiccio, dove forse anche l'intervento delle insegnanti non è sempre stato così determinante e chiaro.

Parlerei poi del secondo aspetto di questa mozione, la questione del recupero dei resti alimentari. Parte dei pasti, che vengono preparati ogni giorno per le mense scolastiche, finiscono per non essere serviti, rimanendo così sui banchi di servizio ancora perfettamente utilizzabili e sicuri dal punto di vista igienico nutrizionale. Quello che si viene a creare è quindi un surplus di generi alimentari che sono destinati a essere smaltiti come rifiuti e quindi sprecati.

La ristorazione scolastica deve rappresentare un luogo di educazione all'importanza di non sprecare e buttare il cibo. Il documento d'intesa del 19 aprile 2018, tra Governo, Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali, ai sensi della legge 166 del 2016, detta anche "legge anti spreco", reca linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti. In questo documento vi è un decalogo, che la ristorazione scolastica per esempio deve seguire per limitare e ridurre gli sprechi, quindi danno proprio delle indicazioni precise tra cui banalmente rilevare sistematicamente le eccedenze e i residui, predisponendo una procedura di monitoraggio standardizzata, individuare le criticità che portano al fatto che buona parte dei pasti non vengono consumati in mensa (questo dipende praticamente dal menu che viene prodotto), formare gli insegnanti sul tema e sull'importanza dei resti alimentari, e favorire i contatti tra i gestori delle mense, i servizi sociali dei comuni e gli enti caritatevoli che a oggi si occupano di questo aspetto.

Fatte e condivise queste valutazioni, chiediamo un impegno all'Assessore: inviare a tutti gli enti locali, ai dirigenti scolastici e ai gestori delle mense scolastiche, il documento di cui vi ho parlato sopra, "Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti". Il secondo punto è individuare strumenti per monitorare che tali linee vengano prese in carico e attuate. Il terzo aspetto: valutare dopo un confronto con il SIAN dell'USL la possibilità di inserire nelle prossime gare d'appalto, relative alle mense scolastiche, più volte la settimana pasta, pane integrale e legumi, la riduzione di salumi e di proteine animali e un frutto a metà mattina.

Presidente - È aperta la discussione generale. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Colgo l'occasione di questa mozione per intervenire in merito all'attività che viene svolta dal dipartimento di prevenzione a tuttotondo, o almeno da una parte di questo, rispetto alla collettività pubblica, perché oggi all'interno di un'interpellanza abbiamo avuto l'occasione di parlare del dipartimento di prevenzione per quanto riguarda i medici di sanità pubblica. Il mio intervento sarà diviso in due parti in cui ricorderò l'attività del dipartimento stesso.

Il dipartimento di prevenzione si occupa, per la parte che riguarda l'aspetto umano, della sanità pubblica, della sicurezza nei luoghi di lavoro, della medicina del lavoro, della medicina legale e il SIAN, come ha richiamato la collega, per gli aspetti che riguardano i generi e gli alimenti della nutrizione di origine vegetale rivolti all'uomo. Facendo quel piccolo inciso, di cui ho detto prima, abbiamo parlato di sanità pubblica, del dipartimento, delle vaccinazioni, delle particolarità di questo servizio, relativamente al distretto di Variney, di Pont Suaz e di Nus. È vero, c'è un'emergenza e l'Assessore l'ha ammesso: siamo intervenuti con una risoluzione, ma credo che l'attuale Assessore non abbia alcuna responsabilità rispetto a ciò che è avvenuto, perché ha ereditato delle situazioni che si sono incancrenite nel tempo. Dobbiamo però ricordare che la riforma sanitaria aveva previsto la delocalizzazione di molti servizi e la Regione Valle d'Aosta, in tal senso, negli anni, ancora prima della controriforma, ha operato creando questi distretti, che via via hanno assunto sempre più importanza e hanno visto impegnato il dipartimento di prevenzione.

Qual è la preoccupazione della popolazione? Non di tutta la popolazione valdostana, ma soprattutto di una parte che fa riferimento alla Unité des Communes del Grand Combin. La preoccupazione non è di dovere per un breve periodo di tempo sopportare questa emergenza, che ci vede costretti a rivolgerci agli ambulatori di Pont Suaz o a quelli di Aosta, ma è quella di vedere nel tempo sottrarre determinate competenze. Già in passato eravamo intervenuti: togliamo le vaccinazioni, poi - perché c'è una comunità di soli cinquemila abitanti e non vale la pena operare - togliamo anche le visite per la patente, poi togliamo altre cose e alla fine togliamo anche il servizio amministrativo e togliamo un servizio completo, che va contro il lavoro che abbiamo sempre fatto fino oggi.

Colgo questa occasione per dire che, come collettività di questa comunità e anche come utenti, siamo seriamente preoccupati per un servizio importantissimo, che non è solo quello delle vaccinazioni e che difficilmente riusciremo a risolvere nel breve periodo con dei concorsi, ma potremo solo risolverlo con delle convenzioni utilizzando il privato convenzionato. È per questo che mi permetto di sollecitare, anche da parte mia, quindi dai banchi della maggioranza, l'Assessore a risolvere questa situazione, che allarma tutta la popolazione. Non solo per quanto riguarda i vaccini, ma per tutta una serie di servizi che vengono erogati alla comunità, in questo caso del Grand Combin e, ho appreso oggi, anche di altre comunità. Quindi spezzo una lancia a favore di questo e assicuro l'appoggio incondizionato all'Assessore per ogni tipo di attività che vorrà rivolgere in tal senso.

Invece, per quanto riguarda la mozione, che vede di nuovo protagonista il dipartimento di prevenzione, mi permetto di intervenire per informare chi non lo sapesse e per ricordarlo a chi già lo sa, dell'attività che nel corso, penso degli ultimi vent'anni, il personale sanitario dell'USL operante presso il dipartimento ha svolto, proprio nel settore specifico che la collega ha richiamato, vale a dire nel settore della valutazione dell'apporto calorico dei pasti somministrati ai nostri figli. È da oltre vent'anni che l'azienda sanitaria svolge questa attività e non solo: oltre alla valutazione dell'apporto calorico, valuta anche, attraverso le analisi che vengono svolte, prima dall'USL e oggi dall'ARPA, anche delle cariche batteriologiche degli alimenti; non solo, anche dei principi attivi contenuti nella frutta e verdura che noi somministriamo ai nostri giovani utenti.

Quanto lavoro è stato fatto? Vado a memoria e l'Assessore potrà anche correggermi. Quando seguivo questo settore - intervengo perché era il settore di mia competenza - si controllava oltre la metà delle mense presenti in Valle d'Aosta in un anno. Dico questo perché allora l'organico era di diciannove ispettori, personale che operava nel campo della vigilanza ed era laureato in scienze della prevenzione, quindi con una preparazione specifica nel settore dell'alimentazione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel corso della sua attività, oltre a eseguire questi campionamenti, svolge anche una valutazione della salubrità dei locali e, attraverso interviste del personale operante, valuta la preparazione professionale degli inservienti, tenendo conto anche del contesto all'interno del quale questi operano. Perché gli accordi Stato-Regione riguardano anche e soprattutto, ahimè, come accade in Europa, delle regioni che non hanno le nostre particolarità, che non hanno le scuole e le mense di montagna. Capita ancora oggi in Valle d'Aosta, che le mense siano gestite direttamente dall'Amministrazione comunale e mi permetto di dire che questo è un valore aggiunto rispetto alle mense di una città metropolitana dove si ha un servizio diverso o anche solo rispetto alle mense di Aosta. Unitamente a questo personale, operano anche dei medici che hanno il compito preciso di svolgere delle consulenze sui menu che vengono somministrati ai ragazzi che frequentano le mense. Quindi mi sento di dire, e lo posso anche provare, che tutti i menu delle nostre mense sono validati da un medico, che si occupa in maniera specifica di alimentazione. Non solo, quando le mense hanno qualche richiesta particolare, possono rivolgersi a questo medico. Tali medici - all'origine erano due, adesso ce n'è solo uno per i noti problemi di personale - sono a disposizione anche per consulenze di altro tipo e da sempre le hanno svolte con notevole professionalità.

Ancora, riferendomi alla mia personale esperienza di amministratore locale e forse perché nutro una sensibilità particolare verso l'argomento, aggiungo, come lei ha ricordato, che da oltre dieci anni si attuano dei menu particolari, dove si è cercato, attraverso l'opera del CELVA, di incentivare l'utilizzo degli alimenti a chilometro zero. Ciò comporta qualche problema nel bilanciamento del pasto, perché se a Valpelline proponiamo la seupa à la valpellinentze è chiaro che l'apporto calorico è un pochino elevato rispetto a quello che viene richiesto da un pasto più dietetico. Quindi, per cercare di allineare le esigenze delle famiglie con, invece, i dettati delle linee guida ministeriali, da sindaco ha incentivato degli incontri tra i genitori, il medico delegato e l'amministrazione comunale. Devo dire che sono stati momenti di confronto molto acceso. Perché ho ricordato questa attività? Per dire che il problema molte volte non viene dall'ente locale o dall'ente gestore della mensa, ma viene direttamente dalle famiglie. Quindi noi dobbiamo formare la famiglia, oltre a educare il bambino, perché le esigenze della famiglia sono diverse dalle nostre in quanto amministrazione pubblica.

Condividendo tutto quello che lei ha detto, ho colto l'occasione per significare un pochino tutto quello che è stato fatto nel tempo e per dire che l'Amministrazione regionale, le amministrazioni comunali, ma soprattutto l'azienda sanitaria locale con il dipartimento di prevenzione, opera da più di venticinque anni nel settore specifico, senza tralasciare i controlli e la vigilanza in questo settore. Mi permetto, signor Assessore, di spezzare una lancia a favore delle professioni sanitarie: diciannove erano gli ispettori che si occupavano di questo argomento vent'anni fa o dieci anni fa, oggi sono rimasti in otto più un coordinatore. Questo è quello che capita nella sanità in generale: ci preoccupiamo tanto dei medici, ma dovremmo preoccuparci delle professioni sanitarie in generale, perché il piano della prevenzione, che dobbiamo ancora vedere operativo, è importante soprattutto quando parliamo della prevenzione primaria, ma se vogliamo avviare questi discorsi dobbiamo avere il personale per farlo. Quindi, colleghi e Assessore, se si vorrà adottare una risoluzione o un percorso che inviti l'amministrazione sanitaria ad assumere dei tecnici della prevenzione, avrete sicuramente il sostegno mio e di Pour Notre Vallée, Area Civica e Gruppo Misto. Ricordiamoci che un euro speso in prevenzione significa tanti euro risparmiati nella cura delle persone, quindi il primo punto sul quale noi dovremo orientarci è sicuramente la formazione dei piccoli, la formazione dei genitori, la formazione continua in medicina. Visto che ieri abbiamo parlato di formazione dei politici, ricordo a tutti che il personale sanitario, a volte, si paga la formazione continua in medicina per avere i crediti ECM, che sono necessari per proseguire nella propria professione senza avere degli intoppi. Orientarsi verso la prevenzione da parte nostra è una cosa molto importante.

Presidente - Altre richieste di intervento? La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Intervengo velocemente per aggiungere una proposta, perché noi facciamo opposizione, ma anche proposte. Questa proposta fa riferimento alla legge 166 del 2016, che concerne la dotazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, nonché all'inserimento dell'emporio solidale Quotidiamo nel piano povertà della Regione, approvato dalla Giunta regionale a fine dicembre 2018. Fermo restando che, come sottolineava molto bene la collega Russo, l'impegno principale sarebbe quello di evitare di produrre sprechi all'origine, la nostra proposta è di inserire l'obbligo di conferire all'emporio solidale Quotidiamo tutto il cibo non utilizzato. Chiaramente questo cibo dovrebbe essere opportunamente abbattuto e confezionato sottovuoto da chi si aggiudicherà l'appalto e comunque l'emporio è attrezzato per la conservazione dei prodotti freschi. Questa è la proposta che vorremmo venisse tenuta presente dalla mozione.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Sarò anch'io brevissimo e innanzitutto ringrazio il collega Restano per avere chiarito l'aspetto, che è assolutamente importante, relativo ai controlli. È una cosa di cui abbiamo già avuto modo di discutere in altri consessi, ma volevo aggiungere un dettaglio a quanto ha appena affermato la collega Pulz e in generale anche sul senso della mozione.

C'è un problema fondamentale sull'utilizzo di questo cibo. Voi sapete che, per la maggior parte, questi sono cibi - sul comune di Aosta funziona così e lo prendo per fare un esempio, perché credo sia il riferimento anche tra quelli più grandi - che vengono cucinati da un centro di cottura e poi veicolati nelle varie scuole. Esistono due tipi di problemi per i cibi cotti di questo tipo, ma anche sui cibi in genere, veicolati tramite Gastronorm, che sono contenitori alimentari per dosi multi porzione. Il primo problema è quello di riutilizzare il cibo già cotto: all'arrivo nelle varie refezioni i contenitori vengono aperti, questo cibo si deteriora e il trasporto dal luogo in cui è stato aperto a un eventuale secondo luogo - per esempio l'emporio Quotidiamo - risulta impossibile, se non rischioso, per la salute. Anche perché - credo che anche il collega Restano abbia un'esperienza di questo tipo - c'è un problema di contaminazione: se uno di questi cibi si contamina e arriva all'interno dell'emporio o di qualsiasi mensa e viene consumato e l'utente finale accusa un problema, una malattia piuttosto che un banalissimo problema, c'è un problema di responsabilità. Di chi è la colpa? Dell'ente che fornisce questo pasto riciclato o dell'ente che l'ha fornito a monte e che l'ha trasportato? E questo è un primo problema.

Il secondo problema è relativo alle quantità. Noi sappiamo che giustamente, proprio per venire incontro al tema del contrasto allo spreco del cibo - vi parlo sempre per esperienza del comune di Aosta - si cerca di veicolare questi pasti secondo un calcolo, che viene fatto tutte le mattine, con cui si cerca indicativamente di veicolare dei pasti che siano in numero corretto. Ci sono degli avanzi, che sono quantità molto basse, ma soprattutto che variano rispetto a quelli che c'erano in passato. Una volta si faceva il pasto per tutti gli alunni potenziali, quindi se c'erano duecento alunni che potenzialmente potevano mangiare, si preparava per duecento persone, se poi erano cento, c'erano porzioni che avanzavano, perché era impossibile prevederlo dal giorno prima al giorno dopo. Invece oggi - c'è una applicazione attiva sul comune di Aosta - si può prevedere giorno per giorno con la prenotazione quanti saranno i pasti, quindi si è ridotta enormemente la quantità di spreco.

Dicevo, però, che c'è un problema di quantità, perché anche cercando di venire a questo tipo di esigenza, quindi evitando il trasporto di questi cibi ed evitando la contaminazione in altri luoghi, succede questo: non posso dire a dieci persone di andare a mangiare se la quantità magari non è dieci, se non ci sono avanzi o magari oggi sono quindici e domani sono sei; c'è un problema di questo tipo.

A oggi sul comune di Aosta questo problema viene risolto in alcune istituzioni, non in tutte, utilizzando questi cibi per chi ne fa richiesta per l'utilizzo animale, per esempio il canile o le persone che hanno degli animali. Questa è una soluzione che è stata applicata e che ho trovato peraltro molto efficiente. Credo che il confezionamento, che suggeriva prima la collega Pulz, sia un po' difficile nelle grandi realtà, perché bisognerebbe fare un confezionamento in loco e peraltro sempre con i problemi che ho citato. Credo che questo sia un po' il nodo da sciogliere sul tema.

Semplicemente volevo fornire il mio contributo, perché siamo tutti d'accordo sul fatto che non si debba sprecare cibo, siamo tutti d'accordo che, se si può, il cibo che avanza vada dato alle persone che sono in stato di necessità. Il problema sono le modalità di distribuzione e di utilizzo.

Presidente - La parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Volevo dare anche io il mio piccolo contributo a questa interessante iniziativa della collega Russo. Visto che è da più trent'anni che scarico merce alimentare nelle mense, ne ho viste un po' anch'io e approfitto della presenza e delle competenze del collega Restano, affinché mi dia conforto.

Un problema è la data di scadenza. Voi sapete benissimo che sulle confezioni c'è una data "preferibilmente entro": è un consiglio al consumo, ma questo non significa assolutamente che la merce il giorno dopo quella data sia deteriorata, ma lì veramente si assiste a uno spreco enorme di merce, che viene gettata mentre ancora è totalmente commestibile. Non sarà competenza della nostra amministrazione, però sappiate che il "preferibilmente entro" è veramente fonte di tonnellate e tonnellate di sprechi alimentari e io mi augurerei che il legislatore prendesse qualche iniziativa in questo senso.

La seconda questione è il ruolo dei controlli degli operatori dell'USL. Benissimo la prevenzione, ma tanti operatori economici, sovente, la vedono come una repressione. Quindi io spero che l'USL sia sempre più per la prevenzione e meno per la repressione.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Anch'io, come i colleghi che sono intervenuti, volevo dare un piccolo apporto a questa mozione, partendo da un lavoro che è stato fatto in passato e che viene comunque ricordato anche nella prefazione della mozione stessa. In passato già si è fatto un lavoro importante - ai tempi facevo il sindaco e facevo parte della commissione - e si era partiti dal presupposto di portare all'interno delle mense delle scuole i prodotti valdostani, come ha già ricordato il collega Restano, prodotti a chilometro zero, proprio perché si voleva dare un certo indirizzo, di mangiare sano, di dare cose sane ai nostri bambini. Quindi, è già stato fatto un grande lavoro e ciò viene riconosciuto.

Il problema, a mio avviso, è proprio quello che è stato evidenziato da chi mi ha preceduto, che è quello delle famiglie. Proprio all'inizio del progetto "Io mangio valdostano", le più grandi problematiche che ci sono state all'interno delle mense scolastiche sono state poste dalle famiglie, perché si lamentavano che c'era troppa verdura, che non c'era pasta e via dicendo; non entro nei particolari. Però principalmente è quello il problema. Quindi a mio avviso si dovrebbe partire da lì, spiegando tutta una serie di situazioni.

Poi qui si chiede di aggiungere un frutto: benissimo! Tante mense lo stanno già dando: ve lo garantisco, a Pollein succede. Ricordava il collega Manfrin delle mense di Aosta, amministrazione che ha fatto una certa scelta. Altre amministrazioni hanno fatto scelte differenti, molto probabilmente con numeri inferiori, questo lo riconosco, però per esempio nel comune in cui facevo il sindaco, a Pollein, abbiamo una mensa con un cuoco e un aiuto cuoco che tutte le mattine, in funzione del numero di bambini, cucinano dei pasti su dei menu adattati all'appalto, ma con delle grammature certificate dall'USL. Quindi sotto quell'aspetto io mi sento tutelato su cosa mangiano i bambini in quella mensa.

La mozione parlava di altre tipologie di cibo: ben vengano, ma a mio avviso le problematiche nascono con le discussioni all'interno delle famiglie, perché poi i bambini non mangiano; questo è per chiarire tutta una serie di aspetti.

A mio avviso, alla base della mozione l'errore è impegnare il Consiglio regionale a trasmettere agli enti locali, invece dovrebbe essere l'inverso. Vale a dire che, essendo gli enti locali comunque rappresentati da sindaci e amministratori che hanno il polso della situazione, è da lì che dovrebbero partire le cose e chi ha fatto scelte diverse, cioè non con pasti preconfezionati, ha fatto delle scelte giuste e logiche. È chiaro che i costi aumentano, perché il buono mensa, dove si è optato per queste soluzioni, è di un importo superiore ad altri. Abbiamo delle iscrizioni di bambini di altri comuni, perché c'è la mensa scolastica dove si fa da mangiare giornalmente, con il cuoco e l'aiuto cuoco. Quindi imporre tutta una serie di tipologie di cibo non è una cosa logica.

Permettetemi ancora un passaggio, dopodiché termino. Il problema dello spreco, a mio avviso, proprio con la tipologia di organizzazione che c'è, con il numero di pasti giornalieri, cioè vale a dire che il mattino si sa quanti bambini sono ammalati e quindi quanti bambini accederanno alla mensa, di spreco alimentare ce n'è veramente poco, per le realtà che conosco. Chiaramente poi, se qualcuno conosce delle realtà che non funzionano bene, io non lo so. Conosco delle realtà che funzionano molto bene. E in tal senso, si è già fatto molto e gli enti locali hanno già fatto molto.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Io ho ascoltato con attenzione le cose che sono state dette, ed effettivamente c'è del vero in tutto quello che ho sentito. Partendo dall'impegno della mozione, si chiede di inviare queste linee di indirizzo agli enti locali e poi di individuare gli strumenti per monitorare che le linee vengano attuate e, infine, di valutare se inserire più volte alla settimana alcuni alimenti e di ridurre le proteine: ritengo che questo impegno sia quello su cui bisogna concentrare l'attenzione. Poi sappiamo benissimo - è vero quello che diceva il collega Bianchi e che ha richiamato anche qualcun altro - che spesso sono le famiglie a non recepire quelli che devono essere gli indirizzi.

Io credo che la mensa scolastica, che ha una valenza non soltanto di tipo alimentare, ma anche educativa, riesca a fare un lavoro che è quello di aiutare a un'alimentazione più corretta i bambini che, almeno una volta al giorno, hanno sicuramente la possibilità di consumare un pasto più equilibrato e più adatto alla loro età evolutiva e che ha bisogno dell'apporto di questi nutrienti. Avere un cuoco e avere delle mense, come ci ha ricordato il collega Bianchi, che cucinano regolarmente e sulla base delle effettive prenotazioni, ha un senso e ha un costo maggiore. Però è in questa direzione che, secondo me, dove è possibile muoversi, bisogna andare.

La questione degli sprechi. Si presuppone che, nel momento in cui si sa quanti bambini devono mangiare, il pasto venga cucinato sulla base di questi numeri, però spesso si crede che tutto quello che viene cucinato, e non è soltanto un piatto generalmente, venga consumato; sappiamo che spesso non è così. C'è un primo, un secondo, un frutto, quello che è, ma i bambini non mangiano sempre tutto. Quindi la questione dello spreco, anche quando i numeri sono certi, esiste. E se questa eccedenza di cibo si può recuperare in qualche modo, con tutte le difficoltà che sono state ricordate anche dal collega Manfrin, a mio avviso, considerata la quantità di cibo che si spreca giornalmente in questo paese, davvero recupereremmo molto e lo potremmo destinare a chi ne ha effettivamente bisogno. È qualche cosa di complesso da organizzare, ma io credo che ne valga la pena, per cui dal mio punto di vista l'impegno su cui questa mozione insiste è assolutamente condivisibile.

Presidente - Non ci sono altre richieste. È chiusa la discussione generale. Per la replica, la parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Ringrazio i proponenti di questa mozione perché ci danno modo di confrontarci in Consiglio regionale su un tema, che è certamente molto sentito, come dimostrato dal fatto che molti colleghi, che sono intervenuti, abbiano dato il loro apporto: il collega Restano in qualità di persona competente, in quanto facente parte del dipartimento di prevenzione, ma poi anche tutti gli altri, che hanno dato sicuramente il loro contributo. Credo che sia opportuno dire che cosa in realtà sia stato fatto, che cosa si è mosso. Il collega Bianchi ha anticipato alcuni passaggi nel suo percorso di sindaco: certamente è stato protagonista di questi passaggi.

Va detto che l'USL, in considerazione del fatto che esercita le funzioni di tutela della sicurezza alimentare, nonché della prevenzione alla salute, immediatamente, su sollecitazione dell'assessorato, nel novembre 2018, ha comunicato a una serie di destinatari - al direttore sanitario, al direttore della direzione medico-ospedaliera dell'azienda USL, al direttore della struttura complessa di igiene degli alimenti e della nutrizione, al presidente del CPEL, alla società di servizi, agli asili nido interaziendali, garderie d'enfance, asili nido, eccetera, al Sovrintendente agli studi, ai dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e anche al Convitto regionale Federico Chabod - le linee guida e di indirizzo che sono state rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine proprio di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione di alimenti. Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 30 ottobre del 2018 e sul sito internet della Regione Valle d'Aosta nella sezione "canali tematici".

Successivamente il dirigente, con nota del 28 dicembre, ha fornito la medesima informazione sull'entrata in vigore di queste linee di indirizzo a tutta una serie di soggetti, in considerazione della competenza all'assegnazione di finanziamenti concernenti il servizio mensa: alla società Markas di Bolzano alla quale spetta la fornitura del servizio di mensa scolastica, in particolare a studenti di scuola secondaria di secondo grado, presso la struttura di via Garibaldi e presso varie scuole.

Si fa presente che sin dall'aggiudicazione del relativo appalto, ossia dal primo ottobre 2015, l'articolazione settimanale del menu è stata elaborata in accordo con il competente servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione dell'azienda USL. I menu prevedono, a titolo esemplificativo, l'impiego di pasta integrale, di polpette di ceci, di orzocchi alla zucca, di hamburger di soia, di insalate di farro, di insalata di pasta e legumi e tra l'altro anche di prodotti biologici quali la pasta, il riso e l'olio extravergine di oliva. Le linee di indirizzo sono state trasmesse anche ai sindaci dei comuni ai quali spetta la fornitura del servizio di mensa, agli insegnanti di ogni ordine e grado, nonché a quelli che svolgono compiti di assistenza agli alunni dell'infanzia nel momento della refezione. Sono state inviate alle varie ditte, alle varie cooperative, che sono ovviamente coinvolte e alle quali i comuni hanno aggiudicato il servizio di mensa - non sto a citarle perché è un lungo elenco - che viene erogato anche agli insegnanti di ogni ordine e grado, all'istituto Gervasone di Châtillon, eccetera.

In queste note si è evidenziato che la riduzione dello spreco alimentare nella catena di produzione, dalla trasformazione industriale fino alla fase di distribuzione e consumo, rappresenta uno delle più importanti sfide di questo secolo. Ne abbiamo consapevolezza e l'abbiamo verificato dagli interventi che si sono succeduti, specie se rapportato alla criticità dell'attuale contesto socioeconomico della popolazione e dalla concomitante necessità di implementare la solidarietà sociale e la sostenibilità ambientale. Direi che c'è stata una diffusione e una comunicazione piuttosto capillare e incisiva. Trattandosi ovviamente di linee di indirizzo, a rigore nessun obbligo può sorgere nei confronti dei destinatari, tanto più che tali linee di indirizzo sono state approvate con un'intesa Stato-Regioni, proprio ai sensi dell'articolo 10 della legge 19 agosto 2016, che veniva evidenziata dalla collega Pulz nel suo intervento, in cui viene sancito che le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione delle indicazioni contenute nel documento con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislatura vigente.

Gli interventi nutrizionali sulla ristorazione collettiva vengono già condotti dalla struttura igiene alimenti e nutrizione (SIAN) del dipartimento di prevenzione dell'azienda USL, tenendo conto delle indicazioni delle linee guida nazionali per la ristorazione scolastica, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni: le linee di indirizzo, rivolte agli enti gestori di mense scolastiche per ridurre lo spreco connesso alla somministrazione di alimenti, questo è il titolo del capitolo. Tra i compiti istituzionali del SIAN, in particolare rientra anche la verifica, il controllo delle tabelle dietetiche e la consulenza sui capitolati per la ristorazione collettiva. Al 31 dicembre 2018, in riscontro a richieste di valutazione di dietetici, ai fini del visto di approvazione, consulenza sui capitolati, formulazione di diete speciali, sono stati emessi dal SIAN 51 documenti ed è stata assicurata consulenza e supporto alle commissioni mensa dei vari comuni della Valle su tematiche nutrizionali e di sicurezza alimentare. Gli interventi per il miglioramento della qualità nutrizionale nella ristorazione scolastica, nonché l'educazione al gusto fanno appunto parte dei LEA. Nel 2018 c'è stato un rapporto continuo di collaborazione con i comuni della regione e, con altre istituzioni come il CELVA, si sta procedendo come per il settore privato alla realizzazione di iniziative di educazione sanitaria e promozione della salute da realizzarsi nell'ambito del servizio di ristorazione scolastica. Così come sono stati attuati incontri organizzativi con il coinvolgimento di insegnanti e genitori e controlli nelle mense collettive. La valutazione e il monitoraggio sull'applicazione delle linee guida sulla qualità nutrizionale dei pasti comprende anche la valutazione dello spreco.

Nel 2018 sono stati sottoposti a controllo chimico i pasti completi di 29 mense scolastiche. Tra le mense controllate la maggior parte delle comunità disponevano di un dietetico approvato dal SIAN, anche se in alcuni casi è stata riscontrata una parziale o totale modifica: ecco che qui intervengono le famiglie che in qualche modo cercano di sollecitare la fornitura di pasti di tipo differente rispetto a quelli indicati nel capitolato. A seguito del monitoraggio nelle mense, ovviamente quelle sottoposte a controllo, le porzioni in generale sono risultate adeguate per i primi piatti, quasi sempre sottodimensionate per i secondi e sempre sottodimensionate per contorni e frutta. A fronte di ciò, è stata riscontrata anche una considerevole quantità di scarti nei primi, nei secondi e nei contorni. I bambini mangiano poco, sia in termini di numero di porzioni con scarti, sia in termini di quantità media in grammi di scarto per porzione: i risultati sono molto simili agli anni precedenti ed è un trend che va avanti negli anni. Questo conferma la scarsa abitudine dei bambini a consumare verdura e frutta, ma impone anche la necessità di interrogarsi sulle motivazioni, trovare soluzioni e prevedere fin dalla tenera età interventi didattico educativi per favorire nei bambini un buon rapporto con il cibo e l'acquisizione di corrette abitudini alimentari.

Il dietetico approvato dal SIAN è completato con un percorso, che è stato fatto e che ha dato dei risultati e dei riscontri oggettivi. Per quanto riguarda la gestione del recupero del cibo, ci sono ovviamente delle oggettive difficoltà di sicurezza degli alimenti che vengono recuperati, sulla base delle scadenze, come indicava il collega. Quindi, sulla base di questo, ci sarà ancora molto da lavorare per capire quali possano essere i percorsi che andranno a essere effettuati.

Direi che, rispetto a quanto avete chiesto nella mozione, intanto è stato fatto un rapporto di comunicazione molto efficace e molto forte tra l'azienda USL, il dipartimento di prevenzione e tutti gli attori coinvolti. La comunicazione è attiva e i controlli si stanno facendo, invece per il recupero dello spreco ancora ci sarà molto da lavorare. Da questo punto di vista noi riteniamo di avere ottemperato a quel percorso, quindi, se vuole, su questo tema ci ritorneremo, magari in Commissione, ma la mozione la invito a ritirarla, altrimenti noi ci asterremo, perché le cose sono state fatte.

Presidente - La parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - Assessore, ero molto consapevole che questi sono dei temi molto complessi. Volevo fare due precisazioni ai colleghi che hanno parlato della resistenza delle famiglie ai cambiamenti. Chi di noi lavora con i genitori - io lavoro parecchio con i genitori - sanno che le loro resistenze ci saranno sempre, in qualsiasi tipo di cambiamento verrà proposto, perché la resistenza è la prima reazione. Le mamme si preoccupano sempre di tutto quello che cambia la routine e, se poi tocchiamo il problema del cibo, che è legato ai fantasmi più reconditi di ognuna delle mamme sulla sopravvivenza, sulla vita, sull'origine, sollecitiamo un ambito delicatissimo.

Io però credo che le istituzioni abbiano un dovere preciso in tale ambito, cioè debbano avere una visione di ampio respiro. Quello che io volevo portare con questa mozione era sicuramente un'osservazione su alcuni punti, ma era un'idea di visione: vedere una Regione che riesca a capire quanto l'alimentazione non sia solo una questione di cibo, ma sia una questione di educazione e sia di una questione di prevenzione. In questo momento di grandissime risorse finanziare che sono state contratte in modo importante, noi dobbiamo capire che solo lavorando sulla prevenzione avremo dei risultati! La prevenzione fa in modo che tutte le future malattie, cui andremo incontro, si ridurranno a livello numerico e soprattutto questo avrà un risvolto sulla spesa sanitaria, che al momento è altissima soprattutto sulle malattie croniche: mi sembra che questa sia la visione che noi chiedevamo nella mozione.

Io sono d'accordo che sulla redistribuzione del cibo prodotto ci saranno dei problemi, ma la nuova legge anti spreco va proprio in questa direzione, verso la semplificazione di questo. E noi non siamo la prima regione che si preoccupa di questo: l'Emilia Romagna, la Lombardia in qualsiasi scuola hanno già messo in moto meccanismi di redistribuzione. Tutti i problemi rilevati sul fatto della carica batterica, sono veri, ma la carica batterica è limitata ai prodotti cucinati, i prodotti freddi questo problema non ce l'hanno. Quindi mi dispiace perché, secondo me, abbiamo perso un'occasione per avere una visione più ampia su un tema importante.

Volevo solo aggiungere un'altra questione. Quello che mangiamo incide in modo importante su due aspetti: sul nostro benessere fisico e anche sul benessere mentale, questo ce lo dimentichiamo. Noi mangiamo tre, quattro, cinque volte al giorno e le nostre capacità cognitive, cioè l'attenzione e la concentrazione, sono influenzate in modo importante dagli alimenti che mangiamo. È questa la direzione in cui io avevo pensavo alla mozione.

Presidente - La parola al collega Rollandin.

Rollandin (UV) - Je crois que le thème est engageant et important. Les collègues ont déjà mis en évidence ce qui a été fait pendant ces années dans les cantines scolaires. Je crois que là - même s'il n'est pas si évident, mais c'est la chose plus simple - la vraie difficulté c'est de faire comprendre aux parents quel est le système de justement prévoir qu'il y ait dans les familles une attention spécifique, car, comme vous venez de dire, une fois ils mangent à la cantine, mais pour le restant ils mangent à la maison. On peut le voir aussi dans la plupart des cas, dans les communes ou dans les autres établissements: l'enfant, le jeune est surtout conditionné de ce qui se passe à la maison; il arrive à la cantine scolaire et le système, pour la plupart, est différent dans la totalité.

Io credo che questo non sia un tema secondario, perché bisognerebbe a poco a poco cercare almeno di fare capire anche ai genitori che ci deve essere un approccio diverso. Altrimenti c'è un contrasto molto forte tra quello che succede nella mensa scolastica e quello che succede per gli altri pasti. Come lei diceva giustamente, si fa la merenda il mattino, poi il pasto della sera: tutto questo porta a delle situazioni che diventano quasi paradossali, per cui un pasto su quattro lo fa bene, cioè secondo il SIAN, con tutti i controlli, ma poi arriva a casa ed è un altro mondo. Allora, bisogna cercare poco a poco anche di indirizzare e di fare un'azione con i genitori, attraverso i figli. Questo è uno degli aspetti che molto spesso è stato usato anche pedagogicamente, di intervenire sulle famiglie attraverso i figli, che sono convinti di quello che man mano succede.

Volevo solo sottolineare questo aspetto che indubbiamente non è secondario, perché la gran parte passa attraverso questo canale. E condivido quello che lei diceva che poi la salute, in conseguenza a tutto il resto e alle abitudini, passa attraverso il cibo che noi condividiamo.

Presidente - La parola all'assessore Certan.

Certan (ALPE) - Semplicemente un piccolo contributo, perché la collega Russo nel suo secondo intervento ha detto: abbiamo perso un'occasione per una visione. Io credo che l'intervento dell'assessore Baccega abbia messo in evidenza come invece questa tematica sia presa in considerazione. Lo stesso intervento del collega Restano, ma anche di altri colleghi, ha messo in evidenza quanto si sia fatto e si stia cercando di migliorare in questi anni a livello di enti gestori, perché poi sono spesso i Comuni e le Unités des Communes che si occupano di questi servizi, proprio nella visione e secondo l'indirizzo che lei indicava. Credo che il famoso detto siamo quello che mangiamo, sia da sottolineare per questo aspetto.

Noi condividiamo che l'istituzione o comunque un'amministrazione debba avere una visione che vada al di là delle paure o dei dubbi che possono avere giustamente delle famiglie, le quali non hanno tutti gli elementi per poter fare valutazioni di quel tipo. Come assessorato chiederò agli enti locali di andare ad approfondire, perché non tutte le istituzioni, non tutte le mense sono gestite nello stesso modo ed è importante avere un monitoraggio su questo. Però io credo che l'idea, che lei ha provato con questa mozione a dare, sia davvero passata e non è assolutamente messa in dubbio. Questa visione dell'importanza del cibo e sull'importanza, soprattutto, del ruolo che il cibo ha nell'educazione, nello stile di vita, ma anche nello sviluppo del bambino o del ragazzo e quindi anche poi della persona adulta, credo che sia assolutamente presa in considerazione e nelle nostre risposte sia stato messo in evidenza. Penso lo stiano prendendo in considerazione anche le scuole: molte hanno una serie di programmi sull'educazione all'alimentazione e contro lo spreco, che vanno in questa direzione.

Dalle ore 16:34 assume la presidenza il vicepresidente Rollandin.

Rollandin (Presidente) - Ha chiesto la parola l'assessore Viérin, ne ha facoltà.

Viérin (UVP) - Il dibattito è stato molto interessante. Alcuni colleghi hanno ricordato i progetti del passato e vorrei sottolineare l'importanza - al di là poi dell'esito dell'approvazione: come è stato ricordato, non è una mancanza di sensibilità - che su questi temi ci sia una sinergia, affinché si riduca lo spreco e ci sia una alimentazione sana, ci sia, ove possibile, l'utilizzo di prodotti a chilometro zero, quindi locali e a filiera corta. Il collega Bianchi era sindaco e citava il progetto "io mangio valdostano", che era stato un accordo tra l'Assessorato istruzione e cultura e il collega Gerandin, il quale era presidente del CELVA. Mettemmo in campo questa azione, accanto ad altre misure che avevano altre finalità, proprio perché l'idea era, pur rispettando l'autonomia decisionale e l'autonomia di ogni ente nelle proprie funzioni, di siglare dei protocolli d'intesa che dessero degli indirizzi. E l'indirizzo era appunto di cercare di sensibilizzare le famiglie in primis e poi gli enti gestori, affinché si potesse addivenire alla possibilità, prima ancora di gustare altre possibilità, di avere la possibilità di valorizzare la filiera agroalimentare valdostana. L'educazione e gli stili di vita: avevamo anche organizzato dei momenti formativi e divulgativi per le scuole, con degli esperti di alimentazione, proprio per cercare di fare un lavoro corale.

Credo che la possibilità oggi di suscitare il tema sia una possibile riattualizzazione della tematica, che non solo non è superata, ma va veramente attualizzata. Oggi, in una società che è in profonda evoluzione - la collega Russo l'ha bene ricordato - le sfide sono distrattive anche per quanto riguarda i corretti stili di vita e di alimentazione. La maggior parte del tempo che i nostri ragazzi, i nostri giovani passano in termini di alimentazione e di educazione sono quelli scolastici, nelle mense e nei servizi a cui accedono.

Aggiungo una disponibilità a lavorare, visto che questa mattina si è parlato di prodotti e di eccellenze. Al di là di tutta la filiera da promuovere e da valorizzare, è necessario rilanciare - oggi abbiamo un paniere valdostano molto articolato rispetto a dieci o quindici anni - per avere una possibilità in più che si aggiunge alle tematiche che i colleghi hanno sottoposto. Quindi in questo senso queste brevi considerazioni.

Presidente - Altri che intendono prendere la parola? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Volevo ringraziare la collega Russo per l'iniziativa, perché è indubbiamente condivisibile e perché tutto è migliorabile. Comunque ci si era già mossi nel passato in questa direzione. Come qualcuno ha sottolineato, all'epoca ero presidente del CELVA e per le mense c'era una deregulation totale: non c'erano dei menu, non c'erano dei nutrizionisti, non c'era nessun esperto in alimentazione che desse delle indicazioni e, nello stesso tempo, avevamo delle forniture dove la più parte degli alimenti arrivavano da fuori Valle, con dei percorsi infiniti.

Abbiamo provato a introdurre "Io mangio valdostano": ci sono stati dei menu predisposti da nutrizionisti, da gente che si occupava di alimentazione e si è cercata la giusta mediazione, così la chiamo. Siamo partiti nella direzione di cui dicevamo: bisogna essere molto rigidi, mettiamo dei menu con un'attenzione prima tutto all'educazione alimentare. Dopo una settimana, dieci giorni siamo stati subissati di lettere di genitori che dicevano: mio figlio a scuola non mangia più e abbiamo dei grossi problemi. E allora si è cercata una giusta mediazione.

Con questo colgo lo spirito migliorativo e propositivo della mozione. Chiederei, se possibile, di essere un po' meno tranchant in questa volontà - però il giusto richiamo io lo condivido - proprio per queste difficoltà oggettive. Ricordo che in questo momento c'è la possibilità concreta per le mense, quelle che confezionano in loco, addirittura di fornirsi in negozi alimentari di paese: nelle macellerie, perché abbiamo anche la carne in questi menu, dai fruttivendoli, se ci sono rivenditori di verdura in loco. Si è davvero aperto un altro modo di pensare la mensa e gli alimenti dei bambini. Poi non saranno dal punto di vista alimentare i prodotti migliori, ma sicuramente sono quelli che hanno meno conservanti o altre controindicazioni. La Valle d'Aosta è talmente piccola che penso che, come tutte le cose di buon senso, ci debba essere una giusta mediazione tra le diverse esigenze.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 33

Votanti: 6

Favorevoli: 6

Astenuti: 27 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al collega Daudry.

Daudry (UVP) - Semplicemente per chiedere una breve sospensione per una riunione di maggioranza.

Presidente - Una breve sospensione è accordata.

La seduta è sospesa dalle ore 16:45 alle ore 17:58 e dalle ore 17:59 assume la presidenza la presidente Rini.