Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 78 du 26 juillet 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 78/XV - Reiezione di mozione: "Esenzione del ticket sanitario per le prestazioni conseguenti ad atti di violenza sessuale e domestica".

Fosson (Presidente) - Punto n. 41 dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Mossa per l'illustrazione.

Mossa (M5S) - Il contrasto alla violenza di genere non è soltanto una grande questione di civiltà e di rispetto dei diritti umani, ma è anche una vera e propria questione sociale dal momento che riguarda classi, famiglie, generazioni e gruppi etnici di riferimento. Come sostiene l'Organizzazione mondiale della sanità, è inoltre un grave problema di salute pubblica che incide direttamente sul benessere fisico e psichico delle donne e indirettamente sul benessere sociale e culturale di tutta la popolazione; è una questione epocale per dimensione e sviluppo nel tempo troppo spesso colpevolmente sottovalutata. Allo stesso tempo la violenza di genere è anche un fenomeno assai difficile da contrastare, perché si annida negli interstizi della società, spesso sfuggenti e insospettabili, manifestandosi perlopiù silenziosamente nella vita quotidiana e riuscendo a presentarsi come evento accidentale persino nella percezione delle vittime stesse. Vittime che, dopo aver subito violenza, hanno grandi difficoltà a condurre una vita lavorativa e socialmente equilibrata. Questo nonostante la cronaca veda crescere incessantemente e a dismisura il numero di donne vittime di violenza, è difficile da concepire, da ammettere, da razionalizzazione, da accettare in una società democratica civilizzata e culturalmente avanzata come la nostra, dove le questioni affettive, familiari e di coppia vengono relegate ad una dimensione privata.

Il fenomeno nella sua globalità è complesso da analizzare, in quanto gli autori di reato commettono gli episodi perlopiù entro le mura domestiche e ciò comporta, dato il legame spesso di natura intrafamiliare tra autore e vittima, il silenzio di quest'ultima, che concorre ad accrescere il cosiddetto "numero oscuro". Da ciò derivano i limiti dell'analisi di un fenomeno per sua natura sommerso, del quale non è facile tracciare i contorni. Per lungo tempo è stato considerato, come osservato, un fenomeno privato da relegare nel segreto del focolare domestico. Si è ritenuto anche che gli uomini violenti fossero degli individui di ceto sociale basso, degli individui poveri, frustrati, alcolizzati che si vendicavano sulla donna del proprio decadimento sociale e delle umiliazioni subite, mentre attualmente, in base a dati statistici, si sa che il fenomeno è molto più ampio e tocca tutti i ceti sociali e tutte le culture.

Le donne che hanno subito violenza invece provano vergogna, si sentono in colpa, si considerano inadeguate e incapaci di reagire. La violenza è infatti un attacco all'integrità fisica e psichica della donna che produce pesanti effetti e conseguenze, un potente fattore di rischio per la salute mentale della donna. La legge regionale n. 4 del 25 febbraio 2013, finalizzata ad assicurare alle vittime di violenza di genere misure di sostegno, prevede una relazione annuale da parte del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere. Da tali relazioni si evince che le attività volte alla prevenzione e alla sensibilizzazione del fenomeno stanno riscuotendo un significativo successo: questo vuol dire che si sta viaggiando nella direzione giusta, ma siamo ancora molto lontani dal contrastare questo fenomeno a 360 gradi. Le misure di sostegno - per dirne una - sono ancora insufficienti. Con la nostra mozione impegniamo il Governo regionale a garantire l'esenzione del ticket sanitario per tutte le prestazioni conseguenti ad atti di violenza di genere. Il pacchetto, chiamiamolo così, dovrebbe comprendere visite psicologiche, infettivologiche, psichiatriche, pediatriche e altre. In sostanza, tutte le visite collegate alle lesioni subite per accompagnare il percorso delle vittime negli anni a venire, alla riabilitazione e al superamento dei traumi fisici e mentali.

L'approvazione di questa mozione non sarà certo ancora sufficiente a risolvere il problema, si va per gradini. Potrebbe essere considerata come un palliativo, ma servirà sia come aiuto e sostegno economico per le vittime, ma anche per rendere queste ultime consapevoli che le istituzioni sono sensibili a questo fenomeno, non solo in maniera formale e di facciata, ma anche in maniera sostanziale e quindi contribuirà a rendere consapevoli che non sono e non saranno più sole.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz.

Pulz (IC) - Ringraziamo di cuore i colleghi Cinque Stelle per questa importante mozione, che ovviamente noi sosterremo. Mi permetto soltanto di segnalare alcune questioni. Nella conclusione del vostro testo si parla della tutela totale delle donne vittime di violenza; il problema è che questa esenzione del ticket sanitario varrebbe per le donne che denunciano tale violenza, che decidono di denunciarla, ma bisogna tenere presente, colleghi uomini, che sono moltissime le donne che, purtroppo, per svariati motivi, non sporgono denuncia e anche quelle donne (forse soprattutto loro) hanno diritto a cure e sostegno psicologico, e non soltanto, senza proprio questo vincolo della denuncia, che costituirebbe in certi casi una pressione insostenibile sulla vittima soprattutto nel momento in cui, giunta in pronto soccorso, deve ancora accettare se essere presa in carico dal servizio.

Alla luce di questo enorme problema, ritengo che sarebbe altrettanto utile istituire un fondo strutturato per le donne vittime di violenza già prese in carico e questo fondo - lo abbiamo accertato - in Valle d'Aosta non è mai stato introdotto, mentre vi è un finanziamento con fondi europei per il reinserimento lavorativo e abitativo delle donne vittime di violenza. Credo che sarebbe importante ispirarci a quanto avviene fuori Valle. Vi parlo del vicino Piemonte, la Regione Piemonte, con la legge regionale del 17 marzo 2008, n. 11 (Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenze e maltrattamenti), ha introdotto questo fondo che si occupa delle spese di assistenza legale alla vittima. Inoltre, con l'abrogazione del 24 febbraio 2016, n. 4, sempre la Regione Piemonte ha introdotto interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e per il sostegno non solo delle donne vittime di violenza, ma anche per i loro figli. Io credo che potremmo ispirarci a questa legge regionale del Piemonte per istituire un fondo del genere anche in Valle d'Aosta; mi piacerebbe capire qual è l'opinione in merito del Consiglio, che adesso è un po' stanco, ma comprensibilmente, perché a questa specifica legge regionale noi intendiamo lavorare, ci lavoreremo senz'altro.

Presidente - La parola all'Assessore Certan.

Certan (ALPE) - Vista l'ora tarda, non mi permetto certo di dare voti, anche se potrei avere anch'io l'abilitazione a farlo, però mi permetto di fare alcune precisazioni riguardo a questa mozione, che sicuramente tratta e pone l'accento su una tematica assolutamente importante e di attualità. Lei, collega Mossa, l'ha definita una questione di civiltà sociale e assicuro che condivido, è anche un problema direi culturale, poiché non è solo un problema attuale.

È sicuramente - e lo ha ribadito la collega Pulz - un fenomeno complesso poiché ha diverse sfaccettature e spesso non è così comprensibile, quindi è un problema che deve essere trattato - e parlo di violenza in generale, non solo di violenza di genere, di violenza sulle donne -, che dovrebbe essere affrontato da specialisti.

Mi permetto di riprendere soprattutto l'impegno, poi specificherò anche riguardo ad altri passaggi dicendo che a tutt'oggi è già vigente un protocollo dell'Azienda USL, è dal 2009 che esiste questo protocollo sulla gestione a partire dal pronto soccorso della violenza sessuale nei confronti di soggetti di sesso femminile. Tale protocollo definisce le modalità operative di presa in carico della persona rispetto alle attività e alle professionalità da attivare nel pronto soccorso, alle dimissioni oppure al ricovero, al follow-up. Il protocollo è di fatto allargato ai casi (non rari) dove il confine tra la violenza sessuale e la violenza di genere tout court è ancora incerto e/o in via di definizione, che è il caso che citava la collega Pulz. Tale protocollo di gestione comprende già, tra le altre cose, le visite in ginecologia in regime di day hospital gratuite dal 2009.

Rispetto a questa importante tematica, aggiungo altre informazioni. Al protocollo aziendale di presa in carico sanitario di cui sopra si aggiunge un protocollo operativo sottoscritto nel 2004 tra l'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali e l'Azienda, struttura di Medicina d'urgenza, che definisce la procedura per collocare con urgenza una donna maggiorenne residente in Valle d'Aosta, sola o con figli minori, nell'ambito di un servizio definirei protetto di prima accoglienza per le donne e per i figli minori. Aggiungo anche che recentemente con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2017 sono state approvate le linee guida nazionali per le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria, percorso per le donne che subiscono violenza. Si tratta di linee guida di indirizzo e di orientamento per le aziende sanitarie e aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria per le donne vittime di violenza che dovranno trovare applicazione - questo testo era del 24 novembre, credo sia apparso sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di gennaio - entro e non oltre un anno dalla loro entrata in vigore, quindi da gennaio 2018 fino a gennaio 2019. A seguito di tale intervento normativo è in corso un aggiornamento di cui si occupa un gruppo di lavoro interdipartimentale in base alle nuove linee guida del Ministero della salute. Questo percorso di fatto comprende tutte le persone vittime di violenza di genere, sia maschi che femmine, compresa la violenza sessuale, la violenza domestica.

L'Azienda USL, tra l'altro, siglerà insieme all'Amministrazione regionale, alla Presidente, agli Assessori alla sanità, all'istruzione e all'agricoltura un protocollo d'intesa promosso dalla Procura della Repubblica di Aosta il 31 luglio per la prevenzione e il contrasto delle violenze nei confronti della persona e della comunità familiare. Tale obiettivo è stato recepito anche dal Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, organismo anche questo interistituzionale istituito con la legge di cui parlavate prima: la legge regionale, che nella predisposizione del nuovo piano triennale antiviolenza 2018/2020 porrà attenzione sia alla formulazione di protocolli operativi, adeguandoli alla rete già esistente, sia alla progettazione di iniziative, che possono essere iniziative formative come avete proposto, dedicate al personale sanitario, compreso quello convenzionato dedicato, insieme alla rete antiviolenza territoriale, alla presa in carico sociale e sanitaria delle donne che subiscono violenza: questo per dire che sul territorio sicuramente ci sono già diverse iniziative.

Io quindi direi che l'impegno su cui voi proponevate di garantire l'esenzione dal ticket sanitario per tutte le prestazioni sanitarie conseguenti ad atti di violenza, credo sia superato dal fatto che è già attualmente così. Sono d'accordo con la collega Pulz che è difficile ed è critico il momento di presa in carico, ma, una volta che si accede al pronto soccorso, generalmente la situazione poi viene presa in carico e dopo tutto il percorso è già definito.

Devo anche dire che nell'ultimo Consiglio regionale della scorsa legislatura, credo a marzo 2018, avevamo approvato all'unanimità una mozione che trattava di questa tematica, si chiamava: "Azioni per contrastare ogni forma di sopruso e di violenza sui minori e sulle donne", quindi c'è già una mozione che potrebbe essere utilizzata anche da questo Consiglio regionale come traccia. Non so se quindi c'è la disponibilità da parte dei colleghi firmatari a cambiare l'impegno, io proporrei di mettere: "impegnare la Giunta regionale a lavorare in sinergia con l'Azienda al fine di portare alla discussione della commissione consiliare competente al più presto gli adeguamenti al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2017", quindi di portare in commissione questi passaggi che sono stati finora definiti, eventualmente approfondirli per arrivare all'adeguamento di questo documento.

Vi è quindi la disponibilità da parte nostra di discuterne con la commissione competente, proprio perché la tematica è importante, dunque eventualmente in quella sede andiamo a definire. Presa tout court così com'è scritta, non ci sembra corretta e quindi noi non la approveremmo, pertanto proponiamo questo testo in cui riprendiamo le normative di legge che ci sono in parte, in parte abbiamo aggiunto il protocollo che si andrà a firmare il 31 luglio con la Procura e poi c'è l'impegno comunque a lavorare insieme alla commissione su questo tema. Queste sono le nostre proposte. Ho preparato alcune copie: una per gruppo, non le ho per tutti, però, se volete, possiamo darvi il testo per una valutazione.

Presidente - Sospendiamo i lavori per cinque minuti, così potete consultarvi. La seduta è sospesa.

La seduta è sospesa dalle ore 23:06 alle ore 23:27.

Fosson (Presidente) - Riprendiamo i lavori. La maggioranza ha approfittato di questa interruzione per una riunione per accelerare i tempi. La parola all'Assessore Certan.

Certan (ALPE) - Nel momento di confronto che abbiamo avuto non siamo riusciti a trovare una soluzione condivisa e apprezzata dai proponenti. Io, a nome della maggioranza, mantengo la proposta di portare tutto in commissione, dove condividere questo percorso ed eventualmente migliorare, adeguare tutte le leggi che ci sono. Noi ci asterremo su questo testo.

Presidente - La parola al Consigliere Mossa per dichiarazione di voto.

Mossa (M5S) - I traumi delle vittime per violenza di genere, purtroppo, possono protrarsi per molto tempo, non solo per le vittime inserite nel protocollo, ma anche per le altre. Non è detto poi che il protocollo possa servire alla vittima, che magari non si sente curata da quel protocollo e preferisce usare una via traversa, ma ha sempre subito un trauma da violenza. Stiamo parlando della stragrande maggioranza di queste vittime. L'essere vicini come istituzioni a queste vittime non deve essere solo una formalità di facciata, dobbiamo prendercele in carico, a meno che non si trovi un contrasto e una prevenzione davvero efficace per tutta la durata dei traumi, anche se questi potrebbero durare per tutta la vita, per questo noi portiamo avanti la nostra mozione.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz.

Pulz (IC) - Vorrei precisare che a questo punto mi asterrò, perché la questione, come ho cercato di spiegare e come anche l'Assessore ha detto, è più complessa di così, c'è tutto il problema delle donne che, per vari motivi che non sta certo a noi giudicare, non denunciano la violenza, quindi io avrei preferito che la questione venisse trattata nella sua complessità. È chiaro poi che la V Commissione potrà farsene carico, però già in questa occasione avrei gradito che i colleghi, che peraltro continuo a ringraziare per l'idea di sottoporci questa enorme problematica, avessero reso la questione in tutta la sua complessità, perché non si può soltanto parlare della questione del ticket: questo ce lo dice anche il Centro donne contro la violenza, che ha una visione molto ampia della questione.

Presidente - Non ci sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di mozione.

La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 4

Favorevoli: 4

Astenuti: 29 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Morelli, Nogara, Pulz, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Sorbara, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.