Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 58 du 26 juillet 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 58/XV - Interpellanza: "Sistemazione logistica degli istituti scolastici in previsione del prossimo anno scolastico 2018/2019".

Fosson (Presidente) - Punto n. 21 dell'ordine del giorno. La parola alla Consigliera Pulz per l'illustrazione.

Pulz (IC) - Molti sono i settori in Valle d'Aosta a soffrire la mancanza di una visione strategica d'insieme e ai cittadini viene spesso da chiedersi perché la pioggia di denaro di cui questa Regione ha beneficiato per anni sia stata investita senza sufficiente lungimiranza. Vi parlo della questione dell'edilizia scolastica che sta per esplodere, perché è stata troppo a lungo trascurata.

Facciamo insieme una breve panoramica prendendo in considerazione soltanto le scuole secondarie di secondo grado della città, quindi le scuole superiori che sono state anche al centro dell'attenzione da parte dei media locali, per comprendere le legittime preoccupazioni dei collegi docenti delle varie istituzioni scolastiche, degli studenti, delle loro famiglie prima delle meritate vacanze. Partiamo dal Liceo scientifico Bérard, che dovrà traslocare per minimo due anni - che poi facilmente diventeranno tre -, perché deve fare dei lavori di adeguamento per via delle norme antisismiche. Gli alunni del Bérard verranno temporaneamente ospitati in parte nelle aule del vicino Istituto tecnico Manzetti e parliamo di 11 aule che saranno sparse su 3 piani, ma il Manzetti sposterà le sue classi nell'Istituto tecnico per geometri di via Chambéry. Restano alcune classi del Bérard, 7 su 9 per la precisione, se tralasciamo le 10 del Liceo linguistico, che dovranno essere ospitate dal Convitto Federico Chabod e quindi quest'ultimo dovrà utilizzare congiuntamente le sue aule, quindi al mattino le aule saranno frequentate dagli studenti del Liceo scientifico Bérard e poi alle 13:20 arriveranno i semiconvittori. Tra l'altro, del Bérard non si sa ancora dove andranno a finire 2 delle 30 classi.

Il quadro poi sarà ulteriormente complicato perché ci saranno, come tutti gli anni succede, numerosi docenti in comune tra i vari indirizzi che dovranno peregrinare da una sede all'altra e non vi dico che cosa penseranno i colleghi che si devono occupare di dover strutturare l'orario di cattedra. Ci sarà poi anche l'anno prossimo l'annosa e ormai storica questione della mancanza di palestre in città per l'educazione fisica, che obbliga allievi e docenti a rocamboleschi incastri con continui spostamenti, in parte persino in pullman, da una zona all'altra della città.

Prendiamo poi in considerazione, per completare il quadro, l'Istituzione scolastica Regina Maria Adelaide, che sta procedendo a lavori di ampliamento, perché la sua nuova sede provvisoria in via Chavanne ha messo immediatamente in luce che gli spazi sono ridotti rispetto alla popolazione scolastica. Sappiamo che nemmeno a conclusione di questi lavori potrà rientrare del tutto il problema delle succursali, infatti il Maria Adelaide avrà ancora una succursale con evidenti disagi. La succursale in questione sarà la scuola di Place Soldats de la Neige che risulta inadeguata e non so se qualcuno ci è mai entrato, io ho avuto occasione di farvi lezione: sembra di entrare in un carcere, ci sono addirittura le sbarre alle finestre. Si tratta di una situazione di emergenza che non può garantire la totale sicurezza che invece noi siamo tenuti ad assicurare.

Per completare il quadro, passiamo all'Istituzione scolastica classica, musicale e artistica, che conosco molto bene perché vi appartengo, scuola diffusa da molti anni su quattro sedi. Per l'anno prossimo si prevedono in particolare problemi per i 32 alunni disabili che non hanno gli spazi adeguati, inoltre ci sono le aule di Corso Padre Lorenzo occupati dal Liceo musicale, che sono aule piccole e davvero inadeguate.

Chiaramente emergerà la questione della scuola polmone di Regione Tzamberlet, che però, a nostro avviso, non potrebbe risolvere il problema, perché comunque, nel periodo necessario alla sua costosa realizzazione, gli edifici scolastici cittadini dovranno subire i necessari adeguamenti. Quella scuola inoltre, com'è stato detto tante volte, risulterebbe decentrata rispetto alle strutture cittadine, culturali e logistiche e questo discorso è emerso quando si è trattato di spostare l'Istituzione scolastica Regina Maria Adelaide da via Torino a via Chavanne. Tra l'altro, l'edificio di via Torino è ora in stato di semiabbandono, come un po' tutta quella zona privata dei suoi studenti, che, per fortuna, rendono un po' frizzante la nostra città.

A fronte di queste problematiche che si dovevano e si potevano prevedere da anni e che non sono mai state affrontate con la dovuta serietà e capacità progettuale, noi diciamo che tutto questo mette in luce la scarsa volontà dell'Amministrazione regionale di dedicare alla scuola tutta la centralità che merita. Voglio proprio ripetere questo concetto perché è quello più importante che voglio sottolineare: la scuola non ha avuto da parte della politica la centralità che merita.

Noi Consiglieri chiediamo all'Assessore competente quali sono le intenzioni di questo Governo circa la sistemazione logistica dei vari istituti per l'anno scolastico 2018/2019, che adesso ci sembra lontano, ma che tra poco più di un mese comincerà. Vorremmo poi capire quale sarà la destinazione dell'edificio di via Torino, a cui siamo anche affezionati per trascorsi professionali e poi vorremmo comprendere in ogni caso qual è la visione strategica complessiva sull'edilizia scolastica per il futuro più vicino prossimo.

Presidente - La parola all'Assessore Sammaritani per la risposta.

Sammaritani (LEGA VDA) - Ringrazio i Consiglieri Pulz e Bertin per questa interpellanza. Per quanto concerne la prima delle domande che vengono poste, la programmazione logistica per l'anno scolastico 2018/2019 delle sedi delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nel capoluogo regionale è stata pesantemente condizionata dalle vicende che hanno interessato la sede dell'Istituzione scolastica Liceo scientifico Bérard, come giustamente è stato detto dagli interpellanti.

Al fine di consentire l'esecuzione dei lavori di adeguamento alle norme sulla prevenzione del rischio sismico e di ristrutturazione di tale edificio scolastico, l'Assessorato delle opere pubbliche ha chiesto di liberare l'intero immobile entro l'inizio del nuovo anno scolastico. Dovendo delocalizzare tutte le attività amministrative e didattiche presenti all'interno della sede scolastica, la prima questione che ha dovuto affrontare la struttura scolastica stessa è stata quella di individuare una sede idonea per la presidenza e le segreterie tenendo conto delle seguenti regole di funzionalità organizzativa: evitare l'isolamento delle segreterie rispetto alle classi, sistemare tutti gli uffici sul medesimo piano, facilmente accessibili anche da parte dagli utenti esterni. La valutazione di questi prerequisiti ha portato a scegliere come sede degli uffici, e quindi dell'Istituzione, i locali al piano rialzato di via Cretier concessi in uso alla Regione dal Convitto Federico Chabod e già assegnati all'Istituzione Bérard come sede delle classi del Liceo linguistico. Al piano rialzato e primo di via Cretier sono disponibili 14 aule; destinando 4 locali a presidenza e segreterie, restano disponibili 10 aule per la collocazione di altrettante classi. Il Convitto Federico Chabod, per il tramite della sua rettrice - attualmente ancora Dirigente dell'Istituzione Bérard - ha manifestato la disponibilità a concedere l'utilizzo durante la mattina di 7 aule al piano secondo del Convitto, destinate allo studio pomeridiano degli studenti convittori e semiconvittori, per lo svolgimento delle lezioni di classe del Bérard. Tale opportunità è stata valutata positivamente dalla struttura Edilizia scolastica, in quanto il disagio di condividere le aule con gli studenti del Convitto poteva ritenersi ampiamente compensato dalla collocazione di ulteriori 7 classi, per un totale di 17, nella sede centrale dell'istituzione con una riduzione delle frammentazioni dell'istituzione stessa. Delle 30 classi assegnate all'Istituzione Bérard nel prossimo anno scolastico 11 troveranno poi sistemazione in via Piave nella sede dell'Istituzione scolastica di istruzione tecnica Manzetti, grazie alla disponibilità dimostrata dalla Dirigente scolastica dell'ISIT. Tali classi saranno quindi distribuite su due soli piani, anziché tre, come previsto in un primo tempo. Le 2 classi residuali dovrebbero essere trasferite nella sede di Place Soldats de la Neige, di proprietà del Comune, concessa in uso alla Regione e sarà condivisa con il Liceo delle scienze umane e scientifico Regina Maria Adelaide. Tale scelta non è ancora tuttavia definitiva ed è ancora oggetto di valutazione, nella consapevolezza che potranno crearsi delle disfunzioni dal punto di vista della gestione dell'orario dei docenti. Tenuto conto che quella di Place Soldats de la Neige è una sede dove sono presenti alcuni locali poco capienti e illuminati, saranno utilizzate per le classi solo le aule migliori, mentre gli altri spazi verranno impiegati per funzioni collaterali all'insegnamento.

Per quanto concerne l'istituzione ISIT, l'assetto logistico dell'anno scolastico 2017/2018 rimarrà sostanzialmente confermato anche nel prossimo anno scolastico, in quanto sarà spostata da via Festaz a via Chambéry un'ulteriore classe, oltre alle 4 già trasferite lo scorso anno. Occorre in proposito evidenziare che il problema dello spostamento di 5 classi dalla sede storica di via Festaz all'altra sede assegnata all'istituzione più decentrata di via Chambéry è stata oggetto di approfondite valutazioni. Come noto, in via Chambéry ha sede l'indirizzo costruzioni e territorio che attiverà anche il prossimo anno 9 classi. Nella sede sono disponibili solo 14 aule e, ove fosse deciso di insediarvi 5 classi del Bérard, si sarebbero prodotti i seguenti effetti negativi: si creava anche in via Chambéry una situazione di promiscuità fra istituzioni, sempre problematica dal punto di vista della vigilanza degli studenti e della gestione della sicurezza; il Bérard avrebbe avuto quattro sedi anziché tre, di cui due decentrate. Si è dunque optato per mantenere quella di via Chambéry come sede interamente occupata dalle classi dell'ISIT.

L'Istituzione del Liceo delle scienze umane e scientifico Regina Maria Adelaide, grazie al completamento dei lavori di ampliamento, potrà riunire nella sede di via Chavanne 40 o 41 classi, le restanti 3 o 4 classi saranno collocate in Place Soldats de la Neige, sede già assegnata all'Istituzione lo scorso anno scolastico.

Relativamente all'Istituzione scolastica Liceo classico, artistico e musicale, questa conserverà le sue attuali quattro sedi: Strada dei Cappuccini con 13 classi, Corso Padre Lorenzo con 7, Piazza San Francesco 5 e via Matteotti con 10 classi. Una delle maggiori criticità legate alla sistemazione logistica degli indirizzi di questa Istituzione è certamente la presenza di un significativo numero di alunni disabili, che necessiterebbero di spazi dedicati più ampi, tenuto conto che per parecchi di essi la disabilità non è compatibile con lo svolgimento delle lezioni con il resto della classe. Tale problema potrà però essere definitivamente risolto solo quando all'istituzione sarà assegnata una nuova sede, come previsto dalla programmazione regionale.

Per quanto concerne infine l'Istituzione scolastica di istruzione liceale e tecnica professionale di Verrès, distribuita su due sedi (Verrès e Saint-Vincent), non si evidenziano particolari criticità per il prossimo anno scolastico. La programmazione dell'assegnazione delle palestre di Aosta è ancora in fase di elaborazione, necessariamente dovrà tenere conto delle modifiche dell'assegnazione delle sedi alle varie istituzioni e sarà improntata, come sempre, al raggiungimento di alcuni obiettivi prioritari, che sono in primis ridurre il più possibile gli spostamenti degli studenti in pullman e, in secondo luogo, ridurre il più possibile il numero di palestre assegnate a ciascuna istituzione.

In ordine alla seconda delle domande, in particolare alla destinazione dell'edificio di via Torino, è opportuno ripercorrere le fasi principali che hanno portato alla chiusura dell'edificio scolastico di via Torino. Con l'entrata in vigore del decreto ministeriale del 12 maggio 2016 era necessario procedere all'adeguamento dell'edificio ai fini antincendio entro il dicembre 2016. Per ottemperare a tale prescrizione, occorreva intervenire anche sulle compartimentazioni antincendio, sui rivestimenti e sull'impianto elettrico, che, sebbene regolarmente mantenuto, necessitava di un completo adeguamento normativo. Si è ritenuto da parte dell'Assessorato delle opere pubbliche che ogni eventuale intervento da eseguire sullo stabile di via Torino dovesse necessariamente essere fatto rientrare in un intervento complessivo di ristrutturazione e adeguamento al fine di ottimizzare le risorse finanziarie. A seguito dell'entrata in vigore della citata normativa è quindi divenuto improcrastinabile il trasferimento dell'Istituzione scolastica, decisione che era già stata assunta con delibera della Giunta regionale n. 572 dell'aprile 2016. Dalla relazione tecnica redatta dall'ingegner Cometto è emerso poi che l'edificio di via Torino non è adeguato dal punto di vista sismico, pertanto, in considerazione della vetustà dello stesso, nell'attesa di procedere ad un'eventuale messa a norma, è stato attivato un costante monitoraggio delle strutture nell'ambito di un incarico con scadenza a fine anno 2016. Da quanto è stato verificato in quell'ambito, in ultimo a settembre 2016, è emerso che l'edificio non presentava particolari problematiche statiche che potessero pregiudicarne la stabilità. Le strutture competenti dell'Assessorato delle opere pubbliche hanno fatto una stima dei costi necessari per le due ipotesi di ristrutturazione e di demolizione e ricostruzione della sede. Do dei numeri molto sintetici, ma, da una valutazione parametrica formulata tenendo conto di interventi simili, il costo della ristrutturazione dell'edificio in questione è stato valutato fra i 18,75 milioni di euro e i 21,25 milioni, opere e spese tecniche comprese. Per quanto concerne la totale demolizione dello stabile, è stato ritenuto, sempre dalle strutture tecniche competenti, che essa comporterebbe notevoli problemi e costi aggiuntivi legati soprattutto alla sicurezza e allo smaltimento delle macerie e non garantirebbe la possibilità di mantenere i diritti acquisiti (distanze, altezze e volume). Nella valutazione parametrica di queste ipotesi è stato stimato che il costo della demolizione e ricostruzione dell'edificio in questione poteva essere valutato fra i 26,25 milioni e i 27,5 milioni. Allo stato attuale non si può fare altro che prendere atto di tali risultanze tecniche che sono all'esame, ma si ritiene opportuno acquisire ulteriori elementi conoscitivi al fine di assumere successive decisioni con piena cognizione di causa nell'interesse della pubblica amministrazione e della collettività.

In ordine alla terza domanda - "la visione strategica complessiva sull'edilizia scolastica per il futuro" -, la Regione, con deliberazione n. 572/2016 di aprile, ha approvato gli indirizzi per la riorganizzazione e la riqualificazione degli edifici scolastici di istruzione secondaria di secondo grado. La programmazione approvata dalla Giunta tende a raggiungere principalmente i seguenti obiettivi: l'adeguamento normativo del patrimonio immobiliare regionale destinato alle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado site in Aosta; il maggiore raggruppamento possibile delle classi delle istituzioni scolastiche e la conseguente riduzione del numero delle succursali; il contenimento, l'eliminazione, se è possibile, dei costi di locazione passiva; il risanamento energetico e tecnologico degli stabili finalizzato a migliorarne il comfort abitativo e a ridurre il più possibile i costi di manutenzione e di gestione; la restituzione al Convitto regionale di tutti gli spazi oggi occupati da altre scuole.

Le linee di indirizzo assunte prima dell'insediamento del nuovo Governo regionale sono le seguenti: la realizzazione del polo scolastico di Regione Tzamberlet dove trasferire l'Istituzione scolastica Liceo delle scienze umane e scientifico Regina Maria Adelaide, oltre a parte dell'Istituzione tecnica Manzetti; il trasferimento dell'Istituzione Liceo classico, artistico e musicale in via Chavanne, attuale sede del Maria Adelaide; la ristrutturazione della sede di via Conseil des Commis, sede dell'Istituzione Liceo scientifico e linguistico Bérard per continuare ad ospitare il Liceo scientifico; la ristrutturazione della sede di via Festaz per collocarvi la parte dell'Istituzione Bérard che oggi occupa il Convitto. Anche queste linee di indirizzo, analogamente a quanto espresso al termine dell'esposizione del punto precedente, sono e saranno all'esame del mio Assessorato, in piena collaborazione con l'Assessorato delle opere pubbliche e sempre previo confronto con chi opera nel settore e con ciò intendo in primis il corpo insegnanti.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz per la replica.

Pulz (IC) - Mi dispiace, Assessore, le devo attribuire un'insufficienza, a lei e chiaramente a tutti i suoi precedenti compagni, intendo dire di classe, non confondiamo le cose...

Notiamo ancora, ma non potrebbe essere diversamente, una mancanza di progettualità, di lungimiranza, la visione strategica d'insieme di cui parlavo prima. La situazione dell'edilizia scolastica nella nostra città è oggettivamente grave e contorta, oltretutto mancano al Convitto Federico Chabod dei posti per poter accogliere i ragazzi che abitano nelle vallate laterali e forse non è così assurdo un collegamento con la percentuale altissima dell'abbandono scolastico, direi vergognoso per la nostra regione (circa il 15 percento dei ragazzi nell'età dell'obbligo), che ci pone inaccettabilmente a livello della Campania e della Calabria. Mancano posti ovunque, forse perché non si tiene sufficientemente in conto che le aule necessarie non corrispondono tout court alle classi. Lei lo ha accennato, ci sono attività collaterali, vi sono studenti che hanno bisogni specifici e necessitano di spazi, vi sono aule che diventano chiaramente laboratori per le discipline scientifiche, troppo pochi i laboratori in Italia, e sono necessari spazi per garantire il diritto all'attività alternativa alla religione cattolica.

La scuola polmone di Tzamberlet non sembra essere la soluzione, anche perché ci chiediamo a quali criteri architettonici si sarebbe ispirato quel progetto. Quando andiamo un po' in giro per l'Europa, anche in Paesi vicini, ci viene veramente la bava alla bocca a vedere le strutture scolastiche di cui possono disporre quei giovani. Ci sono ormai molti studi sulla bioarchitettura. A quali principi si ispira il progetto di Tzamberlet? Quale novità porterebbe nel panorama scolastico locale? A nostro avviso, sarebbe più utile riprendere l'antico progetto di ristrutturazione del Centro Saint-Bénin, a cui dedicheremo specifici interventi in quest'aula, perché si tratterebbe del recupero, di cui si parlava molti anni fa, di un importantissimo patrimonio storico della nostra città e della nostra regione.

Non ho capito bene dalle parole dell'Assessore se effettivamente poi la struttura di via Torino sarà ancora destinata a edificio scolastico, perché quella è comunque, al di là degli adeguamenti che sono indispensabili, un'ottima sede da destinare a scuola e sarebbe per noi un errore darle una destinazione che non le è propria.