Objet du Conseil n. 3343 du 27 mars 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 3343/XIV - Approvazione di mozione: "Azioni per contrastare ogni forma di sopruso e di violenza sui minori e sulle donne".
Farcoz (Président) - Point n° 21 de l'ordre du jour. La parole à la collègue Certan pour l'illustration.
Certan (ALPE) - Mi rendo conto che questa mozione cade come ultima iniziativa in Consiglio regionale per questa legislatura e mi auguro di non tediare troppo, ma nello stesso tempo che questa mozione venga presa con grande rispetto e anche seguita e portata avanti da ognuno di noi per la valenza che ha dal punto di vista sociale e di grande rispetto per i diritti umani.
Riprendo velocemente una frase del collega Fabbri, credo che sia proprio nel pieno rispetto della democrazia, del grande rispetto che ho per la mia libertà che combatto e ritengo sia importante rispettare e fare in modo che anche il prossimo o la prossima possano godere della stessa libertà. Ho visto questa frase usata per quanto riguarda le posizioni, le idee di ognuno di noi, credo che valga anche per il tema della libertà. Quest'anno il tema clou del Premio internazionale "La donna dell'anno" in particolare era legato alla violenza sui minori e sulle donne, ma in particolare riguardava tematiche molto difficili, direi anche gravi, pesanti: uno era il tema della prostituzione e l'altro era il tema della mutilazione genitale e dell'infibulazione. Credo che Margarita Meira, Waris Dirie, Isoke Aikpitanyi e Rosa Pepe (le finaliste) abbiano portato delle testimonianze di grande sofferenza e ritengo che sia importante discuterne e che sia anche forse simbolico che il Consiglio regionale chiuda con questa iniziativa, perché la scorsa settimana un ragazzo giovane mi ha detto: "non capisco il perché la Valle d'Aosta si debba occupare de "La donna dell'anno", non so perché si debbano fare queste iniziative in Valle d'Aosta, con tutti i Paesi del mondo che potrebbero occuparsene, perché lo fa la Valle d'Aosta?". Io credo che questo premio de "La donna dell'anno" di per sé non abbia un grande valore da un punto di vista di marketing, ma penso che i messaggi che trasmette siano di profondo valore.
Con questa iniziativa - penso che poi l'Assessore Bertschy interverrà e proporrà delle integrazioni al nostro testo - crediamo sia importante sottolineare quanto già viene fatto in Valle d'Aosta e quanto questa tematica sia stata in qualche modo sempre tenuta in considerazione ed è anche per quello che probabilmente possiamo vivere in una società più sicura rispetto a quelle che ci sono state raccontate dalle donne che hanno partecipato al premio "La donna dell'anno". Non possiamo comunque esimerci dal parlare di queste tematiche, che riguardano ancora milioni e milioni di donne. Spesso la prostituzione, le mutilazioni genitali e l'infibulazione vengono considerate come delle pratiche tradizionali, di tradizione - in effetti, il termine "tradizione" indica "tradere", che viene tramandato - e quindi, in quanto tali, devono essere perpetuate. Io credo che quello che loro ci hanno invece trasmesso ci debba fare riflettere e che debba invitarci ogni giorno, nella nostra quotidianità, ad allontanare e a prendere le distanze in modo netto da queste pratiche, che di tradizionale non hanno nulla, ma che sono delle torture. Credo che se nel mondo ci sono ancora associazioni - e leggo perché credo sia importante leggere e non fare noi delle considerazioni - che chiedono un effettivo rispetto delle leggi che vietano il funzionamento dei bordelli: "Senza fornitori di sesso, reclutatori, rapitori, papponi non esiste traffico di esseri umani. La tratta di esseri umani comporta un processo in cui ciascuna delle fasi non si esclude a vicenda. Senza complicità non c'è traffico. Fintanto che ci sono funzionari pubblici che, attraverso il loro ruolo di rappresentanti, nascondono, non agiscono, partecipano direttamente a questo business, non sarà possibile smettere una tale violazione dei diritti umani. È necessario quindi un altro obiettivo ed è urgente un cambiamento culturale che denaturalizzi come privilegio/diritto degli uomini il consumo di persone come merce". Questi sono gli obiettivi di un'associazione, un'associazione di mamme che, per difendere le loro figlie, deve avere questi obiettivi. Io spero che non facciano sorridere questi obiettivi, che non facciano venire strane risatine, perché questo non è un tema banale.
Leggo un altro passaggio dal libro scritto nel 1999 da Waris Dirie (una delle prime ragazze scappate dal suo Paese che ha fatto questa denuncia), perché voglio che queste parole entrino e rimangano nella mente di chi pensa che queste pratiche siano semplicemente tradizione invece che torture: "A causa delle mie aspre critiche nei confronti della mutilazione genitale femminile vi sono persone convinte che io non apprezzi la mia cultura d'origine e l'Africa. Non passa giorno che io non ringrazi Dio di avermi fatta nascere in questo mio Paese, con quei miei genitori. Il mio scopo è quello di aiutare le donne, voglio vederle più forti e quindi lotto contro la mutilazione genitale femminile perché le rende certamente più deboli sia nel fisico che nel morale, perché le donne sono la spina dorsale dell'Africa e si fanno carico di gran parte del lavoro. Penso spesso a quello che potrebbero fare se da bambine non le si macellasse, costringendole a vivere per il resto della loro vita in condizioni di invalidità. Nonostante la rabbia che provo per quel che ho dovuto subire, non me la sento di accusare i miei genitori, voglio un gran bene a mia madre e a mio padre. Mia madre non poté fare nulla per evitare la mia mutilazione, poiché le donne non hanno lì il diritto di prendere parte alle decisioni e lasciò semplicemente che mi facessero ciò che avevano fatto anche a lei e a sua madre e alla madre di sua madre. Mio padre, da parte sua, ignorava completamente le sofferenze che ci erano state inflitte, sapeva soltanto che nella nostra cultura una donna non infibulata non avrebbe mai avuto futuro. I miei genitori sono vittime dell'educazione ricevuta". Educazione, cultura, conoscenza, sofferenza: questi sono dei temi che non dobbiamo banalizzare e sottostimare.
In Valle d'Aosta, se è vero che siamo in un Consiglio regionale e dobbiamo anche guardare alla situazione valdostana, evidentemente non è una situazione generalizzata fortunatamente, ma non dobbiamo abbassare la guardia. In Italia questo problema è in aumento e credo sia importante impegnare il Governo regionale, ma tutto questo Consiglio e anche i Parlamentari valdostani che iniziano una legislatura e che trattano temi molto più ampi che non quelli che trattiamo noi in Consiglio regionale, ritengo che sia assolutamente importante che si facciano carico di queste sofferenze che comunque ci sono anche in molte famiglie valdostane.
Con questo testo quindi - e poi lascerò la parola all'Assessore Bertschy, che sicuramente farà un passaggio sulle integrazioni che noi accogliamo - noi chiediamo veramente, in sinergia con tutte le forze dell'ordine, con le altre agenzie che stanno lavorando sul territorio, con le numerose associazioni che lavorano in Valle d'Aosta, associazioni che evitano che il problema diventi generalizzato fino a debellare ogni forma di sopruso e di violenza sui minori e sulle donne, perché, quando c'è un sopruso sulle donne, c'è anche un sopruso sui minori... noi invitiamo i Parlamentari valdostani "a farsi carico, nelle sedi opportune, di tali problematiche e a presentare provvedimenti legislativi che vietino tali pratiche incivili e barbare e che sostengano i minori e le donne vittime di abuso", poiché leggi che poi aiutano chi è vittima di abuso o di questi soprusi non sempre ci sono e non sempre sono applicabili.
Président - Nous sommes en discussion générale. La parole à l'Assesseur Bertschy.
Bertschy (UVP) - La collega Certan ha illustrato nel dettaglio l'iniziativa e ne ha sottolineato l'importanza e condivido con lei che simbolicamente concludere questa legislatura con un atto che richiama l'attenzione da parte del Consiglio regionale e l'impegno alla Giunta, l'impegno ai Parlamentari a lavorare perché le violenze nel mondo, a partire da vicino, da casa nostra vedano nel futuro dell'azione politica una forte attenzione in termini legislativi, ma non solo, è un segnale importante. Mi piace ricordare che anche domani lavoreremo su questo tema, abbiamo aderito come Regione Valle d'Aosta ad un progetto che si chiama "L'anello forte", un progetto che la Regione Piemonte ci ha proposto, un progetto che si pone l'obiettivo di lavorare sulla tratta attraverso un'azione forte di coinvolgimento delle forze dell'ordine e di tutte le agenzie e di tutte le associazioni.
Abbiamo proposto delle integrazioni alla collega Certan come gruppo di maggioranza, le abbiamo condivise e, se ci sarà l'accordo per arrivare ad un testo condiviso, vi proporremo di sostenere insieme a noi queste integrazioni per poter approvare insieme il documento e concludere questa legislatura con un voto all'unanimità, che sarebbe anche un bel segnale visto il pomeriggio che si è sviluppato.
Mi permetto di rubare trenta secondi, perché credo sia corretto nei confronti di tutti i colleghi. Sinceramente noi non abbiamo capito il motivo dell'uscita dall'aula dei gruppi di opposizione; ci è stato richiesto dai responsabili delle forze dell'ordine di andare ad un incontro, come Presidente e Assessore, con le persone che si sono presentate oggi in Consiglio regionale, così ci è stato proposto, non avremmo avuto alcun problema ad allargare questo incontro a tutti i gruppi, anche perché abbiamo detto in questo incontro che eravamo portavoce di un provvedimento assunto all'unanimità in Consiglio regionale, che era quello di riconoscere una qualifica. Ci è dispiaciuto quindi e in questo senso dico che in generale dovranno trovare i prossimi eletti un modo di rapportarsi e di esprimersi anche con atteggiamenti che richiamino ad un modo di lavorare e di collaborare insieme, perché in certe occasioni abbiamo perso di vista l'importanza del lavoro da fare.
Ritorno al tema. Se c'è la disponibilità da parte della collega e dei gruppi di opposizione di emendare il testo così come proposto, da parte nostra c'è pieno sostegno e ringraziamo per aver portato in aula l'iniziativa.
Président - La parole à la collègue Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Assessore. Per chiudere sulla mozione, avevo detto che la proposta di emendamento è quella che in modo informale abbiamo condiviso prima, avevamo detto che eravamo d'accordo sulle modifiche.
Mi permetto, Assessore, di aggiungere solo una cosa: è importante che si facciano e si continui a partecipare ai progetti, è importante che si interrompa questo sfruttamento.
Presidente - Aspettiamo quindi il testo firmato in Presidenza. La parole à la Vice-présidente Morelli.
Morelli (ALPE) - Giusto per rispondere al collega Bertschy in merito alla nostra uscita dall'aula. Mi sembrava chiaro ed evidente il motivo: sappiamo che era stata richiesta da parte delle OSS una riunione, un incontro con il Presidente della Regione, con l'Assessore alla sanità, l'Assessore competente e con i Capigruppo e i Capigruppo non sono nemmeno stati informati. Quando ci sono queste richieste da parte di rappresentanze varie, è sempre avvenuto che i Capigruppo venissero coinvolti. Peraltro alla nostra osservazione, fatta nel momento in cui ci siamo resi conto che c'era questa riunione in corso, da parte della maggioranza non c'è stato alcun tipo di risposta. Anche a noi dispiace, collega Bertschy, esattamente come a lei.
Termino ringraziando la collega Certan, ma anche l'Assessore Bertschy, per aver voluto chiudere questa seduta e questa legislatura con una nota seria, che ci vede condividere un impegno importante. Non so se questo basterà a porre rimedio a quanto si è svolto anche in quest'ultima seduta del Consiglio regionale, ma vogliamo accogliere questa nota positiva.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione il nuovo testo come emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 32
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Il Consiglio approva all'unanimità.