Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3259 du 20 février 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 3259/XIV - Interpellanza: "Interventi per consentire agli operatori del Soccorso alpino valdostano di svolgere compiutamente la propria attività".

Morelli (Président) - Point n° 27 de l'ordre du jour. La parole au collègue Chatrian pour l'illustration.

Chatrian (ALPE) - Non sarà facile fare una premessa sul Soccorso alpino valdostano in dieci minuti, perché inizia ad essere una storia importante per la nostra Regione e ho avuto modo di andare a leggermi gli interventi che si fecero in quest'aula, quando noi nascevamo nel 1975. I primi interventi fatti in quest'aula sono proprio di fine 1975 e si discusse proprio dell'importanza del Soccorso alpino valdostano, su come mettere in campo, dal punto di vista legislativo, una legge e dare corso e gambe alle esigenze di una piccola regione di montagna.

Il Soccorso alpino valdostano è un ente di diritto privato incaricato dell'assolvimento di obblighi di servizio pubblico, sottoposto alla vigilanza della Regione. La Regione quindi crea le condizioni e poi abbiamo l'Ente Soccorso alpino valdostano che eroga questo servizio, per il tramite della Protezione civile, all'Amministrazione regionale, a tutta la comunità valdostana. Nel 1975 viene definita la prima disposizione di legge regionale sul servizio di soccorso alpino. Nel 1989 vengono assegnati all'Ente importanti compiti in seno alla Protezione civile e poi nel 2007 la legge regionale disciplina in modo organico l'organizzazione del soccorso in montagna e l'attività del Soccorso alpino valdostano definendo per le attuali strutture funzione e compito di pubblico servizio, un modello di cui ci vantiamo a livello italiano, a livello anche europeo. L'obiettivo di questa nostra iniziativa è mettere in evidenza, stimolare il Presidente, il suo Governo, ma comunque noi, il Consiglio, a provare a rivedere, a ricostruire quella fiducia che 10 o 15 anni fa il Soccorso alpino valdostano aveva. Lo dicevo prima, è considerato un fiore all'occhiello, è un servizio di emergenza-urgenza e qui è la parte forse più delicata, Presidente, che vorrei affrontare con lei in questo momento: siamo preoccupati per i tagli effettuati da alcuni anni, in maniera anche un po' indiscriminata, senza l'adeguata concertazione e comunicazione tra la Dirigenza regionale del Soccorso alpino e le stazioni del SAV sparse sul territorio.

Il punto più importante, più delicato e più di rilevanza generale del Soccorso alpino valdostano è quello di avere una struttura capillare sul territorio, quindi responsabile di stazioni di soccorso che partono da Aosta e devono essere ramificate su tutto il territorio regionale.

Quali le criticità. Le criticità principali negli ultimi 10 anni: minor numero di volontari per mille ragioni, quindi siamo passati da centinaia di volontari, il Soccorso alpino ha numeri risicati, conoscenze e conoscitori del territorio; chi conosce il territorio? Chi ci abita. Il volontario quindi è il professionista delle vallate laterali, soprattutto chi ci abita e conosce nel merito il suo territorio, le sue potenzialità ma anche le sue criticità e quindi lo conosce veramente e dall'altra le modifiche legislative che sono state fatte. Cito, collega Viérin, l'ultima legge approvata nel 2007, perché da numerosi professionisti è stata sollevata la questione che quella legge un po' fu calata dall'alto, non concertata, poco condivisa e modificò parecchio l'assetto del Soccorso alpino.

Il nostro obiettivo è di provare a ricostruire lo spirito, le energie, le risorse, ma soprattutto le professionalità che sono tante, di ridare linfa ai volontari e ai professionisti che fanno la differenza nel nostro territorio. Fino a pochi anni fa era automatico, la guida alpina terminava il suo percorso e veniva inserito per default all'interno del SAV, oggi non è più così. Fino a 10 o 15 anni fa tutti i tecnici che avevano l'abilitazione, anche gli stessi maestri di sci, anche gli stessi professionisti della montagna l'obiettivo era quello di creare le condizioni, come volontari in questo caso, di far parte di questa rete così fondamentale e così importante e i numeri crescevano: 2005, 2007, 2008, crescevano. Ad un certo punto, calata questa normativa sulla testa dei professionisti, i volontari sono calati e, per quanto riguarda invece i professionisti, le guide alpine, siamo passati da numeri molto alti a numeri più risicati. Oggi siamo intorno ai 50-60 professionisti che danno la disponibilità ad operare all'interno del Soccorso alpino e, di conseguenza, a prestare la loro alta professione.

Quali le criticità in questo momento. Abbiamo cercato di semplificare le quattro domande, parto dall'ultima, che è la più importante: "quali sono gli intendimenti e gli investimenti che il Governo regionale vuole adottare affinché chi opera in situazioni di massimo rischio ed è orgoglio in tutto il mondo per la nostra regione possa vedere riconosciuta l'importanza della funzione svolta". Questa è un po' la domanda cruciale della nostra iniziativa. A monte però vorremmo provare a creare le condizioni affinché anche i volontari facciano la differenza all'interno del Soccorso alpino. "Se è vero che la riduzione del numero dei volontari del Soccorso alpino è da attribuirsi al pagamento del ticket per le visite mediche di idoneità a carico del volontario del Soccorso alpino stesso e al sempre minore coinvolgimento nelle attività...", quello che vi dicevo prima: negli ultimi dieci anni è calato in maniera drastica il numero dei volontari del Soccorso alpino. Il secondo: i professionisti. Non voglio tediarvi e fare degli esempi, ma sono dei professionisti che mettono a disposizione la loro alta capacità, la loro professionalità per salvare delle vite, ma nello stesso tempo noi dobbiamo garantire una certa dignità professionale ai nostri professionisti, alle nostre guide alpine, che è legata sia al discorso del compenso che al discorso dell'attrezzatura. Non possiamo permetterci che oggi il tutto venga sminuito e si rasenti quasi l'essere mercenari di qualcuno, perché è troppo importante e basilare per poter fare la differenza.

Per quanto riguarda la prima domanda, che è puntuale: "se è vero che in Centrale unica di soccorso l'operatore del Soccorso alpino valdostano non opera nella postazione per diversi mesi dell'anno per una scelta legata al risparmio e quindi vi è una sospensione della mansione di operatore di centrale SAV". Questa domanda l'abbiamo posta, perché c'è una guida alpina che è all'interno della Centrale unica di soccorso e poi ci sono due professionisti che fanno parte dell'équipe legata all'elicottero.

Io penso che, se c'è stato un lento degrado - forse ci siamo persi in questi ultimi dieci anni una parte anche di orgoglio, di disponibilità e di voglia di fare la differenza -, si possa ricostruire e rilanciare il Soccorso alpino valdostano. Abbiamo una struttura esosa, non possiamo nasconderlo: due dirigenti e due segretari all'interno dell'Ente Soccorso costano più di 310 mila euro. Sono costi quindi che vanno a drenare parecchi soldi all'interno dell'Ente Soccorso alpino e che vanno a drenare quei soldi che dovrebbero invece creare le condizioni ai professionisti: quelli che vanno a salvare le vite, quelli che fanno la differenza e che in questo momento non hanno dei punti di caduta, nel senso che sono "orfani" per quanto riguarda certe opportunità e anche certe regole del gioco. Io penso che si possa quanto meno rivedere il rapporto tra Protezione civile ed Ente del Soccorso, anche perché i quattro dipendenti che fanno parte del Soccorso alpino drenano quasi 320 mila euro. Questo per dire pari opportunità, ma l'obiettivo è quello di trattare i professionisti come tali e non come dei mercenari. Io alle 19:00 di sera non posso dirti: "domani non vieni a lavorare". Io ho perso magari delle giornate importanti. Non possiamo perdere altri professionisti, i numeri ci danno in calo anche i professionisti e non solo i volontari, quindi l'obiettivo di questa iniziativa è avere delle risposte da parte del Presidente oggi, ma per provare - io penso che sia d'obbligo - a ricostruire e rilanciare il Soccorso alpino.

Dalle ore 19:05 assume la presidenza il Presidente Farcoz.

Farcoz (Président) - La parole au Président de la Région pour la réponse.

Viérin (UVP) - Giustamente diventa difficile in una semplice interpellanza sottolineare l'importanza del Soccorso alpino e soprattutto come le migliorie che ci possono essere possano svilupparsi nel tempo. Sicuramente va riconosciuto che il Soccorso alpino è una delle eccellenze della nostra regione. Quando negli anni si è puntato su una connotazione di soccorso organizzato in questa maniera, legato anche a tutti i servizi sanitari, alla medicina di montagna, a tutto ciò che peraltro in giorni in cui si ha spesso la tendenza ad evidenziare gli aspetti negativi o ad andare a spaccare il cappello in quattro in tutti i settori... oggi al telegiornale nazionale si parlava di sanità valdostana e di medicina di montagna per questo intervento ad un atleta, che ha portato l'ospedale di Aosta alla ribalta delle eccellenze, perché ha scelto la Valle d'Aosta e Aosta per questo intervento. Lo dico perché le eccellenze valdostane fanno parte di un sistema e il Soccorso alpino è una delle punte di diamante rispetto a cui peraltro anche nella fase di predisposizione e di trasferimenti di bilancio... abbiamo concordato con loro, attraverso i trasferimenti e le analisi delle criticità, di attuare delle migliorie. Dico questo perché sulle risposte puntuali ci sono alcune considerazioni più di ordine politico o di indirizzo, mentre le dico già che le prime due domande non corrispondono alla realtà. Le dico che, sia per quanto riguarda la questione dell'operatore, che per quanto riguarda la questione del danneggiamento dell'attrezzatura, sono garantiti i crismi di ciò che poi io dirò. Questo per dire che sicuramente il Soccorso alpino è una delle eccellenze della nostra regione e crediamo che gli investimenti in tal senso debbano continuare, come questo avviene.

En ce qui concerne le premier point, collègue Chatrian, nous avons vérifié et entamé une discussion pour ce qui est des réponses ponctuelles. Quant à l'opérateur, ce n'est pas comme cela a été présenté, le contrat de service public approuvé par la délibération de 2017, la n° 1785, prévoit une présence journalière de l'opérateur de la centrale de Secours alpin valdôtain pour tous les jours de l'année: 7 heures-19 heures; donc, il n'y a pas de suppressions ni de coupes liées aux questions budgétaires. Par ailleurs, pour la période du 9 février au 14 octobre, compte tenu de l'augmentation des heures de lumière, donc de la possibilité que des randonneurs ou alpinistes restent en montagne pour des problèmes et pendant plus de 12 heures, la présence de l'opérateur de la centrale de Secours alpin valdôtain est prévue également pendant le poste de nuit, donc 19 heures-7 heures du matin, donc il y a une prévision supplémentaire. Enfin, en cas d'urgence, dans les périodes où la présence touristique accrue est probable, c'est-à-dire les périodes touristiques, il est possible d'affecter l'opérateur de la centrale de Secours alpin au poste de nuit en toute période de l'année, comme cela s'est d'ailleurs produit. Pour ce qui est de la première question, il n'y a aucune coupe et aucune restriction du service.

Pour ce qui est de la deuxième question, c'est-à-dire l'éventualité d'un dommage à l'équipement qui retomberait sur l'opérateur, le Secours alpin nous a communiqué que ses opérateurs sont dotés des équipements personnels et collectifs nécessaires appartenant au Secours alpin, ou bien mis à leur disposition par la Protection civile. Ces équipements sont attribués à titre gratuit, exclusivement pour les finalités du service de secours en montagne, bien évidemment. C'est du matériel qui est soumis non seulement à l'usure, mais aussi à un risque élevé d'endommagement, vous le soulignez, pendant le service, à cause de son utilisation hautement technique, ainsi que des manœuvres complexes pouvant être effectuées lors d'interventions très délicates et dangereuses. Il en découle, collègue Chatrian, qu'indépendamment du coût et du type d'équipement attribué, ce dernier, en cas d'endommagement avéré lors d'une intervention de secours, est remplacé sans qu'aucune charge soit imputée à l'opérateur. Cette réponse aussi va dans la direction opposée à ce qui est exposé, c'est-à-dire qu'il y a bien évidemment le remplacement de l'équipement.

Sur la question et la réponse n° 3, c'est-à-dire le nombre de volontaires, et cela selon la Protection civile même en terme de considération, le nombre actuel des opérateurs de secours en montagne est de 114 personnes et il s'agit d'un nombre approprié dans le plan qu'ils ont aménagé pour répondre aux besoins internes, ainsi que pour assurer le service public de manière efficace avec les ressources nécessaires. Cela dit, en ce qui concerne la réduction du nombre d'opérateurs, il nous est signalé qu'elle est due à un ensemble de facteurs différents, et je vous dirai lesquels. Le Secours alpin valdôtain est l'organisme chargé du service public de secours en montagne pour toutes les activités liées au milieu alpin et non seulement pour les activités sportives, ce qui a exigé une spécialisation de plus en plus élevée des opérateurs. Le Secours alpin ne compte, donc, pas de volontaires de type général, comme cela s'avère dans les autres associations, et ses membres sont tous des professionnels qui pratiquent le secours en montagne en raison de leurs capacités techniques et professionnelles ainsi que de leur disponibilité, et cela, dans un cadre de prestation de travail indépendant. C'est en considérant les responsabilités du ressort du Secours alpin valdôtain, que ses opérateurs sont tenus de se soumettre, à leurs frais, à des visites et à des examens médicaux, conformément aux dispositions en matière de sécurité du travail, ce sont les lois, et de vérification de leurs attitudes physiques, à titre de garantie de leur sécurité et de leur responsabilité personnelle vis-à-vis du service, des autres secouristes et des personnes secourues. Par ailleurs, dans le but de maintenir leurs qualifications opérationnelles et les niveaux de qualité les plus appropriés, exigés par le service de secours en montagne, les opérateurs sont tenus de participer à des exercices périodiques et à des entraînements comportant une évaluation, sous peine d'exclusion automatique du service en cas d'absence ou bien de résultat négatif. Ce sont des dispositions, bien évidemment, vu le rôle délicat. D'un point de vue opérationnel, la plupart des interventions de sauvetage en montagne sont conduites de manière efficace grâce à cette formation et à la professionnalité des techniciens appartenant à l'équipage de secours héliporté et, en outre, pour les urgences plus importantes, le Secours alpin intervient avec les autres organismes du système de secours régional, qui participent aux interventions avec leurs operateurs. La réduction du nombre d'opérateurs de secours en montagne donc est la conséquence aussi de la haute spécialisation demandée et du niveau acquis... ainsi que de la diminution du nombre d'opérations demandant leur intervention... leur nombre actuel est, quand même, adapté aux besoins.

En ce qui concerne la quatrième question, dans le cadre d'un système régional de Protection civile, pour ce qui est de notre attention le Secours alpin valdôtain est à la une, c'est un rôle stratégique, nous l'avons dit dans les prémisses, de toute importance. À partir du mois de novembre 2017, il est intégré, en tant que membre effectif, dans le Comité régional de la Protection civile, cela n'existait pas avant, on l'a inséré à l'intérieur du Comité régional de la Protection civile (visé à la loi 5 de 2001, portant des modifications) et par ailleurs, nous croyons qu'une attention toute particulière à ce service est garantie et maintenue. Le Secours alpin valdôtain a œuvré ces dernières années pour adapter ses compétences et ses capacités aux changements. En effet, il y a eu des changements qui sont intervenus par rapport à la montagne et aux modalités de fréquentation, telle que l'alpinisme, le ski et les nouvelles pratiques. On le voit dans les accidents qui se passent, mais le Secours alpin continuera dans nos intentions à assurer la reconnaissance des rôles, à faire connaître les rôles de ses agents en valorisant, en même temps, les capacités techniques et opérationnelles grâce aux formations et aux entraînements nécessaires.

Voilà, collègues, je crois qu'une réflexion, comme vous l'avez bien souligné, s'avère nécessaire dans l'avenir afin de mesurer, d'entente avec les responsables, quelles pourraient être les mesures pour continuer à maintenir tout cela, comme on est en train de faire, et éventuellement évaluer les criticités au fur et à mesure qu'elles se manifestent.

Président - La parole au collègue Chatrian pour la réplique.

Chatrian (ALPE) - Ho ascoltato attentamente la risposta del Presidente. Per quanto riguarda la prima risposta, Presidente Viérin, io le do le informazioni che ho e poi le mettiamo a fattor comune. Lei mi ha risposto per quanto riguarda la prima e la seconda domanda che non ci sono delle criticità. Sulla prima mi è stato segnalato da diversi responsabili e diversi professionisti che da due anni come operatori di centrale sono stati tolti per una parte del servizio notturno nei mesi invernali. Lei mi ha detto che non è stata fatta nessuna riduzione, avrò modo di verificare nel dettaglio questa mansione, perché, da quello che mi dicono i professionisti dell'Ente Soccorso alpino, questa mansione è svolta dall'operatore di Protezione civile.

Per quanto riguarda invece la seconda domanda puntuale legata alle dotazioni, io le faccio avere qualche informazione in più se può essere utile. Ogni tecnico ogni anno deve dotarsi di un materiale che, per i vari turni, ammonta a circa 500 euro. Una parte gli viene garantita dal Soccorso alpino valdostano, che è quella che diceva anche lei: la divisa, la corda, l'imbragatura, l'omino, due moschettoni e la parte invece eccedente è legata all'imbrago, alla piccozza, ai chiodi, al martello, ai moschettoni, alle carrucole, agli scarponi da sci, alle pelli, ai bastoni, agli scarponi da montagna, ai guanti, a tutta la parte più tecnica legata ad una serie di elementi, l'altra ancora è legata ai caschi. I caschi sono una cosetta ma direi che anche lì si potrebbero modificare i rapporti: la proprietà è dell'ente e, se si rompono durante l'attività di soccorso, praticamente c'è un lungo elenco dove tutto viene richiesto direttamente al professionista. Per il professionista che si mette a disposizione per le 12 ore, l'importo lordo a fattura è di 240 euro per la giornata se è in CUS e di 400 lordi se è operativo per 12,5 ore sulla parte mobile. Io penso che su questo qualche valutazione e qualche riflessione si possa fare. Il Presidente ci ha risposto in merito alla seconda domanda. L'obiettivo nostro è di rivedere, poter valutare le criticità all'interno dell'Ente Soccorso alpino, sapendo che per noi deve essere non solo l'orgoglio, ma il massimo dell'emergenza e urgenza in montagna, dato che abbiamo i quattromila in Europa e dobbiamo fare la differenza anche a livello di sostanza e anche di forma.

L'altro dato che vorrei mettere in evidenza è legato al discorso del volontario (punti n. 3 e n. 4) Sicuramente i fattori sono diversi per il fatto che numerosi volontari hanno abbandonato: sicuramente il livello, che è molto alto e quindi la formazione che viene fatta e la capacità che i tecnici devono avere. Il fatto comunque di avere una riduzione del personale volontario ha reso una presenza meno capillare nelle vallate soprattutto laterali e quelle meno turistiche; di fatto, in caso di ricerca di persone disperse, fanno sempre più fatica a reperire le persone da affiancare agli altri Corpi, in questo caso ai vigili del fuoco che adesso gestiscono praticamente questo tipo di interventi. L'altra parte, la differenza per quanto riguarda i volontari, la fa sicuramente la preparazione a fronte di un numero inferiore.

Un'ultima cosa. Io non so se sono stato utile, se avremo modo di parlare nei prossimi Consigli, o rivedere magari anche il rapporto tra Protezione civile e Soccorso alpino, c'è però una criticità che le segnalo, Presidente: il rapporto tra la parte dirigenziale amministrativa e i professionisti all'interno dell'Ente Soccorso alpino. I professionisti, che danno la loro disponibilità e che sempre meno stanno dando la disponibilità al Soccorso alpino valdostano, gradirebbero avere un rapporto più franco, più trasparente con gli organi dell'Ente Soccorso alpino valdostano. Quell'Ente che dicevo prima, ente di diritto privato finanziato con soldi pubblici. Io penso che questo sia nel rispetto dei professionisti, delle persone e anche legato alla programmazione dei professionisti della montagna; nel momento in cui si prendono certi impegni, poi il punto di caduta ci deve essere, altrimenti io penso che non ci sia lealtà e correttezza tra professionista ed Ente di Soccorso alpino valdostano.