Objet du Conseil n. 2954 du 11 octobre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2954/XIV - Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Signor Pierluigi Marquis dalla carica di Presidente della Regione.
Rosset (Presidente) - Non essendo stato iscritto il nuovo punto all'ordine del giorno, passiamo ora alla discussione sul punto relativo alla comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Presidente della Regione. Chiedo di consegnare l'allegato al punto dell'ordine del giorno.
Il Presidente della Regione, con lettera in data 10 ottobre 2017 prot. n. 8025/GAB, ha trasmesso al Presidente del Consiglio, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21, nonché dell'articolo 9, comma 5, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale, la sottoriportata lettera con la quale rassegna le proprie dimissioni dalla carica di Presidente della Regione.
Oggetto: Dimissioni dalla carica di Presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste.
Ill.mo Presidente,
Le comunico con la presente le dimissioni dalla carica di Presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste.
La prego di volerne dare comunicazione nella seduta del Consiglio regionale da Lei già convocato per mercoledì 11 ottobre p.v..
Nel confermare il mio impegno personale di Consigliere regionale a servizio dell'Assemblea legislativa regionale e dei valdostani tutti, Le porgo cordiali saluti.
F.to: Pierluigi Marquis.
Rilevato che l'articolo 7, comma 2, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21, e l'articolo 9, comma 5, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale prevedono che le dimissioni del Presidente della Regione sono presentate al Presidente del Consiglio regionale, che ne dà comunicazione al Consiglio nella prima sessione o adunanza utile, e diventano efficaci dalla data di presa d'atto da parte del Consiglio regionale da effettuarsi nella medesima adunanza, e che fino all'elezione del nuovo Presidente della Regione e della nuova Giunta, la Giunta rimane in carica per l'ordinaria amministrazione, fatta salva l'adozione degli atti indifferibili ed urgenti, e la carica di Presidente della Regione è assunta dal Vicepresidente. All'elezione del nuovo Presidente e della nuova Giunta si procede, entro sessanta giorni dalla data di presa d'atto delle dimissioni del Presidente della Regione, con le modalità di cui agli articoli 2 e 4;
Rilevato che, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 8, comma 1, lettera b), della legge regionale 21/2007, sussiste comunque un termine massimo per l'esercizio dell'ordinaria amministrazione, che è di 60 giorni, decorsi i quali, ove non siano eletti il nuovo Presidente della Regione e la nuova Giunta, stante l'incapacità di funzionare per l'impossibilità di formare una maggioranza, si verificherà ex lege lo scioglimento funzionale del Consiglio regionale.
In considerazione di quanto sopra esposto, si propone che il Consiglio regionale:
- prenda atto delle dimissioni rassegnate dal signor Pierluigi Marquis dalla carica di Presidente della Regione;
- dia atto che la Giunta regionale, la cui Presidenza è assunta dal Vicepresidente Laurent Viérin, continui in prorogatio ad assicurare l'ordinaria amministrazione fino all'elezione del nuovo Presidente della Regione e della nuova Giunta, ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge regionale 21/2007;
- dia atto che, come disposto dagli articoli 7, comma 2, e 8, comma 1, lettera b), della legge regionale 21/2007, il termine massimo per l'esercizio dell'ordinaria amministrazione da parte della Giunta è di 60 giorni, decorsi i quali si verificherà ex lege lo scioglimento funzionale del Consiglio regionale, ove non siano eletti il nuovo Presidente della Regione e la nuova Giunta.
La discussione è aperta. Ricordo che è una presa d'atto senza votazione. Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Semplicemente per capire se conferma quanto è stato detto nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, che sulla presa d'atto di dimissioni del presidente Marquis si sarebbe svolta la discussione consentendo a ogni gruppo di fare un intervento di dieci minuti massimo, perché vedo che sul tabellone mi sono stati attribuiti trenta minuti.
Presidente - Confermo, le sono ora attribuiti dieci minuti.
Morelli (ALPE) - È un po' spiacevole quanto è accaduto rispetto all'apertura di un punto, che poi ha visto l'inserirsi di una discussione su un altro punto, che ha spezzato in qualche modo la discussione precedente. Dopo l'intervento del collega Marquis, sarebbe stato più logico che si continuasse a discutere sul tema delle dimissioni del Presidente della Regione. Comunque così è stato ed è inutile fare polemiche.
Presidente - No, mi scusi, così non è stato. Ma non voglio attivare la polemica. Sulla presa d'atto del primo punto, il Presidente uscente mi ha chiesto la parola e giustamente gliel'ho concessa, ma non ho aperto la discussione sulla presa d'atto. Vorrei chiarire questo aspetto, perché altrimenti non ci capiamo. Dopo di che non voglio polemizzare. Chiedo scusa per l'interruzione.
Morelli (ALPE) - Non voglio entrare nel merito di una discussione su un'errata applicazione del Regolamento interno, che lei ci dice non esserci stata. Bene. Io dico semplicemente che è spiacevole che, dopo l'intervento di Marquis, si sia inserita una discussione che ha portato evidentemente l'attenzione del Consiglio su altro.
Ma riprendiamo la discussione sulle dimissioni del presidente Marquis dall'intervento del collega Marquis stesso, per dire che...
Il consigliere Perron interviene fuori microfono.
Se il collega Perron ha qualcosa di importante da osservare, credo che...
Presidente - Chiedo scusa, consigliere Perron, lasci finire l'intervento, dopo di che affrontiamo il problema. Non creiamo problematiche su problematiche. Collega Morelli, prosegua.
Morelli (ALPE) - Mi pare che il clima sia piuttosto teso e forse non è stato così inopportuno rinviare la discussione politica a una seduta prossima.
Ieri abbiamo appreso dell'apertura di un'indagine nei confronti del collega Marquis. È questo un avvenimento che ci ha lasciati - credo - tutti sgomenti, che ha colpito profondamente anche l'opinione pubblica. Come gruppo ALPE confidiamo nel fatto che il collega Marquis possa chiarire la sua posizione e dimostrare la sua totale estraneità ai fatti e al reato che gli viene contestato. Sono avvenimenti - l'ho già detto prima - che gettano un'ombra sulle istituzioni valdostane, che nuocciono al buon nome della nostra Regione, indipendentemente da come si siano svolti i fatti, cosa della quale noi ignoriamo tutto. Però è evidente che il ritrovamento di una cifra importante nell'ufficio del Presidente della Regione, chiunque ce l'abbia messa, con qualunque finalità, è evidente che è un avvenimento estremamente spiacevole e grave, e va a intorbidare un clima già poco sereno. Si è parlato di carenze del sistema di sicurezza: oggi l'ha ricordato il collega Marquis, ma è qualcosa che era già emerso.
Circolano voci piuttosto inquietanti. Il Corriere della Sera - anch'io come il collega Gerandin, ho letto gli articoli usciti a livello nazionale - parla di vendette politiche e rancori personali. I palazzi hanno delle orecchie, diceva il collega Marguerettaz: credo che questo sia grave, ma in qualche modo in maggioranza ce ne siamo accorti da subito. C'è stata la registrazione di una riunione di maggioranza proprio nei primi tempi dell'insediamento di questa maggioranza, quindi sicuramente il palazzo ha delle orecchie. C'è stata la registrazione del collega Chatrian, che poi è stata trasmessa a un organo di stampa. Quindi il clima generale è assolutamente poco sereno e molto pesante. Anche su questa vicenda noi speriamo che verrà fatta chiarezza, così come su quella dei 25 mila euro. È quindi importante, dal nostro punto di vista, mantenere un profilo corretto senza abbandonarsi a illazioni o a congetture che non siano suffragate da fatti. Ne va della credibilità, ormai - lasciatemelo dire - sempre più risicata delle nostre istituzioni e della politica valdostana.
Oggi prendiamo atto delle dimissioni rassegnate dal presidente Marquis, che da un lato gli consentono di agire e di potersi concentrare anche con più libertà sulla necessità di chiarire la sua posizione, ma dall'altro aprono una nuova fase politico amministrativa di questa travagliata legislatura. Però di questo parleremo nella prossima seduta. Oggi credo che dobbiamo limitarci a prendere atto di queste dimissioni e ad apprezzare il gesto del collega Marquis, che credo ci consenta di fare dei ragionamenti più sereni e più liberi.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (UV) - Non per soffermarmi tutta la mattina sulle questioni procedurali, però nella riunione della Conferenza dei Capigruppo avevamo concordato, colleghi, che avremmo assegnato dieci minuti a gruppo, se c'era un'intesa per l'iscrizione del nuovo punto all'ordine del giorno. L'impegno preso era che, in presenza di questo accordo, sulle dimissioni avremmo parlato uno per gruppo, ma se questo accordo non c'è, Presidente, le chiedo cortesemente di riunire la Conferenza dei Capigruppo. Visto che tale accordo non c'è stato, noi vogliamo a questo punto che il Consiglio abbia la possibilità, per tutti i Consiglieri, di parlare su un punto che è assolutamente politico. Dico questo molto serenamente e senza nessuna polemica, ma noi l'avevamo inteso così. Quindi Presidente, se non è chiarito, chiedo che la Conferenza dei Capigruppo venga di nuovo riunita per decidere come procedere con i lavori.
Presidente - C'è la richiesta di una riunione della Conferenza dei Capigruppo. Capigruppo concessa, la seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle ore 10:58 e riprende alle ore 11:14.
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Come concordato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, siamo sulla discussione generale in merito alla presa d'atto delle dimissioni: dieci minuti per ogni consigliere che voglia prendere la parola.
Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola la consigliera Rini, ne ha facoltà.
Rini (UV) - Io vi dico la verità, oggi non pensavo di intervenire, perché speravo nel buonsenso dei colleghi e immaginavo un percorso diverso, che finalmente ci vedesse fare delle scelte differenti, improntate nel solco della serietà e dell'operosità. Invece ci troviamo ad assistere a un altro triste spettacolo. Però mi sento di intervenire, dopo aver ascoltato alcuni degli interventi di chi mi ha preceduto.
Io, come voi, credo che stiamo vivendo un periodo difficile, un periodo dove le persone che incontriamo ci dicono basta! Basta a questi paciocchi, basta a questi dico/non dico. In quest'aula, invece, siamo andati di nuovo in questa direzione, perché ancora una volta si è cercato in tutti i modi e in tutti gli interventi di fare confusione. Io non mi concentrerei tanto sui passaggi politici, perché lo hanno fatto molto bene e lo faranno sicuramente molto meglio di me i colleghi più tardi. Ma abbiamo sentito veramente delle fesserie oggi in quest'aula. Si è cercato - secondo me lo si è fatto volutamente - di confondere chi ci ascolta e ci segue, che già è abbastanza confuso e schifato da tutto e da tutti.
Partirei con la giornata di ieri. La collega Morelli ha più volte detto che ieri abbiamo appreso dell'apertura delle indagini. Io ho una grande stima della collega Morelli e so che lei conosce bene le fasi processuali, quindi sa benissimo che ieri non abbiamo parlato e non abbiamo assistito all'apertura di un'indagine. Anzi, ieri abbiamo appreso che le indagini sono andate molto avanti e - lo dico giuridicamente senza entrare nel merito - hanno raggiunto uno step importantissimo e avanzatissimo. Ovvero ieri abbiamo assistito alla notifica di avvisi di garanzia per tre persone. Io parlo per quello che è apparso sugli organi di stampa: la notifica di un avviso di garanzia e di una posizione di indagato che hanno notificato all'ex presidente Marquis e ad altre due persone. Quindi l'apertura delle indagini era chiara ed era già avvenuta il 7 luglio: ne eravamo tutti a conoscenza.
Ieri però c'è stato un altro fatto giuridico importantissimo. Proprio perché le indagini sono andate avanti, abbiamo scoperto che c'è stato lo stralcio totale da parte della Procura del reato di corruzione. Cosa vuol dire questo? Perché sui termini giuridici è anche facile fare melina, giocare e pacioccare - come dicevo prima - per confondere. Cosa vuol dire lo stralcio del reato di corruzione? Vuol dire che l'unica certezza di ieri - io concordo che non ci sia nessun'altra posizione, ma bisogna assolutamente rispettare l'operato della magistratura - è la totale estraneità ai fatti del collega Rollandin. Credo che questo sia un dato di fatto. Finisco e poi lei mi replicherà.
Vorrei dire una cosa preliminare. Io sono una ferma sostenitrice della presunzione di non colpevolezza, quindi esprimo innanzitutto tutta la mia solidarietà personale al collega Marquis e ripeto che noi parleremo di fatti quando le conclusioni saranno avanti. Su questo vorrei essere assolutamente non fraintesa, però non facciamo di nuovo confusione. Ho sentito prima in quest'aula parlare di testimoni inascoltati.
Voce fuori microfono.
Scusi, io ricostruisco quello che ho sentito: credo di averne diritto. Io ho sentito questo, poi lei mi dirà; è tutto ai verbali, fortunatamente. Chi siano i testimoni lo decide il Sostituto Procuratore, quindi la carica di testimone non ce la auto diamo, ma la dà giustamente chi conduce le indagini. Ieri un atto notificato ha dato un'altra interpretazione - le ripeto che io sono garantista fino all'ultimo grado di giudizio e quindi su questo non vorrei essere fraintesa - quindi ieri abbiamo avuto un altro disegno di quanto accaduto.
Prima abbiamo sentito parlare anche della questione delle dimissioni: questo è il punto e l'oggetto. Ma io le faccio una mia considerazione, che credo sia anche di altri. Tra l'altro anche su questo ci sono due versioni contrastanti. Se veramente, collega Marquis, lei voleva favorire il dialogo politico, perché non si è dimesso lunedì? Il presidente Gentiloni è venuto in Valle lunedì. Lo scorso Consiglio abbiamo parlato tutta la giornata e sembrava che lo scoglio fosse questa visita. Gentiloni era andato via, la Giunta era terminata, le deliberazioni le avevate portate a casa e tutto era stato fatto: se voleva veramente favorire un dialogo politico, perché, collega Marquis, non si è dimesso lunedì e lo ha fatto solo ieri? Qualcuno, sempre della sua ex maggioranza, ha detto che lo ha fatto in seguito all'atto giudiziario che le è stato notificato. Io rispetto anche questa scelta, però il suo collega diceva des deux l'une: o l'una o l'altra, perché hanno due significati un po' diversi e non sono proprio la stessa cosa.
Chiudo il mio intervento con quello che ha detto prima il collega Marguerettaz. Cerco di farlo - mi creda, collega Marquis - con il massimo del rispetto, che credo di avere sempre dato ai colleghi e che ho sempre preteso. Oggi qua si chiedono toni bassi e si chiede rispetto, come è giusto che sia, ma li avremmo graditi anche noi un po' di mesi fa, però purtroppo tale gentilezza non ci è stata accordata. In quest'aula ho sentito delle parole forti, ho sentito delle parole che andavano ampiamente al di là di commenti e che - lì sì, in un momento di avvio delle indagini - erano del tutto inopportune. Mi riferisco a quelle parole che lei aveva pronunciato alla fine di una conferenza stampa, quando era venuto a conoscenza degli avvenimenti: fatto di estrema gravità, sfregio alle istituzioni e alla comunità valdostana, ancor più grave per il luogo in cui è stato commesso; questo fatto si inserisce in un contesto di grande cambiamento; è l'atto finale di una politica che distribuisce risorse. Collega Marquis, io non entro nel merito, perché - glielo ripeto per l'ennesima volta - io umanamente le sono vicina e mi auguro per lei, ma soprattutto per la Valle d'Aosta, che si concluda diversamente questa faccenda. Però - come dicevo prima - l'unica certezza che c'è oggi è la totale estraneità del collega Rollandin. E in seguito a queste sue dichiarazioni fatte pubblicamente, io le chiedo veramente - glielo chiedo davvero umanamente - di porre pubblicamente delle scuse al collega Rollandin per queste parole infamanti. Collega a cui, io personalmente e il nostro gruppo, vogliamo esprimere la totale vicinanza e supporto, perché è stata davvero una brutta pagina. Ora però io credo che le valdostane e i valdostani ne abbiano veramente basta, credo che sia arrivato veramente il momento di anteporre la serietà a qualunque questione personale e di metterci al lavoro.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Marquis (AC-SA-PNV) - Prendo la parola per fatto personale. Collega Rini, lei ci dice di essere un'esperta giurista che conosce i tribunali e conosce le procedure. Io la inviterei a una maggiore cautela, perché lei parla senza sapere quello che dice, o perlomeno senza essere informata dei fatti avvenuti. Ieri io sono stato oggetto di un decreto di perquisizione, in cui mi è stato prelevato il computer e due cellulari, ma non ho avuto nessun avviso di garanzia, come nessun altro. Pertanto stia attenta a quello che dice.
Con riferimento invece al resto della questione, sono a confermare le parole che ho espresso nella conferenza stampa: le condivido ancora oggi e le sottolineo. È successo un atto gravissimo e uno sfregio per le istituzioni e per la Valle d'Aosta intera. Da valdostano mi vergogno solo a pensare che qualcuno abbia potuto mettere dei soldi nell'ufficio del Presidente della Regione. Ora io - come è stato sottolineato dal collega Marguerettaz - mi auguro che non ci sia il coinvolgimento di nessuno dei rappresentanti delle istituzioni, ma questo sta a significare che qualche soggetto terzo abbia compiuto questa azione. Se così è - questo era il significato delle mie parole e lo risottolineo - è ancora un fatto più inquietante per la Valle d'Aosta, perché significa che non c'è un sistema in salute, significa che c'è da fare delle riflessioni, perché non sono cose queste che possono accadere in una situazione di normalità. Credo che questo lo sappiano tutti i valdostani e per questo dico che, se c'è qualche soggetto terzo disposto a compiere delle azioni di questo genere, significa che è la fine di un sistema. Chiaro?
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Fabbri, ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Certo questa mattina, quando abbiamo aperto la seduta, i toni dovevano essere tutt'altri. Era stato concordato tutto un altro tipo di discussione, che non avrebbe dovuto certo prendere la via che ha preso e che a me personalmente, ma credo a tutti, a questo punto dispiaccia, perché - com'è stato detto - affrontiamo un argomento che non dovrebbe essere trattato qui, soprattutto oggi. Adesso avremmo dovuto solo ed esclusivamente prendere atto di un atto formale: le dimissioni del Presidente.
Comunque due considerazioni vorrei farle. Lo scorso Consiglio, ancora prima della presentazione della risoluzione delle dimissioni, noi come gruppo UVP avevamo invitato il Presidente a dimettersi, esprimendo così un atto di responsabilità e magnanimità. Oggi sono arrivate queste dimissioni. Dispiace aver sentito il Presidente dire che le dimissioni sono arrivate in seguito a una facile lettura politica di quanto è successo in queste ultime ore.
Avevamo espresso questo invito, per favorire uno sviluppo meno traumatico della fine della sua esperienza di Governo, ricordando come in democrazia chi non ha la maggioranza deve semplicemente prenderne atto e lasciare che la politica trovi le soluzioni democratiche alla situazione che si è creata. Non era un modo di dire: era una cosa che effettivamente, come gruppo, pensavamo profondamente. Ridiamo alla politica ciò che è l'essenziale della politica stessa: risolvere i problemi della società.
L'arroccarsi su posizioni di resistenza a oltranza, dicevamo che era un atteggiamento miope, un atteggiamento che avevamo già constatato in questa fase della legislatura, e che aveva portato a fasi di fortissima instabilità e conflittualità, poi sfociata - collega Guichardaz - per questo motivo nel 10 marzo, perché qualcuno non aveva voluto prendere atto della situazione. Oggi, in una situazione ancora più caotica, prendiamo atto delle dimissioni del presidente Marquis e ci impegniamo a trovare una soluzione per cercare di dare stabilità e governabilità durante l'ultima fase di questa legislatura.
In questo grave momento, grave e delicato, l'Union Valdôtaine Progressiste, e così speriamo anche tutti gli altri gruppi politici, ognuno naturalmente nel nuovo ruolo che ricoprirà, devono responsabilmente concorrere a garantire una nuova fase meno turbolenta e maggiormente stabile del quadro politico amministrativo della nostra Regione. Ci auguriamo che ciò accada e che questo avvenga il più presto possibile. In questo senso andava l'inserimento del punto nell'ordine del giorno dell'adunanza di oggi, che poi, come abbiamo visto, in realtà è degradato in una discussione che non doveva esserci. Cerchiamo, ognuno nel suo ruolo, di far passare questa ennesima burrasca e di guardare al futuro per lavorare e dare alla nostra regione un futuro più sereno.
Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (AC-SA-PNV) - Anch'io sono sulla linea del collega Fabbri. Non parlerò sicuramente di fatti di magistratura o di processi. Le vertenze aperte sono molte e speriamo che - come diceva il collega Gerandin - i valdostani e la Valle d'Aosta ne escano liberi. Certo, mi permetto di dire che la tempistica di questo decreto di perquisizione, che non è un avviso di garanzia (bisogna stare attenti ai termini giuridici), è giunto in modo mi sembra intempestivo. Ma sarà un'attenzione di tutti quelli che ci sono e che verranno, di stare attenti a questo e sottolineare questo fatto, perché mi sembra intempestivo, continuo a dire; è una mia posizione.
Vorrei dire che sono dispiaciuto che questo percorso politico, iniziato il 10 marzo, sia finito. Collega Guichardaz, ha visto - lei sa che non faccio polemica - che nella dichiarazione del collega Fabbri, da uno che comunque sarà adesso in maggioranza con lei, la lettura del 10 marzo è già stata diversa da quella che ha dato lei. Io volevo solo dire chiaramente che sono dispiaciuto che questa esperienza di cambiamento, questo tentativo di cambiamento si sia poi infranto e si sia sgretolato. Forse abbiamo dimostrato di non riuscire a dialogare sufficientemente, non abbiamo affrontato alcuni problemi, però abbiamo avuto sicuramente un impegno importante in questi mesi.
Si fa un cambiamento per una ricerca di maggiore stabilità: per carità, è legittimo. Io penso solo che la stabilità non dipenda dal numero dei consiglieri. Avevamo già visto con la giunta Rollandin, quando entrò l'UVP, che la maggioranza era di ventisei, ma queste ventisei persone non hanno garantito una stabilità.
Alla base di questo cambiamento si fa un discorso di autonomia. L'Autonomia è un cuore che palpita dentro tutti noi, siamo sicuramente convinti che vada difesa, che vada tutelata e che preveda un impegno di tutti. Ma l'Autonomia è attenzione alla persona, anche se questa persona non ha dei numeri così importanti, e va tutelata soprattutto con dei comportamenti, con un'amministrazione corretta, con una buona amministrazione. Quando venne qui Napolitano ci disse: la Valle d'Aosta si è caratterizzata nei tempi per delle scelte amministrative di un certo tipo. Sui contenuti e sui programmi, io credo che ne parleremo giustamente venerdì.
Voglio concludere questo intervento, dicendo che la mia e la nostra posizione è sempre che, di fronte a una difficoltà manifesta e a una incapacità di governare che si manifesta adesso con il sesto Governo in questa legislatura, forse le elezioni anticipate erano una soluzione più giusta per tutti i cittadini.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Questa brutta vicenda del ritrovamento dei 25 mila euro sin dall'inizio è stata sconcertante e inquietante. È bene che al più presto si faccia chiarezza e non si lascino dubbi sull'accaduto. Di misteri e di veleni in questa regione ce ne sono già abbastanza. Che si faccia chiarezza per il buon nome della Valle d'Aosta, per l'immagine, la credibilità dell'istituzione e per le persone coinvolte prima e dopo, direttamente o indirettamente. Che non finisca per essere un nuovo capitolo di un romanzo giallo irrisolvibile, o una puntata di una serie televisiva, una House of Cards alla valdostana, senza un finale. Al più presto bisogna che si abbia un punto finale per il bene di tutti e che si faccia in fretta; che la nebbia che avvolge questa triste e grave vicenda venga eliminata, per liberare la Valle d'Aosta da questa cappa.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Che dire? Oggi la maggioranza ha chiesto di non fare un dibattito pubblico, ma di aprire invece un processo mediatico pubblico sulle dimissioni dell'ex presidente Marquis: ha chiesto di spostare la discussione dal dibattito politico al dibattito sulla persona.
Dimissioni non dovute. Certo la mancanza di una maggioranza che non c'è più: l'abbiamo visto dal voto per l'iscrizione della risoluzione, ma anche dalle dichiarazioni dei componenti dell'ex maggioranza che in queste settimane si sono succedute. Dimissioni che sono giunte per un presunto senso di responsabilità, ma che solo due giorni fa - io questo lo voglio ricordare - avrebbero dovuto essere rinviate di qualche giorno per un inderogabile impegno del Presidente della Regione in seno all'Unione europea. Dimissioni confuse, quantomeno per me, che non chiariscono a questo punto se si tratta del problema giudiziario o di una strategia pubblica per rinviare di qualche giorno, per allungare il brodo - come diceva prima qualche collega - in modo inspiegabile e che contrasta tra l'altro con i richiami più volte fatti ancora il 10 marzo sulla necessità di dare subito un governo alla Regione.
Lei, ex presidente Marquis, ha dichiarato che le dimissioni erano una possibilità prima che si aprisse la questione giudiziaria, quindi l'avevate presa in considerazione. Sono strumenti politici che possono essere utilizzati. Oggi non c'è più un governo. I valdostani devono prendere atto di questa situazione. Non potete più riunirlo: è un dato di fatto come lo è anche che una componente importante del vostro Governo abbia firmato una mozione di sfiducia costruttiva.
Secondo me, questa è una impasse istituzionale. Lo dico molto umilmente, senza voler fare polemica e senza entrare nella vis polemica che un dibattito del genere potrebbe tirare. Tirate il brodo, colleghi della maggioranza, sapendo di farlo. Ma io mi permetto di dire che fate il danno del collega Marquis, che per due giorni in più qui oggi subisce un processo mediatico. Per due giorni in più, per tre giorni in più viene messo pubblicamente agli onori della cronaca, in primis dai suoi colleghi della sua ex maggioranza. Voi, colleghi della ex maggioranza, non state proteggendo Marquis. Lo state usando per motivi insondabili, che io francamente non riesco a capire.
L'ho detto prima, noi non siamo giustizialisti (qualcuno parla di garantismo), non abbiamo mai cavalcato i fatti giudiziari dei colleghi - potete ripercorrere le vicende degli ultimi anni - e pur rilevando la totale ineleganza delle dichiarazioni sulla nuova morale del presidente Marquis, la nuova morale al potere, fatte all'atto del ritrovamento dei 25 mila euro, anche oggi evitiamo di fare del giustizialismo. Certo, colleghi, avete messo in piedi un pandemonio, che avrà sui giornali una eco ancora per tre giorni, se va bene, che frullerà non Marquis, non la ex maggioranza, non l'opposizione, non la classe politica, ma fuori di qua frullerà l'intera Valle d'Aosta. Perché fuori dai confini regionali coloro che ci osservano, che guardano la Valle d'Aosta come la petite patrie a volte dei privilegi, delle cose impossibili che possono capitare, non diranno che è la politica valdostana a essere marcia e che i cittadini sono invece persone probe o virtuose. No, è la Valle d'Aosta che fa schifo. E oggi noi abbiamo voluto fare un dibattito pubblico, mettere alla berlina Marquis, che è diventato in qualche modo vittima, a mio parere. Io glielo dico, Presidente, visto che è appena rientrato in aula e non ha ascoltato il precedente intervento (di sicuro io non obbligo ad ascoltare quello che dico io): lei oggi è vittima di un qualcosa che non riesco a capire.
La Valle d'Aosta oggi è rappresentata in modo un po' grottesco, come il luogo dove può succedere di tutto, dove si trovano 25 mila euro - non 5 mila euro, colleghi: 25 mila euro! - nelle scrivanie di un presidente neo insediato, scrivanie traslocate, prima imputabili a questioni corruttive e in ultimo diventate oggetto di indagini. Adesso io non so che termini si possono usare, perché i giornali hanno usato anche delle parole più forti; diciamo di indagini e di approfondimenti per un'altra ipotesi di reato, che è quella di calunnia, mi pare di aver letto.
Ieri qualcuno mi diceva e oggi qualcun'altro - forse il collega Bertin - lo ha ribadito, che nemmeno il più fantasioso dei giallisti avrebbe potuto pensare a un intrigo del genere. Oggi lasciamo, colleghi, che si scriva un giallo che avrà una vetrina di almeno tre o quattro giorni. Un giallo che poteva rimanere nelle cronache giudiziarie, ma che oggi assume una valenza politica, perché avete voluto aprire questa discussione, che francamente poteva essere evitata e trasformata in un confronto con tutti i distinguo, con tutti i toni più o meno forti, ma in un dibattito politico su cosa faremo nei prossimi sei mesi.
Questo, colleghi, visto che siamo qua, che avete voluto aprire questo dibattito sulle dimissioni di Marquis e sui fatti che lo riguardano, è un giallo intricato che richiede di capire chi li ha messi questi soldi e perché sono stati messi, e prendiamo per vera la sua verità, presidente Marquis. Ma anche perché, Marquis, al di là dei 25 mila euro (che a me interessano poco), mi interessa capire perché lei ne ha fatto un totem di onestà, lasciando intendere che il sistema precedente fosse quantomeno profondamente inquinato. Lei questo l'ha detto. Poi non è per garantismo, ma io penso che questa cosa qua sarebbe stata una tale follia, che non posso pensare che lei si sia fatto del male in questa maniera. Quindi lasciamo da parte i giudizi sulla questione dei 25 mila euro. Ma lei, presidente Marquis, non si è risparmiato giudizi quel giorno che ha trovato o che sono stati trovati i 25 mila euro. Non si è risparmiato giudizi su un sistema di cui lei è stato parte per anni, dicendo che quello era un sistema profondamente inquinato. Non diciamo corrotto, non diciamo null'altro, perché se no qua esplodono le querele. Prima sentivo il consigliere Fosson minacciare querele. Non si può neanche più parlare di queste cose. Voi avete rappresentato in quel momento la Valle d'Aosta come un sistema profondamente corrotto e voi come gli antidoti di quel sistema. Oggi lei, Marquis, si trova frullato nella situazione che lei aveva imputato a qualcun altro, e non è bello! Io spero che questo serva da insegnamento. Ma io spero che la cosa che serva da insegnamento sia il perché oggi avete voluto fare questo dibattito assurdo, surreale, quando oggi si doveva parlare di politica, poiché non c'è più una maggioranza, non c'è più un Governo che garantisca. L'avete detto voi il 10 marzo: due giorni, un giorno, quando si doveva insediare il Consiglio, erano importanti. Un giorno o due giorni possono essere importanti per l'Amministrazione. Rinviamo a venerdì, non ci sono problemi, ma spiegatemi perché la follia di questo dibattito che oggi sovverte gli estremi.
Tutto qui, io volevo solo dire questo, senza particolari polemiche. Non mi pare che il mio in questo caso sia stato un intervento di cattiveria. È un intervento che esprime in qualche modo anche una solidarietà verso - penso - tutta la classe politica, perché in questa legislatura credo che l'aspetto giudiziario abbia toccato varie persone, non solo il presidente Marquis, e tocchi diverse sensibilità.
Presidente - Non ci sono altri interventi, quindi la discussione è chiusa.
Si tratta di una presa d'atto, quindi a questo punto prendiamo atto delle dimissioni rassegnate dal signor Pierluigi Marquis. Do atto che la Presidenza è assunta dal vicepresidente Laurent Viérin, a cui chiedo di sedersi allo scranno della presidenza, che continua in prorogatio ad assicurare l'ordinaria amministrazione fino all'elezione del nuovo Presidente della Regione e della nuova Giunta, ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge regionale n. 21 del 2007.
Do atto che, come disposto dagli articoli 7 comma 2 e 8 comma 1 lettera b) della legge regionale n. 21 del 2007, il termine massimo per l'esercizio dell'ordinaria amministrazione da parte della Giunta è di sessanta giorni, decorsi i quali si verificherà ex lege lo scioglimento funzionale del Consiglio regionale, ove non siano eletti il nuovo Presidente della Regione e una nuova Giunta.
È stata presentata la richiesta di un Consiglio straordinario, che già ho portato in visione nella riunione della Conferenza dei Capigruppo fatta questa mattina, per una nuova convocazione di un Consiglio straordinario, che sarà venerdì mattina alle ore 9:00.
L'adunanza termina alle ore 11:51.