Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2953 du 11 octobre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2953/XIV - Ordine dei lavori.

Rosset (Presidente) - Con 34 presenti, possiamo iniziare i lavori. Chiedo scusa del ritardo dovuto alla riunione della Conferenza dei Capigruppo.

Porto a conoscenza dell'aula che è pervenuta in data di ieri la lettera con la quale il Presidente della Regione ha rassegnato le dimissioni dalla carica. Ai sensi dell'articolo 7, comma 2 della legge regionale n. 21 del 2007 e dell'articolo 9, comma 5 del Regolamento interno del Consiglio, è previsto che il Presidente del Consiglio riceva le dimissioni rassegnate dal Presidente della Regione e ne dia comunicazione al Consiglio nella prima sessione o adunanza utile, che diventano efficaci dalla data di presa d'atto da parte del Consiglio da effettuarsi nella medesima adunanza. Poiché la riunione odierna è la prima adunanza utile del Consiglio, occorre procedere già in questa riunione alla comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Presidente della Regione. Conseguentemente, essendo le dimissioni efficaci dalla data di presa d'atto, il punto relativo alla trattazione della mozione di sfiducia costruttiva nei confronti del Presidente della Regione, presentata il 7 ottobre scorso, risulta assorbito e superato dalle dimissioni stesse. In sede di Conferenza dei capigruppo si è concordato di procedere nella seduta odierna con la comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Presidente della Regione.

Detto questo, ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (AC-SA-PNV) - Ieri sera ho rassegnato le dimissioni da Presidente della Regione, a seguito di un percorso che era stato intrapreso il 7 ottobre scorso. In quella data è stata presentata una risoluzione in aula, che richiedeva le dimissioni del Presidente della Regione: la risoluzione è stata votata con esito positivo a maggioranza dei presenti in aula. In quel momento ho ritenuto doveroso, come ho evidenziato nel corso del dibattito, di non poter ottemperare alla richiesta, per il mio ruolo di responsabilità, perché è imposto di garantire la governabilità da una fase a un'altra finché non venga proposto un nuovo Governo. E questo sia per il ruolo di Presidente della Regione, sia per le funzioni prefettizie.

Abbiamo appreso sabato mattina della presentazione di una mozione di sfiducia costruttiva, che propone una nuova alleanza e un nuovo Governo con la fuoriuscita del UVP dalla vecchia maggioranza. Viene proposto quindi un nuovo Governo e pertanto credo che, tenuto conto che lunedì mattina abbiamo dato corso ai lavori della Giunta a conclusione del nostro operato, ed è stato convocato il Consiglio per la seduta odierna, poteva ritenersi concluso il mio percorso. È un percorso intrapreso il 10 marzo scorso, un percorso per il cambiamento, un percorso in difficili condizioni e in un contesto altrettanto difficile, nel quale credo che abbiamo potuto dare il nostro contributo alla Valle d'Aosta per farla uscire da una situazione di difficoltà. Avremo poi modo successivamente di entrare su questo argomento.

Ieri mattina, inoltre, mi hanno notificato un provvedimento, per il quale mi sono stati prelevati computer e telefoni cellulari. Queste azioni potranno essere sicuramente utili a dimostrare tutta la mia assoluta estraneità rispetto a quanto mi viene contestato. Io sono e resto a oggi un testimone ancora inascoltato di fatti a cui sono completamente estraneo. Secondo quanto detto e quanto ho letto, l'ipotesi investigativa costruita dalla Procura contrasta con tutto quello che io so. Io non ho fatto sicuramente nulla, non ho difficoltà non solo a dimostrarlo, ma anche a giurarlo su quanto ho di più caro al mondo (la mia famiglia) davanti a tutti i valdostani. Purtroppo, quanto accaduto si presta, per la pura coincidenza temporale che stiamo vivendo, a una facile lettura politica: questo mi dispiace molto. Questa è una vicenda sulla quale abbiamo auspicato sin dall'inizio che si facesse chiarezza nel più breve tempo possibile, che si trovasse una rapida soluzione. Purtroppo al momento così non è, e su questo devo dire, ahimè, che non ha sicuramente facilitato il compito della magistratura anche la sicurezza del palazzo. È emersa tutta la vulnerabilità del sistema di sicurezza: sono state fatte delle relazioni, i lavori non sono ancora terminati, però questo sarà nuovamente un problema a cui il prossimo Governo dovrà lavorare. Sicuramente questo è un problema da affrontare.

Ho preso atto, quindi, di questa situazione complessiva e, tenuto conto anche della situazione in cui mi sono trovato coinvolto, ritengo che sia doveroso, rispetto a un ruolo di rappresentanza istituzionale, per quello che mi concerne e per quello che mi appartiene come logica sotto il profilo etico e comportamentale, dover rassegnare le dimissioni dalla Presidenza della Regione, per poter rappresentare al meglio tutto quello che so su questa vicenda e sicuramente per dimostrare tutta la mia estraneità.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Il nostro gruppo interverrà ancora nel dibattito sulla presa d'atto. Vorrei solo chiedere e far rilevare a verbale che noi abbiamo chiesto in Conferenza dei Capigruppo, e abbiamo accolto la proposta sensata del Presidente del Consiglio, a fronte di un atteggiamento dei capigruppo che non abbiamo condiviso, di poter inserire un nuovo punto all'ordine del giorno: che ci fosse la presa d'atto delle dimissioni di Marquis e contestualmente si desse al Consiglio la possibilità di iscrivere un nuovo punto che prevedesse l'elezione del Presidente della Regione e della Giunta, a fronte di un nuovo progetto politico che viene presentato. Voglio che rimanga a verbale, perché su questo in Conferenza dei Capigruppo ci siamo presentati con un approccio assolutamente collaborativo, dicendo che non avremmo in alcun modo esasperato la questione giudiziaria. Il taglio che ha appena dato il presidente Marquis, per certi aspetti va in direzione radicalmente opposta.

Per cui, Presidente, io le chiedo di spiegare all'aula come procederanno i lavori, e chiedo formalmente, dopo la presa d'atto, che venga messa in votazione la proposta di iscrizione di un nuovo punto all'ordine del giorno che preveda l'elezione del Presidente della Regione e della Giunta regionale. Su questo chiedo che venga fatta una votazione palese e che i gruppi chiaramente si prendano le loro responsabilità, perché dal nostro punto di vista è assolutamente urgente - nello spirito di favorire il passaggio di testimone che richiedeva il presidente Marquis: favorire il transito da una Giunta all'altra - che venga nella giornata di oggi iscritto un nuovo punto, sul quale c'è la disponibilità di fare tutto dibattito politico e di procedere oggi all'elezione di un nuovo Governo. Quindi, Presidente, io le chiedo, nei tempi che lei riterrà opportuni, di prevedere di sottoporre all'aula l'inserimento di un nuovo punto all'ordine del giorno. In assenza di questo, se il punto non verrà accettato, perché occorrono ventiquattro voti, le consegnerò immediatamente la richiesta di convocazione di un Consiglio straordinario.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Con la stessa pacatezza del collega Perron, io credo che sia alquanto irrituale interrompere la discussione di un punto, aperto legittimamente dal Presidente del Consiglio, con un altro argomento. Evidentemente vi sarà una successione logica nell'affrontare i punti. Il Presidente del Consiglio ha aperto il punto delle dimissioni del presidente Marquis e io credo che in questa fase a questo ci si debba attenere. Quindi io credo che sia opportuno che il presidente Rosset faccia procedere il dibattito sul punto aperto e che, in seguito, ci sia la possibilità di affrontare il punto successivo.

Presidente - Per chiarimento, vorrei evidenziare che non ho aperto il punto. Ho annunciato ciò che mi è pervenuto. Dopo di che ha chiesto la parola il presidente Marquis, probabilmente per motivare sulla mia richiesta di ricevuta di lettera di ieri sera, ma la discussione sulla presa d'atto non è ancora stata aperta. Questo solo per chiarimento.

Detto questo, sulla richiesta formulata dal collega Perron, la mozione d'ordine è prevista dal Regolamento interno all'articolo 60. Ha chiesto la parola il consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Proprio per questo motivo, come capogruppo del UVP, chiediamo che sia iscritta all'ordine del giorno la nomina del nuovo Presidente della Regione e della nuova Giunta.

Presidente - Prendo atto della richiesta di mozione d'ordine e leggo quanto prevede il Regolamento interno per tali richiami: "... la cui durata non può eccedere i dieci minuti, hanno la precedenza sulle questioni principali e ne fanno sospendere la discussione. In questi casi non può parlare, dopo la formulazione del richiamo, che un oratore contro e uno a favore e per non più di dieci minuti ciascuno. Il Presidente ha tuttavia facoltà, valutata l'importanza della questione, di dare la parola a un oratore per ciascun gruppo consiliare. Ove il Consiglio regionale sia chiamato a decidere sul richiamo, la votazione ha luogo a scrutinio palese." Quindi per l'iscrizione su quanto formulato, possiamo attivare la richiesta di un intervento a favore e uno contro.

Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Per mozione d'ordine. Avvalendosi della sua facoltà, essendo un tema così particolare, io chiederei che ci fosse la possibilità di parlare dieci minuti per gruppo.

Presidente -Non ci sono altre richieste? Si concedono dieci minuti per gruppo. Ha chiesto la parola il consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - La nostra richiesta, come ho formulato poc'anzi, è di iscrivere questo nuovo punto all'ordine del giorno per dare, così come abbiamo sentito in questi giorni e negli altri Consigli, al più presto possibile un Governo stabile a questa Regione, per poter lavorare su dossier importanti come il bilancio e altri che sono sul tavolo.

Nei Consigli scorsi sembrava che dovesse essere una cosa imminente e addirittura che non ci si dimettesse perché c'erano delle grosse problematiche che bisognava affrontare immediatamente. Vediamo che, nonostante abbiamo in vari interventi richiesto queste dimissioni e ci è sempre stato risposto che l'unica modalità accettabile era la mozione di sfiducia costruttiva, adesso ci ritroviamo con le dimissioni all'ultimo momento. Qui sembra proprio di voler allungare la minestra e non si capisce per quale motivo. Quello che continuiamo a chiedere e a dire è che abbiamo la necessità di avere un Governo stabile e di lavorare tanto e al più presto possibile. Per il resto, tutti questi sotterfugi, tutte queste maniere per rimanere seduti in certi settori e in certe poltrone, ci fanno pensare che quei nuovi metodi, quella nuova Valle d'Aosta e tutto quello che di nuovo si presentava, non era così nuovo. Per questo motivo noi chiediamo di fare la discussione già oggi, anche per chiudere tutte le polemiche di questi giorni sui giornali e alle televisioni.

Noi nella riunione della Conferenza dei Capigruppo avevamo dato la disponibilità a essere molto cauti su tutto quello che sta succedendo. Vi dico questo anche perché mi ha un po' stupito quando l'ex Presidente della Regione ci ha parlato di una "facile lettura politica": veramente io questa frase non riesco a interpretarla e se ce lo spiega forse è importante per tutti.

C'è bisogno di chiudere al più presto, ma chiudere a livello mediatico, perché in questa legislatura tutti dobbiamo prenderci delle colpe. Tutti noi presenti abbiamo fatto di tutto in questa legislatura per avere un po' di chiarezza, per cambiare dei metodi, per cambiare tante cose. Forse siamo arrivati alla parte finale. Vi dico questo, perché noi da quest'estate abbiamo presentato un progetto di rassemblement: un progetto per unire e non per dividere; non per creare dei muri e non per creare delle competizioni in questo Consiglio regionale. Diciamo che questo è l'inizio, per avere poi una chiusura futura di questo progetto. Noi auspichiamo proprio questo, e dovrebbe cominciare proprio da qui.

Ci chiediamo cosa cambia e quale sia il motivo. Io vi dico la verità: per noi essere insediati oggi, venerdì o la prossima settimana non cambia granché. Forse per qualcuno in certi settori è importante già adesso, già da questo pomeriggio, già da domani mattina poter intervenire, perché due o tre giorni fanno anche un po' di differenza. Questa è la nostra sola motivazione ed è per questo motivo che i gruppi, già nella riunione della Conferenza dei Capigruppo hanno richiesto questo inserimento all'ordine del giorno.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Borrello, ne ha facoltà.

Borrello (AC-SA-PNV) - È un momento delicato e sicuramente particolare. Abbiamo già avuto modo all'interno di questa Assemblea di vivere situazioni di impasse dal punto di vista politico amministrativo. Oggi il passaggio che vogliamo sottolineare -io non sono all'interno della Conferenza dei Capigruppo, ma ho avuto modo di confrontarmi con i colleghi - non è legato alla volontà di impedire la concretizzazione di un percorso politico, che avete manifestato in maniera chiara, dapprima con un'azione politica durante l'estate, quando sono stati lanciati dei legittimi progetti, successivamente con delle dichiarazioni all'interno delle verifiche, delle riunioni di maggioranza e anche con una concretizzazione di un atto il 7 ottobre, nel momento in cui avete votato a larga maggioranza una risoluzione. Noi abbiamo preso atto, ne siamo consapevoli e abbiamo già dichiarato in diverse sedi che noi non avremmo cercato di ostacolare nessun tipo di processo. Ma vorrei fare un passaggio legato a quello che è successo ieri in tarda serata e che oggi è stato portato all'attenzione del Consiglio regionale, che - ricordo - è l'Assemblea deputata a fare delle valutazioni dal punto di vista istituzionale e politico.

Ieri una persona ha rassegnato le dimissioni: non una persona qualunque, ma il Presidente della Regione. Non è un atto che capita tutti i giorni, non è un atto che capita in tutte le legislature. Quindi la volontà che noi abbiamo posto all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo, che effettivamente ha avuto un tono pacato ed equilibrato nell'affrontare la tematica, è di dire che oggi noi affrontiamo, per il rispetto dell'aula, un aspetto istituzionale che è il punto all'ordine del giorno della presa d'atto delle dimissioni del Presidente della Regione. Non entro nel merito delle vicissitudini di carattere politico amministrativo di altri palazzi, perché dopo ci sarà l'apertura del punto in questione. Da qui la volontà di fare oggi un dibattito rispetto a questo punto di carattere istituzionale, perché non siamo un'aula di tribunale. Senza andare a diluire il brodo, bastano ventiquattro ore: come Conferenza dei Capigruppo decidiamo di parlare domani o dopodomani dell'insediamento del nuovo Governo. Questo è quello che abbiamo portato all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo: suddividere i passaggi da un punto di vista istituzionale, rispetto a un atto che io ritengo di grande responsabilità del collega Marquis, per poi dare concretezza a un percorso che siamo consapevoli avrà il suo sviluppo futuro.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (EPAV) - Io faccio fatica a capire chi vi ha consigliato di andare all'attacco in questo modo questa mattina. Faccio davvero fatica.

Per quale motivo c'è stata questa convocazione oggi? Perché è stata presentata una mozione di sfiducia costruttiva, che rappresenta un programma di governo che ci porterà a fine legislatura e che individua i conduttori di questo stesso programma di governo, quindi la nuova Giunta. Niente di più facile che proseguire questo discorso. Ma, ahimè, ieri è avvenuto un fatto nuovo: un fatto che voglio far discutere ad altri palazzi, un fatto per il quale non saremmo neanche intervenuti nella presa d'atto.

Di fatto questo Governo è sfiduciato fin da quando una forza del passato esecutivo ha dichiarato concluso il percorso di questa Giunta: era l'inizio dell'estate. Ci siamo presentati con una risoluzione, ma malgrado tale iniziativa non abbiamo visto le dimissioni del Presidente e oggi ci troviamo qui con tutti gli atti pronti, con gli atti politici per arrivare a una definizione e dare corpo e forza a un'azione di governo che vogliamo vada fino a maggio per portare dei risultati ai valdostani. Ma no: ci parlate di sicurezza del palazzo, ci dite che avete bisogno di tempo! Eravamo già pronti per dibattere politicamente su quello che sarebbe iniziato, su quello che sarebbe stato il nuovo progetto, perché il progetto l'avete ricevuto tutti. Quindi riteniamo che il comportamento non sia quello costruttivo che auspicavamo e che ritenevamo potesse dare fin da subito un Governo ai valdostani, ma rimandiamo di ventiquattr'ore. Rimandiamo: è irresponsabile!

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - La nostra proposta in Conferenza dei Capigruppo è stata molto serena e molto chiara. Il Consiglio regionale oggi era convocato per discutere di una mozione di sfiducia costruttiva. Rispetto a sabato, quando questa mozione di sfiducia costruttiva è stata depositata, io credo siano intervenuti fatti nuovi che hanno portato o che hanno contribuito sicuramente in maniera determinante alle dimissioni del presidente Marquis. Noi riteniamo che, visto il clima assolutamente teso (teso è dir poco) che si è creato intorno a questa vicenda e vista l'importanza e la serietà che riveste la necessità che qualcuno all'interno di questo Consiglio abbia ritenuto di voler dare un nuovo Governo (il sesto di questa legislatura) alla Valle d'Aosta, noi abbiamo semplicemente fatto la riflessione che forse era opportuno scindere i due momenti.

Oggi la Valle d'Aosta è à la une su tutti i giornali nazionali, non per la mozione di sfiducia, ma per un fatto grave che colpisce tutti: indipendentemente dal punto di vista da cui lo si guardi, è qualcosa che getta comunque un'ombra sulla Valle d'Aosta. Noi riteniamo che sia necessario - senza voler allungare il brodo, perché siamo assolutamente d'accordo che rimane poco tempo al termine di questa legislatura - e siamo assolutamente d'accordo che si debba ritrovare un assetto governativo stabile, pertanto non è questione di voler fare melina, non è questione di voler allungare la minestra, come dice il collega Nogara. È semplicemente una richiesta di scindere i due momenti. Oggi prendiamo atto delle dimissioni del collega Marquis, che sono date in funzione di avvenimenti precisi; domani, dopodomani o non appena lo si deciderà, il Consiglio verrà riconvocato e verrà fatta una discussione politico amministrativa legata al nuovo assetto governativo. È semplicemente questa la richiesta. Mi sembra una richiesta di assoluto buon senso.

Il collega Marquis ha ritenuto, per rispetto delle istituzioni, di voler dare le dimissioni sull'apertura di un'indagine. Forse queste ore in più potrebbero dare la possibilità anche ad altre persone di fare una riflessione sull'opportunità di sedere o meno in una Giunta. Credo che in questi sette mesi abbiamo sentito parecchio tuonare l'opposizione sull'opportunità o meno di certe presenze nella giunta Marquis. Magari un momento di riflessione potrebbe far cambiare anche certe decisioni e certe disponibilità. Lungi da me la voglia di fare polemica, semplicemente queste sono le motivazioni che ci hanno spinto a chiedere di scindere i due momenti. Poi comunque sarà il Consiglio a decidere.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Cercherò di fare leva su tutto il fair play di cui sono capace (magari poco) per evitare di scadere, visto come è stata impostata la discussione.

Collega Morelli, io credo che lei il buon senso lo abbia preso a calci. Cercherò di mettere alcuni tasselli, in modo tale da parlare di cose concrete. Le dimissioni del collega Marquis sono state chieste in un Consiglio e sono state formalizzate da una risoluzione. Quindi, dal punto di vista politico, paradossalmente la discussione è già stata fatta: abbiamo già parlato ampiamente in occasione del precedente Consiglio, quindi tutte le motivazioni sono già state messe sul tavolo. Il collega Marquis ha detto che non riteneva di dover dare le dimissioni, perché non poteva lasciare nell'imbarazzo l'Amministrazione regionale, cosa che abbiamo contestato, dicendogli che non avrebbe lasciato niente nell'imbarazzo, perché è tutto normato: il Vicepresidente assume la carica di Presidente e si apre un'attività di confronto politico. Contrariamente a quanto sostenuto da lei, Marquis, così come da tutti gli alfieri della vecchia maggioranza che oggi sono lì seduti; addirittura la collega Certan ha detto che assolutamente il presidente Marquis non doveva dare le dimissioni e che si doveva presentare una mozione di sfiducia! Tutto legittimo. La mozione di sfiducia è stata presentata ed ecco il gioco delle tre carte, dove il Presidente Marquis oggi dice di volersi dimettere per permettere un confronto politico. Ma c'è già stato il confronto politico! Ma che cosa deve permettere? È già tutto definito! Quindi voi non permettete niente, state facendo una squallida melina.

Per coloro che ci seguono, cerco di decodificare l'operazione subdola messa in atto durante l'ultimo Consiglio: non ci dimettiamo, in modo tale da avere una Giunta nel pieno delle sue funzioni e possiamo deliberare. Quindi venerdì, come per incanto, sono arrivati dei metri cubi di delibere fuori sacco, perché probabilmente - voi dite che dovevate chiudere un percorso, io sono un po' più maligno - dovevate pagare tutta una serie di impegni che avevate preso. Per cui, Certan, lei ha deliberato delle attività culturali fino a dopo le elezioni del 2018, mi risulta. Avete fatto un salto nel futuro e c'è una programmazione che va oltre. Pertanto, con una mozione di sfiducia che di fatto ha messo una Giunta fuori gioco, in modo sereno e facendo leva su dei concetti totalmente farlocchi, avete deliberato assolutamente senza nessuna copertura politica. Ecco, Marquis, il motivo per cui lei non si è dimesso, perché - i palazzi hanno un sacco di orecchie - gli assessori hanno dato indicazioni ai dirigenti di schiacciare l'acceleratore e portare tutto quello che avevano in sospeso. Ma pensate di avere di fronte delle persone irresponsabili che, nel momento in cui subentrano (così come qualcun'altro ha fatto), fanno tabula rasa di tutto? Assolutamente no! Le cose ben fatte le portiamo avanti e abbiamo anche il buon gusto di dire che probabilmente il lavoro è stato fatto dal nostro predecessore, come voi non avete fatto.

Però cerchiamo di introdurre ulteriori elementi, perché stiamo scadendo a un livello inimmaginabile. La collega Morelli dice: vi rendete conto, questa mattina siamo sulle pagine di tutti i giornali. Ma ci ricordiamo che cosa è successo quando è stata trovata la presunta mazzetta di 25 mila euro? Lei, Marquis, si è preso la briga di andare in televisione e sostanzialmente, in modo subdolo, di dire che è colpa del precedente presidente Rollandin, a cui io do tutto il mio sostegno...

Voci di dissenso in aula

Presidente: Per favore! Chiedo all'aula...!

Marguerettaz (UV) - ... e chiederei a lei, Marquis, di chiedere scusa, al di là dell'aspetto giudiziario! Perché lei ha indicato nel suo predecessore il responsabile, senza avere nessuna prova. E oggi veniamo a capire che è tutta un'operazione farlocca.

Quindi da questo punto di vista, io non ci sto ad abbassare i toni, proprio perché avete alzato voi i toni e avete fatto sì che qualche mese fa la Valle d'Aosta finisse su tutti i giornali, facendo una schifosa speculazione politica.

Io le do tutta la mia solidarietà, io posso anche credere che lei sia estraneo - glielo dico con tutta la sincerità e tutta la buona predisposizione nei suoi confronti - ma le voglio dire che politicamente censuro il suo comportamento. Io quindi spero vivamente, per lei ma anche per noi valdostani, che perlomeno le cariche istituzionali siano estranee a questa vicenda. Ma collega Morelli, dire che oggi siamo sui giornali, quando avete alimentato l'aspetto politico! Così come tutte le volte che c'erano delle indagini, lei, collega Morelli, il suo vicino Bertin, così come il gruppo di ALPE in particolare avete chiesto dimissioni solo per delle indagini. E c'è una differenza per lei, Morelli, perché lei parla da condannata! Lei è condannata, come è condannato il collega Chatrian! Quindi noi ci siamo permessi di dire questo. Dopo di che se ci sono delle indagini in corso, noi non andiamo a mettere e a sottolineare: c'è un concetto, che è la presunzione di innocenza. Ma da questo punto di vista, voi non avete la coscienza a posto, perché appena c'era un avviso di garanzia, appena c'era un'indagine, voi facevate delle operazioni di sciacallaggio. Non esito a chiamarlo sciacallaggio!

Ecco perché oggi dico: siate meno confusi. Il presidente dimissionario Marquis ha detto: mi dimetto per permettere un dialogo politico. Ho già smontato questa tesi, dicendo che il dialogo politico c'è già stato. Dopo di che interviene Borrello e ringrazia Marquis, perché si è fatto indietro per agevolare l'inchiesta. Sono due cose in contraddizione. Marquis - l'ha detto dappertutto - non si è dimesso per l'inchiesta, perlomeno le sue parole sono queste. Si è dimesso per agevolare un confronto politico, che peraltro c'è già stato e quindi state, in modo meschino, allungando il brodo. Io spero che non sia lo stesso concetto che vi ha ispirato lunedì scorso: portiamo ancora qualche delibera, magari abbiamo ancora un po' di spazio per fare qualche, chiamiamola, marchetta? No, qualche opera buona!

Io vi chiedo, al di là dei toni, di ripensare. Potete chiedere una sospensione per i capigruppo e credo ci possa essere ancora la possibilità di tornare indietro. Non è mai troppo tardi per redimersi su degli atteggiamenti, che porteranno a un'altra seduta probabilmente non particolarmente edificante.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Se non oggi, venerdì saremo al sesto governo regionale. Una legislatura sicuramente travagliata questa, non possiamo negarlo. Soprattutto non possiamo qui in quest'aula, davanti ai cittadini valdostani, raccontare che tutto va bene o che due giorni in più non contano nulla. Non va tutto bene, evidentemente. Per l'ennesima volta il panorama politico si ridefinisce, semplicemente perché il Governo non è in grado di governare già da oggi, anzi, non è in grado di governare da diverse settimane, per la mancanza di una maggioranza di consiglieri che sappia supportarlo nella sua azione amministrativa, che sappia cioè garantirgli i voti, assicurargli il supporto nelle Commissioni e fuori da esse. Un Governo che sappia fare ciò che un governo dovrebbe fare: amministrare. Per noi del PD-Sinistra VDA questa è purtroppo - dico purtroppo, perché le cassandre non sono mai portatrici di notizie piacevoli - la conferma di ciò che dicevamo sette mesi fa in quei famosi giorni, anzi, in quei famosi mesi in cui in modo strisciante e subdolo si ridefiniva un nuovo assetto, certamente legittimo, ma debole sin dalla sua partenza, perché mancante non solo di numeri, ma soprattutto della voglia e della determinazione di trasformarlo in un progetto.

Non voglio criticare, non voglio polemizzare, sono stanco di raccontare alla gente chi è il più bravo e chi lo è di meno. Ciascuno credo abbia fatto ciò che riteneva di dover fare: chi meglio, chi meno bene, noi all'opposizione, gli altri colleghi in maggioranza. Sono però qui a ribadire che questo passaggio si poteva evitare, che questa parentesi senza futuro e senza presupposti - non voglio entrare nel merito di ciò che è stato fatto, di ciò che si poteva evitare, di ciò che non si sarebbe dovuto fare: ci sarà modo, presumo, venerdì di confrontarsi anche sulla realizzazione del programma passato e futuro, non appena la nuova maggioranza tra l'altro si insedierà e prenderà in mano i dossier - si poteva evitare, perché, colleghi, era nelle cose che doveva fallire miseramente. L'abbiamo detto e scritto in più di un'occasione: un'alleanza nata contro qualcuno, senza basi solide, senza la benché minima intesa tra le persone, era destinata a sgretolarsi in tempi brevi. Dicevo, intervenendo durante l'altro Consiglio, delle faccine, dei litigi che vedevamo da qui. Io, per come sono orgoglioso e geloso della mia dignità, colleghi, non sarei durato due Consigli, se mi avessero maltrattato come ho visto fare da questi scranni.

Venerdì si riprenderà da allora, se ritenete di non votare oggi la risoluzione. Per quanto ci riguarda, seppure con un programma emergenziale, sicuramente con maggiore fatica, anche considerando i tempi brevissimi che abbiamo davanti, dovendo riprendere dossier che erano in itinere, questioni interrotte, il lavoro fatto prima e mai completato. Dovremo capire se la fretta, colleghi, di chiudere qualche partita è stata cattiva consigliera. Colleghi della maggioranza, quella marea di delibere fuori sacco di cui parlava il collega Marguerettaz, presentate all'ultimo momento nella seduta di Giunta di lunedì, apparentemente sulla spinta delle contingenze, richiede verifiche importanti, richiede di capire il perché di tutta questa fretta e soprattutto perché non le avete presentate prima. Ci sarà da fare un lavoro immane di riassestamento, di valutazione, di rivalutazione. Tempo perso non solo per noi, che ci accingiamo a riprendere in mano ciò che a marzo è stato interrotto, ma per i cittadini valdostani, che immagino oggi guardino attoniti questo teatrino e queste meline senza capire, forse pensando, nella confusione di questi cambi di maggioranza, che venerdì si consumerà un ribaltone. Non si consumerà un ribaltone. Quello che avverrà venerdì è il ripristino della situazione ex ante, dopo un'interruzione che non abbiamo causato noi. Tanto che ce ne siamo stati all'opposizione senza fiatare, senza accettare compromessi. Oggi devo dire che facemmo bene a mantenere la nostra coerenza rispetto ad alleanze e al programma del 2015, ampliato poi nel 2016.

Ora mi chiedo, e lo chiedo ai colleghi della maggioranza: perché avventurarsi in questa inutile parentesi? Pensavate davvero di costruire un progetto di lungo termine con presupposti che da subito erano evidenti? Oppure l'unico obiettivo era di occupare militarmente, qualunque fosse la durata, i gangli del potere per raccogliere un po' di consenso e chissà cos'altro? Pensavate forse che la gente avrebbe creduto alla barzelletta della novità, del nuovo che avanza, dell'onestà al potere? Colleghi della maggioranza, la novità secondo voi erano persone che non avevano fatto nella loro vita un giorno solo all'opposizione, sempre - come dicevo l'altro giorno - coerentemente in maggioranza, chiunque ci fosse? Una religione, un dogma per alcuni.

Ricordo l'ex presidente Marquis che parlava in nome e per conto di tutta la maggioranza. Per fortuna già qualcuno allora prese le distanze da quelle dichiarazioni improvvide, fatte con l'unico obiettivo di smuovere un po' la pancia della gente. Ricordo il presidente Marquis quando raccontava che voi eravate diversi, che la politica era al servizio dei cittadini e non viceversa, che bisognava essere facilitatori di sviluppo e non meri distributori di risorse; e lo diceva commentando la triste vicenda dei 25 mila euro.

Lei in quell'occasione, collega Marquis, non ebbe neppure la delicatezza di aspettare che la vicenda si chiarisse in qualche modo, che i contorni dell'inquietante ritrovamento si definissero. Lei disse in quella famosa conferenza stampa, che ancora campeggia sul suo profilo Facebook, che quel ritrovamento era un fatto di estrema gravità, uno sfregio alle istituzioni e alla comunità valdostana. Lei, collega Marquis, si scagliò sui suoi avversari con una cattiveria inconsueta, con una sicumera poco consona al suo ruolo istituzionale, e direi anche al suo modo di atteggiarsi sempre un po' urbano, affettatamente english. Lei tradendo ogni fair play istituzionale, ma anche umano, si autodefinì il portatore e il garante del cambiamento, annoverandosi tra coloro - leggo - "che avevano portato una visione diversa della politica. Una visione e un cambiamento che, al di là dei fatti di ieri, che spero saranno chiariti, approfonditi, accertati...". Noi, a differenza sua, ex presidente Marquis, aspettiamo l'esito delle indagini, evitando di fare sciacallaggio di bassa lega e di lasciare intendere giudizi. Noi, collega Morelli, non abbiamo mai parlato in quest'aula di fatti giudiziari. Non abbiamo mai fatto riferimento ai colleghi che fossero stati condannati o stati imputati. Noi, io parlo per noi.

Dicevo di un cambiamento che sicuramente c'è stato da parte vostra, ma nel senso di interrompere un percorso, certo faticoso e irto di ostacoli. Un processo di realizzazione di un programma impegnativo, ma non impossibile da realizzare, tant'è che molto umilmente, senza tanti clamori, quel programma riuscimmo a realizzarlo in alcuni punti, in alcuni obiettivi. Colleghi, oggi - venerdì, a questo punto - saremo qui a prendere atto del fallimento di un ribaltone. Un fallimento di cui verificheremo l'eventuale entità. Oggi è difficile dire cosa sia stato fatto e cosa non sia stato fatto: non abbiamo elementi. Soprattutto è un fallimento delle parole d'ordine che avevate innalzato a vessillo di quel ribaltone: trasparenza, condivisione, metodo, onestà. Elementi costitutivi della cosiddetta casa di vetro, che il collega Chatrian ha tante volte evocato come cifra della vostra maggioranza.

Basta con l'uomo solo al comando, dicevate all'inizio, lasciando intendere che avreste impostato alla collegialità ogni vostra azione e decisione. Che dire, però, delle critiche che abbiamo ascoltato allibiti in quest'aula da parte di vostri colleghi, che oggi sostengono questa manfrina, che denunciavano l'attitudine di alcuni di voi ad andare avanti senza alcuna condivisione, senza mettere a fattor comune le questioni, i temi e le decisioni? Come opposizione noi possiamo confermare questa attitudine a non condividere un bel nulla. Se ripensiamo alla variazione di bilancio, liquidata in un giorno e mezzo, al dossier casinò, che solo dopo insistenti richieste veniva in parte svelato, anzi, meglio, raccontato. È un dato di fatto, colleghi della maggioranza: voi non avete mantenuto la promessa di cambiare il sistema e di innovare il metodo. Vi siete elevati al rango di novelli moralizzatori, tanto da fare della questione del metodo e della morale un vessillo, che venerdì dovrete tristemente ammainare, non per colpa nostra.

Le dimissioni sono un atto dovuto oggi, così come dovuta è oggi la ricostituzione rapida di un governo regionale. Tirare il brodo oggi, metterebbe alla berlina per altri tre giorni la nostra Regione, valdostani compresi. Noi crediamo che si debba tornare a parlare di politica, con tutti i distinguo del caso.

Presidente - La consigliera Certan domanda la parola per fatto personale, ma le chiedo di specificare la sua richiesta: in cosa consiste? Il collega Marguerettaz ha fatto riferimento a una sua dichiarazione che chiedeva al Presidente di non dimettersi. Il fatto personale deve avere una motivazione ben precisa, come previsto dall'articolo 57 del Regolamento interno, quella di essere intaccati nella propria condotta o il sentirsi attribuire opinioni contrarie a quelle espresse. Il collega Marguerettaz ha riferito che l'assessore Certan ha espresso al collega Marquis di non dimettersi. Non ha detto altro.

Certan (ALPE) - No, il collega Marguerettaz ha citato le mie delibere e ha utilizzato il termine marchetta. Il fatto personale è perché ha citato il mio nome.

Presidente - Non è assolutamente vero. Comunque, prego, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Siccome il collega Marguerettaz è stato così delicato da fare certi passaggi - mi fa anche piacere che sia in aula, così può sentire meglio - sottolineo che è proprio vero che chi ha il difetto ha il sospetto. Le delibere che sono state iscritte e che sono passate lunedì era già in programma di iscriverle in quel giorno, ed erano anche già state iscritte due settimane fa, ma poi ci sono stati dei problemi e quindi sono state di nuovo rinviate. Quindi collega Marguerettaz, se c'è qualcuno di meschino, non siamo noi.

Sicuramente avrete - come ha dichiarato all'assessore Viérin - la facoltà di revocare e di fare tutto quello che crederete. Non era una programmazione per il futuro di dieci anni della Valle d'Aosta, era semplicemente un Concours Cerlogne ed era già stato iscritto due settimane fa. Dico questo solo per riportare i fatti concreti e perché sia chiaro. Si può dire quasi tutto... ma è tutto pronto e avrete modo di fare quello che crederete.

Presidente - Ci sono altri interventi? Tutti i gruppi si sono espressi? Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Io questa mattina, prima di presentarmi alla riunione della Conferenza dei Capigruppo, mi sono fermato un attimo e ho letto come viene dipinta la Valle d'Aosta in campo nazionale. Abbiamo una pagina sul nazionale de La Stampa, una pagina sul Corriere della Sera, una pagina su La Repubblica. Il titolo riporta "Le dimissioni del Presidente", ma se si legge poi nei contenuti emerge un quadro della Valle d'Aosta devastante, io penso. Devastante nel suo complesso, perché non si parla solo delle accuse che si sentono, delle calunnie o di quant'altro in termini politici. C'è un titolo messo in risalto, se ricordo bene sul La Repubblica, dove si parla di infiltrazioni della 'ndrangheta, alla base di tutto questo! Sono cose che non sono mai appartenute al DNA della Valle d'Aosta. Lo dico in tutta sincerità.

Non mi entusiasma andare a ripercorrere tutti i passaggi che abbiamo avuto. In questo momento io penso che la vera vittima anche della politica valdostana - io dico anche, per cui tutti e trentacinque in questo momento - sono i cittadini valdostani della Valle d'Aosta, perché in questi quattro anni e mezzo lo spettacolo è stato pietoso. Era difficile trovare probabilmente dei consensi a livello nazionale per dipingere un quadro diverso. Non c'è mai stato un passaggio in questi anni, in cui la Valle d'Aosta sia stata presa a esempio per un qualche cosa di positivo, per qualcosa del fare. E quando, in un momento così delicato, in discussione c'è l'autonomia - altri hanno fatto dei percorsi assolutamente più coraggiosi, poi magari non hanno avuto il coraggio di arrivare fino in fondo, ma sicuramente hanno iniziato dei percorsi più coraggiosi -, quando c'è un attacco alle autonomie, l'immagine del privilegio della Valle d'Aosta che si vede nell'attuale momento è questo. E mi preoccupa.

Dico questo, perché era una premessa legata al fatto che - l'ho detto anche nella riunione della Conferenza dei Capigruppo e lo dico sia da un punto di vista personale sia per quello che è emerso in questi giorni - non c'è nessuna volontà di allungare i tempi o il brodo. Quello che diceva prima il collega Marguerettaz, che è finito il discorso dei confronti politici, è tutto vero: noi abbiamo un dato di fatto che è tutto definito e la nuova maggioranza c'è; è stata presentata e va solo formalizzata, ma c'è. È inutile riaprire il discorso dei percorsi politici, dove non c'è nessun tipo di possibilità. Ma la mia preoccupazione è esclusivamente - vorrei che su questo ci fosse una sorta di impegno da parte di tutti - di prendere atto che oggi c'è una grande novità, nel senso che quando si parla di Valle d'Aosta, quando si parla di Presidente della Valle d'Aosta, contrariamente a tutte le altre realtà italiane, noi parliamo anche del Prefetto. In questo momento c'è un ruolo prefettizio, in un'immagine della Valle d'Aosta che non esce positiva. C'è un ruolo particolare, per cui c'è un'associazione in questo senso.

Per arrivare alla conclusione, perché non voglio tirarla troppo per le lunghe, la mia preoccupazione e la mia volontà erano esclusivamente quella di dire che oggi c'è una grossa novità: c'è una dimissione del Presidente, una carica istituzionale che svolge la funzione prefettizia. Se ne prende atto, anche a seguito di un'azione giudiziaria appena iniziata: non c'è né la conclusione dell'indagine, non c'è un rinvio a giudizio, non c'è una condanna neanche di primo grado. Però per questioni di opportunità, proprio per questo doppio ruolo riferito anche alle funzioni prefettizie, io penso che il passo fatto dal presidente Marquis fosse doveroso. Per cui, detto questo, nessuno vuole allungare il brodo. Ho appreso dal collega Perron che verrà richiesta una convocazione straordinaria del Consiglio: ma fatela al più presto possibile! Se riuscite, fatela anche domani! Però staccare il discorso dalla presa di posizione di un atto, che in questo momento...

Voci fuori microfono.

Presidente - Per favore. Chiederei per cortesia di non interrompere il collega.

Gerandin (GM) - Presidente, io non ho interrotto nessuno, anche se non ero d'accordo su certe affermazioni. Chiederei di non essere interrotto nemmeno io: dico quello che penso.

Per conto mio, quello che è emerso è la volontà di dire: se ne discuta, ma si faccia un Consiglio in cui si parli solo di politica. Da parte mia ci sarà l'impegno a parlare di politica, perché avrò tanto da dire e avrò tanto anche da dissentire su quello che avete presentato. Ma proverò a fare un discorso politico. Quello che voglio dire è che il mio impegno è questo. Io non voglio cavalcare nessuna situazione e non lo farò neanche all'atto della presentazione del nuovo Governo: io penso che le aule giudiziarie sono da altre parti. Ognuno avrà modo di rendere conto anche a livello personale delle scelte che ha fatto, su questo non c'è dubbio. Però che si discuta di politica. Io penso e sono convinto dell'importanza di avere una riunione del Consiglio, in cui non ci sia a monte nessuna premessa di carattere giudiziario, ma si parli esclusivamente di politica. Questo è ciò che io ritengo opportuno e corretto. Vogliamo farlo domani? Facciamolo domani, a me non importa assolutamente!

Del passato e delle decisioni che hanno preso, io non lo so. Marguerettaz, avrete tutte le possibilità di rimettere le cose a posto, e sarò tranquillizzato dal fatto che lei, siccome queste cose le conosce molto bene e sa quali sono le cose da mettere a posto, le farà! E le farà con senso di responsabilità verso i valdostani. Per cui non penso che ci sia assolutamente la necessità di fare ulteriori riunioni dell'esecutivo o della Giunta, ci mancherebbe altro! In un clima di serenità, in un momento di grande confusione, in un momento in cui l'immagine della Valle d'Aosta ne esce pesantemente compromessa, a me piacerebbe - ma lo dico nell'interesse anche del nuovo Governo - che il nuovo esecutivo nasca su una discussione politica, senza nessuna premessa di carattere giudiziario.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Volevo solo chiedere a lei, presidente Rosset, se stiamo ancora discutendo per l'iscrizione di un nuovo punto all'ordine del giorno. Giusto? Sì, bene!

Presidente - È esatto.

Cognetta (M5S) - Perché non avevo chiaro di cosa stessimo discutendo. Il nuovo punto non è ancora apparso e io non ho un foglio rispetto a questo oggetto, quindi magari vorrei anche capire di cosa parla questo punto. Ma a parte questo, mi sembra di aver capito che il nuovo punto parli del fatto di trasformare una mozione di sfiducia costruttiva nella creazione del nuovo Governo ex novo, come se fossimo all'inizio della legislatura. Questo per far capire a tutti, se ho afferrato bene. Mi sembra che si tratti di questo: per iscrivere questo nuovo punto, il Regolamento interno dice che ci vogliono ventiquattro voti, ma l'attuale nuova maggioranza, chiamiamola così, ne ha ventuno e l'attuale nuova minoranza ne ha dodici. Poi c'è il mio voto e io non appoggio nuovi governi, tutto qua! Quindi non appoggiando nuovi governi, non voterò per iscrivere questo nuovo punto.

Sono contento che il collega Marquis abbia dato le dimissioni, così mi ha tolto dall'impaccio rispetto a un atto di questo tipo, perché la mozione di sfiducia costruttiva ha quel magnifico passaggio che, se tu vai contro uno, dai ragione all'altro. Mentre invece così, quando ci sarà la discussione - questo lo vedrete voi - io potrò votare tranquillamente contro, quindi manterrò fede alla mia linea politica e manterrò la mia posizione che è sempre la stessa. Pertanto degli altri punti ne parleremo quando ci arriveremo, almeno per quanto mi riguarda. Questo fa anche da dichiarazione di voto, vi ringrazio.

Presidente - Credo che tutti abbiano effettuato il loro intervento. Chiede ancora la parola il consigliere Padovani, per esprimere la sua dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Oggi dovevamo essere qui per discutere una mozione di sfiducia costruttiva. Ieri sono intervenuti fatti nuovi che hanno portato alle dimissioni del Presidente della Giunta Marquis, delle quali oggi ovviamente prendiamo atto. C'è stata l'apertura di una nuova indagine sulla quale, da qui, credo non si possa che dire che speriamo si giunga presto alla fine di una pagina della quale ancora non si è capito bene cosa sia successo. Sono tante le pagine di questa legislatura delle quali ancora non si è capito bene che cosa succederà. Per questi nuovi fatti, che modificano quello che doveva essere l'ordine del giorno odierno, penso che ci si debba dare un momento di riflessione ulteriore. Non è un voler ostacolare nulla: voi chiederete la convocazione d'urgenza (l'avete chiesta) e si farà una seduta domani o dopodomani (questo non lo so), ma la si farà. Però io penso che una riflessione ulteriore ci vada e sia dovuta.

Di pagine in questa legislatura un po' oscure, ce ne sono parecchie. Diceva prima il collega Marguerettaz che il palazzo ha orecchie. Collega Marguerettaz, ce ne siamo accorti il giorno in cui sono uscite delle registrazioni di una riunione privata, della quale credo dovremmo preoccuparci tutti. Se davvero il palazzo ha orecchie - come lei ha detto - dovremmo essere tutti preoccupati della nostra privacy e della nostra sicurezza come consiglieri, perché non è una cosa normale. Non mi sembra normale che succeda una cosa del genere in una legislatura. È uno dei tanti punti che rendono questa legislatura del tutto particolare, strana e irrituale; non so come definirla.

Penso che un momento di riflessione ulteriore ci vada, quindi io voterò contro all'iscrizione di questo punto all'ordine del giorno.

Presidente - Metto in votazione l'iscrizione d'urgenza. Ha chiesto la parola il collega Fabbri: per quale motivo?

Fabbri (UVP) - Per dichiarazione di voto.

Presidente - Non c'è dichiarazione di voto sulla mozione d'ordine. Abbiamo dato la parola al consigliere Padovani perché appartiene al Gruppo Misto e fa un po' conto a sé stesso.

Dichiaro aperta la votazione per iscrivere all'ordine del giorno dell'adunanza in corso un nuovo punto per l'elezione del Presidente della Regione e degli Assessori.

Presenti: 34

Maggioranza: 24

Votanti: 34

Favorevoli: 21

Contrari: 13

Il Consiglio non approva.

Il Consiglio delibera di non iscrivere all'ordine del giorno dell'adunanza in corso l'elezione del Presidente della Regione e degli Assessori.