Objet du Conseil n. 2255 du 14 juillet 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2255/XIV - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla valorizzazione storico-culturale del colle del Gran San Bernardo".
Rosset (Presidente) - Punto 23 all'ordine del giorno, per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Con questa interpellanza ritorniamo su un argomento che era già stato oggetto di una risoluzione presentata in questo Consiglio qualche tempo fa. L'argomento è l'ipotesi di salvaguardare e promuovere come patrimonio dell'UNESCO, come patrimonio dell'umanità, il territorio del colle del Gran San Bernardo e delle valli ad esso collegate. Il colle del Gran San Bernardo è una via di comunicazione fondamentale, attraverso le Alpi, tra il nord e il sud dell'Europa, è sede dell'omonimo ospizio che nei millenni ha rappresentato un riferimento importante ed è un luogo particolarmente attrattivo da molti punti di vista.
Questa opportunità, questa idea è stata rilanciata di recente soprattutto da parte di autorità e soggetti elvetici del Cantone del Vallese, un'idea che a mio avviso potrebbe dare delle grandi opportunità per un rilancio dal punto di vista culturale e turistico, anche sociale, delle valli interessate. Quello dell'UNESCO è certamente un progetto ambizioso, ma che nel caso specifico può anche avere delle buone possibilità di riuscita.
Sappiamo che anche altri progetti del genere che riguardano la Valle d'Aosta sono stati lanciati in questi periodi, però, da un certo punto di vista, risultano essere maggiormente velleitari; per esempio, l'idea di salvaguardare come patrimonio dell'umanità le mura romane della città di Aosta.
Evidentemente in questa candidatura ci sono molti elementi di debolezza. Non perché Aosta non sia una città che meriti questo, anzi, una parte della mia attività del Consiglio regionale l'ho dedicata proprio a questo patrimonio storico e culturale della città di Aosta che è unico e che va valorizzato, ma certamente vi è un fatto che indebolisce questa candidatura, che peraltro dal punto di vista dei contenuti avrebbe delle grandi possibilità, perché Aosta è una città che ha molti atout da giocarsi in questo senso; come dicevo, gli elementi di debolezza stanno nel fatto che l'Italia è il Paese che ha il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità. Questo evidentemente limita molto le possibilità di nuovi siti dichiarati tali dall'UNESCO.
Vicenda diversa invece per quel che riguarda la prospettiva del colle del Gran San Bernardo che si inserirebbe in un discorso transnazionale, internazionale, nel quale avrebbe certamente maggiori possibilità di successo.
Oltre che un successo, un risultato, un'iniziativa di questo genere, se fatta in modo serio, darebbe anche dei grandi risultati, innanzitutto da un punto di vista di rapporti economici e sociali per le due valli del Gran San Bernardo; potrebbe anche creare un brand poi da usarsi in comune alle due valli e riattivare quei rapporti economici che potrebbero avere ulteriori risultati positivi, indipendentemente da un ipotetico risultato positivo di questa candidatura. Queste candidature hanno anche l'obiettivo di dare una prospettiva all'attività di vari soggetti e di lavorare in sinergia, creando poi degli elementi che, al di là del risultato o meno della candidatura, rimangono sul territorio e che possono avere dei risvolti positivi tanto dal punto di vista economico che da quello turistico.
Era per questo che ci chiedevamo quali erano gli intendimenti e le valutazioni del Governo regionale in merito a questa opportunità e quando e se l'Assessore competente intenda riferire in merito a questa e ad altre valutazioni su questo argomento.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Questo è un argomento che abbiamo già avuto modo di affrontare, quando il collega Bertin ha presentato una risoluzione, già in quell'occasione abbiamo manifestato la nostra contrarietà al documento, proprio perché riteniamo che la candidatura a patrimonio dell'UNESCO abbia dei pro, abbia dei contro, ma soprattutto abbia la necessità di una valutazione più ampia rispetto all'emotività del singolo sito.
Periodicamente noi veniamo sollecitati, si ricorderà il collega Bertin che qualche anno fa c'era la richiesta per candidare a patrimonio dell'UNESCO il Monte Bianco, dopo di che abbiamo avuto altre località che, a seconda delle preferenze, hanno indicato delle strade dove chiedere la candidatura di questo o quell'altro sito e quindi in ordine sparso si ritiene che questo di per sé possa rappresentare un modello di sviluppo.
Molto più concretamente, collega Bertin, lei sa benissimo, l'Amministrazione regionale considera il colle del Gran San Bernardo un punto di grande attenzione, un punto pregiato e lo sta a dimostrare il fatto che abbiamo investito oltre 600 mila euro.
I lavori compiuti al Gran San Bernardo, probabilmente non tutti sanno, sono stati fatti con risorse regionali: la legge n. 1 gestita dall'Assessorato territorio e ambiente; tutta la riqualificazione del colle del Gran San Bernardo è fatta con soldi regionali. Quindi questi sono atti concreti per dare un modello di sviluppo. Poi, dal punto di vista delle azioni promozionali, ricordo a tutti la valorizzazione dell'attività importante che stiamo facendo sulla via Francigena: ci stiamo candidando, per l'autunno, a organizzare in Valle d'Aosta l'evento annuale dell'Associazione europea delle vie Francigene e ovviamente il punto di riferimento sarà il colle del Gran San Bernardo, che è il punto di entrata in Italia della via Francigena, nonché il punto più alto del percorso.
Questo per dire che ci sono delle azioni concrete, costanti e che hanno dei ritorni immediati, senza scomodare dei ragionamenti che sono molto impegnativi, molto aleatori e soprattutto hanno delle conseguenze che potrebbero non essere tutte così apprezzabili. Da questo punto di vista, concordiamo con il collega Bertin sul fatto che il colle del Gran San Bernardo sia un'opportunità, sia un sito da valorizzare; non vado neanche a scomodare tutti i lavori al di là dei 600 mila euro che sono stati fatti dalla Soprintendenza per valorizzare il Plan de Jupiter, per fare tutta una serie di attività specifiche. Da questo punto di vista, io credo che l'Amministrazione regionale continuerà con una valorizzazione puntuale e specifica del sito, rimandando sicuramente qualsiasi tipo di valutazione della candidatura a patrimonio dell'UNESCO a ragionamenti che non possono essere limitati alle mura romane o al colle, a delle valutazioni diverse che allo stato non sono nell'agenda politica.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Forse non ci capiamo, Assessore Marguerettaz, gli investimenti che lei dice fatti al colle del Gran San Bernardo non sono né alternativi, né incompatibili con una iniziativa che è di tutt'altro genere.
È un'iniziativa di promozione dalla quale, anzi, questi interventi non potrebbero che avere un beneficio ulteriore. Ma al di là del sito in sé, significa dare degli obiettivi a una comunità, non soltanto dal punto di vista del raggiungimento di questo brand, ma anche per mettere in sinergia delle valli che potrebbero di per sé lavorare meglio insieme e avere dei vantaggi economici e turistici per entrambe. Avere più opportunità e soprattutto lavorare in sinergia: quello che diventa sempre più importante ai nostri tempi. Tra l'altro - come lei - conosciamo un po' quella zona e si ha la sensazione che probabilmente nelle generazioni precedenti i rapporti tra le due valli fossero addirittura più intensi che non in questa generazione, al di là delle facilità di comunicazione che sono aumentate. Questa è, e rimane, al di là delle valutazioni negative che fa lei, che a mio avviso sono argomentate in modo fuorviante, perché non è una cosa alternativa all'altra, anzi, avrebbe l'effetto contrario: in generale dare alle comunità degli obiettivi di questo genere non può che avere degli effetti positivi, al di là del raggiungimento o meno di un obiettivo, ma ovviamente bisogna farlo in modo serio.
Dalla parte svizzera c'è questa intenzione ed è un peccato che dalla parte valdostana si veda negativamente questo fatto che, al contrario, potrebbe essere un'opportunità per tutti. Vederla come una limitazione - che limitazione non è, anche perché basta evidentemente trattare il dossier nelle modalità giuste, analizzarlo fino in fondo e non soltanto in modo superficiale dicendo che questa non è una cosa positiva per la nostra comunità - a mio avviso è piuttosto limitativo e non porta niente di buono.
Sono progetti di ampio respiro, che a mio avviso andrebbero seguiti con attenzione non soltanto per quella valle, ma in generale per i rapporti tra la Regione autonoma Valle d'Aosta e il Vallese, che da un'iniziativa del genere non potrebbero che avere dei risvolti positivi. Credo che tutti noi potremmo vedere positivamente una maggiore collaborazione tra le due comunità, logicamente per gli sviluppi positivi non soltanto da un punto di vista economico-sociale, che questo potrebbe avere.
Mi dispiace della risposta dell'Assessore che ancora una volta dimostra, secondo me, la volontà di chiudere una porta che probabilmente non andrebbe chiusa e andrebbe analizzata fino in fondo per quelle che potrebbero essere delle opportunità, che non vanno sprecate. La Valle d'Aosta deve sfruttare tutte le opportunità che le vengono messe a disposizione. Questa sarebbe una.