Objet du Conseil n. 2138 du 24 mai 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2138/XIV - Interpellanza: "Avvio di un percorso di riorganizzazione del Pronto soccorso e del 118 condiviso con il personale".
Viérin M. (Presidente) - Punto n. 23 dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (UVP) - Quando abbiamo sottoscritto quest'iniziativa non sapevamo ancora dell'esito dell'incontro che l'Assessore ha in parte già evidenziato oggi rispondendo all'iniziativa del collega Cognetta, pertanto alcune informazioni le abbiamo avute anche a seguito della risposta. Quello che ci premeva sottolineare, perché, da una parte, c'è soddisfazione nell'apprendere che c'è stato questo percorso d'intesa, non avevamo alcun interesse a cavalcare una protesta...quello che ci premeva era avere delle garanzie per un servizio come quello dell'emergenza, quello del soccorso urgente e del 118, che è basilare per l'offerta legata al servizio sanitario in Valle d'Aosta.
Ci preme comunque fare alcune considerazioni. In una piccola realtà come la Valle d'Aosta, quando ci si mette attorno ad un tavolo, quando si ha la volontà di trovare delle sinergie o di condividere un percorso, alla fine una soluzione si trova, un percorso condiviso si trova. Noi siamo convinti che faccia male alla politica, al sistema che la politica dovrebbe governare quando sentiamo dire che si deve arrivare alle estreme minacce, in questo caso addirittura a paventare il discorso dei trasferimenti per mancata condivisione, per un'assenza di comunicazioni su un importante servizio come la riorganizzazione del DERA. Tutto questo con il grosso rischio di mettere in discussione l'operatività del servizio e del sistema.
Lei è un medico e lei conosce quanto è importante per la Valle d'Aosta avere un Pronto soccorso, avere un sistema di emergenza che dia delle risposte immediate. La distanza è uno dei problemi su cui il territorio valdostano esce un po' penalizzato, però noi partiamo da un discorso del Pronto soccorso che era un po' il fiore all'occhiello e che noi riteniamo sia legittimo cercare di salvaguardare.
Non è pensabile che lei ci dica di aver appreso della gravità della situazione solo dopo la richiesta di trasferimento, di questo se n'è parlato in commissione, se n'è parlato nelle varie sedi, c'erano degli impegni di stoppare il discorso della realizzazione del DERA in attesa di aprire questo tavolo di confronto. Quello che noi vorremmo capire è perché in Valle d'Aosta, dove tutti ci si conosce, si deve arrivare alle estreme conseguenze, a minacciare in questo caso richieste di trasferimenti per arrivare ad avere delle risposte che poi alla fine sono opera di mediazione e di buon senso.
L'ha detto anche il sindacato che non è un problema di persone, per cui non abbiamo un problema legato alla qualità del personale, ma ad un approccio non dei più corretti. Se l'approccio non dei più corretti deve arrivare a queste estreme conseguenze, per noi qualcosa che non funziona c'è relativamente all'input politico, all'organizzazione dell'azienda e ai veri operatori, quelli che lavorano e operano sul territorio e all'interno del Pronto soccorso. I primi due quesiti sono riferiti a questo, premesso che quest'iniziativa è nata prima di quest'intesa che avete trovato, di cui noi siamo più che soddisfatti.
Il terzo quesito è: "se corrisponde al vero che si sono "tolti" chirurghi d'urgenza del Dipartimento di emergenza e pronto soccorso per poi richiamare gli stessi chirurghi in regime di libera Professione", LPA. Se il percorso era quello che si voleva sostituire la chirurgia d'urgenza con il medico unico del Pronto soccorso, vorremmo capire se c'è stato qualche malinteso, qualche intoppo a livello organizzativo, perché se sono stati tolti dei chirurghi d'urgenza per andare poi a richiamarli in regime di LPA, a nostro parere, c'è qualcosa che non funziona.
Presidente - La parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Nell'incontro del 13 maggio tra Presidenza, Assessore, Direzione ASL e Responsabile del Dipartimento di emergenza si è analizzato attorno ad un tavolo, come diceva giustamente lei, dove dovrebbe essere sempre analizzato, tutto il processo di riorganizzazione, che era iniziato dopo l'approvazione dell'atto aziendale nel 2014. Tra l'altro, questa richiesta di riunione e di incontro sindacale proprio per discutere dei problemi - e sono perfettamente d'accordo con lei che c'è sempre una soluzione, soprattutto laddove c'è un servizio di emergenza talmente utile alla popolazione - era giunta proprio a seguito del fatto che i sindacati mi avevano informato che quel tavolo, che avevamo già istituito per un confronto, aveva avuto dei problemi di comunicazione, per cui l'incontro è stato fissato prima che fosse addirittura consegnata la lamentela e la protesta seria del personale, neppure i sindacati erano a conoscenza di quest'intenzione, che non avevamo raccolto. Certo che siamo alla vigilia di nuovi e analoghi processi organizzativi, anche quello del DERA non è stato l'unico processo riorganizzativo: in certi reparti, come la Rianimazione, sono stati fatti dei progetti e dei percorsi altrettanto complessi.
Come dicevo, a questo tavolo istituito nel dicembre 2015 era stato proposto proprio un confronto e un percorso di verifica imposto dalla politica, tra l'altro, nel dicembre 2015 la politica aveva detto assolutamente "no" all'allontanamento del medico di Donnas, perciò le indicazioni erano state molto precise della politica su un certo percorso. Il fatto pesante per chi lavora nell'emergenza, più che in altri reparti, è stato proprio la norma europea del novembre 2015 che ha fatto saltare tutta l'organizzazione; il discorso del riposo dei medici, della non possibilità di sfondare un orario, laddove c'era tutto un servizio d'emergenza basato sulle 12 ore, ha fatto riorganizzare tutto il servizio e cambiare anche la realtà di molti lavoratori.
Questo tavolo è stato un tavolo positivo: si sono analizzate tutte le problematiche e la politica ha dato delle indicazioni come deve dare, come ha richiesto anche lei nell'interpellanza dello scorso Consiglio. In particolare, gli OSS in servizio presso la centrale, limitatamente ai turni di lavoro in centrale di risposta, tornano a fare i turni di 12 ore già dal mese di giugno, cosa che ha richiesto comunque un accordo sindacale perché prima i turni il sindacato li voleva prevedere di 8 ore. Non è stato possibile dare questa stessa possibilità agli autisti e ambulanzieri proprio perché non è possibile per questo decreto sui riposi, sui turni e sulla sicurezza. Di questo io ne ho parlato anche in modo acceso con il Ministro della sanità chiedendo una deroga per la Valle d'Aosta, laddove ci sarà quello che può modificare questa norma, ossia la contrattazione nazionale, che non è ancora stata iniziata dal Ministero, perché chiaramente è un problema anche di contratto. È stato sottolineato e condiviso che la riorganizzazione, le prestazioni e le turnazioni possono avvenire solo su un'accettazione personale del personale che viene spostato. La rotazione tra le diverse strutture segue il regolamento aziendale vigente, ma sarà programmata in futuro solo su adesione volontaria dei dipendenti. La politica quindi ha dato in questa riorganizzazione delle indicazioni importanti. Si è anche convenuto di fare un'analisi sui bisogni di personale: il famoso discorso dell'infermiere jolly. Saranno effettuate delle riunioni tra tutto il personale e la Direzione generale, che se n'è assunta la responsabilità, delle analisi proprio sull'incompatibilità ambientale. Questi tavoli di incontro tra personale e Direzione generale sono già iniziati.
Per quanto riguarda il punto n. 3, il processo di riorganizzazione dell'area dell'emergenza, come peraltro di tutta l'azienda, nasce dall'esigenza di mantenere, soprattutto nel Pronto soccorso, i livelli assistenziali in un contesto comunque di ridurre gli sprechi e di utilizzare al meglio le competenze specialistiche. In tale ambito si colloca il progetto di riorganizzazione non solo del Pronto soccorso di Aosta, ma di tutti i pronto soccorso, soprattutto del Piemonte, in cui viene attuato il progetto del medico unico accettante, che ha come modello altre realtà e accompagna l'istituzione e lo sviluppo della disciplina della medicina e chirurgia d'urgenza: i medici in servizio sono formati da tali scuole e hanno specialità equipollenti. Il medico accettante unico prende in carico qualsiasi paziente senza distinzione in sede di triage infermieristico delle patologie di competenza. In ogni caso l'équipe di servizio non è mai sola, è questo il fatto: noi avevamo 14 chirurghi ad aspettare che arrivasse l'emergenza chirurgica, invece un medico unico accettante sa valutare anche le azioni chirurgiche, poi è all'interno di un ospedale in cui c'è sempre un chirurgo delle varie specialità e c'è un anestesista a 50 metri di distanza, perciò è sicuramente un servizio che non era utilizzato al massimo. D'altronde il sintetizzare...quello che avviene per tutti i medici sul nostro territorio, che sanno valutare sia la parte medica che la parte chirurgica...ma qui siamo in un ospedale in cui la parte chirurgica è comunque rappresentata in modo significativo.
Nel corso del 2015, proprio all'inizio di questo progetto, allo scopo di aumentare la competenza del medico internista circa l'accettazione di un paziente con problematiche chirurgiche, però è stata effettuata una specifica formazione secondo le indicazioni della società di medicina di emergenza e questo ha portato che quasi tutti i medici in servizio facciano il medico unico accettante. Inoltre, come ho già detto, l'azienda ha fatto un concorso nel 2015 proprio per utilizzare e assumere più medici unici accettanti, cioè medici di questa nuova specialità che in Francia c'è da tanto tempo, della medicina d'urgenza. Questa graduatoria è ormai ultimata e adesso si è aperto un nuovo concorso proprio per assumere degli altri medici di medicina d'emergenza. Tra l'altro, abbiamo due ragazzi valdostani che stanno facendo questa specializzazione, però in via transitoria, proprio perché l'organico del Pronto soccorso non è ancora completo, perché non abbiamo ancora tutti i medici di medicina d'emergenza adeguati per mantenere l'organico e tutti i turni, anche in funzione della necessità di mantenere degli orari per cui i medici assunti lì non possono fare dei turni ulteriori, sono impiegati dei medici e dei chirurghi dell'ospedale con specialità equipollenti e anche dei chirurghi non della Chirurgia d'urgenza, ma che partecipano ad altre unità, questo proprio in via transitoria, ma solo per completare un organico. I medici della Chirurgia d'urgenza sono stati utilizzati invece in sala operatoria con un aumento della soddisfazione. Proprio per sottolinearle la grande importanza e la nostra grande attenzione, lei sa che il Responsabile della Chirurgia d'urgenza in questo momento è il facente funzione di tutte le Chirurgie, quindi è la nostra attenzione alla Chirurgia d'urgenza. In pratica questi turni sono 15 turni, in un mese 20 turni, perché c'è stata anche una gravidanza, per 240 ore, quindi i chirurghi non sono usciti dalla porta e rientrano dalla finestra, ma è proprio solo in via transitoria per completare un organico, in attesa che il medico accettante sia un medico specialista in medicina di emergenza.
In commissione si è visto che il servizio di pronto soccorso è ancora un servizio di alta qualità, i tempi di attesa, soprattutto per i codici rossi e verdi, sono tra i più bassi di tutto il territorio nazionale. Sui codici bianchi bisogna migliorare il territorio e quest'esperienza dei medici di famiglia che lavorano insieme nei poliambulatori sicuramente ci darà una mano. Io quindi penso che la situazione dell'emergenza del pronto soccorso, con queste verifiche e queste indicazioni date dalla politica dovrebbe risolversi e anche nel rispetto delle norme che abbiamo dato sui trasferimenti che saranno solo volontari effettuare quel dialogo che lei proponeva e che noi sempre sollecitiamo.
Dalle ore 16:10 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.
Rosset (Presidente) - La parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (UVP) - Ho ascoltato quanto ci ha comunicato Assessore. Partendo dall'inizio, giustamente lei ha detto che il modello riorganizzativo è nato nel 2014, per cui questo lo sappiamo, come sappiamo l'entrata in vigore della normativa europea che in questo momento è stata da lei citata. A margine di tutto questo quello che stride un po' in questo processo riorganizzativo è che la tempistica si sapeva già, non ci è stata calata dall'alto improvvisamente: il modello riorganizzativo del 2014 era un modello che qualche dubbio aveva già sollevato. Ne abbiamo poi discusso in commissione, c'erano tutta una serie di impegni presi da lei, dal dottor Visetti, dal dottor Veglio, di dire: "bene, prima di andare avanti e proseguire con questo modello riorganizzativo, tutti intorno ad un tavolo si condivide un percorso", allora qualcosa si è inceppato in tutto questo, è inutile negarlo. Io l'ho detto prima - lei lo ha giustamente sottolineato -: il Pronto soccorso è vitale nel sistema Valle d'Aosta, parliamo di un Pronto soccorso che abbiamo sempre detto sia in commissione, sia in questa sede essere valido, un modello da copiare. È indubbio che, quando si mette in piedi un modello riorganizzativo, qualcosa stride, qualche problema c'è, ma perché non parlarne, non condividere? Perché lasciare la politica ostaggio dell'azienda, della Dirigenza e che non ci fosse dialogo tra la Dirigenza e chi ha messo nero su bianco i provvedimenti? È inutile nascondere che un grave problema è stato anche questo: non c'è stato nessun tipo di rapporto interpersonale con chi doveva dare gambe alle decisioni dei vertici dell'azienda ed è uscito fuori questo pasticcio. Noi pensiamo che queste difficoltà vadano prese ad esempio per evitare - e ritorno al discorso che dicevamo prima sul modello anziani - di fare lo stesso sbaglio. Questo ci serva da lezione soprattutto per quello che riguarda le garanzie, perché poi il cittadino vuole essere tranquillizzato, come vuole essere tranquillizzato chi lavora in questo mondo, perché nessuno ci ha mai parlato di chiedere aumenti salariali o qualcos'altro: ha solo chiesto che il modello reggesse, che ci fosse un po' di rispetto per chi ha dedicato o comunque ha fatto di questo modello una scelta di vita.
La nostra volontà è proprio quella di dire che da quest'esperienza si prosegua in futuro sul modello riorganizzativo, non delegando la politica a chi magari giustamente deve decidere. Sul modello organizzativo poi ci sono i vertici aziendali che devono decidere, ma non deleghiamo in bianco. La politica deve prendersi le sue responsabilità, perché sennò è troppo facile dire che sono il Direttore sanitario o il Direttore i responsabili, loro sono sicuramente i vertici, ma ci va un input politico; se ci sono degli impegni presi in commissione, si rispettano, noi abbiamo chiesto solo quello.
Sul momento di emergenza del Pronto soccorso è indubbio che, per istituire quello che lei ha chiamato il "medico unico accettante", il medico unico di Pronto soccorso, ci vada un processo di formazione e di specializzazione. Adesso capiamo il perché, poi vorremmo che un domani ci spiegasse in termini economici di quest'utilizzo delle LPA, perché non vorremmo che alla fine questo momento transitorio durasse all'infinito, e uno degli impegni che lei ci ha detto anche in commissione è quello di diminuire il più possibile le LPA. Non vorremmo che quello che si decide magari ad un tavolo poi venisse smentito in un altro prendendo a scusante il discorso dell'emergenza e dell'organizzazione.