Objet du Conseil n. 2132 du 24 mai 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2132/XIV - Interpellanza: "Modalità e tempistica per il recupero dei beni costituenti la collezione "Righetti"".
Follien (Presidente) - Punto n. 17 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Riprendiamo oggi una questione che avevo sollevato nel passato Consiglio; pertanto sarò breve nell'illustrazione dell'interpellanza che è piuttosto chiara.
L'Amministrazione regionale, in questi ultimi 15 anni, è riuscita a perdere di fatto un vagone e un'intera collezione che era contenuta nel vagone di beni, di oggetti ferroviari più o meno risalenti alla fine dell'Ottocento e agli inizi del Novecento. È una storia surreale, nella quale volevamo capire cosa era successo - ritengo sia necessario capire cos'è successo - e se è intenzione dell'Amministrazione regionale recuperare questa collezione, questi beni ferroviari, in che modo recuperarli, e soprattutto in che tempi; qualora questi beni non saranno recuperati, quali sono le responsabilità, se ve ne sono (e probabilmente vi saranno e dovranno essere comunque verificate).
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Bianchi.
Bianchi (UV) - Come già riscontrato in merito alla prima iniziativa dello scorso 11 maggio, ricordo che verso la fine del mese di maggio 2009 la Soprintendenza ai beni culturali e il Dipartimento territorio e ambiente, per il tramite delle rispettive strutture - quella competente in materia di miniere e quella competente in materia di musei - erano stati incaricati dalla Presidenza della Regione di provvedere alla liquidazione del Museo minerario regionale abrogato con legge regionale 18 aprile 2008, n. 12. A seguito di detto incarico e di un incontro tenutosi in data 8 giugno 2009, la struttura competente in materia di cave e miniere del Dipartimento territorio e ambiente aveva provveduto a richiedere alla struttura competente in materia di musei tutti gli atti amministrativi e contabili di chiusura del Museo minerario regionale, precisando che i medesimi sarebbero stati acquisiti come definitivi ed esaustivi dall'attività di vigilanza svolta dalle strutture competenti e dalla Soprintendenza ai beni culturali, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 6/1992.
Con nota in data 15 luglio 2009, la competente struttura in materia di musei aveva provveduto a inoltrare detta documentazione, da cui è poi scaturita la liquidazione dell'ente a seguito della deliberazione alla Giunta regionale (n. 2503 del 11 settembre 2009). Dei beni della cosiddetta "collezione Righetti", come ricordava lei, non vi è dunque traccia nemmeno nelle parti del bilancio dove dovrebbero comparire i beni acquisiti in comodato che, esauritosi con l'abrogazione dell'ente, avrebbe dovuto determinare la restituzione dei beni stessi all'ente proprietario (Regione), ai sensi dell'articolo 1809 del Codice civile. L'ente comodatario è quindi tenuto a restituire i beni avuti in comodato all'ente comodante, al pari di quelli acquisiti in proprietà nel periodo di attività e poi effettivamente acquistati con apposito inventario effettuato dalla struttura competente in materia di miniere.
Ciò premesso, nei giorni scorsi le strutture del Dipartimento territorio e ambiente hanno provveduto a richiedere a quelle competenti in materia di musei di effettuare una nuova ricerca di ulteriore documentazione circa l'oggetto rispetto a quella trasmessa nel 2009; abbiamo anche chiesto, tramite l'Assessorato al turismo e trasporti, di acquisire informazioni presso gli uffici di Rfi e siamo in attesa di avere il responso in merito. Una volta acquisiti tutti gli elementi utili, si procederà certamente ad una verifica delle eventuali responsabilità rispetto alla collezione Righetti e la terremo informata sull'evoluzione della vicenda.
Grazie.
Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - La ringrazio, Assessore, per aver ripetuto quanto già precisato in occasione dell'ultimo Consiglio. Quello che ci premeva era capire cosa si voleva fare d'ora in avanti e un po' capire qual era la situazione in questa "collezione Righetti". Ricordo che questa collezione è stata acquistata dall'Amministrazione regionale alla fine degli anni Novanta per un valore di 50 milioni di lire, e doveva essere valorizzata in qualche modo: l'obiettivo era questo. Si trattava di oggetti ferroviari più o meno risalenti al periodo fine Ottocento-inizio Novecento, per lo più riconducibile alla tratta ferroviaria Ivrea/Aosta; beni e oggetti di un certo valore che dovevano essere valorizzati. Questi beni erano stati sistemati in un vagone situato alla stazione di Châtillon, le ultime tracce di questa collezione risalgono a ben 15 anni fa. Da 15 anni a questa parte non sappiamo più niente, né del vagone, né della collezione Righetti, una situazione paradossale e assurda: riuscire a perdere un vagone ferroviario ha qualcosa di francamente grottesco.
Noi ci auguriamo che al più presto si recuperi questa collezione e questo vagone, è impossibile che un vagone di tali dimensioni sparisca. Va bene l'inefficienza, va bene tutto, ma è una questione fisica, bisogna recuperare al più presto questo vagone. È pur vero che sono passati 15 anni e non si sa dove sia finito, ma un vagone non sparisce così facilmente. Scherzosamente l'altra volta dicevo che potremmo mettere una taglia sul vagone e chiedere la collaborazione dei cittadini, ma al di là di questo credo che al più presto questa situazione debba essere risolta. Mi auguravo che aveste messo un tempo per recuperare questa collezione. Va fatto e va fatto in fretta, perché questa è una situazione francamente grottesca.