Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1919 du 22 mars 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1919/XIV - Interrogazione: "Valutazioni in ordine all'eventuale chiusura della Chambre valdôtaine des entreprises".

Viérin M. (Presidente) - Punto n. 11 dell'ordine del giorno. La parola all'Assessore Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Merci Président.

Gentile collega, mi permetterò di fare una premessa nella quale si risponde di fatto alle richieste dei primi due punti e poi puntualmente risponderò al punto n. 2.

A questo tipo di interrogazione avevo risposto nello scorso Consiglio regionale ad un altro gruppo, ma naturalmente sta ad ognuna delle forze di minoranza ripetere la domanda, e questo mi permetterà ulteriormente di chiarire la questione. La premessa necessaria è quella di chiarire che il Parlamento non ha manifestato l'intenzione di chiudere le Camere di commercio. Dobbiamo anche precisare meglio la questione, anche perché lei poi nell'interrogazione rimanda ad un articolo che non è propriamente la fonte Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma è un noto giornale che non è proprio allineato sulle posizioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. Non c'è quindi questa intenzione, ma si immagina di riformare l'organizzazione, ridefinirne le funzioni, il finanziamento, le circoscrizioni territoriali. Nella stessa azione di riforma ha sottolineato l'importanza nel garantire alla comunità delle imprese di essere rappresentate come un ente apposito, per esempio ha stabilito per il momento la salvaguardia di almeno una Camera di commercio per ogni regione (questo non impedirà valutazioni a livello locale).

Nel merito, la riforma avviata nel 2015 rientra nel quadro della legge che ha riformato la pubblica amministrazione (legge n. 124 del 4 agosto). Il provvedimento contiene prevalentemente deleghe legislative che riguardano tra l'altro il riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura da adottare entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge che è in corso di definizione. Occorre sottolineare che le linee guida della riforma sono state tracciate dal decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni in legge 11 agosto 2014 n. 114 che ha rappresentato il primo passo nella strategia di rinnovamento del sistema. Nelle more del riordino della disciplina delle Camere di commercio, l'articolo 28 della legge n. 114/2014, al primo comma prevede la riduzione dell'importo del diritto annuale del 35 percento per l'anno 2015, del 40 percento per l'anno 2016, del 50 percento a decorrere dall'anno 2017 e, contestualmente, al comma successivo la ridefinizione sulla base dei costi standard delle tariffe e dei diritti di segreteria da parte del Ministero dello sviluppo economico, sentite le società per gli studi di settore e Unioncamere.

Se da una parte questo impatto normativo è stato notevole, per altra parte non è del tutto completato, quindi da una parte c'era l'individuazione di un numero più limitato di soggetti (non la loro abolizione), soggetti di riferimento più puntuali che non determinasse una certa situazione soprattutto in altre regioni, perché noi abbiamo una visione un po' particolare avendo avuto un'unica Chambre, ma in altre regioni c'erano più Camere di commercio che svolgevano anche ruoli competitivi l'una con l'altra, ognuna per la sua strada, quindi questo ruolo di raccordo territoriale nelle grandi regioni assolutamente non c'era. Gli effetti derivanti dal pagare il diritto dovuto dalle imprese per queste Camere di commercio spesso si traduceva non in atti così efficaci. Si è quindi provveduto ad un'idea di riforma che non è completata a tutt'oggi, deve ancora manifestarsi nel suo intendimento e, nel momento in cui noi avremo il quadro definitivo delle risorse...oggi si parla soltanto della riduzione dei diritti dovuti dalle imprese, non si parla di quella che sarà la parte di entrata dei cosiddetti servizi che verranno resi. Si può essere d'accordo o meno su una logica del pagano tutti e i servizi hanno determinati costi, oppure chi richiede tanti servizi dovrà ovviamente corrispondere di più. La situazione normativa nazionale è pertanto tuttora in evoluzione.

Per quanto riguarda invece il finanziamento alla Chambre vero e proprio, questo è stato determinato con legge di bilancio e ammonta a 540 mila euro annui per il triennio in corso, che è pari al 16,4 percento dei proventi correnti, dei quali 360 mila euro per le funzioni attribuite alla Chambre, che sono funzioni attribuite con specifica norma di legge regionale che sono ampliate rispetto a quelle nazionali, e 180 mila euro per la gestione dell'Albo regionale relativo alle imprese. La cosiddetta reinternalizzazione delle attribuzioni da parte della Regione, su questo ho l'opportunità di segnalare che per quanto riguarda il nostro Assessorato, lo stiamo facendo rispetto ad alcune funzioni che erano state prima delegate a Finaosta. Vorrei precisare però un aspetto che non è banalizzabile, perché se risultano dalle parole che ho sentito prima dal Consigliere Ferrero se risulterebbe personale che non ha da fare, ci sono altre realtà dove il personale ha del lavoro da svolgere, non è così banalizzabile la reinternalizzazione delle funzioni e quindi da questo punto di vista noi lo stiamo operando, ma non è così semplificante. Il risparmio che conseguirebbe da un'operazione tout court di trasferimento del personale sarebbe minimale, quindi se si va in un'ottica di ottenere dei risparmi noi stiamo agendo anche sul dimagrimento della macchina amministrativa regionale, e quindi la reinternalizzazione è una riorganizzazione di funzioni molto complessa non riducibile semplicemente al togliere una società, sposto i dipendenti da un'altra parte, e si continua così, perché quello non genera nessun risparmio. Sono operazioni molto più complesse che devono essere coordinate in modo più articolato. Nel merito è sicuramente un rimando ad avere quell'attenzione, a cui lei ci ha richiamato nelle premesse di seguire con attenzione l'evoluzione nazionale per capire se effettivamente esiste una sostenibilità o meno della Chambre.

Relativamente a dichiarazioni rilasciate dal Presidente in commissione - mi parrebbe che lei alludesse a questioni di questo tipo - io non vorrei che si ingenerasse quella tradizione valdostana per cui tutti vanno a piangere da "mamma Regione". Quindi assolutamente sono considerazioni che non attengono a quello che è l'atteggiamento, con cui come Amministrazione regionale stiamo guardando e affrontando i problemi. Vedremo la scelta definitiva nazionale, faremo una battaglia per la nostra autonomia, per le nostre prerogative e capiremo in che modo anche a livello nazionale sostiene le realtà come le nostre, e alla fine trarremo le conclusioni che devono andare nell'indirizzo che dice lei, cioè andare a dare delle risposte precise alle imprese. Poi sui diritti camerali, io vorrei che comunque tutte le imprese si attenessero a versarli, perché sono imposte dovute e non che ci siano dei soggetti che magari non ottemperano a questi doveri.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Grazie Presidente e grazie Assessore. Non è da banalizzare, anzi, in effetti l'interrogazione parte proprio da questo punto: siccome ci sono dei rumor, delle voci che tendono invece a banalizzare, a chiudere quella roba lì perché tanto non serve a nulla, volevo una presa di posizione precisa rispetto a questo argomento da parte del Governo, se vuole anche più specifica rispetto a quanto risposto la volta precedente. Perché questo? Non perché io l'abbia a cuore o meno, ma semplicemente per capire qual è l'indirizzo che si sta prendendo; mi sembra anche doveroso, rispetto a tutte le aziende che ci sono, rispetto anche alla Chambre.

Mi sembra di aver capito che è in atto una riorganizzazione e una ottimizzazione del sistema, cosa che seguirà di pari passo ciò che sta accadendo e che accadrà a Roma, ma sulla quale comunque noi abbiamo margine di manovra, perché potremmo in qualche modo anche gestire la nostra autonomia rispetto a questo argomento come abbiamo già fatto, quindi mi sembra una cosa positiva. Una cosa però che tengo a sottolineare è che, come già successo in passato, i 540 mila euro di trasferimento vengono visti come praticamente il nulla o quasi da parte di alcuni esponenti della Chambre, mentre invece a me sembrano ancora troppi. Questa però è una questione di opinioni, come dice lei. La reinternalizzazione tout court di tutti quanti i servizi chiaramente non risolve il problema, di questo me ne rendo conto; d'altro canto, però, che forse il sistema vada rimesso a posto e riorganizzato è un compito che le spetta e che sicuramente dovrà essere preso in considerazione direi anche in tempi brevi, perché la situazione dell'economia e tutto quello che è il sistema produttivo valdostano ha bisogno effettivamente di un qualcosa.

Io non credo che eliminando la Chambre eliminiamo le rappresentanze. Le rappresentanze restano, possono avere un altro tipo di rapporto con noi, non è che automaticamente se c'è la Chambre ci sono le rappresentanze e se non c'è non ci sono. Non mi sembra assolutamente così, però un modo nuovo e moderno di vedere la cosa secondo me questo andrà fatto, e anche al più presto, perché spesso i servizi vengono visti più come vessazioni quando questi non sono dati in maniera reale e puntuale. Non è il caso specifico, ma in alcuni altri casi abbiamo visto che spesso e volentieri sono semplicemente strutture e sovrastrutture di potere che mungono i soldi di chi fa impresa, ma che di fatto non restituiscono nulla, questo è il mio problema più grande. Io spero quindi che qualunque decisione venga presa dal suo Assessorato e dal Governo intero vada nella direzione giusta, cioè quella di sgravare le imprese e rendere più snello tutto quanto il nostro lavoro.