Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1839 du 25 février 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1839/XIV - Interpellanza: "Iniziative poste in essere per soddisfare le esigenze dei fruitori del turismo accessibile".

Viérin M. (Presidente) - Punto 38 all'ordine del giorno. La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Per turismo accessibile si intende quello rivolto alle persone disabili e ai loro eventuali accompagnatori. Si deve considerare che soltanto in Italia i potenziali fruitori del cosiddetto turismo accessibile ammontano a circa sei milioni. È un settore in continua crescita che alcune indagini ipotizzano riguardi circa il 16 percento delle famiglie italiane, che avrebbero delle esigenze di accessibilità. È un mercato in continua crescita al quale molti territori sono interessati e si stanno muovendo in questo senso.

Ci sono moltissime iniziative in molte regioni, che cercano di attrarre e soddisfare questa clientela sempre più interessante. Buona parte delle regioni, praticamente tutte, hanno dei siti internet istituzionali per presentare le loro attività. Altre regioni hanno altri progetti: il Trentino per esempio ha dei marchi di accessibilità e altre regioni hanno altre attività legate proprio a un progetto di promozione. Il Veneto sta investendo molto su questo settore e ha progetti di accessibilità: Easy Veneto, turismo facile, accessibile e responsabile. Ci sono progetti più vasti e più piccoli, ma è un settore nel quale tutte le regioni si stanno muovendo, per l'interesse che sta suscitando. Il potenziale dei clienti è in crescita ed è grande: soltanto sei milioni in Italia, ma se consideriamo l'Europa, i numeri sono enormi. È un settore in continua crescita in ragione dell'invecchiamento della popolazione, e non solo. Tra l'altro, investire in questo settore produce anche degli effetti positivi sui territori, nei quali si investe da un punto di vista sia sociale che economico, con delle entrate dovute alla clientela che si attrae e con il movimento turistico che si accresce.

Volevamo pertanto sapere qual era il livello di accessibilità delle strutture turistiche valdostane e quali siano i servizi a disposizione delle persone con disabilità per spostarsi, alloggiare e prendere parte agli eventi che vengono organizzati sul territorio in condizioni di autonomia. In pratica, quello che si intende per turismo accessibile, che sarebbe sostanzialmente questo. Se e quali iniziative siano state messe in atto per attrarre questa fetta di turismo in crescita e quali siano poi le ricadute di queste attività promozionali, se sono state fatte. In generale, quali sono i progetti, gli obiettivi e gli intendimenti del Governo regionale per questa sempre più importante fetta di mercato turistico.

Presidente - La parola all'assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Prima di rispondere puntualmente ai quesiti, vorrei condividere con l'aula un pensiero. Noi, nell'ambito dello sviluppo del piano di marketing, abbiamo individuato quelli che possono essere dei prodotti. Da lì discende che per avere un prodotto turistico bisogna avere degli operatori che propongono dei prodotti turistici. Questo è indispensabile, perché in caso contrario noi facciamo solo teoria.

Il tema del turismo accessibile è, come ricorda il collega Bertin, veramente molto ampio. Nella nozione di accessibilità rientrano tantissimi concetti. Ci sono le disabilità motorie, per cui con il turismo accessibile parliamo di accessibilità fisica per coloro che hanno dei problemi di mobilità. Ma abbiamo tanti altri aspetti che vengono in qualche modo ricondotti al concetto di accessibilità. Ci sono tutti i problemi alimentari che oggi sono decisamente importanti e ci sono tutta una serie di patologie. Voi immaginate solo, parlando anche con il collega Fosson, coloro che sono diabetici, che hanno dei problemi di questo tipo e che quindi hanno bisogno di centri dialisi e nefrologici.

Il concetto di turismo accessibile è molto ampio e non può prescindere da un coinvolgimento diretto degli operatori, perché se no si fa solo teoria. Devo dire la verità: di operatori che vengano in assessorato per proporre dei prodotti, ovvero dei club di prodotti, cioè analizzando caso per caso, accessibilità per accessibilità, dicendo che tale o tal altra tipologia ha questi numeri e queste necessità, io non ne ho mai avuti. Ho sempre avuto cooperative sociali o soggetti che si propongono di fare studi, ma oggi nei cassetti di studi in teoria ne abbiamo tantissimi. Dobbiamo avere, più che degli studi, dei manuali, delle attività che servano per creare un decalogo per fare delle attività concrete.

Vi farò ridere: c'è qualcuno che negli anni mi ha proposto dei centri - sempre università o soggetti di teorici - per fare una proposta di turismo accessibile per cardiopatici a Valsavarenche. Giustamente, è il luogo più comodo e anche l'altitudine migliore per un cardiopatico, perché sei lontano dall'ospedale e hai una quota di un certo tipo! Di idee di questo genere ce ne sono fin troppe, ma non ci sono degli approcci concreti. Tutti vengono per proporre studi Interreg e quant'altro, ma da questo punto di vista ci vuole qualcuno che, in una logica di club di prodotto, definisca degli insiemi e delle strategie, perché in caso contrario, collega Bertin, si fa solo teoria.

Lei chiede quale sia il livello di accessibilità delle strutture turistiche valdostane: è buono, nel senso che le nostre strutture turistiche valdostane sono quasi nella totalità accessibili per i disabili motori. Sono poche le infrastrutture che non sono idonee, per cui si sono, grazie ai contributi, quasi tutte attrezzate e non mi risulta una protesta in tal senso.

Sui servizi e sul sistema dei trasporti - ne abbiamo appena parlato nell'interrogazione precedente e anche ieri - sapete che rispetto a questo tema vi sono luci ed ombre. Per i servizi accessori noi abbiamo fatto diversi convegni con la Fondazione Courmayeur Mont Blanc, piuttosto che con le associazioni di volontariato, e ci sono delle iniziative molto interessanti, per esempio dei maestri di sci che si sono attrezzati per far fare dei corsi specifici per permettere dei percorsi sciistici ai disabili. Lì abbiamo formato delle professionalità, però, collega Bertin, non abbiamo un prodotto turistico, perché dobbiamo capire che questi ragazzi vengono a sciare quando vengono tutti gli altri, cioè a Natale o a carnevale, ma in quei giorni probabilmente i maestri di sci, o i soggetti che si sono adoperati per avere delle certificazioni, hanno anche tante richieste collettive oppure clientela specifica, quindi non sempre sono disponibili, così come certi accompagnatori.

La disponibilità dell'amministrazione regionale non è quella di sostituirsi ai privati, ma di agevolare, esattamente come facciamo con i club di prodotto del bike o del benessere. A fronte di operatori che hanno le idee chiare, si fanno delle azioni conseguenti, cercando di promuovere e di fare quegli investimenti che sono corretti e in sintonia. Per esempio, sulla Via Francigena abbiamo una disponibilità di una serie di associazioni (Lions, Rotary) nel mettere a disposizione delle loro energie, per attrezzare alcuni tratti dell'itinerario che possano essere percorsi dai disabili. Sono quindi dei servizi aggiuntivi, ma bisogna avere un'offerta a monte fatta da privati (non può essere la Regione a farla) che costruisce dei pacchetti, in modo tale che il disabile abbia i percorsi, l'albergo ma anche gli accompagnatori, le guide e tutti quei servizi che vengono richiesti.

Da questo punto di vista, noi siamo disponibili e tutta una serie di attività sono già oggi fruibili. Gli investimenti da parte degli enti pubblici, Regione o Comuni, sono importanti, ci sono già tantissime realtà che sono attrezzate e sono accessibili per i disabili. Quello che manca è una proposta turistica, cioè, per esempio, avere su internet un blog dove io possa comprare. Ci vuole qualcuno che metta assieme tutti questi aspetti, ma non può essere la Regione, nel senso che è un'iniziativa che viene fatta dai privati e non può essere uno studio teorico, ma deve essere una cosa pratica.

Presidente - La parola al consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Da questa risposta ho capito che a lei questo settore non interessa e non ha fatto niente. È veramente sconcertante. "Qualcuno dovrebbe fare", ma è lei questo qualcuno che dovrebbe coordinare queste attività e questo è un centro di espansione nel quale tutte le Regioni si impegnano. La Regione Veneto, il Piemonte: l'elenco che posso farle è lunghissimo, perché è un mercato che si sta ampliando. Ma bisogna esserci sul mercato e sono le Regioni che coordinano e che sono le protagoniste, perché mettono insieme quello che hanno sul territorio, per venderlo, per far sapere che ci sono queste possibilità, e poi stimolano il mercato, perché siamo noi che dobbiamo andare a cercare il mercato turistico in espansione! Cerchiamo di coordinare le attività sul territorio, indirizzare gli investimenti e mettere insieme quello che c'è, come fanno tutte le altre Regioni. Siamo solo noi che non facciamo niente. Immagini ad esempio la Skyway Monte Bianco che è accessibile: partiamo da lì e vendiamo questo prodotto turistico in tutta Europa. Facciamo sapere e da lì creiamo un percorso, facciamo nascere iniziative: c'è un mercato enorme che bisogna conquistare!

Lei una volta all'anno giustamente fa un convegno e so che il prossimo anno sarà sulla Via Francigena. Speriamo che questi appuntamenti producano qualcosa, ma è inutile fare un convegno: vengono qui, ci illustrano cosa fanno le altre Regioni in tutta Europa e noi non facciamo niente. Bisogna fare qualcosa, perché abbiamo un territorio che si presta, io penso. Ad esempio, i comuni di mezza montagna che non hanno un'attrattività per lo sci e neanche altre, potrebbero investire in questo settore, anche in considerazione del cambiamento climatico e dell'invecchiamento della popolazione. Tutte le altre realtà istituzionali lo fanno, mica sono stupidi. Lo fanno, perché questo mercato ha una prospettiva interessante. Ci sono anche i fondi europei da sfruttare. So che uno di questi convegni era stato fatto utilizzando tali fondi e si pensava di dare un seguito concreto, ma mi sembra che non siate interessati neanche a questo.

Soprattutto un approccio diverso anche alle questioni riguardanti la viabilità, che potrebbero interessare altresì l'assessorato alla sanità, perché da lì poi si creano occasioni, si crea un territorio accessibile che poi ha delle ricadute positive per tutti i cittadini, perché quando si creano delle situazioni nelle quali l'accessibilità è rivolta a tutti, va bene per tutti.

Mi sembra che stiamo perdendo un'occasione, quando tutte le altre realtà si muovono, mentre noi rimaniamo fermi, pur avendo un potenziale anche da questo punto di vista. Non è che non ci sia niente in questa regione, ma bisognerebbe mettere insieme e cercare di vendere questo prodotto, perché se arriviamo come sempre tardi, alla fine avremo soltanto delle spese. Evidentemente l'Amministrazione regionale non può avere l'atteggiamento di dire: "noi stiamo qui, guardiamo e se qualcuno fa, poi eventualmente qualcosa possiamo sostenere". Bisogna che l'Amministrazione regionale guidi queste cose, perché altrimenti diventa difficile.

Non è una questione di soldi, ma di progettualità, di mettere insieme quello che c'è, e di avere delle idee e dei progetti. Tant'è che sulla quarta domanda, "quali siano i progetti, gli obiettivi e gli intendimenti del governo", non avete né progetti, né obiettivi e francamente rischiamo di perdere un'occasione che tutte le altre Regioni stanno cogliendo. Sono decisamente insoddisfatto della sua risposta. Grazie.