Objet du Conseil n. 1775 du 2 février 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1775/XIV - Interpellanza: "Introduzione nella normativa regionale in materia di professioni turistiche della figura professionale dell'accompagnatore di media montagna".
Rosset (Presidente) - Punto n. 25 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.
Il tema che affrontiamo con quest'interpellanza è piuttosto complesso, ma, per cercare di far capire anche a chi ci ascolta, sostanzialmente stiamo parlando di un tema legato alle professioni che svolgono la loro attività in montagna, in particolare le guide alpine, ma anche le guide escursionistiche ambientalistiche. Abbiamo studiato un po' l'evoluzione normativa degli ultimi anni, in particolar modo dalla seconda metà degli anni Ottanta e vi è un proliferare di leggi a qualunque livello, a partire dalle norme nazionali che prevedono l'istituzione della professione della guida alpina, dove, tra l'altro, è precisato che viene istituita anche la figura dell'accompagnatore di media montagna fino ad arrivare addirittura alle modifiche del Titolo V della Costituzione del 2001, all'articolo 217, ma vi sono anche diversi interventi della Corte costituzionale su questo tema, che di volta in volta si è espressa su questo tema. A seguito della riforma costituzionale, anche la Valle d'Aosta ha legiferato in materia, credo abbia legiferato con la ratio di garantire e richiedere sempre maggiori professionalità a chi lavora in montagna e di dare sempre servizi migliori ai turisti, a coloro che vogliono conoscere il nostro territorio.
In questo quadro normativo - che comunque rimane complesso, perché nel corso del tempo le leggi si sono susseguite, quasi stratificate creando alla fine tutto meno che chiarezza -, in questo contesto oggi siamo in una situazione in cui la professionalità non è così tutelata, perché vi sono diverse figure che operano in montagna che fanno riferimento a diverse normative: alcune regionali, altre nazionali, altre ancora che sono arrivate anche successivamente, altre si riferiscono addirittura alle norme europee, e questo non aiuta certamente. Il risultato è che gli stessi operatori della montagna chiedono che si legiferi per fare chiarezza su questo tema, proprio con la ratio di dare sempre maggiore professionalità e dare sempre maggiori migliori servizi agli utenti.
Su questo, sentita prima la risposta dell'Assessore, non sarebbe male intraprendere un percorso per andare a valutare se sia opportuno intervenire sulle leggi regionali o addirittura istituirne di nuove e noi riteniamo che sarebbe quanto mai opportuno sentire proprio chi opera in questo settore, quindi sentire i rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative sul nostro territorio per vedere come su questo punto si può provare a ragionare per cercare di migliorare proprio nell'ottica veramente di dare sempre un migliore servizio. Su questo la Regione, tra l'altro, non sarebbe neanche da sola, perché nel corso degli anni altre Regioni d'Italia, quelle che hanno un territorio montuoso, sono intervenute su quanto previsto nella legge nazionale, istituendo proprio la figura dell'accompagnatore di media montagna. Su questo noi gradiremmo sentire qual è l'opinione del Governo e ci riserviamo la risposta. Grazie.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.
Sicuramente nella presentazione il collega Roscio ha avuto modo di mettere in evidenza la produzione legislativa in materia. Solo per dare un ordine cronologico, la figura dell'accompagnatore di media montagna è stata introdotta con una legge dello Stato nel 1989; la figura della guida escursionistica è stata introdotta da una legge regionale decisamente successiva (nel 2003). Se il legislatore l'ha introdotta, ovviamente lo ha fatto cercando di andare a colmare una carenza, ovvero andare ad individuare delle attività che fossero riconducibili a questa figura. Dico questo perché se voi andate a vedere il profilo della guida escursionistica e dell'accompagnatore di media montagna, sulla carta troverete molte similitudini. Si pensava in allora probabilmente con l'introduzione delle norme della legge regionale n. 1/2003, proprio per quello che è stato detto dal collega Roscio, di meglio definire un percorso professionale che garantisse e che desse in qualche modo delle risposte. Solo ai fini di quantificare il risultato di questa legge, oggi risultano iscritte nell'elenco circa 160 guide e sembrerebbe che quelle che svolgono un'attività a tempo pieno dotate di partita IVA siano 6. Per altri versi, abbiamo a volte dei soggetti, degli operatori turistici che richiedono questa figura professionale, quindi dobbiamo constatare che, da un certo punto di vista, sono tanti che hanno aderito a questo percorso, sono pochi che lo svolgono come attività prevalente o principale.
Al di là di quest'aspetto, però è chiaro che, per raccogliere l'invito che ha fatto il collega Roscio, dobbiamo prendere atto dell'evoluzione normativa dello Stato e dell'Unione europea: dello Stato perché nel 2013 lo Stato è intervenuto con la legge n. 4/2013 in materia di libera concorrenza, dove probabilmente tra due valori, quello della professionalità e quello della libera concorrenza, forse ha privilegiato la libera concorrenza rischiando di vanificare certi percorsi. Da questo punto di vista, proprio per raccogliere l'invito, quindi ritengo sia bene andare a fare una riflessione. Generalmente non è esattamente corrispondente al vero che tutte le Regioni hanno legiferato in materia di guide escursionistiche, ce ne sono alcune: per esempio, abbiamo solo la Regione Veneto dove coesiste la figura dell'accompagnatore di media montagna con una figura regionale di guida escursionista, laddove c'è una figura, non c'è l'altra. Da questo punto di vista, direi che possiamo tranquillamente affrontare questo tavolo di lavoro, chiederei solo l'accortezza di verificare l'esito di un ricorso al TAR che è stato fatto in merito ad una nostra delibera, dove, proprio per salvaguardare la professionalità e certe peculiarità dei nostri professionisti, la Giunta regionale ha introdotto una valutazione dei titoli di soggetti che hanno acquisito delle abilitazioni fuori dalla Regione Valle d'Aosta. C'è un'associazione che ha impugnato questo provvedimento dicendo che automaticamente noi dovremmo accogliere tutti coloro che hanno dato l'esame fuori Valle. Noi quindi riteniamo che vi sia il ben fondato di questa nostra riserva per valutare i titoli professionali e per valutare proprio un aspetto che va a tutela del mercato. Tuttavia, al termine di questo procedimento potremo avere delle valutazioni e affrontare eventualmente una modifica, che potrebbe essere anche una buona idea per meglio valorizzare le nostre professionalità.
Presidente - La parola al Consigliere Roscio.
Roscio (ALPE) - Grazie Assessore per la risposta. Giusto alcune considerazioni. Ben venga l'idea del riconoscere l'opportunità di istituire un tavolo di lavoro per andare a valutare dove intervenire dal punto di vista legislativo, che è sostanzialmente l'obiettivo che noi chiedevamo con quest'interpellanza. Non so se è opportuno invece aspettare l'esito del ricorso al TAR, perché già nelle premesse dell'interpellanza era citato il fatto che sono pendenti due ricorsi al TAR, che rischierebbero addirittura di far decadere proprio l'intera legge regionale. Ragionando con quello che già c'è e non con quello che avverrà in futuro, la legge che lei ha citato (la n. 6/1989) è una legge nazionale, per cui è legittimata a tutti i livelli, anche da sentenze della Corte costituzionale, e prevede che le figure che rispondono ad una maggiore professionalità sono proprio quella della guida alpina e quella della guida di media montagna, perché devono sostenere esami, devono fare degli accertamenti, tutta una serie di aggiornamenti e soprattutto perché sono tutelate dalle iscrizioni in un albo professionale, che è un qualcosa che si potrebbe andare a studiare e vedere com'è meglio adattare alla nostra realtà, senza bisogno di aspettare quello che verrà poi espresso dal TAR. Di fatto si può dire che se le intenzioni nel 2003 del legislatore regionale erano condivisibili e anche opportune perché si voleva andare ad istituire una figura che operasse bene in Valle d'Aosta, alla prova dei fatti quella legge ha dimostrato delle carenze, oggi a più di 10 anni dalla sua applicazione i limiti sono evidenti e sono constatabili sul campo.
Sui numeri che lei ha citato e sul fatto che alcune guide esercitano solo in maniera saltuaria e non a tempo pieno, su questo forse il ragionamento è un po' più ampio. Il fatto che vi siano diverse possibilità di esercitare anche non a tempo pieno comunque costituisce un'interessante integrazione al reddito per gente che fa altro e quindi può essere sia in inverno che in estate qualcosa che, pur non essendo attività prevalente, può dare comunque opportunità di lavoro e prospettive ad una parte di popolazione che può essere interessata a fare questo. Noi, come gruppo ALPE, crediamo che chi esercita quella professione deve essere messo in condizioni di operare al meglio, ben venga quindi l'apertura. Noi chiederemmo solo di cominciare - e magari su questo facciamo una riflessione se sia opportuno impegnare di più il Governo con una risoluzione - per cercare di anticipare un po' i tempi iniziando a studiare, non andando a definire in tutto e per tutto quale può essere la legge, ma cominciando a portare in commissione e ad audire chi opera in montagna e sentire il parere dell'Assessore. Grazie.