Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1170 du 22 avril 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1170/XIV - Interpellanza: "Iniziative per la prevenzione dell'alcolismo giovanile".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola alla Consigliera Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

In Valle d'Aosta esiste un grave problema legato all'alcol, e non solo; ultimamente sono aumentati anche episodi della cosiddetta "devianza giovanile", episodi di violenza, bullismo, atti vandalici che vanno inquadrati nello stesso ambito del disagio giovanile. Penso che la Valle d'Aosta si trovi di fronte ad una crisi dei giovani nel riconoscere la propria collocazione. Ad Aosta il fenomeno dell'alcolismo è in progressiva crescita, tanto da essere diventato la prima forma di dipendenza anche nella nostra regione. Il consumo eccessivo di bevande alcoliche continua ad essere una delle piaghe più radicate nella comunità valdostana, infatti la Valle d'Aosta fa registrare la percentuale più elevata di decessi attribuiti totalmente all'abuso di alcolici. Inoltre, secondo i dati resi noti a Roma, in occasione dell'alcol Prevention Day dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'ISS, la nostra regione è seconda soltanto al Molise per percentuale di decessi causati da patologie legate parzialmente agli alcolici. Se la tossicodipendenza è ormai stabile, l'alcoldipendenza aumenta ogni anno; tra i giovanissimi valdostani nella fascia compresa tra gli 11 e i 18 anni il 25 percento ha fatto almeno una volta abuso di alcolici a fronte di una media nazionale di circa la metà, il 12 percento.

Prendiamo atto dell'importanza del progetto posto in essere dal Dipartimento di salute mentale dell'azienda dell'USL della Valle d'Aosta, finalizzato alla prevenzione dell'alcolismo giovanile e dal contenimento del cosiddetto "allarme giovani". Siamo molto preoccupati dalle notizie relative ad episodi di vendita di alcolici ai minorenni da parte di gestori di locali notturni, scoperti poco tempo fa dalla Polizia, ad Aosta.

Chiediamo all'Assessore competente se intenda dare segnali più incisivi nella prevenzione dell'alcolismo giovanile e puntare, con la collaborazione delle Forze dell'ordine, a controlli più capillari nei confronti dei gestori di locali pubblici che vendono alcolici ai minorenni. Grazie.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie.

Quello dell'alcolismo in Valle d'Aosta e soprattutto dell'alcolismo giovanile, è un problema centrale, drammatico e questo lo sottolineo anch'io. Domenica mi hanno telefonato e mi hanno comunicato questi dati: fermo restando i limiti della statistica, due casi in più siamo i primi in graduatoria, o due casi in meno la Valle d'Aosta è ultima, resta il fatto che la situazione è allarmante. Io li avevo già visti in altre occasioni, sono dati del 2010. Speriamo che negli anni, proprio per quello che lei ha ricordato correttamente, si siano modificati, però sono dei dati molto pesanti, per cui io penso che questa sia una delle priorità. Sulle priorità ho già parlato altre volte rispondendo che il nuovo Piano sanitario sarà un piano che porrà al centro la prevenzione e su questo dobbiamo sicuramente riorganizzare un servizio.

Ci sono delle premesse anche interessanti, perché la base legislativa (lo dico perché è giusto conoscerla), la legge 109 del 2012, ha introdotto alcune importanti norme in tema di bevande alcoliche: c'è il divieto di vendita di bevande alcoliche e di bottiglie ai minori di 18 anni sancito con l'obbligo di richiesta, da parte del venditore, di un documento d'identità. Quindi questa è già una normativa con tutte le sanzioni successive, mentre per il servizio di somministrazione al bancone e al tavolo il limite rimarrà quello dei 16 anni. Dal punto di vista normativo quindi noi abbiamo già due leggi, e la legge del 2012 è importante, è una legge che va fatta sicuramente rispettare.

Che cosa intendiamo fare? Io direi che in questo momento, a parte il discorso del SERD, dove c'è un gruppo di alcologia specifico che tratta l'argomento, è stato istituito anche un gruppo equipe giovani e adulti che ha degli educatori professionali e, nel corso del 2014, questa equipe ha visitato diverse scuole: l'Istituto professionale di Chavonne, l'ISIP di Châtillon, e fa iniziative frequenti alla Cittadella dei Giovani. È stata anche rivolta un'attenzione particolare alla Valdigne. Se si ricorda, dai primi dati epidemiologici che avevamo fatto noi nel 2006-2007 avevamo visto in questa valle come il tasso di alcolismo, soprattutto nei giovani, era un tasso elevato e ancora più preoccupante che in altre zone. Non solo, ma è stata fatta un'attività di sensibilizzazione nei confronti dei medici di famiglia. Cosa pensiamo di fare? Premettendo quanto detto, quello di porre al centro di nuovo uno studio con risorse (che purtroppo non sono più quelle di una volta) per introdurre tutto un percorso preventivo contro l'alcolismo, soprattutto quello giovanile, con iniziative mirate. Avevamo fatto iniziative nelle discoteche in cui c'era un promoter che non beveva, e poi azioni mirate, anche in questi giorni, lo diremo dopo. Quest'anno c'è una riorganizzazione per il pensionamento del Primario del SERD e un nuovo concorso da Primario della psicologia, e quindi occorre ristrutturare questo servizio con dei percorsi e degli orizzonti nuovi. Privilegiando una comunicazione diversa sulla violenza, che è poi anche una conseguenza dell'alcolismo, si proponeva un ricorso alla televisione. Ecco, io penso che gli spot comunicativi legati alla nostra tradizione, qua, in Valle, potrebbero essere molto importanti; hanno dei costi, purtroppo hanno dei costi.

Io ho pensato e mi sono anche interrogato con chi si occupa di questo: il problema è sicuramente culturale in Valle d'Aosta, perché ad esempio nei giovani passa il messaggio "ma sì, un po' non fa male" ecc. Noi non diciamo che bere fa male, anzi, delle volte diciamo che il nostro vino ha delle caratteristiche particolari, come la presenza degli antiossidanti, però va bevuto con estrema moderazione. Il tollerare la sbronza del ragazzo rispetto al fatto che dica: "io stasera vado in discoteca, uno non beve, noi altri quattro possiamo bere" riducendo il problema al ritiro è un fatto culturale, che tra tutti, come società, come operatori sanitari, come medici, ci deve imporre di introdurre il concetto che bere non fa bene, soprattutto per chi è in età di sviluppo. Lascerei perdere tutti i discorsi valoriali che sono discorsi un pochino più difficili e pesanti, ma noi dobbiamo impostare una nuova comunicazione, una nuova prevenzione, e renderci conto tutti insieme, che il fatto dell'alcolismo in Valle d'Aosta è un fatto culturale.

Presidente - Per la replica, la parola alla Consigliera Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - La ringrazio, Assessore, per tutte le informazioni che ci ha dato; non avevo dubbi, perché sono anni che ho sempre posto all'attenzione di questo Consiglio il problema dell'alcolismo. Noi non siamo contro il bere quando è moderato, però la situazione adesso ci sta sfuggendo di mano.

Io ho voluto fare questa interpellanza perché avevamo posto anche l'attenzione, se si ricorda, sul problema dei distributori automatici; lì è stata presa una presa di posizione, per i minorenni adesso ci va la carta da inserire, e quello mi va bene. Il 4 di aprile, però, è stato multato un gestore che dava da bere ai minorenni. Allora io dico solo questo: noi dobbiamo fare una campagna di informazione intanto per i giovani (quello che le avevo detto l'altra volta), sia per il bullismo, sia per le droghe. Secondo me si può fare un insieme di cose: spiegare a questi giovani che non è vero che non fa male, bisogna spiegare che bere moderatamente va bene, ma che poi alla fine ne portano le conseguenze. Io non so come, perché non è facile, mi rendo conto che i costi sono anche tanti e di risorse ne stiamo già impegnando tantissime per la prevenzione, perché effettivamente i servizi sono tanti, di questo le devo dare merito, però alla fine non sono incisivi.

Dobbiamo trovare un qualcosa...mettiamola così, una campagna "choc" per far capire ai giovani che se continuano su questa strada il loro futuro non è così roseo come loro pensano, e poi non solo a loro, anche ai gestori dei locali. A questo punto, facciamo magari un'iniziativa in cui invitiamo tutti i gestori e spieghiamo loro che non è che siamo contrari che loro vendano ai maggiorenni, perché se uno è maggiorenne può fare quello che vuole, ma di fare veramente attenzione ai minorenni, perché sono bambini e finiscono in ospedale! Adesso siamo arrivati quasi al primo posto, è preoccupante ed è più preoccupante della tossicodipendenza! Io non lo so...che futuro hanno i nostri figli? Che futuro diamo alla nostra regione? Io non so come, ma tutti insieme vediamo un attimo se veramente possiamo fare questa campagna pubblicitaria e trasmettere quello che proviamo anche noi genitori nei confronti di questi ragazzi, perché noi vogliamo il loro bene, non li vogliamo castigare, ma vogliamo far loro capire che la vita è bella e un futuro migliore è meglio anche per loro. Grazie.

Président - Point 20 à l'ordre du jour.