Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1169 du 22 avril 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1169/XIV - Interpellanza: "Adozione di un sistema funzionante e diffuso di telemedicina".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Scorrendo tra le varie delibere, abbiamo trovato un progetto che risale a circa sei anni fa (più o meno è il momento in cui è stato realizzato), di telemedicina. Erano stati stanziati all'epoca 1 milione e 200 mila euro (che non è una somma da poco) tramite una procedura sostanzialmente di trattativa privata con una cooperativa che si chiama Trait d'Union; direi che Trait d'Union è un nome e una garanzia, quindi anche lì la trattativa privata ci sta. Vorremmo riuscire a capire, perché già ho cercato di ottenere delle informazioni, e mi sono state inviate, ma sono, a mio avviso, un po' disperanti, perché qui comunque 1 milione e 200 mila euro sono stati spesi. Il progetto riguarda l'applicazione della telemedicina, che è una cosa ottima, perché in Valle d'Aosta, soprattutto per le caratteristiche e la morfologia del nostro territorio, potrebbe rappresentare veramente una soluzione, poiché, detto brutalmente, consente di fare degli esami come ad esempio l'elettrocardiogramma e di trasmetterli via computer o comunque per mezzo di apparecchi telematici a qualcuno che verifica e che poi dà l'esito dell'esame, senza far eventualmente spostare un medico o ad avere un medico in una frazione isolata, in un comune che è difficilmente raggiungibile, quindi ottimo. So che anche in altre realtà alpine hanno fatto progetti del genere e quindi è un qualcosa che è stato esaminato e l'idea dal punto di vista progettuale è senz'altro apprezzabile.

Quello che mi interessava capire è che cosa ne è stato di questo studio, che cosa ne è stato delle apparecchiature che sono state acquistate, dove giacciono, chi ha usufruito e se c'è stata effettivamente, al di là della sperimentazione, una ricaduta positiva sulla popolazione a livello di servizi, se c'è stato uno sviluppo, se per un periodo la popolazione ha usufruito di questo servizio.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente. Questa interpellanza affronta due problemi: il primo riguarda l'uso del Cardiovox P12 e il secondo (interessantissimo, e sono d'accordo con lei) è quello della telemedicina di cui abbiamo studiato a lungo.

Mi permetta solo di dire che la delibera è del 30 maggio del 2005, quindi sono dieci anni fa, eravamo proprio all'inizio di queste possibilità. In quell'epoca si approvò un progetto sperimentale per l'attivazione di una centrale operativa H24 che svolgeva un servizio di telefonia sociale sperimentale fisso. Questa della telefonia sociale fu una grande innovazione che aveva la funzione di monitorare l'anziano per mantenerlo il più possibile a domicilio. Questo partì il 1° giugno del 2005 per un accordo fatto a trattativa privata tra la Trait d'Union, come lei ha detto bene, che gestiva già l'ADI per il Comune di Aosta; poi fu fatta una gara di evidenza pubblica per identificare la società che avrebbe gestito il servizio telefonico che fu appunto la TESAN di Vicenza. Fu un grande esperimento, con dei grandi vantaggi, perché si partiva dalla necessità di mantenere l'anziano a casa; l'anziano a casa soffre soprattutto di una patologia di solitudine, di abbandono, e molti andavano nelle microcomunità proprio per questo.

Questo servizio 24 ore su 24 di telefonia fissa ha permesso per diversi anni all'anziano di avere un riferimento 24 ore al giorno; non solo, ma per i casi di cui al punto 2 del progetto, la stessa centrale unica, che aveva una sede 24 ore su 24 a Vicenza, dove c'era la TESAN, richiamava continuamente una volta alla settimana gli anziani e, qualora non li avesse trovati lucidi o avesse riscontrato situazioni anomale avrebbe chiamato la famiglia degli stessi utenti. Non solo, c'era anche la possibilità di avere dei meccanismi di telesoccorso che la TESAN ha ancora nella Comunità Grand Combin tramite telecomandi collegati a combinatori telefonici e soprattutto permetteva di avere anche un coordinamento di quest'ADI che era partita principalmente nel '99 nel territorio del Comune di Aosta. Ci fu poi dal 2005 un'interruzione perché la TESAN, che aveva vinto questa gara, dovette affrontare un ricorso, per cui l'esperienza fu bloccata da maggio a dicembre 2006. Il servizio ripartì poi dal 2006 e si concluse il 31 dicembre del 2009. Fu uno dei primi passi di telefonia sociale esistente in Italia, fu una sperimentazione. In qualche regione, adesso, oltre al Pronto Soccorso Sanitario, al 118, esiste proprio un numero che è quello del Pronto Soccorso Sociale con la stessa idea di mantenere il paziente a domicilio. Oltre al Comune di Aosta fu coinvolto il CELVA con le Comunità montane, tant'è che giustamente in questa delibera del 2005 vi era scritto che ci sarebbe stato un tavolo di coordinamento e di monitoraggio che si sarebbe trovato ogni tre mesi e avrebbe valutato l'andamento; non solo, ma questa stessa delibera prevedeva il pagamento di 300 mila all'anno (che era soprattutto il pagamento per questi operatori che stavano a disposizione 24 ore, sabato e domenica compresi) in varie tranche, e l'ultima tranche doveva essere proprio quella del 31 dicembre del 2009.

In casi particolari, al punto 4, fu previsto di utilizzare i Cardiovox anche per un elettrocardiogramma a domicilio; questa fu una cosa, mi permetta, che direi complementare a questo progetto di telesoccorso, di teleassistenza domiciliare su telefonia fissa con un operatore presente 24 ore. Per rispondere alla sua domanda, i Cardiovox sono stati 51 e sono stati distribuiti su 4 Distretti (10 ad Aosta). Anche per quell'interruzione del ricorso, arrivarono il 30 marzo del 2008; furono fatti dei corsi sull'uso degli ECG a domicilio, con il coinvolgimento dei medici di famiglia, ma ci furono (e questo bisogna dirlo) delle difficoltà. C'è da trattare anche l'argomento della "responsabilità". Il problema della telemedicina, in Italia, in questo momento, è un problema di assunzione di responsabilità. All'epoca vi furono problemi con i Cardiovox perché leggevano un elettrocardiogramma, lo trasferivano a Vicenza e se a Vicenza si fossero lette delle anomalie si sarebbe dovuto attivare il Pronto Soccorso o comunque la Cardiologia di Aosta. L'USL, soprattutto per questa difficoltà di responsabilità nell'utilizzo, pensò poi dal 2009 di non utilizzarli più, però questi Cardiovox ci sono ancora.

Come sintesi, quindi, il progetto di sperimentazione di questa centrale sociale e quello che hanno fatto i Sindaci fu molto, molto positivo, tant'è vero che da quel momento in avanti il concetto di dare all'anziano fu un punto di riferimento, mentre i Cardiovox, questi 51 apparecchi, dimostrarono principalmente delle difficoltà ad essere utilizzati dai medici.

Adesso arriverei all'aspetto molto interessante che lei ha introdotto. La telemedicina sembra fatta per la Valle d'Aosta, ed è una grande possibilità per noi. In Italia la telemedicina è sempre sperimentale perché manca una normativa. Creda, abbiamo lavorato molto su questo. Ma la normativa in cosa consiste? Consiste nella definizione di "atto medico"; l'atto medico per la giurisprudenza italiana è un atto che si svolge direttamente tra il paziente e il medico. Le leggo la definizione del Ministero della salute che dice: "La telemedicina comporta la trasmissione di dati sicuri, di dati di carattere medico ". Questo dato ha fatto sì che molti medici o infermieri non volessero assumersi le responsabilità di utilizzare il cardiotachimetro o altro, e...ascolti ancora: "Tuttavia la prestazione in telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente", cioè noi non abbiamo in questo momento una legislatura che preveda un atto medico concepito in modo diverso; nell'urgenza, nell'emergenza sì, ...ma pensi, noi abbiamo l'ambulatorio di medicina di montagna che è in contatto con le varie spedizioni a 10 mila chilometri di distanza, e in caso di richiesta di consulenza sarebbe sempre un atto di emergenza, ma potrebbe esserci una contestazione nel dire: perché tu hai dato quella medicina a quel paziente senza averlo visto, avendo delle trasmissioni di dati in cui i dati non sono sicuri? Su questo ci furono diverse conferenze (poi le passo i dati); per esempio Fondazione Montagna Sicura, a Courmayeur, fu proprio stimolata da questo, con le risposte della giurisprudenza all'uso delle medicine, e il dottor Longarini fece diverse relazioni in merito. Il problema da una parte dà una grande opportunità di utilizzare la telemedicina, dall'altra parte la mancanza di una normativa.

I rifugi: i rifugi non vogliono neanche più i defibrillatori adesso, perché chi si assume la responsabilità della gestione? Il progetto Partout, che è partito nel 2009 e che proprio ieri ha visto decollare anche la teleradiologia, è in grado di garantire la trasmissione in modo sicuro, come ad esempio l'elettrocardiogramma in ambulanza. Sempre il progetto Partout, attraverso una postazione in Geriatria dà la possibilità di assistere alcuni pazienti nelle strutture sanitarie per anziani. Bisogna fare una legge sulla telemedicina che vada però ad incidere sulla normativa dell'atto medico rispetto al Codice di procedura penale.

Aspettiamo anche una riorganizzazione del territorio (l'ho detto diverse volte); in questa riorganizzazione del territorio le associazioni dei medici prevedranno la possibilità di usare degli apparecchi. Io penso che questi Cardiovox, che sono stati conservati potranno essere utilizzati in questo nuovo quadro normativo. La ringrazio di questa interpellanza, perché anche a livello romano dobbiamo batterci tutti affinché sia fatta una legge, come c'è in Europa, come c'è in Francia, sull'uso della telemedicina, che sarebbe una grandissima risorsa. In Italia è sperimentale dappertutto, l'unico progetto strutturato che io conosco è quello della Sicilia, delle isole Eolie.

Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Sì, la mia preoccupazione era quella di tutti cittadini, che i soldi fossero stati buttati...perché? Perché comunque è stata fatta della formazione, abbiamo le apparecchiature, e le apparecchiature giacciono abbandonate per adesso, quindi la preoccupazione era quella. Ho capito effettivamente quali sono le problematiche di ordine tecnico e anche quelle...diciamo di carattere giuridico e legislativo. Da questo punto di vista sentiremo i nostri Parlamentari affinché, propongano magari un disegno di legge che vada a risolvere questa questione e a modernizzare l'Italia, anche per quanto riguarda tale questione. Certo è che la somma è rilevante ed è un po' deludente vedere che buona parte della somma spesa è stata spesa in maniera...sì, una parte è stata spesa senza che ci siano state poi delle ricadute effettive riguardo ai servizi sulla popolazione.

Presidente - Punto 19 all'ordine del giorno.